La mia depressione mi porta ad impazzire
sta seguendo le prescrizioni farmacologiche già ricevute?
Ci aveva infatti riferito in merito a trattamenti farmacologici prescritti sia dal medico che dallo psichiatra, come si sta regolando in merito?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
gentile ragazza prenda coscienza del meccanismo grazie al quale, probabilmente, non esce da questi attacchi, almeno fino alla prossima seduta, vedrà che non c'è motivo di essere terrorizzata.
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/816-la-trappola-del-panico.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
non avendo ancora iniziato un percorso psicoterapeutico è normale che il suo problema persista e che il circolo vizioso nel quale è caduta non si arresti.
Il calo d'umore è più che comprensibile e può non dipendere da un disturbo depressivo, ma essere diretta conseguenza del modo in cui sta passando le giornate.
Gli ansiolitici che le sono stati prescritti possono servire a contenere il suo malessere, ma per curarlo e non ottenere solo effetti temporanei può essere necessario che assuma un altro tipo di farmaco, che forse rientra fra le prescrizioni che erano state effettuate dallo psichiatra del p.s.
Verifichi se fra queste c'è anche l'indicazione di un farmaco antidepressivo della classe ssri e, se è così, valuti con il suo medico curante l'opportunità di assumerlo.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
l'unico suggerimento, come già detto, è attendere il colloquio con lo psicologo. Fortunatamente mancano pochi giorni: puoi sicuramente farcela.
Ricorda che la percezione dell'urgenza fa parte del disturbo stesso, ma d'ansia non è mai morto nessuno, non ci sono precedenti in letteratura.
E' vero che i sintomi possono essere molto fastidiosi ma da qui non possiamo dare nessuna prescrizione perchè vietato dalle Linee Guida del sito.
Una cosa importante è anche vedere che con l'aiuto degli altri ti calmi un po'... in quest'ottica sono d'accordo con il dott. De Vincentiis sulle strategie che adesso usi per gestire il sintomo e nelle quali probabilmente risiede parte del problema (dipendenza, libertà, controllo). Questi temi potrai affrontarli con lo psicologo psicoterapeuta la settimana prossima.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Per i disturbi d'ansia in genere sono molto validi ed efficaci gl iapprocci molto attivi che offrono concretamente aiuto al pz ad esempio su come gestire il sintomo. Uno di questi è il modello cognitivo-comportamentale.
Ad ogni modo attendia con fiducia il colloquio della settimana prossima.
Cercare qui rassicurazioni, consigli, via d'uscita, ecc... non fa altro che amplificare l'ansia.
Saluti,
Anzi, forse sarà sempre presente la tendenza o la preferenza a fare le cose con qualcun altro, ma è importante imparare anche a muoversi da soli e a non andare in crisi senza gli altri.
Saluti,
Aiutare il pz a vedere e usare strategie più funzionali è un lavoro psicologico.
Promuovere la salute e il cambiamento è un lavoro psicologico.
Come vedi il tuo ragazzo non usa tali strumenti perchè non è uno psicologo.
L'amore tra due persone può aiutare certamente una persona a stare bene e a sentirsi apprezzata, pensata, desiderata, ecc... ma non cura nè l'ansia nè la depressione.
Se provi a pensare a quante persone hanno delle vite perfette circondate da persone cui vogliono bene ma che possono soffrire di un disturbo psicopatologico, ti renderai conto che il paragone non regge.
Inoltre se io ho una convinzione che è proprio la causa del mio malessere (ad esempio una convinzione disfunzionale come potrebbe essere "devo farcela da sola") come potrei uscire dal problema grazie alla mia convinzione se qualcuno non mi aiutasse a vederlo?
Se non sei molto convinta, sarà lo psicoterapeuta ad aiutarti a capire se sia più vantaggioso per te rimanere così e continuare a stare male oppure se questo stato sia svantaggioso...
Poi anche sull'impegno sarà lo psicoterapeuta ad aiutarti.
E' chiaro che quando un pz comincia a vedere i primi risultati, ha sempre più voglia di continuare.
