Ho paura di non volere bene a mio figlio
Non mi sono mai piaciuti i bambini. Non prendo mai in braccio dei bambini ne tantomeno gioco con loro. Credo siano solo un peso e giudico le coppie con figli “stanche”.
Quando un anno fa avevo deciso di cominciare a cercare un bambino con il mio compagno è stato perché il mio medico mi aveva fatto capire che cominciava ad essere tardi. Il mio compagno lo desiderava tanto, io lo amo e in effetti ho pensato fosse una buona idea. Comunque un figlio prima o poi l’avrei voluto e avevo già 31 anni. Dopo mesi di ricerca inutile abbiamo avuto la possibilità di sposarci (eravamo in attesa del divorzio del mio compagno). Gli ho chiesto subito di smettere la ricerca, che non volevo sposarmi con un figlio ne tantomeno incinta. Era l’ultima cosa al mondo che avrei voluto.
Ma la sorte, sfidando le leggi della medicina, ha voluto che scoprissi di essere incinta 2 mesi prima del matrimonio. Crisi, tragedia. Ho dovuto cambiare il viaggio di nozze tanto sognato (thailandia!!) e organizzato in ogni dettaglio, ho dovuto far allargare il vestito… La notte piangevo perché non lo volevo, non adesso! Volevo godermi ancora un po’ il tempo con il mio amore, solo noi due…. Ho cominciato a capire che qualcosa non andava perché a tutti quelli a cui lo dicevo erano felicissimi e io lo dicevo come fosse una disgrazia. Per me vuol dire anche cambiare mansione in ufficio. Sono architetto, project manager, ho seguito cantieri in tutta Italia fino a dicembre. Adesso devo fare back office… 5 giorni prima del matrimonio scopriamo che ci sono dei problemi: medici, ospedali, analisi… Si prospetta di dover fare un aborto terapeutico (3 gg prima del matrimonio). La prima lacrima la verso solo quando la dottoressa mi dice che probabilmente non possiamo partire per il viaggio di nozze, non per il bambino! Ma per la rinuncia del viaggio! La risposta che invece è tutto ok l’abbiamo il giorno de matrimonio, alle 17.00, quando ci chiama l’ospedale per escludere problemi e per dirci che possiamo partire.
Ma questi sono dettagli…. Il problema è che io non sento niente! Non provo affetto! Vivo la gravidanza come una violenza contro il mio corpo. Non ci trovo nulla di bello. Mi danno pure fastidio i suoi movimenti nella pancia. Io credevo (tutti me lo dicevano) che quando avrei scoperto di essere incinta avrei cambiato idea, sarei stata felice, che avrei amato e adorato mio figlio. Invece NIENTE, non provo nulla! Non lo desidero, vedo i prossimi mesi con paura, sarà solo faticoso e ho paura che il bambino lo percepirà, che non potrò dargli l’affetto che si merita!
Io non voglio essere mamma, non mi piacciono le donne tutte casa e famiglia che si sacrificano per i figli, io non sono così non voglio esserlo. Tento di rubare a mio marito tutta la sua gioia e il suo entusiasmo, tento di capire cosa vede di così bello ma non ci riesco.
Io non voglio che questo bambino non si senta amato, ma so anche che io non sarò affettuosa perché mi sembrerà di essere debole, di cedere a tutto quello che io non voglio essere. Tenterò, per dimostrarlo a me stessa, di essere distaccata. E so che lo farò… perché l’ho fatto anche in passato con degli uomini. Mi sforzavo di essere distaccata e fingere di non amare perché lo reputavo una debolezza e mi dicevo che ancora non era il momento per una relazione seria , anche se stavo con un uomo fantastico. Solo che un bambino poi non ti può lasciare, non posso avere una seconda possibilità! Mi dica che quando nascerà dimenticherò tutto! Che lo amerò e non avrò paura a mostrare quanto gli voglio bene! Che veramente mi nascerà un sentimento di affetto. Perché adesso proprio non ne provo. Per fortuna che sostituiscono la mia freddezza le persone che ho intorno. Come primo mio marito e poi le nostre famiglie.
