Comunicazione con genitori
Buongiorno, mi sono iscritto a questo sito confidando in una risposta psicologica che mi assilla da giorni alla quale non ho trovato risposta sul web.
Innanzi una piccola premessa, non ho purtroppo concluso gli studi di diploma per insoddisfazione adolescenziale avuta dalla pressione dei miei che ha fatto reagire la mia psiche con una formula inversa alle aspettative e agli obblighi imposti dai miei genitori, ma sto riprendendo ora gli studi all'età di 26 anni, per una laurea in fisica teorica. Devo obbligatoriamente premettere un particolare secondo me importante, sono una persona che ha decine di interessi e la possibilità di apprendere velocemente possedendo un QI di 152 in scala Wechsler, questo un particolare importante per spiegare il mio problema...
Ultimamente, 2 settimane circa, ho dei grossi problemi comunicativi con i miei genitori, li ho sempre avuti, ma in questo periodo sono veramente assenti. Quando cerco una comunicazione mi rendo conto che non ho nessun argomento con cui dialogare con i miei genitori, in quanto abbiamo interessi totalmente differenti, io infatti mi interesso dei più svariati argomenti e cerco di studiarli e approfondirli il più possibile, questo mi porta ad avere il problema che qualsiasi cosa mi dicano io posso sempre a controbatterla su qualsiasi argomento in quanto loro le informazioni le reperiscono esclusivamente guardando alla TV dei programmi (fiction, programmi di varietà per intenderci...) ai quali sono completamente estraneo.
Ultimamente questo divario si sta ampliando sempre più e mi ritrovo nella situazione di non voler più aprire bocca con loro perchè capisco che do quasi fastidio per via delle mie conoscenze pratiche e teoriche su quasi qualsiasi argomento...comunque sempre più di loro, e quando espongo il mio pensiero sembra che anzichè voler imparare dalle mie conoscenze si offendano in qualche modo...il che mi ha portato come anticipato prima a una specie di mutismo selettivo...i discorsi si sono ridotti a cosa c'è per cena o che tempo fa...discorsi che per me sono angoscianti e privi di valore comunicativo...
Mi sento quasi come se fossi un fantasma che vaga per casa e l'unica persona che mi capisce è la mia morosa con la quale convivo purtroppo nello stesso stabile di proprietà dei miei genitori. Dico purtroppo perchè se potessi non li vorrei vedere più in quanto mi causano un disagio mentale veramente pesante da sopportare, non capisco infatti come possano non avere curiosità nella conoscenza, e quando ne parlo e non vengo compreso mi pervade un senso di frustrazione.
Le chiedo cortesemente come dovrei pormi nei loro confronti e cosa dovrei fare, per poter tornare al dialogo, seppur privo di significato, che c'era prima. Insomma cosa dovrei fare? Come dovrei pormi? E' giusto il mio cercare la comunicazione o dovrei semplicemente lasciar perdere? Come potrei evitare che la comunicazione con loro mi porti frustrazione interiore?
Grazie
Innanzi una piccola premessa, non ho purtroppo concluso gli studi di diploma per insoddisfazione adolescenziale avuta dalla pressione dei miei che ha fatto reagire la mia psiche con una formula inversa alle aspettative e agli obblighi imposti dai miei genitori, ma sto riprendendo ora gli studi all'età di 26 anni, per una laurea in fisica teorica. Devo obbligatoriamente premettere un particolare secondo me importante, sono una persona che ha decine di interessi e la possibilità di apprendere velocemente possedendo un QI di 152 in scala Wechsler, questo un particolare importante per spiegare il mio problema...
Ultimamente, 2 settimane circa, ho dei grossi problemi comunicativi con i miei genitori, li ho sempre avuti, ma in questo periodo sono veramente assenti. Quando cerco una comunicazione mi rendo conto che non ho nessun argomento con cui dialogare con i miei genitori, in quanto abbiamo interessi totalmente differenti, io infatti mi interesso dei più svariati argomenti e cerco di studiarli e approfondirli il più possibile, questo mi porta ad avere il problema che qualsiasi cosa mi dicano io posso sempre a controbatterla su qualsiasi argomento in quanto loro le informazioni le reperiscono esclusivamente guardando alla TV dei programmi (fiction, programmi di varietà per intenderci...) ai quali sono completamente estraneo.
