Strana sensazione di disagio

salve dottori,sono un uomo di 28 anni,e ho convissuto da sempre con una sensazione di disagio,sin da bambino,che di fatto mi ha condotto a fare scelte di vita che io stesso riconosco essere folli.dunque,ho sempre (davvero sin dalla mia più tenera infanzia) avuto la strana idea che fossi continuamente sottoposto ad "esame","valutazione" da chiunque,sempre,qualsiasi cosa facessi,persino davanti a sconosciuti in luoghi diversi da quelli in cui vivo,e quindi a soffrire per: 1.dovermi dimostrare all'altezza delle (presunte da me) aspettative delle persone nei miei confronti, 2.ad evitare ogni situazione che avrei tanto voluto,solo per paura NON di fallire (attenzione:capisco che fallire ci possa stare),ma il mio terrore è quello di essere giudicato da altri in caso di fallimento.come se da sempre,qualsiasi mia azione,avesse una platea pronta a giudicare,deridere e a passarsi la voce sulle mie azioni.questa visione di me stesso,mi ha di fatto portato a vivere una vita privata assolutamente blindata (dove di fatto nessuno sa mai davvero quello che penso,quello che mi piace e quello che vorrei della mia vita,perchè,ovviamente secondo la mia logica,mi "esporrei" al giudizio altrui).come potete immaginare,vivere in questo modo significa rinunciare a tutte le cose che ti piacciono solo perchè non vuoi che altri ti giudichino nel farle e ne parlino.ho scelto un'università diversa da quella che mi interessava,perchè se avessi fallito in quella,gli "altri" (parola imprecisata) avrebbero potuto deridermi.ho evitato relazioni con ragazze a cui ero interessato per timore di essere rifiutato e quindi deriso dagli "altri" del rifiuto.sono addirittura arrivato al caso limite (e mi rendo conto che è pura follia) di andarmene a vivere all'estero e di iniziare una nuova vita provando a fuggire da quella sensazione.in effetti in grandissima parte ho fatto bene,sono migliorato tantissimo,mi accetto molto di più e non mi interessa più del giudizio altrui.ma come potete immaginare,una sensazione del genere non puoi "ammazzarla" del tutto.e infatti ora sto avendo serissimi problemi con la mia ragazza,perchè sono così terrorizzato dall'idea che posso fallire nei nostri rapporti sessuali (es.perdere l'erezione) e che lei possa umiliarmi davanti a tutti,che di fatto mi sento bloccato quando mi capita di andare a casa sua.sessualmente non ho problemi,ho erezioni,sto bene,lo so.e so anche che la base di tutto è proprio quella pazza idea di sentirmi sotto esame,e fuggire tutte le cose belle che vorrei.è come se la paura di essere giudicato e umiliato fosse più grande della voglia di provare quelle cose che mi piacciono.so che prima o poi dovrò parlarne con uno psicologo ma per il momento vi ringrazierei solo di qualche consiglio di come affrontare la situazione. grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzon
Lei chiede dei consigli su come affrontare questo disagio che prova:
Per prima cosa io le consiglierei di individuare il meccanismo che lo ha generato: l'ambiente familiare, una educazione punitiva/repressiva, una frequentazione di ambienti reliigiosi in eta' infantile.
Le ho fatto degli esempi.
Ma le consiglio di iniziare a pensare ad un aiuto psicologico perche' da quanto riferisce la sua situazione e'doviuta a qualcosa di profondo e antico.