Quando un anno fa avevo deciso di cominciare a cercare un bambino con il mio compagno è stato perché il mio medico mi aveva fatto capire che cominciava ad essere tardi. Il mio compagno lo desiderava tanto, io lo amo e in effetti ho pensato fosse una buona idea. Comunque un figlio prima o poi l’avrei voluto e avevo già 31 anni. Dopo mesi di ricerca inutile abbiamo avuto la possibilità di sposarci (eravamo in attesa del divorzio del mio compagno). Gli ho chiesto subito di smettere la ricerca, che non volevo sposarmi con un figlio ne tantomeno incinta. Era l’ultima cosa al mondo che avrei voluto.
Ma la sorte, sfidando le leggi della medicina, ha voluto che scoprissi di essere incinta 2 mesi prima del matrimonio. Crisi, tragedia. Ho dovuto cambiare il viaggio di nozze tanto sognato (thailandia!!) e organizzato in ogni dettaglio, ho dovuto far allargare il vestito… La notte piangevo perché non lo volevo, non adesso! Volevo godermi ancora un po’ il tempo con il mio amore, solo noi due…. Ho cominciato a capire che qualcosa non andava perché a tutti quelli a cui lo dicevo erano felicissimi e io lo dicevo come fosse una disgrazia. Per me vuol dire anche cambiare mansione in ufficio. Sono architetto, project manager, ho seguito cantieri in tutta Italia fino a dicembre. Adesso devo fare back office… 5 giorni prima del matrimonio scopriamo che ci sono dei problemi: medici, ospedali, analisi… Si prospetta di dover fare un aborto terapeutico (3 gg prima del matrimonio). La prima lacrima la verso solo quando la dottoressa mi dice che probabilmente non possiamo partire per il viaggio di nozze, non per il bambino! Ma per la rinuncia del viaggio! La risposta che invece è tutto ok l’abbiamo il giorno de matrimonio, alle 17.00, quando ci chiama l’ospedale per escludere problemi e per dirci che possiamo partire.
Ma questi sono dettagli…. Il problema è che io non sento niente! Non provo affetto! Vivo la gravidanza come una violenza contro il mio corpo. Non ci trovo nulla di bello. Mi danno pure fastidio i suoi movimenti nella pancia. Io credevo (tutti me lo dicevano) che quando avrei scoperto di essere incinta avrei cambiato idea, sarei stata felice, che avrei amato e adorato mio figlio. Invece NIENTE, non provo nulla! Non lo desidero, vedo i prossimi mesi con paura, sarà solo faticoso e ho paura che il bambino lo percepirà, che non potrò dargli l’affetto che si merita!
Io non voglio essere mamma, non mi piacciono le donne tutte casa e famiglia che si sacrificano per i figli, io non sono così non voglio esserlo. Tento di rubare a mio marito tutta la sua gioia e il suo entusiasmo, tento di capire cosa vede di così bello ma non ci riesco.
Io non voglio che questo bambino non si senta amato, ma so anche che io non sarò affettuosa perché mi sembrerà di essere debole, di cedere a tutto quello che io non voglio essere. Tenterò, per dimostrarlo a me stessa, di essere distaccata. E so che lo farò… perché l’ho fatto anche in passato con degli uomini. Mi sforzavo di essere distaccata e fingere di non amare perché lo reputavo una debolezza e mi dicevo che ancora non era il momento per una relazione seria , anche se stavo con un uomo fantastico. Solo che un bambino poi non ti può lasciare, non posso avere una seconda possibilità! Mi dica che quando nascerà dimenticherò tutto! Che lo amerò e non avrò paura a mostrare quanto gli voglio bene! Che veramente mi nascerà un sentimento di affetto. Perché adesso proprio non ne provo. Per fortuna che sostituiscono la mia freddezza le persone che ho intorno. Come primo mio marito e poi le nostre famiglie.
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Gentile utente
La maternità è una delle tappe più significative nella vita di una donna. Uso la parola "significativa" in senso neutro, senza riferirmi a valenze necessariamente di un tipo o di un altro. Ma come tale, è comprensibile che possa suscitare emozioni e sentimenti di vario tipo.
