Voglia di un figlio non ricambiata
Buongiorno, ho 37 anni e sono sposata da circa 13 anni. Lui ha 46 anni. Sin dall'inizio del nostro rapporto eravamo daccordo sul fatto di non desiderare figli. Ma ora mi sono resa conto che questa decisione non era possibile prenderla a priori. In questo momento della mia vita non desidero altro e la voglia di maternità sta prendendo il sopravento su tutte le altre priorità. A differenza di me Mio marito è coerente e non si sente adeguato ad intraprendere la strada della paternità . Questa cosa mi lacera , mi sento divisa in due , da una parte l'amore per mio marito che è forte e saldo ,dall'altra la voglia di avere un figlio che lui mi nega e che mi fa sentire incompleta. So che se rinuncio a uno o all'altro avrò comunque dei rimpianti... e questa cosa non mi aiuta a prendere una decisione. L'ideale sarebbe che mio marito rinunciasse alla sua coerenza ma non è possibile e non posso certo imporgli le mie scelte. Secondo lei cè un modo per uscire da questa situazione che mi rende davvero infelice? grazie per le risposte
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Gentile Signora,
è comprensibileche lei abbia cambiato idea rispetto ad una decisione fondamentale presa quando aveva poco più che vent'anni, e penso che questo possa essere chiaro anche a suo marito anche se le sue presumibili difficoltà rispetto all'idea della paternità gli rendono sicuramente poco agevole mettersi nei suoi panni.
Come mai avevate deciso di non avere figli?
E' il primo matrimonio anche per lui?
Per quanto riguarda la situazione attuale, ha formulato qualche ipotesi sul perchè ora sente un desiderio cui prima non aveva lasciato spazio?
è comprensibileche lei abbia cambiato idea rispetto ad una decisione fondamentale presa quando aveva poco più che vent'anni, e penso che questo possa essere chiaro anche a suo marito anche se le sue presumibili difficoltà rispetto all'idea della paternità gli rendono sicuramente poco agevole mettersi nei suoi panni.
Come mai avevate deciso di non avere figli?
E' il primo matrimonio anche per lui?
Per quanto riguarda la situazione attuale, ha formulato qualche ipotesi sul perchè ora sente un desiderio cui prima non aveva lasciato spazio?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Utente
Grazie dottoressa per la risposta , io e mio marito siamo entrambi al primo matrimonio e onestamente quando ci siamo sposati credevamo che la vita a due ci bastasse e che un figlio non sarebbe stato nei nostri progetti in particolare lui ha sempre detto che non avrebbe voluto altre responsabilità e sopratutto perchè si sentiva e sente inadeguato a fare il padre. Per quanto mi riguarda l'avere avuto la gioia di diventare zia e vedere tutte le mie coetanee con figli mi ha fatto scoprire la voglia di maternità e ora è come avere una specie di orologio che ticchetta ogni mese e mi dice di sbrigarmi perchè non cè piuì tempo da perdere.
[#3]
In effetti più passerà il tempo e meno sarà probabile per lei concepire in modo naturale, ma questo dipende anche dalle sue condizioni fisiche e dalla sua età biologica.
Per quanto riguarda suo marito quello che ci riferisce fa pensare non che non voglia avere figli, ma che in lui prevalga la paura di non essere in grado di occuparsene adeguatamente.
Se le cose stanno così penso che una soluzione esista.
Ha capito perchè "si sente inadeguato a fare il padre"?
Che rapporto ha avuto con il proprio padre?
Per quanto riguarda suo marito quello che ci riferisce fa pensare non che non voglia avere figli, ma che in lui prevalga la paura di non essere in grado di occuparsene adeguatamente.
Se le cose stanno così penso che una soluzione esista.
Ha capito perchè "si sente inadeguato a fare il padre"?
Che rapporto ha avuto con il proprio padre?
[#4]
Gentile Signora,
il ticchettio dell'orologio biologico, il confronto con le sue amiche diventate madri e l'essere diventata zia, sono fattori che concorrono a farle desiderare una maternità.
<Sin dall'inizio del nostro rapporto eravamo daccordo sul fatto di non desiderare figli.>
Avere un figlio dovrebbe essere frutto di un progetto profondamente sentito e condiviso da entrambi i membri della coppia. Dunque non si tratta di imporre le sue scelte, né di rinunciarvi a priori sacrificando il suo desiderio in nome dell'amore per suo marito e in seguito ad un accordo che ora non sente più di condividere, ma di comprendere insieme cosa lo frena dal diventare padre e trovare una soluzione percorribile.