Ultimamente questo divario si sta ampliando sempre più e mi ritrovo nella situazione di non voler più aprire bocca con loro perchè capisco che do quasi fastidio per via delle mie conoscenze pratiche e teoriche su quasi qualsiasi argomento...comunque sempre più di loro, e quando espongo il mio pensiero sembra che anzichè voler imparare dalle mie conoscenze si offendano in qualche modo...il che mi ha portato come anticipato prima a una specie di mutismo selettivo...i discorsi si sono ridotti a cosa c'è per cena o che tempo fa...discorsi che per me sono angoscianti e privi di valore comunicativo...
Mi sento quasi come se fossi un fantasma che vaga per casa e l'unica persona che mi capisce è la mia morosa con la quale convivo purtroppo nello stesso stabile di proprietà dei miei genitori. Dico purtroppo perchè se potessi non li vorrei vedere più in quanto mi causano un disagio mentale veramente pesante da sopportare, non capisco infatti come possano non avere curiosità nella conoscenza, e quando ne parlo e non vengo compreso mi pervade un senso di frustrazione.
Le chiedo cortesemente come dovrei pormi nei loro confronti e cosa dovrei fare, per poter tornare al dialogo, seppur privo di significato, che c'era prima. Insomma cosa dovrei fare? Come dovrei pormi? E' giusto il mio cercare la comunicazione o dovrei semplicemente lasciar perdere? Come potrei evitare che la comunicazione con loro mi porti frustrazione interiore?
Grazie
[#1]
Gentile ragazzo,
Da quello che riferisce il problema e' abbastanza serio.
Non e' la differenza di "cultura" quello che mi sembra emergere ma un disconoscimento recproco: lei vorrebe essere riconosciuto e validato per le sue cognizioni e non riceve ascolto "competente", loro non ricevono da lei un atteggiamento affettuoso ma supponente.
Si tratta probabilmente di un problema antico da cui lei non si e' mai affrancato e di cui cerca ancora rivalse.
Che consigliarle?
Vivete male tutti cosi' e lei che e' giovane dovrebbe comprendere cosa accada nella sua psiche quando sente il bisogno (tipicamente infantile) di esprimere nei loro confrontii un narcisismo che forse non le e' stato consentito di esprimere a tempo debito.
Il mio consiglio e' di farsi aiutare da uno specilista a fare questo passo: cambiare punto di vista.
Penso che sia importante per la sua vita prima di tutto.
I migliori saluti
Da quello che riferisce il problema e' abbastanza serio.
Non e' la differenza di "cultura" quello che mi sembra emergere ma un disconoscimento recproco: lei vorrebe essere riconosciuto e validato per le sue cognizioni e non riceve ascolto "competente", loro non ricevono da lei un atteggiamento affettuoso ma supponente.
Si tratta probabilmente di un problema antico da cui lei non si e' mai affrancato e di cui cerca ancora rivalse.
Che consigliarle?
Vivete male tutti cosi' e lei che e' giovane dovrebbe comprendere cosa accada nella sua psiche quando sente il bisogno (tipicamente infantile) di esprimere nei loro confrontii un narcisismo che forse non le e' stato consentito di esprimere a tempo debito.
Il mio consiglio e' di farsi aiutare da uno specilista a fare questo passo: cambiare punto di vista.
Penso che sia importante per la sua vita prima di tutto.
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Utente,
mi verrebbe da pensare che in qualche modo lei stia continuando quella battaglia adolescenziale con i suoi genitori, se infatti così ha reagito in passato <non ho purtroppo concluso gli studi di diploma per insoddisfazione adolescenziale avuta dalla pressione dei miei che ha fatto reagire la mia psiche con una formula inversa alle aspettative e agli obblighi imposti dai miei genitori> ora fa questo < mi porta ad avere il problema che qualsiasi cosa mi dicano io posso sempre a controbatterla su qualsiasi argomento>.
Sembrano evidenti le vostre difficoltà di comunicazione, dal mio punto di vista potrebbero non essere solo gli interessi diversi ad impedirvi di avere un rapporto differente, ma qualcosa che ha radici più antiche, come il ripetersi di modalità di relazione non funzionali.
Non ci è dato di cambiare i propri genitori, tuttavia accettarli per quello che sono e fare pace con il passato, ci può essere utile.