Innanzitutto, se me lo permette, vorrei farle notare che non è esatto che lei "non sente niente". Primo, perché lei stessa aggiunge subito dopo di "vivere la gravidanza come una violenza contro il suo corpo". Secondo, perché dice di amare il suo compagno; tanto che, sembrerebbe, sarebbe stata disposta ad iniziare una gravidanza per amor suo. Terzo, perché ha preso l'iniziativa di scrivere proprio qui per chiedere un suggerimento.
Inoltre vorrei farle notare che esistono tanti modi per essere mamma. Dalla sua descrizione non è possibile dire se il suo sia più timore per una cosa che ancora non conosce (la maternità) oppure una vera e propria avversione. Ma escluso quest'ultimo caso, non è detto che una madre troppo premurosa debba per forza essere la madre migliore. Anche madri non eccessivamente presenti possono essere in grado di fare "un buon lavoro", se riescono ad evitare grossolani errori.
D'altra parte potrebbe anche essere che lei questa maternità proprio non la vuole, ma si trova nel dilemma di non voler dispiacere al suo compagno, a cui tiene.
In questa sede non è possibile fornire una vera e propria consulenza, ma solo indicazioni generali. Se ne sente il bisogno, le suggerisco di cercare un aiuto psicologico presso uno specialista nella sua zona, che potrà aiutarla a riflettere meglio su questi e su altri punti.
Cordiali saluti
La maternità è una delle tappe più significative nella vita di una donna. Uso la parola "significativa" in senso neutro, senza riferirmi a valenze necessariamente di un tipo o di un altro. Ma come tale, è comprensibile che possa suscitare emozioni e sentimenti di vario tipo.
Innanzitutto, se me lo permette, vorrei farle notare che non è esatto che lei "non sente niente". Primo, perché lei stessa aggiunge subito dopo di "vivere la gravidanza come una violenza contro il suo corpo". Secondo, perché dice di amare il suo compagno; tanto che, sembrerebbe, sarebbe stata disposta ad iniziare una gravidanza per amor suo. Terzo, perché ha preso l'iniziativa di scrivere proprio qui per chiedere un suggerimento.
Inoltre vorrei farle notare che esistono tanti modi per essere mamma. Dalla sua descrizione non è possibile dire se il suo sia più timore per una cosa che ancora non conosce (la maternità) oppure una vera e propria avversione. Ma escluso quest'ultimo caso, non è detto che una madre troppo premurosa debba per forza essere la madre migliore. Anche madri non eccessivamente presenti possono essere in grado di fare "un buon lavoro", se riescono ad evitare grossolani errori.
D'altra parte potrebbe anche essere che lei questa maternità proprio non la vuole, ma si trova nel dilemma di non voler dispiacere al suo compagno, a cui tiene.
In questa sede non è possibile fornire una vera e propria consulenza, ma solo indicazioni generali. Se ne sente il bisogno, le suggerisco di cercare un aiuto psicologico presso uno specialista nella sua zona, che potrà aiutarla a riflettere meglio su questi e su altri punti.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile utente,
le sue parole colpiscono per l'intensità e la sofferenza che portano. Mi sembra di capire che si trovi in una sorta di "conflitto" interno, generato dall'aver in un certo senso messo da parte i suoi bisogni/aspirazioni per soddisfare i bisogni di qualcun altro, ovvvero suo marito. Forse lei avrebbe preferito attendere prima di dare alla luce un figlio, avrebbe preferito realizzare altre aspirazioni o aspettative di vita. Non tutti funzionano allo stesso modo o condividono eguali valori, priorità, bisogni. E non per questo vanno condannati. O biasimati.
Ritengo che forse sarebbe opportuno condivere con qualcuno i suoi pensieri, i suoi sentimenti confusi e ambivalenti, le sue preoccupazioni rispetto al suo essere donne e madre allo stesso tempo. Potrebbe aiutarla un percorso di sostegno e chiarificazione in questo senso, che la aiuti a mettere a fuoco i suoi sentimenti e integrare quelle che sento essere sue parti ora in contrasto. La renderebbe sicuramente più forte e meno timorosa di qeulle che sono le sue emozioni, anche quelle ritenute "socialmente negative": ogni aspetto va curato e non deprecato. Questo anche per il bene del suo bambino che sta per arrivare.
