Ma il vero senso di colpa, è causato dai miei
Frequento il secondo anno di ingegneria. Ho passato la sessione d'esami a tentar di passare un esame propedeutico, che mi impedisce di dare quelli del secondo anno.
Le prime due volte riconosco i miei sbagli, la terza sono stata bocciata ingiustamente, quando altra gente aveva fatto metà del mio compito , che io avevo fatto pure relativamente bene.
Oltre alla delusione totale, perchè ero sicurissima di essere passata, è subentrata la rabbia e poi un gran senso di colpa.
Senso di colpa perchè avevo deluso me stessa, i miei genitori, perchè mi sentivo inferiore al mio ragazzo che aveva passato un esame ostico ... Perchè mi son detta "Nella mia vita non ho successo in famiglia e ho solo un amica, almeno nello studio vorrei essere brava"
Invece mi vedo continuamente sorpassata da gente che non studia.
Ma il vero senso di colpa, è causato dai miei. Sono sempre stata molto pressata per lo studio, soprattutto da mia mamma.
Alle elementari mi diceva "No oggi devi studiare, non puoi andare dalla tua amica".
Alle medie mi diceva "No non puoi andare mezz'ora in piazza a prendere il gelato, devi studiare e fare tutti i compiti della settimana". "Non hai bisogno di farti delle amiche, avrai tempo, adesso studia"
Alle superiori , quando a fine anno uscivano i cartelloni , lei andava là a ricopiare i voti dei miei compagni di classe, e una volta tornata a casa faceva le medie di ognuno, osservava dove erano calati o aumentati, confrontava con gli anni passati, e per minimo due settimane mi sbatteva in faccia tutto ciò. Veniva la mattina a svegliarmi urlando che dovevo fare qualcosa, a pranzo sbraitava tutto il tempo su come ero una delusione, tutti fossero migliori di me. Quando me ne andavo in camera mia e lei puliva giù in cucina, a volte la sentivo salire le scale di corsa, piombava in camera e urlava di nuovo, con questo foglio davanti.
Poi nemmeno fossi stata una somara, avevo una buona media!
All'università sono stata lasciata più in pace durante le lezioni, ma se volevo uscire un sabato sera partiva a dire "E quando studi? Torni tardi e poi dormi. Sei cambiata sei sempre a giro (due sere a settimana!!) devi rivedere le tue priorità" , magari alla fine uscivo ma mi aveva rovinato l'umore e l'entusiasmo.
Una volta mio padre (le poche volte che parla) mi ha detto "Cos'è questa storia che ora esci anche un pomeriggio con ... con chi? Il fidanzato? Devi darti una ridimensionata. Noi ti paghiamo gli studi, ti diamo i soldi, non ti facciamo lavorare ma devi darti un contegno"
Devo dire che se voglio uscire esco, ma non lo faccio più di due volte a settimana. Alla terza inizio ad angosciarmi e pensare "se lo faccio i miei si lamenteranno tutto il tempo .. meglio che non vada" e attualmente per il fatto che non ho passato quell'esame penso "Non ho il diritto e il merito di uscire, faccio bene a rimanere a casa da sola e studiare".
Mi hanno plasmata, solo che ci sto male ... sono sempre triste a ansiosa.
Le prime due volte riconosco i miei sbagli, la terza sono stata bocciata ingiustamente, quando altra gente aveva fatto metà del mio compito , che io avevo fatto pure relativamente bene.
Oltre alla delusione totale, perchè ero sicurissima di essere passata, è subentrata la rabbia e poi un gran senso di colpa.
Senso di colpa perchè avevo deluso me stessa, i miei genitori, perchè mi sentivo inferiore al mio ragazzo che aveva passato un esame ostico ... Perchè mi son detta "Nella mia vita non ho successo in famiglia e ho solo un amica, almeno nello studio vorrei essere brava"
Invece mi vedo continuamente sorpassata da gente che non studia.
Ma il vero senso di colpa, è causato dai miei. Sono sempre stata molto pressata per lo studio, soprattutto da mia mamma.
Alle elementari mi diceva "No oggi devi studiare, non puoi andare dalla tua amica".