Saluti,
Ricordati di verificare sempre che il professionista che scegli sia iscritto sia all'albo degli psicologi sia all'elenco degli psicoterapeuti qualora dovesse trattarsi proprio di un percorso terapeutico.
Qui puoi verificare: www.psy.it
Saluti,
capisco il suo desiderio di fare da sè, perchè i disturbi psicologici costituiscono un tipo di malessere molto meno tangibile e visibile (anche alle altre persone) rispetto a disturbi e patologie organiche, ma non per questo si tratta di qualcosa da sconfiggere con la buona volontà, anche se forse se lo sarà sentito dire:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/832-sconfiggere-ansia-e-depressione-non-e-una-questione-di-buona-volonta.html
Sicuramente sono necessari anche l'impegno nel percorso terapeutico che si intraprende, che include anche il fatto di non mollare alla prima difficoltà, e la volontà di guarire (che non è sempre così presente, visto che alcuni disturbi portano con sè un discreto "guadagno secondario" e cioè effetti di manipolazione sulle persone a contatto col paziente che sono molto più disponibili e indulgenti nei suoi confronti), ma il lavoro psicologico/psicoterapeutico agisce anche su questi aspetti.
Le sue paure circa la possibilità di non essersi rivolta alla professionista giusta o di non riuscire a cambiare nulla possono dipendere dallo stato di esasperazione in cui sicuramente si trova, ma possono anche essere effetto di ciò che in psicoanalisi chiamiamo "resistenza" al cambiamento e cioè della spinta a mantenere invariato un quadro di sofferenza che però porta con sè il già citato guadagno secondario.
Può quindi riflettere fra sè e sè su quali cambiamenti il suo disturbo sta provocando nella sua famiglia e nell'atteggiamento di amici e familiari nei suoi confronti (ad es. potrebbero aspettarsi molto meno da lei rispetto al passato) e su quanto è disposta ad accettare la perdita di tali vantaggi.
Il suo atteggiamento può infine essere influenzato anche dai pareri negativi che dice di aver raccolto circa la psicoterapia, e vorrei chiederle di specificare meglio se si tratta di un'idea generica o se ha effettivamente raccolto delle opinioni fondate al riguardo.
Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359
Dottor Pozzi: si i commenti che ho raccolto su queste terapie sono fondati, per quello la cosa mi preoccupa un pò.. Il mio disturbo sta provocando cambiamenti con tutti in quanto non riescono ad aiutarmi ed è per questo che vorrei darmi una "svegliata" e uscirne..
Opinione 2: se la buona volontà non parte da te, nessuno psicologo o chi che sia è un mago.
Opinione 3: tanti anni dallo psicologo non sono serviti a nulla..
Queste opinioni mi mettono un pò in dubbio ovviamente, però la forza che ci metterò per uscirne e la voglia è davvero immensa. L'effetto strano è che in questi ultimi due giorni la sera vado a dormire tranquilla, mi sveglio tranquilla e poi riinizia il tutto..
Non mi sembra che nessuno dei tre sia sufficiente ad alimentare lo scetticismo che lei ci comunica.
Il primo parere mette in luce il fatto che quando si compie un percorso che aumenta la consapevolezza di sè è ovvio scoprire l'importanza di aspetti prima sottovalutati, ma quello che si chiarisce con un lavoro psicologico è poi gestito nel corso della terapia e il paziente non lasciato solo con sè stesso a farvi fronte.
Anche il secondo parere è in parte vero perchè, come detto, è necessaria la partecipazione attiva del paziente al processo di cambiamento. Questo però non ha nulla che vedere con il pensiero che la psicoterapia non serva, ma solo che non è un trattamento che si riceve passivamente.
Il terzo parere non è commentabile in assenza di altre informazioni: può non essere vero che non è cambiato nulla o può non essere cambiato nulla perchè ad esempio il paziente non era motivato a cambiare (vedi sopra).
In ogni caso se vogliamo fare un paragone in ambito medico nessuno smetterebbe di curarsi per una qualunque patologia solo perchè ad un altro le medicine non hanno portato gli effetti sperati.
