Asessualità, traumi e infanzia

Salve a Tutti.Ho 34 anni, e sto con un ragazzo di 21 anni da un anno. Il suo passato è stato difficile: concepito da genitori giovanissimi (lei 17 anni lui 23) che dopo la sua nascita si sono separati. La madre lo ha dunque accudito durante l'infanzia trasmettendogli il piacere del lusso, dai vestiti a cose materiali, Il padre si sposa con una donna che lo sottomette, lo sfrutterà per fini economici, sottraendo il figlio dai nonni paterni per far violenza psicologica ad entrambi. Da questa unione nasceranno due figli che oggi hanno rispettivamente 10 e 6 anni. il padre di fronte al primogenito rimane indifferente mentre ai due nascituri dona tutte le attenzioni.
Dunque da questa situazione malsana torna a vivere con la mamma, che involontariamente rende partecipe il figlio nelle sue vicende "amorose" e sessuali, con tutte le crisi i pianti, facendolo sentire importante nell'alleviare le sue sofferenze. La madre però trascura il figlio che comincia ad avere esperienze sessuali con uomini piu grandi di lui. La prima esperienza non la ricorda, come non ricorda la sua scoperta al mondo del sesso. All'età di 15 anni ha già avuto diversi incontri sessuali, finchè a 17 anni stanco della sua situzione parte per Londra. In 2 anni e mezzo ha scoperto le droghe come la cocaina e le anfetamine, sempre facendo tutto di nascosto e sempre con gente piu matura. Amplifica la sfera sessuale tra orgie, festini avendo sesso occasionale, legandosi alla pornografia e incontri su internet senza riuscire a legarsi o ad avere una relazione stabile. E' tramite internet che ci incontriamo e in me scatta un sentimento forte verso lui senza conoscere i lati oscuri del suo percorso. Rientra da Londra in quanto vuole uscire da tutte il caos e per essere aiutato. Decidiamo di rimanere assieme, mi racconta tutta la sua storia anche se credo ci siano dei "buchi neri" che nemmeno lui sa spiegare. Oggi ci ritroviamo assieme, non facciamo sesso, dice che è bloccato,o se lo facciamo pensa alle cose da comprare al supermercato. Io credo che ha subito un trauma che ha rimosso, anche se lo sfioro sul corpo rimane insensibile, la sua erezione non è al 100% e mi conferma di aver perso fantasie e desiderio. Io sono molto frustrato in quanto non riusciamo ad amarci, nel mio passato ho avuto storie durature senza grandi complicazioni, ma oggi sento di essermi perso dentro i suoi problemi e ho paura che tutto finisca tra di noi. Lui mi ha tradito un paio di volte dopo 3 mesi che ci siamo messi assieme dunque a volte scivolo dentro paure che questo possa riaccadere.La mia identità sessuale è un pò sminuita, non mi sento ne amato ne desiderato anche se a parole me lo dice. Vorrei tanto aiutarlo, so che dentro di lui sta soffrendo e sta cercando di risolvere tutte le questioni del passato. Comincerà una terapia dallo psicologo ma io non so che fare.. aspettare o mollare. Non dubito dei miei sentimenti, ma dubito della sua riuscita e del raggiungimento dell'amore vero.Cosa tormenta la sua anima?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazzo, cosa tormenta la sua anima, forse, emergerà dalla psicoterapia ma ciò che deve emergere è anche una modalità più funzionale di gestire il vostro rapporto di coppia. Per cui dovrebbe essere coinvolto anche lei (lei che scrive) nel suo percorso psicoterapeutico.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

la storia travagliata del suo ragazzo può essere plausibilmente la causa della difficoltà a legarsi che ha sempre provato, e questa stessa difficoltà può determnare disfunzioni sessuali nel momento in cui prova di sentimenti per qualcuno.
E' insomma possibile che i problemi sessuali che presenta derivino dal fatto che, essendo innamorato, non riesca a far coincidere sentimenti e risposta fisica.
Questo spiegherebe perchè è stato in grado di tradirla, ma non riesce ad avere rapporti o interesse per i rapporti che ha con lei.

Non è inoltre da trascurare il fatto che non ricordi alcuni episodi importanti del passato, compresa la propria prima volta: non è impossibile che questo non derivi da violenze subite, ma potrebbe anche dal fatto che andando all'estero e prendendo l'abitudine di utilizzare droghe abbia riportato danni per quanto riguarda la memoria a lungo termine.

