Il nome impotenza

Salve
sono un ragazzo di 22 anni. Ho un serio problema che coinvolge l'area sessuale ma probabilmente anche il mio sviluppo di personalità e che mi sta causando seri problemi di depressione e nevrosi da alcuni mesi. Diamo al mio problema il nome impotenza, ma credo sia riduttivo. Di fatto non ho ancora avuto rapporti sessuali. Nella mia famiglia sono presenti seri problemi di comunicazione, padre poco presente e madre invadente e ansiosa. All'età di 16 anni ho avuto l'occasione di avere un rapporto sessuale con una ragazza, ma per stupidità, ingenuità o forse paura non ho colto l'occasione, fermandomi al petting (credo si chiami così), senza raggiunger l'orgasmo. Sono sempre stato un ragazzo socievole e simpatico a tutti, ma per problemi di autostima o insicurezza (forse dovuti alla incombente calvizie) o ingenuità non ho più avuto altre ragazze (nonostante diverse ragazze si fossero dimostrate disponibili) fino ai 19 anni, il primo anno di università, qualche mese dopo un intervento di fimosi. Questo rapporto nacque dal corteggiamento di lei, e quando provavamo ad avere rapporti era presente la libido ma non c'era erezione. Il rapporto è continuato per diversi mesi, ne io ne lei abbiamo mai parlato del problema, e i rapporti sessuali si limitavano a io che la masturbavo. Dopo qualche mese lei si è tirata indietro, e io non ho fatto nulla per fermarla per paura e vergogna.
Ora non ho una ragazza. Sento di aver perso troppe occasioni, sento di aver perso l'età giusta per entrare nel mondo della sessualità e di essere entrato in un meccanismo psicologico che mi impedirà di vivere la mia vita. Solo ora ho aperto gli occhi, e ho paura che sia troppo tardi. Ho paura che non riuscirò mai ad avere la forza di reagire.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

le caratteristiche dei suoi genitori possono aver influenzato la costruizone della sua identità determinando una scarsa autostima dovuta sia alla carenza di un modello maschile forte, sia al mancato rispetto dei confini da parte di sua madre, che le ha trasmesso insicurezza privandola della possibilità di crescere e di dimostrare a sè stesso che ce la può fare anche senza di lei e i suoi sconfinamenti attuati - immagino - "a fin di bene".

Il primo passo per affrontare i deficit erettivi è però quello di parlarne con il medico per accertare l'eventuale presenza di un disturbo organico: l'ha fatto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Ragazzo,
innanzitutto è suggerita una valutazione andrologica.

Poi sarebbe comunque opportuno che si rivolgesse ad uno psicologo/psicoterapeuta dato che riferisce seri problemi di depressione e nevrosi da alcuni mesi e <problemi di autostima o insicurezza> per sentire un parere diretto e riflettere su un eventuale percorso che la possa aiutare a recuperare autostima, benessere e migliore qualità di vita.

Essere partecipi di un certo tipo di dinamiche familiari improprie certamente non aiuta, anzi, pensando al presente, concorrerebbe a sostenere ed amplificare le difficoltà.
Anche per questo incontrare un nostro collega può darle l'opportunità di affrontarle e gestirle in modo più efficace.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
Il termine " impotenza" , in clinica non si adopera piu' da tempo, proprio per gli effetti nefasti sulla psiche e personalita' di chi ne soffre, si adopera invece deficit erettivo, per evitare un processo di identicicazione del paziente con la malattia.

Quindi lei ha un deficit ettivo, ma non e' impotente, per intenderci.
In atto, mi sembra piu' un problema affettivo/ relazionale, che sessuale

To questo, le allego qualche lettura per approfondimenti

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Sento di aver perso troppe occasioni, sento di aver perso l'età giusta per entrare nel mondo della sessualità e di essere entrato in un meccanismo psicologico che mi impedirà di vivere la mia vita. Solo ora ho aperto gli occhi, e ho paura che sia troppo tardi. "

A prescindere dalla valutazione andrologica, che ti suggerisco anch'io, varrebbe la pena sentire anche uno psicologo psicoterapeuta perchè mi pare che oltre il problema sessuale ci sia un problema sull'idea che hai di te, del tuo valore personale, della padronanza nella tua vita, ecc...

Se i dati inseriti sono corretti e hai 22 anni, è il caso di lavorare su queste convinzioni (ad es: "non ho più speranze") che spesso sono l'origine del problema.

