Crisi di coppia dopo nascita primo figlio
Sono sposata da quasi 8 anni e ho un figlio di 20 mesi. Ho sempre pensato che il mio matrimonio fosse felice, basato su un amore sincero e su un dialogo molto soddisfacente.Ho sempre sostenuto che tra me e mio marito non ci fosse una figura con un ruolo dominante e un'altra succube. Ero convinta che ci fosse equilibrio e parità.
Parlo al passato perchè dal momento in cui è nato nostro figlio le cose si sono trasformate repentinamente. Mio marito mi sembra uno sconosciuto, sempre più spesso mi ripeto che se avessi saputo che si sarebbe trasformato così non lo avrei mai sposato. Io mi sento di non esistere più per lui e lui, a sua volta, mi ha confermato più volte che la sua priorità, al momento, è nostro figlio. In questo 20 mesi gli ho lanciato tantissimi input: ho provato ad organizzare un cinema, un fine settimana, un momento di relax in un centro benessere, ma la sensazione che ho avuto è che con la mente fosse altrove, ossia da nostro figlio. Alle mie preghiere di attenzione, di affetto,di considerazione risponde dicendo che quando nostro figlio sarà più grande tutto sarà più facile anche per noi. Mio marito è molto stressato, ha reagito con profonda ansia ed inquietudine alle nuove incombenze portate dall'arrivo del piccolo. Ho provato a dirgli di prendersi un periodo di riposo ma non vuole, come se volesse dimostrare a se stesso e agli altri che lui è un ottimo padre e quindi non ammette defaillance. Nei miei confronti, mi ha ripetuto più volte nel corso dei mesi di essere rimasto molto deluso da come faccio la mamma, che si aspettava di più da me. Queste critiche, oltre a non rispecchiare assolutamente la realtà, sono la peggiore offesa che io abbia mai ricevuto in vita mia. Non capisco poi da che pulpito viene la predica visto che è lui che si rivolge a nostro figlio con parolacce, è lui che urla la notte quando nostro figlio si sveglia e vuole conforto ed è lui che mi ha alzato le mani davanti a nostro figlio un paio di giorni fa e mentre il piccolo piangeva spaventato per quello che stava vedendo, mio marito mi urlava che dovevo farmi schifo per quello che stava succedendo perchè era solo colpa mia. Questa sera si è presentato a casa con un regalo per me. Io gli ho detto che invece del regalo mi aspettavo le sue scuse per avermi preso a ceffoni davanti al bambino. Non solo non ha chiesto scusa, ma ha negato di avermi menato e che comunque era colpa mia.
Non so che cosa fare visto che parlare con mio marito non serve assolutamente a nulla, lui continua a dirmi di essere fatto così, di non essere mai cambiato e che se lo amo dovrei rispettarlo ed accettarlo per quello che è. Una risposta del genere, oltre a non essere soddisfacente, mi sembra voglia chiaramente dire che non ha nessuna intenzione di migliorarsi nè di mettersi in discussione. Non so che cosa fare per il bene della famiglia, di mio figlio e anche di me stessa.
Parlo al passato perchè dal momento in cui è nato nostro figlio le cose si sono trasformate repentinamente. Mio marito mi sembra uno sconosciuto, sempre più spesso mi ripeto che se avessi saputo che si sarebbe trasformato così non lo avrei mai sposato. Io mi sento di non esistere più per lui e lui, a sua volta, mi ha confermato più volte che la sua priorità, al momento, è nostro figlio. In questo 20 mesi gli ho lanciato tantissimi input: ho provato ad organizzare un cinema, un fine settimana, un momento di relax in un centro benessere, ma la sensazione che ho avuto è che con la mente fosse altrove, ossia da nostro figlio. Alle mie preghiere di attenzione, di affetto,di considerazione risponde dicendo che quando nostro figlio sarà più grande tutto sarà più facile anche per noi. Mio marito è molto stressato, ha reagito con profonda ansia ed inquietudine alle nuove incombenze portate dall'arrivo del piccolo. Ho provato a dirgli di prendersi un periodo di riposo ma non vuole, come se volesse dimostrare a se stesso e agli altri che lui è un ottimo padre e quindi non ammette defaillance. Nei miei confronti, mi ha ripetuto più volte nel corso dei mesi di essere rimasto molto deluso da come faccio la mamma, che si aspettava di più da me. Queste critiche, oltre a non rispecchiare assolutamente la realtà, sono la peggiore offesa che io abbia mai ricevuto in vita mia. Non capisco poi da che pulpito viene la predica visto che è lui che si rivolge a nostro figlio con parolacce, è lui che urla la notte quando nostro figlio si sveglia e vuole conforto ed è lui che mi ha alzato le mani davanti a nostro figlio un paio di giorni fa e mentre il piccolo piangeva spaventato per quello che stava vedendo, mio marito mi urlava che dovevo farmi schifo per quello che stava succedendo perchè era solo colpa mia. Questa sera si è presentato a casa con un regalo per me. Io gli ho detto che invece del regalo mi aspettavo le sue scuse per avermi preso a ceffoni davanti al bambino. Non solo non ha chiesto scusa, ma ha negato di avermi menato e che comunque era colpa mia.
Non so che cosa fare visto che parlare con mio marito non serve assolutamente a nulla, lui continua a dirmi di essere fatto così, di non essere mai cambiato e che se lo amo dovrei rispettarlo ed accettarlo per quello che è. Una risposta del genere, oltre a non essere soddisfacente, mi sembra voglia chiaramente dire che non ha nessuna intenzione di migliorarsi nè di mettersi in discussione. Non so che cosa fare per il bene della famiglia, di mio figlio e anche di me stessa.