A tal fine, dal mio punto di vista, se non riuscite ad affrontare in modo costruttivo il problema, sarebbe utile consultare un terapeuta di coppia.
Cordialmente
il ticchettio dell'orologio biologico, il confronto con le sue amiche diventate madri e l'essere diventata zia, sono fattori che concorrono a farle desiderare una maternità.
<Sin dall'inizio del nostro rapporto eravamo daccordo sul fatto di non desiderare figli.>
Avere un figlio dovrebbe essere frutto di un progetto profondamente sentito e condiviso da entrambi i membri della coppia. Dunque non si tratta di imporre le sue scelte, né di rinunciarvi a priori sacrificando il suo desiderio in nome dell'amore per suo marito e in seguito ad un accordo che ora non sente più di condividere, ma di comprendere insieme cosa lo frena dal diventare padre e trovare una soluzione percorribile.
A tal fine, dal mio punto di vista, se non riuscite ad affrontare in modo costruttivo il problema, sarebbe utile consultare un terapeuta di coppia.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#5]
Utente
grazie infinite per le risposte.
Mio marito ha avuto con il padre e con tutta la sua famiglia di origine un ottimo rapporto, una famiglia normale e presente con i figli . Forse un terapista di coppia ci potrebbe aiutare se non fosse che lui non ha nessuna intenzione di muoversi dalla sua decisione. E pertanto non vuole saperne di partecipare a nessuna terapia. Come scrivevo sopra è molto fermo. Dice che non è possibile fare una "prova" perchè dalla paternità non si torna indietro e quindi se poi dovesse ritrovarsi a non essere in grado di fare il padre a soffrire saremmo in tre! Lo capisco e non lo condanno per questo . Mi capisce e non giudica il mio cambio di opinione in merito ma non vuole proprio saperne di assecondarla.
Mio marito ha avuto con il padre e con tutta la sua famiglia di origine un ottimo rapporto, una famiglia normale e presente con i figli . Forse un terapista di coppia ci potrebbe aiutare se non fosse che lui non ha nessuna intenzione di muoversi dalla sua decisione. E pertanto non vuole saperne di partecipare a nessuna terapia. Come scrivevo sopra è molto fermo. Dice che non è possibile fare una "prova" perchè dalla paternità non si torna indietro e quindi se poi dovesse ritrovarsi a non essere in grado di fare il padre a soffrire saremmo in tre! Lo capisco e non lo condanno per questo . Mi capisce e non giudica il mio cambio di opinione in merito ma non vuole proprio saperne di assecondarla.
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Se è così terrorizzato dall'idea di non farcela significa che non tutto è andato così bene nella sua esperienza di figlio, ma è anche possibile che percepisca il proprio padre come così perfetto da essere ineguagliabile e, ritenendo di non poter essere perfetto quanto lui, si tira indietro.
In ogni caso questo discorso sta creando dei problemi fra voi come coppia ed è per questo che fareste bene a parlarne con uno psicologo.
In ogni caso questo discorso sta creando dei problemi fra voi come coppia ed è per questo che fareste bene a parlarne con uno psicologo.
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Gentile Signora,
è comprensibile alla luce di quanto riferisce, che suo marito si possa opporre ad un intervento sulla coppia.
Potrebbe ad esempio cominciare lei a rivolgersi a tale tipo di specialista (data la problematica esposta, suggerisco l'orientamento sistemico) che, valutata la specificità della situazione, potrebbe anche darle eventuali indicazioni su come coinvolgere suo marito in un consulto.
Se crede ci può aggiornare in futuro
Cari auguri
è comprensibile alla luce di quanto riferisce, che suo marito si possa opporre ad un intervento sulla coppia.
Potrebbe ad esempio cominciare lei a rivolgersi a tale tipo di specialista (data la problematica esposta, suggerisco l'orientamento sistemico) che, valutata la specificità della situazione, potrebbe anche darle eventuali indicazioni su come coinvolgere suo marito in un consulto.
Se crede ci può aggiornare in futuro
Cari auguri
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5.7k visite dal 06/03/2013.
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