Alle medie mi diceva "No non puoi andare mezz'ora in piazza a prendere il gelato, devi studiare e fare tutti i compiti della settimana". "Non hai bisogno di farti delle amiche, avrai tempo, adesso studia"
Alle superiori , quando a fine anno uscivano i cartelloni , lei andava là a ricopiare i voti dei miei compagni di classe, e una volta tornata a casa faceva le medie di ognuno, osservava dove erano calati o aumentati, confrontava con gli anni passati, e per minimo due settimane mi sbatteva in faccia tutto ciò. Veniva la mattina a svegliarmi urlando che dovevo fare qualcosa, a pranzo sbraitava tutto il tempo su come ero una delusione, tutti fossero migliori di me. Quando me ne andavo in camera mia e lei puliva giù in cucina, a volte la sentivo salire le scale di corsa, piombava in camera e urlava di nuovo, con questo foglio davanti.
Poi nemmeno fossi stata una somara, avevo una buona media!
All'università sono stata lasciata più in pace durante le lezioni, ma se volevo uscire un sabato sera partiva a dire "E quando studi? Torni tardi e poi dormi. Sei cambiata sei sempre a giro (due sere a settimana!!) devi rivedere le tue priorità" , magari alla fine uscivo ma mi aveva rovinato l'umore e l'entusiasmo.
Una volta mio padre (le poche volte che parla) mi ha detto "Cos'è questa storia che ora esci anche un pomeriggio con ... con chi? Il fidanzato? Devi darti una ridimensionata. Noi ti paghiamo gli studi, ti diamo i soldi, non ti facciamo lavorare ma devi darti un contegno"
Devo dire che se voglio uscire esco, ma non lo faccio più di due volte a settimana. Alla terza inizio ad angosciarmi e pensare "se lo faccio i miei si lamenteranno tutto il tempo .. meglio che non vada" e attualmente per il fatto che non ho passato quell'esame penso "Non ho il diritto e il merito di uscire, faccio bene a rimanere a casa da sola e studiare".
Mi hanno plasmata, solo che ci sto male ... sono sempre triste a ansiosa.
[#1]
Gentile Utente,
in effetti descrive molto bene la pressione alla quale è sottoposta.
Da buon ingegnere ha fatto un'ottima analisi delle pressioni strutturali alla quale la Sua tranquillità mentale è sottoposta.
Dimostra una buona resilienza.
Manca però una cosa fondamentale: l'esplicitazione di ciò che vuole Lei nel postare questo consulto (...e forse, mi permetta di azzardare, anche nella Sua vita manca il cosa vuole Lei).
Implicitamente lo scrive, ma, come saprà, gli psicologi non leggono nel pensiero, e quindi se non lo esplicita Lei diventa difficile scoprirlo. Risparmiamo anche tempo, se è Lei stessa a dire "Cosa voglio".
Ho capito bene?
in effetti descrive molto bene la pressione alla quale è sottoposta.
Da buon ingegnere ha fatto un'ottima analisi delle pressioni strutturali alla quale la Sua tranquillità mentale è sottoposta.
Dimostra una buona resilienza.
Manca però una cosa fondamentale: l'esplicitazione di ciò che vuole Lei nel postare questo consulto (...e forse, mi permetta di azzardare, anche nella Sua vita manca il cosa vuole Lei).
Implicitamente lo scrive, ma, come saprà, gli psicologi non leggono nel pensiero, e quindi se non lo esplicita Lei diventa difficile scoprirlo. Risparmiamo anche tempo, se è Lei stessa a dire "Cosa voglio".
Ho capito bene?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#2]
Ex utente
L'inizio della sua risposta mi ha fatto ridere un sacco grazie :) ! !
Cosa voglio?
Vorrei liberarmi di tutta questa ansia ingiustificata che ho addosso, che mi è entrata dentro le ossa e mi sento addosso ogni giorno. Provo a non pensarci, ma quando vedo che perdo le amicizie e vengo ignorata, quando sono costretta a mentire ai miei per dormire dal mio ragazzo, quando non supero un esame , inizio a logorarmi e il mio cervello non smette di pensare che sono una delusione, che non sono brava in niente e magari inizio a cercare su internet cose come "non ho amici , come faccio?" "i miei genitori mi isolano" e ci passo il pomeriggio, deprimendomi ancora di più.