Il fatto di essersi rivolta a questo sito mi sembra un buon modo di iniziare a chiedere aiuto, innanzitutto per sè.
Non aspetti troppo.
Cordialmente
Dott.sa Maria Francesca Basoni
PSICOLOGA - MILANO
le sue parole colpiscono per l'intensità e la sofferenza che portano. Mi sembra di capire che si trovi in una sorta di "conflitto" interno, generato dall'aver in un certo senso messo da parte i suoi bisogni/aspirazioni per soddisfare i bisogni di qualcun altro, ovvvero suo marito. Forse lei avrebbe preferito attendere prima di dare alla luce un figlio, avrebbe preferito realizzare altre aspirazioni o aspettative di vita. Non tutti funzionano allo stesso modo o condividono eguali valori, priorità, bisogni. E non per questo vanno condannati. O biasimati.
Ritengo che forse sarebbe opportuno condivere con qualcuno i suoi pensieri, i suoi sentimenti confusi e ambivalenti, le sue preoccupazioni rispetto al suo essere donne e madre allo stesso tempo. Potrebbe aiutarla un percorso di sostegno e chiarificazione in questo senso, che la aiuti a mettere a fuoco i suoi sentimenti e integrare quelle che sento essere sue parti ora in contrasto. La renderebbe sicuramente più forte e meno timorosa di qeulle che sono le sue emozioni, anche quelle ritenute "socialmente negative": ogni aspetto va curato e non deprecato. Questo anche per il bene del suo bambino che sta per arrivare.
Il fatto di essersi rivolta a questo sito mi sembra un buon modo di iniziare a chiedere aiuto, innanzitutto per sè.
Non aspetti troppo.
Cordialmente
Dott.sa Maria Francesca Basoni
PSICOLOGA - MILANO
[#3]
Utente
Grazie per le risposte.
Non so perchè comunque abbia deciso di avere un figlio nonostante ciò che penso nei confronti dei bambini/figli in generale. Mi sembra che sia una tappa obbligata della vita.
Inoltre questo bimbo sta arrivando nel momento migliore, in cui sono felicissima e ho una relazione stabile con un uomo fantastico. Non capisco cosa mi manca.
Accennate al fatto che lo faccia per lui. In effeti solo per renderlo felice e vederlo così ne farei 1000 di figli, gli invidio tanto questo entusiasmo e vorrei averlo anche io.
Sono sincera, dubito che mi rivolgerò a qualcuno per chiedere aiuto, vado avanti nella speranza che quando nascerà verrò colpita da quella "folgorazione" di cui tutti mi parlano.
Non so perchè comunque abbia deciso di avere un figlio nonostante ciò che penso nei confronti dei bambini/figli in generale. Mi sembra che sia una tappa obbligata della vita.
Inoltre questo bimbo sta arrivando nel momento migliore, in cui sono felicissima e ho una relazione stabile con un uomo fantastico. Non capisco cosa mi manca.
Accennate al fatto che lo faccia per lui. In effeti solo per renderlo felice e vederlo così ne farei 1000 di figli, gli invidio tanto questo entusiasmo e vorrei averlo anche io.
Sono sincera, dubito che mi rivolgerò a qualcuno per chiedere aiuto, vado avanti nella speranza che quando nascerà verrò colpita da quella "folgorazione" di cui tutti mi parlano.
[#4]
gentile utente,
è strano che una persona che prima cerca aiuto qui poi decida a priori che non si rivolgerà a qualcuno di persona
Ma d'altronde lei stessa definisce questa situazione un po' strana, no?
io non le so dire se davvero le nascerà un sentimento nei confronti del nascituro, ma davvero glie lo auguro di cuore, soprattutto a lei che ha deciso di intraprendere questo cammino da sola, senza un aiuto.
L'unica osservazione che le faccio è: stia attenta alla fase post-parto, che come sa è un momento delicatissimo per ogni mamma. Faccio appello alla responsabilità che, da qualche parte, dovrà tirar fuori verso il bimbo, responsabilità che mi auguro la convincerà, eventualmente (ovvero in caso di calo dell'umore), a farsi aiutare da qualcuno
Non volevo fare del terrorismo gratuito, ma credo che tutto sommato questo bimbo lei lo vuole, ci sono donne che abortiscono per molto meno
Dalla sua lettera lei appare persona molto profonda ed intelligente, anche se si ostina a pensarsi superficiale e fredda.