Sa se ha già preso appuntamento con uno psicologo o se si tratta solo di un progetto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Grazie mille per le risposte, ho pensato che una terapia di coppia possa esserci utile in quanto anche io mi sento "abbandonato" in questa fase difficile del nostro rapporto. La sessione con lo psicologo lui la comicierà tra 10 gg.Anche io ho l'idea che il suo passato nasconda un trauma che lo rende così problematico. Spero veramente che tutto si possa alleggerire col tempo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Si tratta di questioni molto delicate che possono essere indagate solo di persona e non è detto che ci sia un trauma dietro quel vuoto di memoria.

Va benissimo che il suo compagno abbia preso appuntamento con uno psicologo e anche l'idea di un percorso di coppia può essere valida, purchè - a mio avviso - in separata sede rispetto al percorso che intraprenderà il ragazzo.
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Utente
Utente
Grazie ancora, ci sono molte sfacettature che si sono svelate nel corso della nostra relazione. Una di queste è stata un mancato tentativo di suicidio (a causa di un tentativo da parte mia di lasciarci) tramite farmaci, una "lieve" attrazione al masochismo che non esprime a pieno per vergogna, un rapporto con il padre di amore/odio dove richiama l'attenzione ma al tempo stesso sfoga la sua rabbia, di recente dei piccoli casi di cleptomania, attaccamento al denaro, incostanza e poca affidibilità talvolta. Voi vi chiederete come mai sono così attaccato a lui.. i sentimenti credo sono nutriti per una vicinanza e comprensione... molto lievemente ho condiviso in passato alcune delle sue vicende ma soprattutto gli stati d'animo: figura paterna rovinata da un rapporto perennemente conflittuale, tentato suicidio a causa di un rapporto amoroso, sentimenti di solitudine dove nessuno attorno comprende, lasciare la propria terra per un altro paese, non ho mai utilizzato droghe. Nei momenti in cui stiamo bene scherziamo, parliamo molto di noi, il futuro (se ci sarà) dei problemi di sesso.. ma a volte sono io a chiudermi in me stesso per paura di ferirlo con le mie idee, per aspettare che rifletta e che agisca in qualche modo: la delusione è che non reagisce ma tende ad accasciarsi sui problemi, come se non avesse la forza (o la voglia) di lavorare su se stesso e migliorarsi. Viviamo insieme e sotto lo stesso tetto siamo con il padre, la nonna materna ma tutti i giorni vengono la sorella della nonna, la sorella del padre con i 3 figli e dobbiamo pure andare dalla madre di lui che vive con il suo ragazzo... insomma è tutto molto amplificato, come se non avessimo mai il tempo di pensare a noi. Tutta la famiglia ovviamente è a piena conoscenza dei suoi problemi e della nostra relazione, per cui ognuno si aspetta qualcosa da lui. Capisco che anche questa situazione mette pressione e comprendo quanto per lui sia dura andare avanti.
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Utente
Utente
Alcuni dei miei amici mi dicono di mollare, ma per me questo amore è una barca che abbiamo preso in due che ci può portare lontano e che certamente può affondare da un momento all'altro: se affonda annegheremo in due, responsabili di aver deciso di salirci. Non lascierei mai affogare qualcuno, che amo, salvandomi e accetare di vederlo morire senza aver tentato di affrontare le onde e le tempeste. Certo devo pensare anche a me, ma ora come ora il mio star bene è legato al nostro amore. Voglio continuare a viaggire in queste acque torbide sperando che presto arrivi a vista la nostra isola.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Non lascierei mai affogare qualcuno, che amo, salvandomi e accetare di vederlo morire senza aver tentato di affrontare le onde e le tempeste."

Gentile Utente,

ho capito pienamente ciò che vuole dire con questa affermazione. Mi permetta però di precisare che, se davvero vogliamo aiutare qualcuno che sta annegando, non possiamo buttarci anche noi in preda all'agitazione nell'acqua profonda.

L'aiuto che froniremo sarà ad esempio quello di lanciare una fune in modo tale che l'altro possa afferrarla e poi lo aiuteremo a raggiungere la riva. Se, al contrario, provassimo a tuffarci in queste acque anche con le migliori intenzioni e anche se fossimo esperti nuotatori, sa che cosa succederebbe? Che l'altro, agitato, spaventato, irritato, nell'agitazione generale, mentre afferra la nostra mano ci trascina giù con sè.

