Crisi d'identità e dipendenza affettiva
Salve,
Ho ventanni e sono un periodo totale di crisi, non so cosa voglio, nè chi sono. Sono sempre stata una persona solare ma adesso non mi riconosco di più. Sono in pausa con un ragazzo con cui sto da 4 anni, con cui ho un rapporto estremamente morboso, padre-madre. Andava tutto bene fin quando andavo alle superiori, perchè avevo altri punti fermi oltre lui. Adesso che sono all' università ancora non mi riesco ad ambientare perchè lui è talmente possessivo, non per gelosia, ma per paura del mondo, che insisteva ad accompagnarmi sempre, aspettarmi fuori, e questo mi impediva di socializzare. Facevamo tutto assieme, dicevo tutto a lui, ho lasciato i miei interessi per avere più tempo da dedicargli, gli ho dato tutto. Pian piano, stando sempre più a casa, il mio umore ha cominciato a dipendere solamente da lui, ma lui ha cominciato a darmi per scontato e io mi sono sentita persa. Lui ha vissuto una situazione difficile, io mi sono quasi fatta psicologa, ma mi rendo conto che tutto ciò mi ha turbato dentro, perchè mi sono fatta carico di un peso troppo grande per una ragazza ''bambina'', avevo solo 15 anni. All'inizio mi trattava male, mi faceva sentire in colpa per il mio modo di essere, per le mie esperienze passatem cosi pian piano ho cercato di adeguarmi, fino ad annullarmi. A poco a poco ho iniziato a capire queste cose, ma le tenevo nel subconscio. Ho iniziato a sentirmi depressa, angosciata, a tremare ed estraniarmi da tutto. Ho avuto paura. credo di non volere accettare che era lui a farmi stare cosi, ho sviluppato una dipendenza affettiva, e ora che l'ho allontanato di botto, ho bisogno degli altri. Ora che capisco la situazione forse ho più consapevolezza, ma non sto meglio. Ho pensato addirittura che sarebbe stato più semplice uccidermi che lasciarlo, ma adesso gli ho chiesto una pausa, non penso più che sarebbe meglio morire ma sto male. Voglio essere felice, ma senza di lui ho perso tutti i miei punti di riferimento. Ero talmente abituata a sentirmi dire cosa dovevo fare che non so più cosa voglio. Ho perso i miei interessi, non ho altre abitudini se non lui e non capisco se è amore o abitudine. Passo a momenti di sicurezza di me, a momenti di conflitto. Mi sento in colpa a lasciarlo in una brutta situazione, ma mi rendo conto che non la riesco a sopportare più. Sento però di avere bisogno di lui, perchè in lui rivedevo la mia identità, il mio scopo era la sua felicità. La notte mi sveglio di soprassalto e tremo, mi batte il cuore, credo che siano attacchi di panico. Sto conquistando la mia libertà, esco e mi sento meglio, ma appena torno a casa mi sento vuota, in colpa e in conflitto. Passo anche dalla tristezza alla rabbia, a volte nei miei confronti, altre nei suoi. Cosa dovrei fare?mi sembra di essermi risvegliata da un sogno e mi sembra che questa non sia la mia vita. Vorrei che tutto tornasse come prima ma allo stesso tempo sento la necessità di andare avanti. Ho bisogno di uno psicologo? Mia madre mi è molto vicina e mi ascolt
Ho ventanni e sono un periodo totale di crisi, non so cosa voglio, nè chi sono. Sono sempre stata una persona solare ma adesso non mi riconosco di più. Sono in pausa con un ragazzo con cui sto da 4 anni, con cui ho un rapporto estremamente morboso, padre-madre. Andava tutto bene fin quando andavo alle superiori, perchè avevo altri punti fermi oltre lui. Adesso che sono all' università ancora non mi riesco ad ambientare perchè lui è talmente possessivo, non per gelosia, ma per paura del mondo, che insisteva ad accompagnarmi sempre, aspettarmi fuori, e questo mi impediva di socializzare. Facevamo tutto assieme, dicevo tutto a lui, ho lasciato i miei interessi per avere più tempo da dedicargli, gli ho dato tutto. Pian piano, stando sempre più a casa, il mio umore ha cominciato a dipendere solamente da lui, ma lui ha cominciato a darmi per scontato e io mi sono sentita persa. Lui ha vissuto una situazione difficile, io mi sono quasi fatta psicologa, ma mi rendo conto che tutto ciò mi ha turbato dentro, perchè mi sono fatta carico di un peso troppo grande per una ragazza ''bambina'', avevo solo 15 anni. All'inizio mi trattava male, mi faceva sentire in colpa per il mio modo di essere, per le mie esperienze passatem cosi pian piano ho cercato di adeguarmi, fino ad annullarmi. A poco a poco ho iniziato a capire queste cose, ma le tenevo nel subconscio. Ho iniziato a sentirmi depressa, angosciata, a tremare ed estraniarmi da tutto. Ho avuto paura. credo di non volere accettare che era lui