Non si tratta di chiudere il rapporto con loro, ma di comprendere come fare quel passo in avanti per poterlo modulare in modo differente e più maturo.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Utente
Grazie mille per la celerità nelle risposte :)
Per quanto riguarda il problema antico potrebbe sicuramente essere per loro la mia "ribellione" adolescenziale che mi ha portato a essere molto aggressivo psicologicamente, aggressività scaturita da un mia frustrazione sempre legata al fatto "che non venivo capito", mentre per quanto riguarda me il problema è sempre stato il non venir apprezzato per le mie capacità e qualità.
Per carità so di non esser persona facile, praticamente non condivido lo stile di vita dei miei genitori, che segue un iter di lavoro-casa-cena in cui si parla di "lavoro- televisione-sonno" in un ciclo infinito, loro invece non accettano il mio pensiero riguardo al lavoro e a qualsiasi aspetto della vita e del sistema con cui è organizzata...la differenza sostanziale però è che io accetto il loro stile di vita mentre loro non capiscono il mio e non lo accettano...
E' anche vero che mi madre ha un metodo di relazionamento con me molto strano, ironizza quasi sempre su quello in cui credo, ad esempio ora che sto lavorando alla creazione di un sito a scopo economico mi dice che dice sempre "che io parlo sempre di guadagno ma intanto ancora non ne ha visto" cosa per altro falsa...dando la sensazione che non creda in me.
Ha un carattere molto forte e sembra sempre che gira tutto in torno a lei, torna a casa e si lamenta che deve sempre fare tutto lei e nn si rende conto che le altre persone fanno le loro mansioni per il mantenimento della comunità "famiglia". Sembra che tutto dipenda da lei, cosa non vera, quindi potrete immaginare come si pone con me...
Un altro dato fondamentale, è il fatto che non posso trasferirmi per ora in altra locazione, in quanto le difficoltà economiche degli ultimi tempi si fanno sentire in ambito lavorativo e economico, quindi per forza di cose devo vederli e trasformarmi nel solito fantasma che non parla e vaga per casa...insomma, non riesco ad ottenere la mia indipendenza e questo genera altra frustrazione in me...:(
Per quanto riguarda invece fare il passo avanti nel mio rapporto con loro, non è facile e non capisco ancora le modalità con cui farlo :(
Per quanto riguarda il problema antico potrebbe sicuramente essere per loro la mia "ribellione" adolescenziale che mi ha portato a essere molto aggressivo psicologicamente, aggressività scaturita da un mia frustrazione sempre legata al fatto "che non venivo capito", mentre per quanto riguarda me il problema è sempre stato il non venir apprezzato per le mie capacità e qualità.
Per carità so di non esser persona facile, praticamente non condivido lo stile di vita dei miei genitori, che segue un iter di lavoro-casa-cena in cui si parla di "lavoro- televisione-sonno" in un ciclo infinito, loro invece non accettano il mio pensiero riguardo al lavoro e a qualsiasi aspetto della vita e del sistema con cui è organizzata...la differenza sostanziale però è che io accetto il loro stile di vita mentre loro non capiscono il mio e non lo accettano...
E' anche vero che mi madre ha un metodo di relazionamento con me molto strano, ironizza quasi sempre su quello in cui credo, ad esempio ora che sto lavorando alla creazione di un sito a scopo economico mi dice che dice sempre "che io parlo sempre di guadagno ma intanto ancora non ne ha visto" cosa per altro falsa...dando la sensazione che non creda in me.
Ha un carattere molto forte e sembra sempre che gira tutto in torno a lei, torna a casa e si lamenta che deve sempre fare tutto lei e nn si rende conto che le altre persone fanno le loro mansioni per il mantenimento della comunità "famiglia". Sembra che tutto dipenda da lei, cosa non vera, quindi potrete immaginare come si pone con me...
Un altro dato fondamentale, è il fatto che non posso trasferirmi per ora in altra locazione, in quanto le difficoltà economiche degli ultimi tempi si fanno sentire in ambito lavorativo e economico, quindi per forza di cose devo vederli e trasformarmi nel solito fantasma che non parla e vaga per casa...insomma, non riesco ad ottenere la mia indipendenza e questo genera altra frustrazione in me...:(
Per quanto riguarda invece fare il passo avanti nel mio rapporto con loro, non è facile e non capisco ancora le modalità con cui farlo :(
[#4]
Gentile Utente,
nel suo approccio comunicativo e relazionale dovrebbe privilegiare, oltre alla cognizione, anche aspetti più meramente "affettivi". Ogni comunicazione ha un contenuto e una tonalità affettiva sottostante.
