Il dolore del distacco

Salve. Ho scritto in precedenza, illustrando la mia situazione relativa ad un rapporto di coppia che, come potrete vedere dai miei vecchi consulti, non andava da nessuna parte, contrariamente alla mia ostinazione. Ho amato questa ragazza per oltre un anno, dal primo giorno, per i gusti in comune, gli stimoli forti, le splendide risate, la sua bellezza. La crisi, d'altronde, è arrivata fin dall'inizio: diverse le abitudini familiari (siamo molto giovani), diverso il temperamento (io molto dolce e disponibile, lei in una continua altalena tra aggressività e slanci di tenerezza, ma comunque molto ferma su se stessa e poco interessata ai miei percorsi), soprattutto una grandissima difficoltà a comprendersi: problemi assurdi, direi quasi da riderci su, diventavano immediatamente non litigi, ma drammi esistenziali, cui seguivano accuse, offese, umiliazioni, pianti, urla strazianti e logoranti. Periodi di crisi così sfiancanti, una tensione così densa non l'avevo mai vissuta. Si ripercuoteva anche sulla sfera sessuale (io sono, come ho detto, piuttosto sensibile ed emotivo), creando quindi una sua colpevolizzante insoddisfazione. Insomma, ben presto, con fasi altalenanti (tra il tormento e l'estasi, quasi la perfezione), la storia si è conclusa. E con gran dolore, perché il non comprendersi ha scavalcato l'indubbio affetto, trasformandolo in rancore. Sono io, ad oggi, che dopo averla cercata, desiderata, adorata, curata, viziata, intrattenuta, mi sono reso conto ad un certo punto di aver ricevuto poco rispetto a quanto, annullandomi completamente, stavo dando. Con la logica sto elaborando il distacco. Ho deciso di partire, di cogliere un'occasione che per starle vicino avevo respinto; chiunque mi conosca non fa che dirmi le classiche cose che si dicono a chi ha gli occhi foderati di prosciutto: hai fatto bene, finalmente, ecc. Forse. I suoi atteggiamenti recenti non fanno che confermare questa idea. Eppure, nel leggere i libri che ci eravamo regalati, i biglietti, le lettere, i messaggi, le mail, mi dispero. Ricordo, nonostante i problemi, di aver provato con lei, una persona poi rivelatasi "impossibile", una felicità che ad oggi mi risulta straziante. Ed il distacco, misto ad un confuso senso di colpa, diventa quasi insopportabile, come una morsa nel petto. Mi chiedo dove sia finita quella ragazza capace di grandi complicità. Alterno sentimenti di nostalgia, tristezza, fallimento e, poi, lucidità riguardo al fatto che tornare insieme comporterebbe un rallentamento delle vite di entrambi, incapaci di accettarci come siamo, e quindi di amarci sinceramente: io continuerei ad annullarmi per le sue volontà, lei a non nutrire alcun interesse per tutto quello che non la riguarda. L'amicizia, al momento, sembra impossibile. Il ritorno non è quello che voglio, e che credo sia giusto. E allora perché sento questo dolore? Questo senso di colpa e di impotenza, di fallimento e tristezza? Sento che il peggio, il dolore, è appena iniziato, e la cosa mi terrorizza.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> E allora perché sento questo dolore?
>>>

Perché è normale e naturale che sia così.

Ciò che potrebbe diventare meno normale - ma ancora è presto per dirlo, aspettiamo un po' - sarebbe il suo non rendersi conto che non deve essere per forza un dolore eterno. E che la sua storia d'amore è finita.

Cerchi un aiuto psicologico fra un po' se dovesse vedere che nulla è cambiato, continuare a parlarne qui potrebbe non essere sufficiente.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
" Sento che il peggio, il dolore, è appena iniziato, e la cosa mi terrorizza."

Gent.le ragazzo,
la tua paura è comprensibile perché viviamo in una cultura che demonizza la sofferenza come se fosse qualcosa da evitare e basta.
Non è così, in realtà la sofferenza fa parte della vita così come la gioia e da entrambe possiamo imparare moltissimo, su di noi sul modo in cui entriamo in relazione con l'altro ecc.
La tua sofferenza, se riuscirai ad accoglierla potrà raccontarti molte cose su ti te, e se potrai elaborarla all'interno di un colloquio psicologico, potrà emergere alla tua consapevolezza l'universo di significati che descrive la tua ricchezza interiore, i tuoi sentimenti.
Le emozioni che in questo momento vedi come nemici da combattere, possono essere tue preziose alleate se sarai disposto ad esprimerle.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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