Omosessuale + studente universitario in grande riardo... Come uscirne al meglio?
Gentili specialisti,
Quello che vorrei porvi è un problema di non forte gravità, infatti non ho ancora pensato di rivolgermi direttamente ad uno specialista (e vorrei proprio chiedere a voi se ne è effettivamente il caso). Sono uno studente di ormai 29 anni in una specie di crisi esistenziale: nonostante ami particolarmente quello che studio, da anni sono fortemente demotivato al proseguire gli studi (ho viaggiato parecchio ed ho lavorato un paio di anni, procedendo sempre a rilento). Sono anche un ragazzo omosessuale, ed ho deciso negli ultimi anni di scoprirmi un po' e di vivere così una vita più serena. Dopo tanti sforzo c'è l'ho fatta, ma ammetto di soffrire tutt'ora per la situazione comunque che c'è a livello sociale e familiare ( i miei genitori non sono riusciti a capirmi). Lentamente lentamente mi sono avvicinato alla tesi ma il mio sconforto generale, che, presumo derivi da
A) la mia omosessualità riscoperta mi ha causato purtroppo la perdita di molti amici (ma il ritrovamento di un amore grandissimo)
B) la mia situazione di ormai trentenne studente mi opprime, vedo i miei coetanei con un lavoro e con famiglia ( famiglia che comunque non mi sarà consentito creare per le leggi italiane). Tanto che spesso mi verrebbe l'istinto di mandare tutto in malora ( che ad un esame dalla laurea non ha tanto senso)
C) non essendo riuscito a guadagnare molti soldi, sonno tuttora sulle spalle dei miei, che mi capiscono per quanto riescono. Ma io mi sento profondamente in colpa verso di loro. A 30 anni dovrei essere già autosufficiente.
Si tratta di scelte passate probabilmente, ma nonostante sia cosciente che a volte "la vita va così", non riesco ad aver pace e ci sono giornate intere in cui mi trovo senza far niente vedendo mio fratello, mio padre, i miei amici che lavorano, mentre io fatico a trovare un semplice impiego, spesso mi trovo alla sera a piangere litri di lacrime. In oche parole in quei momenti mi sento inutile professionalmente al mondo euno studente fallito (a30 anni ancora senza una laurea). Crediate che possa avere bisogno di un aiuto professionale? O che sia un problema risolvibile, magari con qualche "easy way out" nei momenti di sconforto? In questo periodo ho tentato più volte di dimenticare tutti questi pensieri e buttarmi a capofitto nei libri, ma ilntutto dura 20 minuti e poi crollo in lacrime, tanto sono ormai demotivato . Ripeto, sono argomento che adoro, ma questa sensazione mi tormenta e mi fa crollare. Cosa mi consigliate di fare? Vale la pena spendere quei pochi soldi che mi sono messo da parte per delle sedute ? Il dottore di base mi ha prescritto minias per dormire alla notte perché spesso mi ritrovavo alle 7 ancora immerso nei pensieri senza aver chiuso occhi, almeno ora la notte dormo. Vi ringrazio già molto, e spero in una vostra risposta positiva
Quello che vorrei porvi è un problema di non forte gravità, infatti non ho ancora pensato di rivolgermi direttamente ad uno specialista (e vorrei proprio chiedere a voi se ne è effettivamente il caso). Sono uno studente di ormai 29 anni in una specie di crisi esistenziale: nonostante ami particolarmente quello che studio, da anni sono fortemente demotivato al proseguire gli studi (ho viaggiato parecchio ed ho lavorato un paio di anni, procedendo sempre a rilento). Sono anche un ragazzo omosessuale, ed ho deciso negli ultimi anni di scoprirmi un po' e di vivere così una vita più serena. Dopo tanti sforzo c'è l'ho fatta, ma ammetto di soffrire tutt'ora per la situazione comunque che c'è a livello sociale e familiare ( i miei genitori non sono riusciti a capirmi). Lentamente lentamente mi sono avvicinato alla tesi ma il mio sconforto generale, che, presumo derivi da
A) la mia omosessualità riscoperta mi ha causato purtroppo la perdita di molti amici (ma il ritrovamento di un amore grandissimo)
B) la mia situazione di ormai trentenne studente mi opprime, vedo i miei coetanei con un lavoro e con famiglia ( famiglia che comunque non mi sarà consentito creare per le leggi italiane). Tanto che spesso mi verrebbe l'istinto di mandare tutto in malora ( che ad un esame dalla laurea non ha tanto senso)
C) non essendo riuscito a guadagnare molti soldi, sonno tuttora sulle spalle dei miei, che mi capiscono per quanto riescono. Ma io mi sento profondamente in colpa verso di loro. A 30 anni dovrei essere già autosufficiente.
