Attacchi di panico in adolescente
Gent.le dottore, sono la madre di un ragazzo di 15 anni che soffre di violenti attacchi di panico, ma prima di tutto per dare un quadro della situazione, dovrei fornire qualche dettaglio; chiedo scusa fin da ora se sarò prolissa. Mio figlio, alla nascita ha riportato una lieve sofferenza, per cui è stato trattato con antiepilettici per lunghi anni, fino a 2 anni fa. Siamo stati prima al policlinico di Modena, poi al Gaslini di Genova, ed infine un epilettologo e ricercatore di Reggio Calabria.Ha avuto nell'arco degli anni attacchi e problemi, insomma una vita di visite e ricoveri.In tutto questo contesto, sia lui che io, abbiamo subito il carattere iroso e violento, di mi o marito..che ha sempre avuto un rapporto conflittuale col figlio. Il contesto familiare, inteso come famiglie d'origine era pessimo.Da una parte c'era la sua famiglia che metteva zizzania tra me e lui, dall'altra l'iperprotettività dei miei genitori.All'età di 5 anni, il piccolo, in seguito ad una lite furiosa col padre,ha iniziato a soffrire di attacchi di panico, depressione,e disturbo ossessivo compulsivo. Curato da un neurologo e una psicologa infantile, ne è uscito dopo 3 mesi,per poi ricaderci, all'età di 10 anni per un rapporto conflittuale con un'insegnante. crollo del rendimento scolastico, pianto mani che si stritolano e si graffiano. Una psicopedagogista lo aiuta ad uscirne. Il colpo di grazia arriva 3 anni fa:scopre su internet unarelazione tra il padre ed un'altra donna, non dice nulla,ma crolla a scuola e viene bocciato.Oggi mio marito sono 8 mesi che vive con lei, lui sono 2 mesi che non va a scuola per fobia scolastica, e assume 15 gocce di xanax al mattino e poi 25 di daparox.Ho pensato di andare via dalla Città in cui vivo e ricominciare, anche perchè non riesce ad uscire per non rivedere i posti che aveva frequentato con il padre..non so cosa fare, sono disperata, grazie di cuore..
[#1]
Gentile signora
capisco la disperazione per il malessere di suo figlio.
Non so quanto l'ipotesi di cambiare città possa essere utile per il ragazzo.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo della sua zona o ad una struttura pubblica, come ad esempio un Consultorio, per valutare meglio la situazione con l'aiuto di una persona competente.
Bisognerebbe valutare se suo figlio ce la fa ad uscire di casa per effettuare un percorso psicoterapeutico e, nel caso in cui non ce la faccia, potrebbe cercare uno psicologo disponibile per un lavoro nel suo domicilio.
La saluto e le faccio i miei auguri.
capisco la disperazione per il malessere di suo figlio.
Non so quanto l'ipotesi di cambiare città possa essere utile per il ragazzo.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo della sua zona o ad una struttura pubblica, come ad esempio un Consultorio, per valutare meglio la situazione con l'aiuto di una persona competente.
Bisognerebbe valutare se suo figlio ce la fa ad uscire di casa per effettuare un percorso psicoterapeutico e, nel caso in cui non ce la faccia, potrebbe cercare uno psicologo disponibile per un lavoro nel suo domicilio.
La saluto e le faccio i miei auguri.
Dr.ssa Sara Siniscalchi
Psicologa e Psicoterapeuta
http://www.gioiosamente.it
[#2]
Gentile Utente,
la fobia scolastica in realtà potrebbe nascondere altro, ovvero potrebbe essere un modo che Suo figlio sta utilizzando per proteggere Lei...
In questo caso potrebbe essere molto utile un trattamento famigliare perchè credo, da quello che ci ha detto, che le relazioni tra voi siano danneggiate.
Ad ogni modo è il caso di avere una valutazione diretta della situazione, anche per discriminare bene tra epilessia (adesso Suo figlio come sta?) e attacchi di panico.