Che gliene pare? Potrebbe desiderare di iniziare un tale percorso?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
grazie 1000 dottoressa.mi ha dato un ottimo consiglio.in effetti so benissimo che questa mia sensazione di essere sotto giudizio altrui (e derisione,come se a sbagliare fossi solo io e mai nessun altro),non riesco a capire neanche più io quando e come è nata,di certo è molto lontana nel tempo,sicuramente dalla primissima infanzia.grazie per il saggio consiglio,quindi non le farò più perdere tempo ad ascoltarmi.ritengo infatti che un colloquio con lo psicologo sarebbe risolutivo.Lo dico per esperienza personale.Quando avevo 8 anni infatti avevo un'ansia tremenda legata ai risultati scolastici,all'essere terrorizzato di sbagliare qualcosa a scuola.La situazione era così disagevole e strana per me (allora bambino),che i miei genitori mi portarono dallo psicologo.E in effetti ci fu una svolta,che risolse tutto definitivamente,relativamente all'ansia scolastica (che poi l'ansia per la scuola di fatto "copriva" qualcosa di forse molto più complesso che non riguardava solo me in famiglia).Successe questo:fin quando avevo 8 anni ero abituato a dormire con i miei genitori.La psicologa in una delle sedute di allora (ero con i miei genitori),mi chiese di uscire un momento dallo studio e che avrebbe voluto parlare con i miei.Parlarono per un pò di tempo,e quando uscirono mi dissero che la psicologa aveva raccomandato loro di lasciarmi dormire da solo nella mia cameretta,e ovviamente loro avrebbero dovuto dormire senza di me.Ricordo perfettamente che durante la notte,loro mi chiesero più volte se volevo andare a dormire di nuovo con loro,quasi come se loro fossero "preoccupati" di "qualcosa",e non tanto io.Io rifiutai e continuai da quella notte a dormire da solo.A quel punto qualcosa di inspiegabile avvenne (per me almeno):con l'aver iniziato a dormire da solo,svanì ogni ansia scolastica,come se non la avessi mai avuta,e sinceramente non ho mai capito come le 2 cose fossero "collegate",fatto sta che lo erano.Ora,da 28enne,mi rendo conto che forse c'era qualcosa che non andava anche nei miei genitori in quella strana situazione (perchè una coppia dovrebbe preferire che il proprio figlio vada a dormire da solo lasciando loro una privacy notturna,o almeno io farei così con mio figlio).Quindi sono sicuro che ci sia qualche cosa di ancora irrisolto nel mio inconscio che mi blocca e mi dà quella sensazione di cui al titolo.Sono sicuro che uno psicologo avrebbe competenza per aiutarmi in questo.La cosa che non capisco,e le chiedo per finire (e poi non la disturbo più),è come mai ci sono episodi/situazioni apparentemente insignificanti che però poi incidono sulla nostra psiche causandoci non pochi affanni e bloccandoci in altre situazioni che apparentemente non hanno nulla a che fare con quegli episodi? Grazie 1000 per la gentilezza dottoressa.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ci sono dei meccanismi di difesa nella nostra psiche. Finalizzati a proteggere la nostra esistenza.
Sono inconsci e molto potenti. Possono fare dimenticare, spostare, rendere invisibili sentimenti difficili.
Nella maggior parte dei casi funzionano egregiamente e ci permettono di trovare delle spiegazioni/coperchio perfette (si chiamano razionalizzazioni o intellettualizzazioni), altre volte non sono proprio completi e qualche incongruenza la lasciano passare.
Le faccio i migliori auguri!
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Dr.ssa Fabrizia Lodeserto Psicologo, Psicoterapeuta 84 2
Gentile ragazzo,
da come descrive la sua infanzia, pare sia cresciuto in un ambiente familiare iperprotettivo. Tale forma di accudimento ed il desiderio frequente di molti genitori di non far vivere ai figli le brutte esperienze che, a loro volta, hanno vissuto loto nella vita, influenzano certi aspetti caratteriali dei bambini.Certamente non sono solo queste le esperienze influenti, perchè fattori importanti sono anche la genetica, le esperienze accumulate magari in asilo, scuole materne, ecc. In ogni caso, lei ha sempre la possibilità di superare certi ostacoli, rivolgendosi da uno psicologo per poter approfondire maggiormente certe dinamiche. Sinceri saluti

Dr.ssa Fabrizia Lodeserto
sito: http://www.fabrizialodeserto.it/
Psicologo Taranto e Psicologo Online