Per cui credo si possa stare sereni
tanti auguri
è strano che una persona che prima cerca aiuto qui poi decida a priori che non si rivolgerà a qualcuno di persona
Ma d'altronde lei stessa definisce questa situazione un po' strana, no?
io non le so dire se davvero le nascerà un sentimento nei confronti del nascituro, ma davvero glie lo auguro di cuore, soprattutto a lei che ha deciso di intraprendere questo cammino da sola, senza un aiuto.
L'unica osservazione che le faccio è: stia attenta alla fase post-parto, che come sa è un momento delicatissimo per ogni mamma. Faccio appello alla responsabilità che, da qualche parte, dovrà tirar fuori verso il bimbo, responsabilità che mi auguro la convincerà, eventualmente (ovvero in caso di calo dell'umore), a farsi aiutare da qualcuno
Non volevo fare del terrorismo gratuito, ma credo che tutto sommato questo bimbo lei lo vuole, ci sono donne che abortiscono per molto meno
Dalla sua lettera lei appare persona molto profonda ed intelligente, anche se si ostina a pensarsi superficiale e fredda.
Per cui credo si possa stare sereni
tanti auguri
[#5]
Utente
io non capisco, va sempre peggio.
Ma dovrei essere felice o triste? Perchè la notte non dormo e piango? Mi sono presa una settimana di riposo dal lavoro perchè ero troppo stanca (la sera non riesco a stare seduta a tavola dai dolori) e sono tristissima, ogni 5 minuti scoppio a piangere.
E' normale che non ho comprato ancora NIENTE per il bambino? Sono quasi al settimo mese e mi hanno detto che dovrei avere tutto pronto perchè non si sa mai. Ma io non ho voglia, non voglio pensare a niente.
Volevo provare a fare il corso pre-parto, ma solo perchè mi dicono che è utile, ma è troppo tardi al mio ospedale e ora non so cosa fare. Io avevo deciso di lasciare stare e invece mio marito vuole che lo faccio. Ma poi sono solo di giorno! devo prendere un sacco di permessi e lui non può venire, sola non ci voglio andare.
Ma dovrei essere felice o triste? Perchè la notte non dormo e piango? Mi sono presa una settimana di riposo dal lavoro perchè ero troppo stanca (la sera non riesco a stare seduta a tavola dai dolori) e sono tristissima, ogni 5 minuti scoppio a piangere.
E' normale che non ho comprato ancora NIENTE per il bambino? Sono quasi al settimo mese e mi hanno detto che dovrei avere tutto pronto perchè non si sa mai. Ma io non ho voglia, non voglio pensare a niente.
Volevo provare a fare il corso pre-parto, ma solo perchè mi dicono che è utile, ma è troppo tardi al mio ospedale e ora non so cosa fare. Io avevo deciso di lasciare stare e invece mio marito vuole che lo faccio. Ma poi sono solo di giorno! devo prendere un sacco di permessi e lui non può venire, sola non ci voglio andare.
[#6]
Gentile utente
Se non si sente affatto serena, le suggerisco di ricercare un professionista con cui parlarne. Gli richieda un consulto psicologico, gli esponga la sua difficoltà e gli parli anche delle risposte che ha ricevuto qui. Poi ci tenga aggiornati.
Vorrei tanto poterle dire di più, ma questa non è la sede adatta, come le abbiamo già spiegato.
Cari saluti
Se non si sente affatto serena, le suggerisco di ricercare un professionista con cui parlarne. Gli richieda un consulto psicologico, gli esponga la sua difficoltà e gli parli anche delle risposte che ha ricevuto qui. Poi ci tenga aggiornati.
Vorrei tanto poterle dire di più, ma questa non è la sede adatta, come le abbiamo già spiegato.