Prova a leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/40-quando-le-nostre-convinzioni-ci-fanno-ammalare.html

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
Utente
Utente
Grazie dell'attenzione. Farò una visità andrologica, ma non credo che servirà. Il mio problema sta proprio nell'autostima e nella fiducia in me stesso. Sento che per superare il problema devo scalare una montagna, ma sono a piedi nudi. Tutta una vita con una madre che non ha mai dimostrato di avere fiducia in me e non mi ha mai sostenuto nelle mie scelte mi ha reso insicuro e scoraggiato. Posso iniziare un percorso di terapia, ma ho bisogno di soluzioni concrete che mi permettano di risollevare la testa dalla paure e dalle ansie in cui sono cresciuto. Da una settimana ho usato alcune volte alcuni farmaci, come il Tavor, ma mi sedano permettendomi solamente di superare la giornata. Da una settimana mi sveglio e il primo respiro che faccio mi porta già all'apnea.
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Le soluzioni concrete le troverà a diagnosi clinica effettuata del suo disagio.
La tappa andrologica, potrebbe servirle per evitare di pensarsi inadeguato e per avere scritto nero su bianco, che è sano sessualmente .

La salute fisica prepara il terreno per lavorare su quella psichica.

Una psicoterapia , da valutare dopo una prima consulenza, rappresenta l’unica strada possibile di nutrimento psichico e relazionale, per sanare e nutrire il suo passato indigesto e diventare finalmente per se stesso, quella “madre e quel padre amorevole”, che le sono mancati quando dovevano essere presenti
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
" Il mio problema sta proprio nell'autostima e nella fiducia in me stesso."

Prima infatti conviene sempre curare e modificare questi aspetti.
I problemi della sfera sessuale spesso si costruiscono sopra ai significati personali che attribuiamo a ciò che siamo e che facciamo.

Ci sono terapie che sono più attive e focalizzate, come ad esempio quella cognitivo-comportamentale, ma tieni anche presente che se hai imparato, nell'ambiente famigliare, determinate cose, puoi sempre fare nuovi apprendimenti su te con gli altri.

Sei giovane e non dovrebbero esserci problemi.

Saluti,
[#8]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Sconsigliato il fai da te per l'assunzione di farmaci, che deve essere prescritta e monitorata dal medico o dallo specialistta (psichiatra).

. <Posso iniziare un percorso di terapia, ma ho bisogno di soluzioni concrete che mi permettano di risollevare la testa dalla paure e dalle ansie in cui sono cresciuto>
A questo proposito le segnalo link ad articoli con informazioni sui vari orientamenti terapeutici

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

Cordialmente
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Escluse le possibili cause fisiche è importante che si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta, perchè intervenire in giovane età è molto meglio che farlo più avanti, quando i problemi sono datati e cronicizzati.

"Posso iniziare un percorso di terapia, ma ho bisogno di soluzioni concrete che mi permettano di risollevare la testa dalla paure e dalle ansie in cui sono cresciuto"

Le assicuro che non c'è nulla di più concreto dei cambiamenti che si ottengono con la psicoterapia: modificare la visione di sè e del mondo porta enormi benefici che migliorano e incrementano stabilmente la qualità della vita del paziente e ricadono su tutti gli aspetti pratici che compongono la sua vita.
[#10]
Utente
Utente
Grazie di nuovo per l'attenzione. Ora ho un po' più di speranza. Ci sono giorni in cui sono più sereno, percepisco come dovrei essere e mi rendo conto di come la vita giri di conseguenza. Altri in cui sono schiavo delle paure e niente gira bene. Comincerò un percorso terapeutico. Esiste un orientamento più adatto ed efficace rispetto agli altri a risolvere i miei problemi di autostima o l'efficacia è più legata alla mia personalità e quella del terapeuta? é meglio un terapeuta uomo o donna?
Saluti
[#11]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
in replica #8 le ho indicato link ad articoli che la possono aiutare a riflettere sull'orientamento da scegliere

Inoltre, l'efficacia di un percorso non può prescindere dall'alleanza terapeutica, cioè quel clima di mutua fiducia che si instaura tra paziente e terapeuta.

Quanto al sesso del terapeuta non c'è una regola, dipende da lei, dalle sue preferenze, con chi pensa di sentirsi maggiormente a suo agio.

Se necessita di ulteriori approfondimenti , la ascoltiamo.

Saluti.


[#12]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Può scegliere un orientamento piuttosto che un altro in base a quello che sente più consono alla sua sensibilità.

Essendo di fronte non tanto ad un qualche sintomo preciso, ma ad un quadro più complesso e sfumato, personalmente le suggerirei un approccio globale e approfondito e quindi una psicoterapia psicoanalitica o psicodinamica.