a farmi stare cosi, ho sviluppato una dipendenza affettiva, e ora che l'ho allontanato di botto, ho bisogno degli altri. Ora che capisco la situazione forse ho più consapevolezza, ma non sto meglio. Ho pensato addirittura che sarebbe stato più semplice uccidermi che lasciarlo, ma adesso gli ho chiesto una pausa, non penso più che sarebbe meglio morire ma sto male. Voglio essere felice, ma senza di lui ho perso tutti i miei punti di riferimento. Ero talmente abituata a sentirmi dire cosa dovevo fare che non so più cosa voglio. Ho perso i miei interessi, non ho altre abitudini se non lui e non capisco se è amore o abitudine. Passo a momenti di sicurezza di me, a momenti di conflitto. Mi sento in colpa a lasciarlo in una brutta situazione, ma mi rendo conto che non la riesco a sopportare più. Sento però di avere bisogno di lui, perchè in lui rivedevo la mia identità, il mio scopo era la sua felicità. La notte mi sveglio di soprassalto e tremo, mi batte il cuore, credo che siano attacchi di panico. Sto conquistando la mia libertà, esco e mi sento meglio, ma appena torno a casa mi sento vuota, in colpa e in conflitto. Passo anche dalla tristezza alla rabbia, a volte nei miei confronti, altre nei suoi. Cosa dovrei fare?mi sembra di essermi risvegliata da un sogno e mi sembra che questa non sia la mia vita. Vorrei che tutto tornasse come prima ma allo stesso tempo sento la necessità di andare avanti. Ho bisogno di uno psicologo? Mia madre mi è molto vicina e mi ascolt
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Cara ragazza,
una relazione di coppia soddisfacente implica lo stare insieme, ma allo steso tempo "rimanere separati". Nonostante possiamo pensare che esista una "identità" di coppia, questa non deve supplire alla possibilità di una crescita individuale e separata dall'altro.
Per lei potrebbe essere utile una consulenza psicologica per elaborare il cambiamento, la perdita e i sensi di colpa per il timore della separazione. Deve recuperare la fiducia in se stessa per poter finalmente scegliere in maniera autonoma quale strada percorrere.
una relazione di coppia soddisfacente implica lo stare insieme, ma allo steso tempo "rimanere separati". Nonostante possiamo pensare che esista una "identità" di coppia, questa non deve supplire alla possibilità di una crescita individuale e separata dall'altro.
Per lei potrebbe essere utile una consulenza psicologica per elaborare il cambiamento, la perdita e i sensi di colpa per il timore della separazione. Deve recuperare la fiducia in se stessa per poter finalmente scegliere in maniera autonoma quale strada percorrere.
[#2]
Psicologo
Gentile ragazza,
da quello che scrive si evince la sofferenza e la tristezza per una relazione che non va più bene. La salute della coppia dipende anche da come ci si relaziona con gli altri, con l'esterno. Nel suo caso, questa componente sembra essere del tutto assente ed è normalissimo che lei adesso senta la necessità di riappropriarsi di spazi che non ha mai avuto.
Per quanto riguarda la pausa, questa può essere costruttiva se entrambi riflettete e cercate di risolvere i vostri problemi (magari con l'aiuto di un professionista che vi faccia rendere conto delle criticità e di ciò che non va all'interno del vostro rapporto).
Aspettare, senza intervenire, purtroppo non porterà a nulla. Col tempo i problemi si ripresenterebbero. La presenza di sua madre è sicuramente importante, tuttavia i problemi relazionali e il disagio psicologico richiedono necessariamente l'intervento di un professionista.
da quello che scrive si evince la sofferenza e la tristezza per una relazione che non va più bene. La salute della coppia dipende anche da come ci si relaziona con gli altri, con l'esterno. Nel suo caso, questa componente sembra essere del tutto assente ed è normalissimo che lei adesso senta la necessità di riappropriarsi di spazi che non ha mai avuto.
Per quanto riguarda la pausa, questa può essere costruttiva se entrambi riflettete e cercate di risolvere i vostri problemi (magari con l'aiuto di un professionista che vi faccia rendere conto delle criticità e di ciò che non va all'interno del vostro rapporto).
Aspettare, senza intervenire, purtroppo non porterà a nulla. Col tempo i problemi si ripresenterebbero. La presenza di sua madre è sicuramente importante, tuttavia i problemi relazionali e il disagio psicologico richiedono necessariamente l'intervento di un professionista.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 19/03/2013.
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