Si tratta di scelte passate probabilmente, ma nonostante sia cosciente che a volte "la vita va così", non riesco ad aver pace e ci sono giornate intere in cui mi trovo senza far niente vedendo mio fratello, mio padre, i miei amici che lavorano, mentre io fatico a trovare un semplice impiego, spesso mi trovo alla sera a piangere litri di lacrime. In oche parole in quei momenti mi sento inutile professionalmente al mondo euno studente fallito (a30 anni ancora senza una laurea). Crediate che possa avere bisogno di un aiuto professionale? O che sia un problema risolvibile, magari con qualche "easy way out" nei momenti di sconforto? In questo periodo ho tentato più volte di dimenticare tutti questi pensieri e buttarmi a capofitto nei libri, ma ilntutto dura 20 minuti e poi crollo in lacrime, tanto sono ormai demotivato . Ripeto, sono argomento che adoro, ma questa sensazione mi tormenta e mi fa crollare. Cosa mi consigliate di fare? Vale la pena spendere quei pochi soldi che mi sono messo da parte per delle sedute ? Il dottore di base mi ha prescritto minias per dormire alla notte perché spesso mi ritrovavo alle 7 ancora immerso nei pensieri senza aver chiuso occhi, almeno ora la notte dormo. Vi ringrazio già molto, e spero in una vostra risposta positiva
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
Le vorrei chiedere se lei crede che la demotivazione a proseguire la sua carriera universitaria e professionale sia direttamente legata al suo coming out.
Dichiarare alla propria famiglia e alle persone che ci sono state vicine da tanto tempo di essere omosessuale corrisponde ad una rottura, a delle aspettative che si sfaldano, ad un disagio da parte loro, si può far corrispondere tutto ciò ad un lutto.
Ha parlato di quello che sta vivendo con altri amici omosessuali che hanno già passato il coming out?
Parlare con qualcuno che ha già fatto esperienza di questa scelta può aiutare a sentirsi meno soli, condividere con qualcuno aiuta anche a liberarsi di un grosso peso. Ci sono tante associazioni che possono essere utili, magari fare una ricerca sul territorio e scegliere una struttura vicina.
Inoltre le consiglio comunque di rivolgersi ad uno specialista, per poter approfondire e slegare dei nodi che la tengono incatenato a questo disagio.
Un caro saluto
Le vorrei chiedere se lei crede che la demotivazione a proseguire la sua carriera universitaria e professionale sia direttamente legata al suo coming out.
Dichiarare alla propria famiglia e alle persone che ci sono state vicine da tanto tempo di essere omosessuale corrisponde ad una rottura, a delle aspettative che si sfaldano, ad un disagio da parte loro, si può far corrispondere tutto ciò ad un lutto.
Ha parlato di quello che sta vivendo con altri amici omosessuali che hanno già passato il coming out?
Parlare con qualcuno che ha già fatto esperienza di questa scelta può aiutare a sentirsi meno soli, condividere con qualcuno aiuta anche a liberarsi di un grosso peso. Ci sono tante associazioni che possono essere utili, magari fare una ricerca sul territorio e scegliere una struttura vicina.
Inoltre le consiglio comunque di rivolgersi ad uno specialista, per poter approfondire e slegare dei nodi che la tengono incatenato a questo disagio.