Per quanto riguarda la decisione di rivolgersi ad uno psicologo piuttosto che ad una psicologa, visto che ci riferisce di aver avuto un "padre poco presente" e una "madre invadente e ansiosa" entrambe le soluzioni possono andar bene, ma se sente in particolare la carenza di un modello maschile valido - e quindi di un riferimento importante per la costruzione della sua identità adulta - può essere forse preferibile che si rivolga ad un uomo.
[#13]
Utente
Utente
Temo di essermi compromesso per sempre. i problemi di erezione ci sono anche nella masturbazione, soprattutto quando non uso materiale pornografico. farò una visita andrologica nei prossimi giorni, ma l'attesa è estenuante. ho paura che il problema stia nel cervello, come se non avesse appreso a reagire in relazione agli stimoli giusti e per questo temo non ci sia una cura. sto andando dal terapeuta, ma il lavoro è lungo e l'angoscia rende le giornate eterne.
[#14]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
" sto andando dal terapeuta, ma il lavoro è lungo e l'angoscia rende le giornate eterne."

Gentile Utente,

posso chiedere che tipo di lavoro stai facendo col terapeuta?
Quale tipo di orientamento?

Leggi qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1625-sessuologo-chi-e-costui.html

Saluti,
[#15]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazzo,
Anche se il lavoro dovesse essere lungo, credo che ancora non lo sappiate entrambi, ne vale sicuramente la pena, si tratta della sua vita, qualità di vita, qualità delle sue emozioni, sessualità, coppia....
Un lavoro ben fatto sulla sua psiche è un investimento di cui trarrà vantaggi a breve, stia sereno.

Per quanto riguarda l' autoerotismo, aspettando la valutazione andrologica, succede spesso che quando viene praticato come verifica della propria salute sessuale può non essere adeguato e soddisfacente, succede quello che si chiama " spectatoring" , cioè la tendenza disfunzionale all' auto- osservazione dei genitali e della loro funzionalità, compromettendo la fase dell' eccitazione, quindi del mantenimento dell ' erezione.

Eviti sperimentazioni e test fai da te, si affidi all' andrologo ed al terapeuta che si sta occupando di lei, vedrà che ne verrà fuori a breve.
Coraggio, è così giovane....
[#16]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"sto andando dal terapeuta, ma il lavoro è lungo e l'angoscia rende le giornate eterne"

Ha iniziato una psicoterapia?

Come trascorre le giornate?
[#17]
Utente
Utente
Grazie delle risposte
credo che il terapeuta abbia sottovalutato gli effeti che questo problema ha sullo stato d'animo. Abbiamo da subito parlato delle dinamiche famigliari e non mi ha informato sulla natura e la curabilità del problema. Ci sono giornate in cui mi faccio prendere dallo sconforto e dalla paura: la mia mente si perde a teorizzare su quali possano essere le cause del problema e ovviamente non trovo vie d'uscita, sentendomi condannato. Ho sospeso gli studi e ho cominciato a lavorare con mio padre, con il quale sto instaurando un rapporto mai avuto prima. Le giornate più difficili sono quelle meno impegnate, come i week end. Devo trovare nuove attività con le quali tenermi impegnato. Questo mio stato d'animo sta appesantendo la depressione di mia madre, con la quale invece non riesco a stabilire un confronto per incompatibilità di carattere. Ho forti dubbi su quando il terapeuta sia adatto a me e al problema: é un analista jungiano, ma dice di prendere per il suo lavoro anche dall'approccio cognitivo comportamentale, dalle neuroscienze... è influenzato (forse troppo) dall'approccio mistico orientale di Osho. A volte esco più stordito di quando sono entrato. Domani ho un altro incontro e deciderò.
[#18]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Mi sembra che sia un approccio un po' confuso, ma quello che conta è che se lei non si fida difficilmente potrà lavorare con questo psicoterapeuta.

Da quello che ci ha riferito non soffre di un problema specifico, ma si trova in una situazione complessa dal punto di vista relazionale e famigliare, perciò è comprensibile che il discorso non possa concentrarsi sul "problema" della verginità perchè questo deriva da altro e in particolare dal suo rapporto con le ragazze e con gli altri in genere, che deriva a sua volta da ciò che ha vissuto e appreso in famiglia.
[#19]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"é un analista jungiano, ma dice di prendere per il suo lavoro anche dall'approccio cognitivo comportamentale, dalle neuroscienze... è influenzato (forse troppo) dall'approccio mistico orientale di Osho."

Gentile Utente,

in genere per la cura dei disturbi sessuali sono particolarmente adatti altri approcci, come ad esempio quello cognitivo-comportamentale, come indicato anche nell'articolo suggerito sopra.
Anche a me sembra decisamente confuso un approccio del genere...

Nella mia esperienza ho visto pz che facevano un'analisi junghiana ma che per il disturbo sessuale accostavano un altro terapeuta, particolarmente esperto nella cura dei disturbi sessuali come un cognitivo-comportamentale.

Prova a fare dunque il punto della situazione col terapeuta, ben sapendo che un disturbo del genere alla tua età è molto semplice da trattare.

Saluti,
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