Cari saluti
[#7]
Gentile Utente,
devo dire che il suo post non mi è molto chiaro, ho l'impressione che ci sia qualche "non detto". Ciò che scrive sembrerebbe molto chiaro, deciso e definito e questa apparente chiarezza sembra confonderla pesantemente.
Io concordo con i colleghi che le suggeriscono una consulenza psicologica che la aiuti a comprendere quali, effettivamente, sono le motivazioni che la congelano nella convinzione di non voler essere mamma. Non sono proprio sicura che questo corrisponda veramente a ciò che desidera, altrimenti perchè avrebbe mandato avanti la gravidanza?
Probabilmente ha paura che avere un figlio significhi solo porre degli ostacoli fra lei e la sua affermazione professionale? fra lei e la possibilità di godere di viaggi avventurosi? fra lei e la possibilità di essere un individuo libero?
Può darsi, anche se potrebbe scoprire di possedere una buona ragione per fare tutte le rinuncie a cui ha accennato e potrebbe conoscere la possibilità di amare il bimbo che ha accettato di mettere al mondo in modo consapevole.
Ci pensi e non perda questa occasione.
Ci faccia sapere
devo dire che il suo post non mi è molto chiaro, ho l'impressione che ci sia qualche "non detto". Ciò che scrive sembrerebbe molto chiaro, deciso e definito e questa apparente chiarezza sembra confonderla pesantemente.
Io concordo con i colleghi che le suggeriscono una consulenza psicologica che la aiuti a comprendere quali, effettivamente, sono le motivazioni che la congelano nella convinzione di non voler essere mamma. Non sono proprio sicura che questo corrisponda veramente a ciò che desidera, altrimenti perchè avrebbe mandato avanti la gravidanza?
Probabilmente ha paura che avere un figlio significhi solo porre degli ostacoli fra lei e la sua affermazione professionale? fra lei e la possibilità di godere di viaggi avventurosi? fra lei e la possibilità di essere un individuo libero?
Può darsi, anche se potrebbe scoprire di possedere una buona ragione per fare tutte le rinuncie a cui ha accennato e potrebbe conoscere la possibilità di amare il bimbo che ha accettato di mettere al mondo in modo consapevole.
Ci pensi e non perda questa occasione.
Ci faccia sapere
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#8]
Gentile signora,
mi sembra evidente dalle sue parole che il conflitto rispetto a i suoi desideri, i suoi sentimenti e ciò che "dovrebbe" desiderare o provare è molto acceso in questo momento e ciò la tiene in scacco. Dato che si sente in difficoltà e si rivolge a noi chiedendo conferma rispetto ai suoi attuali vissuti (di negazione), ritengo che sarebbe importante per lei parlare di tutto questo con un/a professionista che la possa aiutare ad accettare se stessa e di conseguenza il nascituro. Sembrerebbe che in lei non si sia creato ancora lo spazio interno per accogliere un bambino, tantomeno per ascoltare e accogliere le sue emozioni, anche quelle "negative", assolutamnete legittime. La paura, la rabbia, l'ansia, sono tutti aspetti della nostra vita, preziosi, a cui dare voce.
Non aspetti troppo tempo e si faccia aiutare in questa fase così delicata.
Cordialmente
dott.sa Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it
PSICOLOGA MILANO
mi sembra evidente dalle sue parole che il conflitto rispetto a i suoi desideri, i suoi sentimenti e ciò che "dovrebbe" desiderare o provare è molto acceso in questo momento e ciò la tiene in scacco. Dato che si sente in difficoltà e si rivolge a noi chiedendo conferma rispetto ai suoi attuali vissuti (di negazione), ritengo che sarebbe importante per lei parlare di tutto questo con un/a professionista che la possa aiutare ad accettare se stessa e di conseguenza il nascituro. Sembrerebbe che in lei non si sia creato ancora lo spazio interno per accogliere un bambino, tantomeno per ascoltare e accogliere le sue emozioni, anche quelle "negative", assolutamnete legittime. La paura, la rabbia, l'ansia, sono tutti aspetti della nostra vita, preziosi, a cui dare voce.
Non aspetti troppo tempo e si faccia aiutare in questa fase così delicata.
Cordialmente
dott.sa Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it
PSICOLOGA MILANO
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 72.1k visite dal 30/04/2008.
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