Vorrei svegliarmi bene la mattina , andare all'università , parlare amabilmente con gli altri , affrontare lo studio positivamente senza avere pressioni addosso , organizzarmi da sola quando uscire e quando stare a casa.
Cosa voglio?
Vorrei liberarmi di tutta questa ansia ingiustificata che ho addosso, che mi è entrata dentro le ossa e mi sento addosso ogni giorno. Provo a non pensarci, ma quando vedo che perdo le amicizie e vengo ignorata, quando sono costretta a mentire ai miei per dormire dal mio ragazzo, quando non supero un esame , inizio a logorarmi e il mio cervello non smette di pensare che sono una delusione, che non sono brava in niente e magari inizio a cercare su internet cose come "non ho amici , come faccio?" "i miei genitori mi isolano" e ci passo il pomeriggio, deprimendomi ancora di più.
Vorrei svegliarmi bene la mattina , andare all'università , parlare amabilmente con gli altri , affrontare lo studio positivamente senza avere pressioni addosso , organizzarmi da sola quando uscire e quando stare a casa.
[#3]
Gentile ragazza,
forse ai tuoi genitori manca il riconoscimento dei tuoi bisogni più affettivi e sociali, e riescono a focalizzarsi solo su altro.
Con questo però non intendo dire che siano cattivi genitori o che deliberatamente non vogliano capirti. Probabilmente sono genitori un po' ansiosi e spaventati.
Non so se sei figlia unica, ma ad ogni modo da quello che scrivi mi pare di capire che i tuoi si siano trovati un po' impreparati...
Potrebbero avere paura che tu possa non dedicarti allo studio, oppure spaventati dalle persone che frequenti (o meglio dalle loro fantasie sulle persone che frequenti...), ecc...
Ma il dato di realtà è che i tuoi genitori tendono ad essere ipercontrollanti con te, dandoti la spiacevole sensazione di non essere una donna adulta e di non saperti regolare e gestire.
Ora dovresti separare le due cose: da una parte i tuoi genitori con i loro limiti che si esprimono sotto la forma del controllo sfiancante.
Dall'altra tu con il tuo valore personale e senza abbatterti nè sentendoti una nullità per un esame non superato... tu stessa riconosci che sono molte le variabili che concorrono al buon esito di un esame (e la sfortuna dove la mettiamo? una volta non hai superato l'esame "ingiustamente" come tu stessa precisi), quindi fai un piano preciso per ottimizzare i tempi.
Tra questi piani però è fondamentale lo spazio per te stessa, in termini di svago, di riposo, e di tutto ciò che ti occorre.
Studiare è molto stressante e devi capire tu che cosa ti fa stare bene.
Per quanto riguarda i tuoi genitori è probabile che non cambieranno e neppure questo è il nostro compito (l'obiettivo non sarebbe sensato): quindi bisogna capire come fare per relazionarsi in maniera saggia con loro. Direi che aver fissato un limite per le uscite potrebbe essere una buona idea... tu come stai rispetto questa decisione?
forse ai tuoi genitori manca il riconoscimento dei tuoi bisogni più affettivi e sociali, e riescono a focalizzarsi solo su altro.
Con questo però non intendo dire che siano cattivi genitori o che deliberatamente non vogliano capirti. Probabilmente sono genitori un po' ansiosi e spaventati.
Non so se sei figlia unica, ma ad ogni modo da quello che scrivi mi pare di capire che i tuoi si siano trovati un po' impreparati...
Potrebbero avere paura che tu possa non dedicarti allo studio, oppure spaventati dalle persone che frequenti (o meglio dalle loro fantasie sulle persone che frequenti...), ecc...
Ma il dato di realtà è che i tuoi genitori tendono ad essere ipercontrollanti con te, dandoti la spiacevole sensazione di non essere una donna adulta e di non saperti regolare e gestire.
Ora dovresti separare le due cose: da una parte i tuoi genitori con i loro limiti che si esprimono sotto la forma del controllo sfiancante.