Quindi non si tratta di una questione di cattiveria se gli amici dicono di mollare, forse in altri termini stanno dicendo di prendere tutte le misure cautelative.... Lei può certamente non mollare ma imparare con un adeguato aiuto ad essere a Sua volta d'aiuto senza lasciarsi portare giù.

Tenga presente che questo è anche ciò che fa lo psicoterapeuta: se così non fosse sarebbe travolto da ogni paziente e soprattutto non lo aiuterebbe, ma peggiorerebbe la situaizone.

Aiutare non significa buttarsi giù da un precipizio insieme a chi sta correndo per farsi male.

Ci pensi con calma. Io credo che un aiuto specialistico servirebbe anche a Lei, che invece ora sta restando sullo sfondo...

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
<<molto lievemente ho condiviso in passato alcune delle sue vicende ma soprattutto gli stati d'animo: figura paterna rovinata da un rapporto perennemente conflittuale, tentato suicidio a causa di un rapporto amoroso, sentimenti di solitudine dove nessuno attorno comprende, lasciare la propria terra per un altro paese>>

Caro Utente,

credo che gli elementi che lei sottolinea abbiano un ruolo importante, come lei scrive, nella sua attrazione e nel suo attaccamento verso il suo ragazzo e nel suo desiderio di rimanergli vicino ad ogni costo.

Mi sembra un tentativo salvifico che, forse, richiama dinamiche di riscatto; forse salvare lui rappresenta, in qualche modo, salvare anche se stesso e riappacificarsi con la sua storia di vita.

Ma non credo che questo sia il modo giusto di affrontare la situazione perchè, riprendendo la metafora del salvataggio in mare, rischierebbe di portarvi tutti e due a fondo.

Io credo che prima ancora di pensare ad una terapia di coppia, entrambi abbiate bisogno di un supporto psicologico individuale che aiuti ognuno di voi a comprendere le sue personali modalità di entrare in relazione con l'altro.

Lei dice: <<nel mio passato ho avuto storie durature senza grandi complicazioni>>, ma poi ci parla anche di un <<tentato suicidio a causa di un rapporto amoroso>>...

Si è chiesto, inoltre, come mai si è legato ad un ragazzo di 13 anni più giovane di lei?
E' sempre stato così in passato?

Credo che ci sia qualcosa su cui riflettere, a prescindere dalla sua relazione attuale, e solo comprendendo quali sono le dinamiche psichiche che le appartengono, imparando a regolare le sue emozioni, raggiungendo, in altre parole, un suo *proprio* equilibrio individuale, potrà poi pensare di aiutare il suo ragazzo a superare le sue difficoltà.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"per me questo amore è una barca che abbiamo preso in due che ci può portare lontano e che certamente può affondare da un momento all'altro: se affonda annegheremo in due, responsabili di aver deciso di salirci"

Penso che l'immagine che lei ha scelto rispecchi sia il forte legame che avete creato, sia la sua identificazione con il ragazzo, che nasce dagli aspetti che avete in comune.

Alla luce di ciò che ha aggiunto non posso che concordare con il dr. Callina e indicarle anch'io la necessità che intraprendiate due percorsi individuali prima ancora di pensare ad un percorso di coppia.

Visti gli aspetti che la portano a rivedersi in lui penso che le sia necessario un aiuto per imparare a distinguere cosa vi lega da cosa vi separa, cosa appartiene a lei e cosa solo al ragazzo.
Non è un'operazione immediata, ma deve essere svolta se non vuole continuare a pensare che il vostro destino è indissolubilmente unito e che se arrivasse la rovina potrà arrivare solo per entrambi.

