Sbalzi di umore nel post-separazione

Buongiorno,
a quarant'anni mi ritrovo in via di separazione consensuale.
Sono tornato temporaneamente a casa dei miei genitori e debbo dire che, grazie ai diversi interessi e ai molti amici, sto facendo di tutto per suparare il momento.
Tuttavia, mi capita di avvertire momenti improvvisi di tristezza e di rabbia dovuti al fatto che, pur essendo convinto della mia scelta, mi sembra di aver fallito in una cosa importante come il matrimonio e che sarà dura in futuro per un separato poter incontrare una nuova compagna.
A ciò si aggiunge il fatto che avverto (ma magari sbaglio io) come una sorta di "retrocessione" nella mia vita per il fatto di essere tornato temporaneamente a casa dei miei e che dovrei, forse, forzarmi quanto prima ad andare a vivere da solo.
Secondo Voi rientra tutto nella "normalità" delle sensazioni che si vivono durante una separazione in corso o c'è qualcosa in particolare su cui mi consigliereste di lavore per non aver paura del futuro e sull'opportunità quanto prima di andare a vivere da solo?
Vi ringrazio in anticipo
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Secondo Voi rientra tutto nella "normalità" delle sensazioni che si vivono durante una separazione in corso o c'è qualcosa in particolare su cui mi consigliereste di lavore per non aver paura del futuro e sull'opportunità quanto prima di andare a vivere da solo?

Gentile utente, se esistesse un metodo per non avere paura del futuro vorrei saperlo per primo io!
Lei si trova in un momento molto delicato della sua vita: sta affrontando un cambiamento drastico delle sue prospettive.E' dovuto ritornare "al nido" dopo essersi costruito una vita indipendente ed un suo nucleo familiare. Nutre preoccupazioni sulla difficoltà ad iniziare un eventuale altro rapporto. Forse non ha neppure abbastanza chiaro "dove andare", metaforicamente parlando.

Personalmente considero fisiologico provare emozioni spiacevoli, ed anche avere molti pensieri sia riguardo il passato che riguardo il futuro. Ripeto, lo considera fisiologico. A patto che lei riesca ANCHE a vivere, di tanto in tanto, il suo presente, ed a muoversi verso le direzioni che lei giudica importanti.

Le paure, i pensieri, i dubbi, il dolore non sono in grado di "bloccarci": possono farlo solo se consentiamo loro di fermare la nostra vita, magari sforzandoci di non essere tristi, o cercando di annegare il dolore ed i pensieri nell'alcool (a proposito, sanno nuotare benissimo...).

Vorrei chiederle quali prospettive vorrebbe costruire, cioè in cosa vorrebbe impegnarsi. Non cosa vorrebbe che la vita le riservasse: purtroppo, come ha potuto imparare sulla sua pelle, questo non possiamo nè prevederlo nè controllarlo nella maggior parte dei casi. Ma possiamo scegliere che persone essere.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Signore,

separarsi dal coniuge e ritornare a vivere dai genitori sono due cambiamenti importanti e portatori di emozioni e stati d'animo sostanzialmente negativi, salvo rari casi, perciò in linea di massima si può dire che se lei sta avvertendo sbalzi d'umore, rabbia e senso di fallimento non si tratta di nulla di strano.

Ovviamente non ci è possibile valutare da qui l'intensità dei suoi sbalzi d'umore, e, soprattutto nel caso in cui abbia sofferto in passato di un disturbo dell'umore, sarebbe opportuna una valutazione di persona.

Ci vuol dire qualcosa in più su quello che è successo?
Come mai il matrimonio è terminato?

Che atteggiamento stanno tenendo i suoi genitori nei suoi confronti?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Il nostro matrimonio è terminato perché alla fine non siamo riusciti ad avere degli obiettivi in comune: lei era troppo concentrata sul lavoro e non sono arrivati i figli sperati (da me).

I miei genitori mi stanno vicino ma è evidente che dopo 5 anni di matrimonio per me riesce difficile accettare di vivere (anche se temporaneamente con loro): da qui il fatto che ho subito aumentato la mia cerchia di amici e soprattutto di interessi perché se sto fuori casa l'umore è molto migliore, mentre quando rientro in casa dei miei avverto subito affanno per quella che per me è diventata l'equazione
in-casa-dei-genitori = matrimonio-fallito

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' importante che lei possa contare su amici e attività che la coinvolgono e investire in questo senso è un passo utile e importante.

E' altrettanto importante che i suoi non la facciano sentire un ospite indesiderato o non la incolpino per la fine del matrimonio, cosa che avrebbe anche potuto accadere.

Da quanto è di nuovo da loro?
In quanto pensa di riuscire a tornare a vivere da solo?
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Sono a casa dai miei da circa 2 mesi e non avrei problemi economici ad andare a vivere da solo.
Sono solo indeciso che l'andare da solo sia al momento la scelta migliore.
E' vero che mi sentirei (forse) più indipendente da subito e sentirei meno quell'apparente "retrocessione" che sto vivendo per essere tornato dai miei, ma dall'altra non so come vivrò/vivrei i momenti di solitudine da single, per cui non riesco a capire quanto tempo prendermi prima di andare a vivere da solo.
I miei genitori mi dicono che dovrei andare a vivere da solo nel momento in cui trovassi una nuova compagna, ma io credo, invece, che, poiché potrebbero volerci anche anni, forse sarebbe meglio che andassi a vivere da solo prima.
Voi cosa consigliate?
Grazie ancora
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se il significato che Lei sta attribuendo alla fine del matrimonio è inevitabilmente legato a quello di fallimento, mi pare ovvio che questo riesca ad aprire una grande crisi in Lei.

Ma forse imparando a vedere la cosa anche da un altro punto di vista e a riattribuire un altro significato all'evento, Le sarà possibile elaborarlo e ricominciare ad andare avanti con serenità.

Mi colpisce infatti che Lei dica che ci vorrà moltissimo tempo per elaborare l'accaduto e per avere una nuova compagna. E' vero che ci vuole tempo per risistemare un cambiamento del genere e comunque credo che il Suo umore sia legato anche a questo grande stress, ma forse uno psicologo di persona potrebbe aiutarLa a capire meglio la situazione e a prendere le distanze dall'idea di un fallimento personale.

Cosa possiamo consigliarLe?
Senza consocerLa non possiamo permetterci di fornire un suggerimento in tal senso, perchè mi pare di capire che la questione non stia riguardando semplicemente dove e con chi andare a vivere, ma mettere ordine in questa comprensibile situazione.

Che ne pensa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Secondo me è tutto ancora troppo recente perchè lei possa riuscire a mettere ordine fra i pensieri e possa prendere una decisione.
Ciò che conta è che ha i mezzi per andare a vivere da solo e che quindi potrà farlo in qualunque momento vorrà farlo.

E' evidente che la delusione è stata forte e quindi immagino che avesse investito molto (a livello emotivo) sui progetti che riteneva condivisi e che invece si sono rivelati essere tutt'altro che tali.
La rabbia che ne consegue, e i correlati sbalzi d'umore, sono più che comprensibili e non le consentono ancora di decidere con convinzione e riponendo sufficiente speranza nel suo futuro.