Dall'altra tu con il tuo valore personale e senza abbatterti nè sentendoti una nullità per un esame non superato... tu stessa riconosci che sono molte le variabili che concorrono al buon esito di un esame (e la sfortuna dove la mettiamo? una volta non hai superato l'esame "ingiustamente" come tu stessa precisi), quindi fai un piano preciso per ottimizzare i tempi.
Tra questi piani però è fondamentale lo spazio per te stessa, in termini di svago, di riposo, e di tutto ciò che ti occorre.
Studiare è molto stressante e devi capire tu che cosa ti fa stare bene.
Per quanto riguarda i tuoi genitori è probabile che non cambieranno e neppure questo è il nostro compito (l'obiettivo non sarebbe sensato): quindi bisogna capire come fare per relazionarsi in maniera saggia con loro. Direi che aver fissato un limite per le uscite potrebbe essere una buona idea... tu come stai rispetto questa decisione?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Gentile Ragazza,
lei come si pone, come risponde quando sua madre la attacca?
Mi sembra sia cambiato molto poco nel definirsi in maniera diversa, rispetto a periodi precedenti,< Devo dire che se voglio uscire esco, ma non lo faccio più di due volte a settimana. Alla terza inizio ad angosciarmi e pensare "se lo faccio i miei si lamenteranno tutto il tempo .>
E dunque rinuncia a ritagliarsi spazi sacrosanti alla sua età, per evitare che i suoi si lamentino e la opprimano ancora di più. Ma così facendo, secondo lei, può cambiare qualcosa?
E' certo che in questo modo accumula insoddisfazione, rabbia e non solo, poiché la tensione in cui vive si può riverberare anche sulla qualità dei suoi studi. E potrebbe finire per confermare a se stessa quello che sua madre le sbraitava < su come ero una delusione>.
Già in passato ci aveva esposto i difficili rapporti in famiglia, in particolare quelli con sua madre e le era stato consigliato di consultare uno psicologo.
Ci ha pensato?
Potrebbe esserle di aiuto per gestire in modo differente e più assertivo le sue relazioni familiari, per acquisire maggiore fiducia in sé, per percorrere la strada che la conduca ad essere più autonoma rispetto alle pretese e aspettative eccessive alle quali è sottoposta, con grande beneficio per il suo benessere.
Si può rivolgere al Consultorio Familiare ASL senza prescrizione medica.
Cari auguri e se crede ci può aggiornare in futuro.
lei come si pone, come risponde quando sua madre la attacca?
Mi sembra sia cambiato molto poco nel definirsi in maniera diversa, rispetto a periodi precedenti,< Devo dire che se voglio uscire esco, ma non lo faccio più di due volte a settimana. Alla terza inizio ad angosciarmi e pensare "se lo faccio i miei si lamenteranno tutto il tempo .>
E dunque rinuncia a ritagliarsi spazi sacrosanti alla sua età, per evitare che i suoi si lamentino e la opprimano ancora di più. Ma così facendo, secondo lei, può cambiare qualcosa?
E' certo che in questo modo accumula insoddisfazione, rabbia e non solo, poiché la tensione in cui vive si può riverberare anche sulla qualità dei suoi studi. E potrebbe finire per confermare a se stessa quello che sua madre le sbraitava < su come ero una delusione>.
Già in passato ci aveva esposto i difficili rapporti in famiglia, in particolare quelli con sua madre e le era stato consigliato di consultare uno psicologo.
Ci ha pensato?
Potrebbe esserle di aiuto per gestire in modo differente e più assertivo le sue relazioni familiari, per acquisire maggiore fiducia in sé, per percorrere la strada che la conduca ad essere più autonoma rispetto alle pretese e aspettative eccessive alle quali è sottoposta, con grande beneficio per il suo benessere.
Si può rivolgere al Consultorio Familiare ASL senza prescrizione medica.
Cari auguri e se crede ci può aggiornare in futuro.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
"non ho amici , come faccio?" "i miei genitori mi isolano"
Gentile ragazza,
abbiamo scritto insieme...
Non sono i tuoi genitori che ti stanno isolando... Mi spiego meglio.
Crescendo è indispensabile acquisire nuove abilità (ad esempio la negoziazione) per potersi districare meglio nella vita e per trovare un punto in comune.