Un caro saluto
[#2]
Gentile Utente,
La farmacoterapia puo' aiutarla soltanto per la sintomatologia legata all' insonnia, il cammino introspettivo verso l' accettazione di se' , e' complesso e non sempre in pianura.
Uno specialista, anche in convenzione, quindi presso una struttura pubblica, potra' aiutarla a leggersi dentro ed a trovare la motivazione smarrita
La farmacoterapia puo' aiutarla soltanto per la sintomatologia legata all' insonnia, il cammino introspettivo verso l' accettazione di se' , e' complesso e non sempre in pianura.
Uno specialista, anche in convenzione, quindi presso una struttura pubblica, potra' aiutarla a leggersi dentro ed a trovare la motivazione smarrita
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Grazie per avermi risposto. La mia carriera universitaria non ha risentito molto devo dire, è successo ormai circa 3 anni fa. La cosa che più mi mette in difficoltà è lo strascico che ha lasciato negli altri ( io sostanzialmente non me la vivo male) diciamo che è come se mi sentissi sempre il dito puntato addosso dalla famiglia. Ne ho parlato con molti amici omosessuali, che mi sono stati molto vicini e mi hanno aiutato a superare il momento più difficile...resta quella sensazione di aver deluso gli altri e lamia famiglia, visto che tutti i miei coetanei lavorano o sono laureati, ed hanno anche una famiglia. I miei genitori cercano di non farmi pesare questa sensazione,a vedo nei loro occhi un po' di tristezza nel vedermi così
[#4]
<<...resta quella sensazione di aver deluso gli altri e lamia famiglia>>
Gentile Utente,
questa delusione che vede negli occhi degli altri è una sua supposizione o è stata da qualcuno esplicitata?
Pensa che riguardi più il suo essere uno studente trentenne o il suo orientamento sessuale?
Non potrebbe invece trattarsi di un'emozione diversa dalla delusione?
Nella sua città esiste una sede di AGEDO, Associazione GEnitori Di Omosessuali: potrebbe contattarli in prima persona per avere consigli e/o un supporto psicologico, oppure inviarvi i suoi genitori:
http://www.agedo.org/dove-siamo/
Potrebbe essere, inoltre, per tutta la sua famiglia molto interessante visionare insieme il docu-film "DUE VOLTE GENITORI" (che può reperire proprio tramite AGEDO) in cui si tratta delle difficoltà e del percorso di accettazione di un/a figlio/a con orientamento omosessuale.
Cordialmente,
Gentile Utente,
questa delusione che vede negli occhi degli altri è una sua supposizione o è stata da qualcuno esplicitata?
Pensa che riguardi più il suo essere uno studente trentenne o il suo orientamento sessuale?
Non potrebbe invece trattarsi di un'emozione diversa dalla delusione?
Nella sua città esiste una sede di AGEDO, Associazione GEnitori Di Omosessuali: potrebbe contattarli in prima persona per avere consigli e/o un supporto psicologico, oppure inviarvi i suoi genitori:
http://www.agedo.org/dove-siamo/
Potrebbe essere, inoltre, per tutta la sua famiglia molto interessante visionare insieme il docu-film "DUE VOLTE GENITORI" (che può reperire proprio tramite AGEDO) in cui si tratta delle difficoltà e del percorso di accettazione di un/a figlio/a con orientamento omosessuale.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#5]
Utente
Grazie dottoressa, credo sia più il mio essere trentenne studente. A cui rincarano la dose con l'idea che essendo omosessuale non potrò allargare la famiglia. Ho tentato anche con AGEDO, ma la situazione non è cambiata di molto. Dicono di esser felici se sono felice io, ma vedo che non lo sono realmente. Vorrei almeno renderli felici con lo studio, ma non ci riesco più. So che non ho colpe, soprattutto per quanto riguarda la mia omosessualità, ma vedere gli altri intorno che soffrono a causa mia (anche se sbagliando) mi fa star male
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.4k visite dal 13/03/2013.
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