In ogni caso anche se lo fosse si potrebbe solo prenderne atto evitando di giudicare futile o non futile il motivo di un disagio che è reale, indipendentemente dal giudizio che si potrebbe esprimere sulla sua ipotetica causa.
Può chiedere ulteriori delucidazioni al suo medico sugli effetti degli psicofarmaci, ma sarebbe preferibile che per la terapia farmacologica si rivolgesse ad uno psichiatra.
Se si farà seguire da uno psichiatra potrà sentirsi assistita anche nel comprendere le reazioni ai farmaci che assume.
in merito a quanto scrive sopra, ho un'opinione completamente diversa e ti spiego perchè.Tu dici:
"Opinione 1: lo psicologo a volte arriva a scavare in cose a cui magari tu non avevi dato peso o pensato e ti incasinano ancora di più..
Opinione 2: se la buona volontà non parte da te, nessuno psicologo o chi che sia è un mago.
Opinione 3: tanti anni dallo psicologo non sono serviti a nulla.."
Secondo l'ottica cognitivo-comportamentale NON è necessario andare a scavare nel passato per rimuovere l'ansia e la depressione ed è vero che possono esserci danno iatrogeni da psicoterapia: perchè andare a toccare ciò che non serve ai fini della risoluzione del problema?
Inoltre non è vero che c'è una causalità lineare che determina un problema psicologico in età adulta (ad esempio un trauma che deve essere intercettato), ma più si scava più per certi versi si alimenta il problema: parlare troppo dell'ansia l'amplifica.
In tale ottica le terapie più brevi e focalizzate sono maggiormente efficaci secondo le evidenze empiriche e numerosi autori (es Watzlawick che è il più autorevole) sostengono che non ci sia l'effetto dell'insight sulle cause prima che possa avvenire un cambiamento.
Sei giovane e questo gioca a tuo favore.
Quindi, l'opinione di chi "si è incasinato ancora di più" non è infondata.
Inoltre, come ti ho spiegato sopra, certo che lo psicologo può lavorare sulla motivazione del pz. Prova a pensare anche che lo psicologo lavora in contesti quali le aziende e le squadre sportive, lavorando proprio su tali variabili cognitive. Molto banalmente, come ti ho già detto, valutare pro e contro dell'attuale situazione e lavorare sulle tue aspettative è un lavoro psicologico che fa lo psicologo.
Il pz non arriva in terapia già con le idee chiare, perchè spesso non sa neppure cosa sia la psicoterapia. Allora puoi chiedere allo psicologo come può aiutarti per il tuo problema e in che modo potete lavorare insieme.
Ci sono pz che incontrano difficoltà a mettere in atto le prescrizioni dello psicologo (come quelle del medico): su queste difficoltà si lavora.
"tanti anni dallo psicologo non sono serviti a nulla."
Anche su questa affermazione sono d'accordo: nelle terapie di tipo cognitivo-comportamentale infatti non si arriva mai ad anni di lavoro. Più si dilatano i tempi e più diminuiscono efficacia ed efficienza della terapia.
Per trattare l'ansia in genere non sono necessari anni di psicoterapia.
Leggi questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Ti faccio tanti auguri per il tuo percorso e aggiornaci, se vuoi.
La durata di una psicoterapia dipende sempre dal tipo di problema e dal suo radicamento (durata e intensità), perciò se il suo disturbo si è appena manifestato (anche se in precedenza era già presente uno sfondo ansioso) ha più probabilità che il trattamento duri meno che in altri casi, considerando anche che lei è molto giovane, indipendentemente dall'orientamento teorico che seguirà chi si occuperà di lei.
Le auguro quindi di iniziare a lavorare al più presto per cambiare la sua situazione.
Cordiali saluti,
che tipo di trattamento ha fatto? Un sostegno psicologico o una psicoterapia?
Di che tipo? Se non ho capito male non c'era una parte prescrittiva, dico bene?
Non ti è stato insegnato come gestire le crisi?
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.