Saluti,
la fobia scolastica in realtà potrebbe nascondere altro, ovvero potrebbe essere un modo che Suo figlio sta utilizzando per proteggere Lei...
In questo caso potrebbe essere molto utile un trattamento famigliare perchè credo, da quello che ci ha detto, che le relazioni tra voi siano danneggiate.
Ad ogni modo è il caso di avere una valutazione diretta della situazione, anche per discriminare bene tra epilessia (adesso Suo figlio come sta?) e attacchi di panico.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Ringrazio per la celerità con la quale avete risposto, adesso non ha più attacchi epilettici e gli hanno sospeso la terapia.Il medico che lo segue fa parte anche del tribunale dei minori, e ha un ottimo rapporto con lui.Ringrazio ad ogni modo di vero cuore..per la disponibilità e l'immediatezza, che denotano responsabilità e professionalità..grazie di v
ero cuore... ricambio i Saluti,
ero cuore... ricambio i Saluti,
[#4]
Gentile Signora,
i farmaci comunemente utilizzati per curare l'epilessia hanno effetto sedativo e questo potrebbe aver evitato la comparsa di attacchi d'ansia nel ragazzo prima d'ora, eccetto che in momenti particolarmente stressanti.
Le suggerisco di parlare con l'ultimo medico che l'ha avuto in cura per valutare questo aspetto e quindi quanto suo figlio abbia contato in precedenza - senza saperlo - sull'assunzione di sostanze che possono aver limitato l'emersione di quell'ansia che oggi è comparsa in maniera dirompente.
Può affrontare il discorso anche con chi sta prescrivendo l'ansiolitico e l'antidepressivo al ragazzo, che spero sia uno specalista in psichiatria e non il medico di base, giusto per capire che influsso può aver avuto su di lui l'interruzione della precedente cura che, di fatto, è stata sostituita con una nuova cura a base di principi attivi che agiscono sempre sul cervello, in parte con effetti analoghi.
E' possibile insomma che il ragazzo non abbia appreso a gestire le emozioni in maniera costruttiva anche per questo motivo, che è utile non trascurare.
La presenza di un padre spesso aggressivo può averlo portato a sperimentare per lungo tempo paura e rabbia e a reprimerle, con il risultato di arrivare poi all'exploit che ci ha descritto e che attualmente blocca il ragazzo in casa.
Con lui riesce a parlare di emozioni e di come si sente?
Ha parlato chiaramente dei sentimenti che prova verso il padre, soprattutto in seguito alla scoperta della relazione extramatrimoniale?
i farmaci comunemente utilizzati per curare l'epilessia hanno effetto sedativo e questo potrebbe aver evitato la comparsa di attacchi d'ansia nel ragazzo prima d'ora, eccetto che in momenti particolarmente stressanti.
Le suggerisco di parlare con l'ultimo medico che l'ha avuto in cura per valutare questo aspetto e quindi quanto suo figlio abbia contato in precedenza - senza saperlo - sull'assunzione di sostanze che possono aver limitato l'emersione di quell'ansia che oggi è comparsa in maniera dirompente.
Può affrontare il discorso anche con chi sta prescrivendo l'ansiolitico e l'antidepressivo al ragazzo, che spero sia uno specalista in psichiatria e non il medico di base, giusto per capire che influsso può aver avuto su di lui l'interruzione della precedente cura che, di fatto, è stata sostituita con una nuova cura a base di principi attivi che agiscono sempre sul cervello, in parte con effetti analoghi.
E' possibile insomma che il ragazzo non abbia appreso a gestire le emozioni in maniera costruttiva anche per questo motivo, che è utile non trascurare.
La presenza di un padre spesso aggressivo può averlo portato a sperimentare per lungo tempo paura e rabbia e a reprimerle, con il risultato di arrivare poi all'exploit che ci ha descritto e che attualmente blocca il ragazzo in casa.
Con lui riesce a parlare di emozioni e di come si sente?
Ha parlato chiaramente dei sentimenti che prova verso il padre, soprattutto in seguito alla scoperta della relazione extramatrimoniale?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.6k visite dal 07/03/2013.
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