Ad esempio, non è mica necessario mentire per fare o non fare alcune cose, sarebbe sufficiente cominciare a diventare più assertiva.
Ma se tu temi la reazione dei tuoi genitori, o di deluderli o di perdere il loro amore, ti tieni il senso di colpa e non riesci a guadagnare uno spazio tuo in qualità di persona adulta capace di badare a se stessa e che può prendere decisioni.
Leggi qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Saluti,
Gentile ragazza,
abbiamo scritto insieme...
Non sono i tuoi genitori che ti stanno isolando... Mi spiego meglio.
Crescendo è indispensabile acquisire nuove abilità (ad esempio la negoziazione) per potersi districare meglio nella vita e per trovare un punto in comune.
Ad esempio, non è mica necessario mentire per fare o non fare alcune cose, sarebbe sufficiente cominciare a diventare più assertiva.
Ma se tu temi la reazione dei tuoi genitori, o di deluderli o di perdere il loro amore, ti tieni il senso di colpa e non riesci a guadagnare uno spazio tuo in qualità di persona adulta capace di badare a se stessa e che può prendere decisioni.
Leggi qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html
Saluti,
[#6]
Ex utente
I limiti me li sono sempre imposti da sola , mi concedo un pomeriggio con il mio fidanzato , e una-due sere a settimana. E' ovvio che se l'indomani ho lezione, la sera non esco. Se sono in periodo d'esame mi concentro di più. Se è estate , qualche altra uscita ci sta! Insomma mi sembra di essere giudiziosa anche da sola, no?
Invece per loro sbaglio anche quelle due sere, perchè perdo tempo. Dico io, ma devo studiare anche il venerdi sera ?
"E dunque rinuncia a ritagliarsi spazi sacrosanti alla sua età, per evitare che i suoi si lamentino e la opprimano ancora di più. Ma così facendo, secondo lei, può cambiare qualcosa?"
A volte si penso che serva a qualcosa. Perchè se sto a casa, almeno vengo lasciata in pace , nessuno mi parla o dice niente.
Se mi vado fuori a svagare una volta in più, e secondo loro non lo merito e mi prendo delle sfuriate, e poi ottengo risultati negativi nello studio , mi convinco che avevano ragione loro, che sono state quelle volte in più che ho deciso di divertirmi, che mi hanno fatto bocciare!
Mi faccio il lavoro del cervello da sola in pratica!
Invece per loro sbaglio anche quelle due sere, perchè perdo tempo. Dico io, ma devo studiare anche il venerdi sera ?
"E dunque rinuncia a ritagliarsi spazi sacrosanti alla sua età, per evitare che i suoi si lamentino e la opprimano ancora di più. Ma così facendo, secondo lei, può cambiare qualcosa?"
A volte si penso che serva a qualcosa. Perchè se sto a casa, almeno vengo lasciata in pace , nessuno mi parla o dice niente.
Se mi vado fuori a svagare una volta in più, e secondo loro non lo merito e mi prendo delle sfuriate, e poi ottengo risultati negativi nello studio , mi convinco che avevano ragione loro, che sono state quelle volte in più che ho deciso di divertirmi, che mi hanno fatto bocciare!
Mi faccio il lavoro del cervello da sola in pratica!
[#7]
"Perchè se sto a casa, almeno vengo lasciata in pace , nessuno mi parla o dice niente."
Si cresce imparando a superare e a gestire questo tipo di conflitti, non evitandoli... così almeno vieni lasciata in pace!
Mi rendo conto che possa sembrarti molto difficile da attuare adesso, ma potresti prendere in considerazione l'idea di parlarne con uno psicologo del consultorio ad esempio per cercare di capire meglio COME fare per prendere le distanze da una situazione che ti fa soffrire.
Saluti,
Si cresce imparando a superare e a gestire questo tipo di conflitti, non evitandoli... così almeno vieni lasciata in pace!
Mi rendo conto che possa sembrarti molto difficile da attuare adesso, ma potresti prendere in considerazione l'idea di parlarne con uno psicologo del consultorio ad esempio per cercare di capire meglio COME fare per prendere le distanze da una situazione che ti fa soffrire.
Saluti,
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.8k visite dal 10/03/2013.
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