Stress, ansia o dap?

Salve sono un ragazzo di 23 anni, da piccolo mi sono trasferito con i miei genitori al nord per lavoro, ho avuto un'infanzia felice, anche se caratterizzata in età adolescenziale da pensieri di inadattamento essendo meridionale con i miei coetanei e avendo sofferto abbastanza questa "diversità".
Essendomi alla fine perfettamente adeguato e adattato, e avendo costruito un meraviglioso gruppo di amici, sempre in età giovane, mi sono ritrasferito sempre per lavoro nella mia città di origine, avendo dovuto abbandonare tutte le amicizie create.
Tornato in "città", dopo un po' di tempo mi riadatto a questo nuovo stile di vita e ricreo una mia cerchia di "amici" nel frattempo mi diplomo in una scuola privata(senza nessun merito) dopo aver perso due anni, appena diplomato, mi ritrovo molto spaesato sul da farsi.
Dopo di questo, anche pressato MOLTO dai miei genitori inizio e pensare realmente cosa fare essendo molto indeciso e insicuro sulla strada da prendere. Negli ultimi anni ho provato molte esperienze lavorative, anche non gratificanti e ho vissuto esperienze anche "pesanti":
-relazioni amorose finite quasi sempre male per la mia noia e innumerevoli ripensamenti.
-ultimamente, litigi con il mio "nuovo" gruppo di amici all'inizio per causa mia, che poi mi hanno finito per allontanare (soffrendo).
Dopo di ciò, pressato anche molto dai miei genitori faccio la scelta di trasferirmi da solo in un'altra città per iniziare l'università. Ed è quà che penso sia iniziata la mia crisi:
Un giorno durante una lezione ho avuto una sorta di svenimento, scappando via dall'aula inziò a battermi forte il cuore e corso dal medico, mi disse che ho avuto un attacco di panico. Da questo momento ho iniziato a vivere in una sorta di "paura" anche nel fare le cose più banali, ho rischiato in alcune circostanze, specie negli ambienti affollati di averne altri. Il medico mi ha suggerito di prendere dello xanax, che inizialmente ho preso ma che poi non ho preso con continuità e alla fine non ho utilizzato più. Dopo mesi da quell'attacco ho ancora paura di avere una malattia(sono andato più volte al pronto soccorso dove non hanno riscontrato niente), paura inizialmente di uscire di casa, paura di ogni stato di agitazione (anche bere solo un caffè), insomma PAURA in molte cose. Dopo questa paura ho iniziato ad avere una leggera depressione, non ho più voglia di uscire, metto in dubbio la scelta dell'università perchè mi ha dato questo stato d'animo(pur avendo avuto un buon primo semestre per i voti presi) e non sò di nuovo che fare.
Mi sento SOLO, ho paura di non uscirne più, ogni mio stato fisico lo esamino.
Sono stato sempre un ragazzo socievole,allegro e divertente adesso sono quasi l'opposto.
Come dovrei comportarmi? cosa dovrei fare?
Ho parlato con lo psicologo dell'università che mi stà seguendo. I miei sanno del mio momento ma sò che non possono aiutarmi.

Vi ringrazio anticipatamente per le risposte, Cordiali saluti.
[#1]
Psicologo attivo dal 2013 al 2016
Psicologo
Gentile ragazzo,
l'episodio da lei descritto sembrerebbe essere stato un attacco di panico come le ha detto il medico che l'ha visitata in quell'occasione cosi come il suo comportamento successivo è abbastanza tipico di questo disturbo: quello che lei descrive infatti rientra in quello che noi chiamiamo evitamento: in seguito ad un attacco di panico le persone infatti tendono ad evitare tutta una serie di situazioni per la paura di avere un altro attacco entrando in un circolo vizioso difficile da interrompere.
Riconoscere il problema e chiedere aiuto come lei ha già fatto è il primo passo per interrompere questo circolo e spesso il più difficile da compiere
Ha fatto bene a chiedere aiuto allo psicologo dell'università, sono sicura che il collega saprà consigliarle un trattamento adatto al suo problema, per il disturbo da attacchi di panico risulta efficace sia la terapia farmacologica, che però lei mi sembra aver già provato con scarsi risultati,sia diverse forme di psicoterapia fra cui la psicoterapia ad approccio cognitivo-comportamentale molto efficace per tutti disturbi d'ansia.
La saluto con affetto
[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

l'attacco di panico ha caratteristiche molto precise:

-intensa paura e disagio, accompagnati da altri sintomi, quali palpitazioni, sudorazione, tremori fini o con grandi scosse, fame d'aria e sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, vertigini, ma anche sensazioni di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione, paura di perdere il controllo e di impazzire, paura di morire, a volte anche parestesie, brividi o vampate di calore.

Però le caratteristiche imprescindibili sono:

- inizio improvviso che raggiunge molto rapidamente l'apice (circa 10 minuti ma a volte anche meno) ed è accompagnato da un senso di pericolo o catastrofe imminente e dalla sensazione come di urgenza di allontanarsi.

- la persona riferisce "stavo per morire" o "mi sembrava di impazzire" e spesso si reca al PS, certo di avere un infarto.

Però l'attacco di panico è un sintomo, così descritto, che può comparire nel disturbo da panico, nella fobia sociale,nella fobia specifica, nel DPTS.

Quindi è doveroso recarsi da un medico psichiatra o da uno psicologo che possa con precisione fare una diagnosi e impostare di conseguenza il miglior trattamento (farmacologico e/o psicoterapico).

Uno dei trattamenti elettivi per i disturbi d'ansia è la psicoterapia cognitivo-comportamentale:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Gentile utente,

concordo con le colleghe sull'efficacia della terapia cognitivo-comportamentale. Non è solo una terapia in cui si cercano di individuare le cause del disagio, ma anche i fattori di evitamento e protettivi. Le verranno inoltre insegnate tecniche di prevenzione e gestione dell'ansia e dello stress.
La terapia farmacologica per gli attacchi di panico non è la soluzione d'elezione. Difatti se non è accompagnata da una psicoterapia risulta inefficace (come avrà constatato).

Dovrebbe per cui rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta che possa aiutarla in questo percorso.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Ragazzo,

sarebbe utile che tu riflettessi su qual è il vero problema: stai identificando la causa del malessere nella tua scelta universitaria, ma mi sembra di capire che quello che studi non ti dispiace, quindi penso che il motivo del malessere risieda altrove.
In particolare penso che il problema posa essere l'allontanamento dai tuoi perchè (se ho capito bene) è la prima volta che vi separate, o al limite perchè questa volta c'è qualcosa di diverso da separazioni del passato.

E' possibile che le conseguenze delle "esperienze pesanti" del passato si stiano facendo sentire solo adesso, che non hai più i tuoi punti di riferimento?
Io credo di sì, e credo che per questo tu ci abbia raccontato di aver avuto una vita di spostamenti e separazioni che non hai scelto tu di causare e che hai dovuto fronteggiare come meglio hai potuto.
Cosa ti è rimasto delle passate amicizie?

Come ti senti nella città dove ti trovi per studiare?
Hai creato qualche legame d'amicizia con tuoi compagni di studio o con altre persone?
Il senso di solitudine che riferisci è nato prima o dopo che stessi male?
Se tornassi nella tua città d'origine, dai tuoi genitori, cosa accadrebbe?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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