Ovviamente le auguriamo che arrivi il benessere per entrambi, quello sì, ma questo obiettivo può essere probabilmente raggiunto solo con due distinti percorsi individuali.
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Utente
Utente

Gentile Dottor Callina, il mio "attaccamento e desiderio di rimanergli vicino ad ogni costo" nasce dal un sentimento sincero e profondo. Ciò che lei chiama "tentativo salvifico" è senz'altro presente anche se in forma ridotta.. sono consapevole di non aver le competenze per risolvere certe questioni legate all'essere del mio partner.
Condivido che in questo momento una terapia anche per me non sarebbe inutile, non perchè mi sento "male" nel mio io, ma per comprendere se e quali errori devono essere correti nella nostra coppia (comunicazione, ficucia, intimità, complicità, comprensione ecc..) e come dice lei "per comprendere le personali modalità di entrare in relazione con l'altro".
Lei mi chiede inoltre come mai con un ragazzo di 13 anni più giovane. Beh, credo che amare qualcuno non abbia limiti di età. Amare non è una scelta, l'amore non è un sentimento razionale, per me l'amore è un percorso di vita. Ci siamo conosciuti poco dopo la separazione con il mio precedente partner (durata 3 anni e della mia stessa età).Prima ancora ho avuto una relazione di 5 anni e mezzo.
All'epoca io avevo 23 anni e il mio partner 31. Dunque in gioventù ho sempre avuto un maggior "feeling" e interesse psicologico verso le persone più mature di me. La ragione? Figura di mio padre mancante e rapporto "d'odio" nei suoi confronti, oggi superata anche se non conclusa in quanto ho perdonato solo in parte.
Si cambia, si evolve, e con noi anche il modo di sentire, di amare e di vedere le cose. Credo che questi cambiamenti mi abbiano "liberato" da certi clichè che mi sono sempre ronzati nella testa e quindi ho aperto le porte (involotanriamente, ma grazie ad un evoluzione) a nuove fonti e panorami. La nostra differenza di età è senz'altro consistente, ma non credo possa pormi ostacoli nell'amare.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Condivido che in questo momento una terapia anche per me non sarebbe inutile, non perchè mi sento "male" nel mio io, ma per comprendere se e quali errori devono essere correti nella nostra coppia..."

Questo potrebbe essere un buon punto di partenza.

Un cordiale saluto,
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Utente
Utente

Gentilissima Dottoressa Massaro, volevo precisare che il fatto di aver condiviso alcune esperienze non vuole forzatamente indicare che sia legato a lui solo per le vicende che in parte posso comprendere.
Forse mi sono espresso in maniera ambigua. Mi fa sorridere un pò il fatto che il passato del mio partner abbia così tante similitudini con il mio, ma non ritrovo in lui quello specchio dove mi ci posso riflettere. Siamo cosi diversi per certi aspetti..., questo mi fa capire come ognuno possa vivere personalmente alcuni fatti. Un pò come l'arte: lo stesso quadro può suscitare 1000 differenti reazioni tra la folla che lo ammira. Come una musica che fa viaggiare in posti differenti a seconda di chi la ascolta... accolgo la sua ipotesi e cercherò di comprendere (mafgari con l'aiuto di uno specialista) se veramente mi sia identificato in lui senza rendermene conto.


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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32
<<il mio "attaccamento e desiderio di rimanergli vicino ad ogni costo" nasce dal un sentimento sincero e profondo.>>

Non era nelle mie intenzioni mettere in dubbio il suo sentimento che, non ho dubbi, essere sincero e profondo.

Il fatto è che, di norma, non è un caso se siamo attratti da una certa persona; in gioco ci sono dinamiche che riguardano la nostra personale storia di vita che è, come tutte, unica ed irripetibile.

Ed è per questo che le chiedevo delle sue relazioni passate; solo per avere un quadro più chiaro delle sue precedenti scelte, per verificare eventuali analogie e per darle, pur nei limiti di un consulto on line, risposte più puntuali.

<<La nostra differenza di età è senz'altro consistente, ma non credo possa pormi ostacoli nell'amare.>>
Anche in questo caso, non può che trovarmi d'accordo ma, proprio per comprendere meglio le "personali modalità di entrare in relazione con l'altro" il consiglio resta quello, prima di pensare ad un consulto di coppia, di richiedere un consulto individuale per entrambi.

Un caro saluto e, se crede, ci aggiorni sulla situazione.
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Utente
Utente
Grazie Mille, a tutti.Come dice la Dottoressa Pileci, il mio intervento è le vostre preziosissime risposte son già un punto di partenza. Cercherò di aggiornarvi, nella speranza che tra tutte queste nuvole grigie, torni a splendere il sole.

Ringrazio veramente tutti per i vostri consigli.