Questo implica lo sforzo di cogliere e condividere il punto di vista altrui, che non necessariamente può essere equivalente o simile al suo. Questa prospettiva è molto importante anche per cercare di mettere delle distanze nel rapporto con i suoi genitori.
Secondo lei come la pensano i suoi genitori rispetto al suo modo di comportarsi?
nel suo approccio comunicativo e relazionale dovrebbe privilegiare, oltre alla cognizione, anche aspetti più meramente "affettivi". Ogni comunicazione ha un contenuto e una tonalità affettiva sottostante.
Questo implica lo sforzo di cogliere e condividere il punto di vista altrui, che non necessariamente può essere equivalente o simile al suo. Questa prospettiva è molto importante anche per cercare di mettere delle distanze nel rapporto con i suoi genitori.
Secondo lei come la pensano i suoi genitori rispetto al suo modo di comportarsi?
[#5]
Utente
Faccio una premessa che forse avrei dovuto fare prima, ho sofferto per due anni di derealizzazione e attacchi d'ansia, proprio per il fatto che un tempo, dopo una grossa delusione amorosa, decidetti stupidamente di eliminare consciamente il mio rapporto con le emozioni, per non stare più male, con il tempo questo stato è divenuto parte integrante della mia persona. Per questo faccio molta fatica a dimostrare affetto o anche solo a provarle, diciamo che in me esiste quasi unicamente la parte razionale. Ci sto lavorando..
Per quanto riguarda invece la domanda:
"Secondo lei come la pensano i suoi genitori rispetto al suo modo di comportarsi?"
Sono sicuro che i miei genitori pensino che sono una persona intelligente che non ha voglia di fare niente....anche perchè io non parlo loro dei miei interessi che variano con il tempo, "imparo e dimentico", frase citata nelle teorie buddiste che significa imparare e passare ad altro metabolizzando le nozioni acquisite. Tornando al nocciolo, penso a volte che mi ritengano un fallito nella vita, un mantenuto(in questo periodo affermazione corretta...) e una persona che non vuole uscire da questa situazione...
Per quanto riguarda invece la domanda:
"Secondo lei come la pensano i suoi genitori rispetto al suo modo di comportarsi?"
Sono sicuro che i miei genitori pensino che sono una persona intelligente che non ha voglia di fare niente....anche perchè io non parlo loro dei miei interessi che variano con il tempo, "imparo e dimentico", frase citata nelle teorie buddiste che significa imparare e passare ad altro metabolizzando le nozioni acquisite. Tornando al nocciolo, penso a volte che mi ritengano un fallito nella vita, un mantenuto(in questo periodo affermazione corretta...) e una persona che non vuole uscire da questa situazione...
[#6]
Gentile Utente,
lo scollamento tra affetti e razionalità non le permette di avere una visione integrata del rapporto con l'altro. A mio avviso dovrebbe fare una consulenza psicologica ed eventualmente una psicoterapia con il fine di recuperare gli affetti "perduti".
La sua compagna che ne pensa rispetto a questa sua difficoltà nell'esprimere gli affetti?
lo scollamento tra affetti e razionalità non le permette di avere una visione integrata del rapporto con l'altro. A mio avviso dovrebbe fare una consulenza psicologica ed eventualmente una psicoterapia con il fine di recuperare gli affetti "perduti".
La sua compagna che ne pensa rispetto a questa sua difficoltà nell'esprimere gli affetti?
[#7]
Utente
La mia compagna è persona molto intelligente, quindi si è informata sull'argomento e ha capito la situazione, mi aiuta a migliorare insomma. E' una persona molto speciale per me e l'unica con cui posso essere me stesso :)
Purtroppo per la terapia incombe il problema soldi in questo periodo, avevo fatto due anni di terapia prima quando ne avevo disponibilità finanziaria e soffrivo di derealizzazione, avevamo capito che il problema era la carenza emotiva e ci stavamo lavorando, poi ho dovuto interrompere per questioni economiche :(
Purtroppo per la terapia incombe il problema soldi in questo periodo, avevo fatto due anni di terapia prima quando ne avevo disponibilità finanziaria e soffrivo di derealizzazione, avevamo capito che il problema era la carenza emotiva e ci stavamo lavorando, poi ho dovuto interrompere per questioni economiche :(
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 1.8k visite dal 19/03/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.