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Gentile Utente,
la nascita di un figlio porta grandi cambiamenti nella coppia, che non è più solo coppia ma diventa famiglia. Certo, 20 mesi sono comunque un buon periodo di rodaggio, e molto probabilmente è necessaria una consulenza con un terapeuta familiare.
In questo momento mancherebbe comunque il punto di vista di Suo marito e capire come Lui vede la situazione.
Possono esserci anche altri motivi, oltre alla nascita del figlio, come concausa dello stress?
la nascita di un figlio porta grandi cambiamenti nella coppia, che non è più solo coppia ma diventa famiglia. Certo, 20 mesi sono comunque un buon periodo di rodaggio, e molto probabilmente è necessaria una consulenza con un terapeuta familiare.
In questo momento mancherebbe comunque il punto di vista di Suo marito e capire come Lui vede la situazione.
Possono esserci anche altri motivi, oltre alla nascita del figlio, come concausa dello stress?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#2]
Utente
Grazie della pronta risposta. La unica fonte di stress in famiglia è mio figlio e tutto ciò che comporta la sua gestione: notti in bianco, malattie continue, mancanza di libertà, responsabilità etc etc. Mio marito non vuole ammettere di avere bisogno di aiuto a gestire il carico emotivo che l'arrivo di nostro figlio a portato, non vuole prendersi del riposo per se stesso e nemmeno per noi come coppia perchè è legato ad una mentalità (ottusa) secondo la quale devi far vedere che ti fai in quattro per la famiglia, poi non importa se arrivi a menare tua moglie davanti a tuo figlio e a negare perfino l'evidenza, a darle la colpa dell'accaduto e a presentarti due giorni dopo con un regalo.
[#3]
<poi non importa se arrivi a menare tua moglie davanti a tuo figlio e a negare perfino l'evidenza, a darle la colpa dell'accaduto e a presentarti due giorni dopo con un regalo.>
Gentile Signora,
è questo quello che è accaduto?
Lei come ha reagito?
Come si sente?
Cosa intende fare?
Quante volte sono accaduti episodi simili?
Gentile Signora,
è questo quello che è accaduto?
Lei come ha reagito?
Come si sente?
Cosa intende fare?
Quante volte sono accaduti episodi simili?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Utente
si questo è quanto mi è accaduto per la prima volta un paio di giorni fa. Ho cercato di sfuggire alla sua presa ma era troppo forte per me e non sono riuscita a fare niente. Ho pianto e ho scritto una lettera a mio marito chiedendogli per l'ennesima volta le attenzioni e l'affetto che mi mancano da quando è nato nostro figlio. Dopo l'accaduto mi sono sentita un pò stordita e non sono riuscita a sorridere nelle ore successive. per questo motivo mi sono sentita rimproverare da mio marito x il fatto di aver messo il muso al piccolo per la serata. Io sento di amare ancora mio marito,ma quello di prima, non la persona ottusa che mi ritrovo affianco, che con le parole e gli atteggiamenti mi ferisce sminuendo il mio ruolo di madre dicendomi che il suo prototipo di mamma ideale è come la sua, che io sono diversa perchè più indipendente, meno apprensiva e si aspettava di più. Personalmente trovo il suo atteggiamento soffocante nei confronti del bambino e anche persecutorio a volte perchè continua a sbraitare in modo perentorio che non deve fare certe cose e pretende che l'istante dopo il bimbo abbia appreso il suo insegnamento. Ho passato mesi a sentirlo urlare di notte, anche per ore "devi dormire nel tuo letto" pensando che in questo modo lui recepisse l'insegnamento. Ma secondo me è da pazzi. Quando gli fa il bagnetto rula come un matto e dice parolacce perchè il bimbo schizza l'acqua, ma chi non lo farebbe a quell'età trovandosi dentro una vaschetta? mi viene la nausea ad assistere a queste scene e non c'è verso di farglielo capire.
[#5]
Gentile Signora,
a quanto riferisce la situazione parrebbe preoccupante, non solo per lei ma anche per il benessere del piccolo che dovrebbe essere tutelato.
Alla violenza non c'è giustificazione alcuna, i regali "riparatori" non servono a cambiare la situazione, ma a confondere e peggiorare la confusione nella quale ora si trova.
Le suggerisco di cercare aiuto, può iniziare rivolgendosi al Consultorio Familiare della sua ASL spiegando chiaramente quanto sta succedendo.
Ci tenga informati se crede.
Cordialmente
a quanto riferisce la situazione parrebbe preoccupante, non solo per lei ma anche per il benessere del piccolo che dovrebbe essere tutelato.
Alla violenza non c'è giustificazione alcuna, i regali "riparatori" non servono a cambiare la situazione, ma a confondere e peggiorare la confusione nella quale ora si trova.
Le suggerisco di cercare aiuto, può iniziare rivolgendosi al Consultorio Familiare della sua ASL spiegando chiaramente quanto sta succedendo.
Ci tenga informati se crede.
Cordialmente
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Gent.le Sig.ra,
mi sembra che lei faccia un'analisi lucida della situazione estremamente delicata e precaria, l'aspetto più preoccupante sembrerebbe la rigidità manifestata da suo marito che interferisce con la possibilità di mettersi in discussione.
A questo punto premesso che la priorità è la tutela del bambino, dovrebbe mettersi in condizione di ricevere un aiuto psicologico in prima persona.
Le consiglio di rivolgersi al Consultorio Familiare per un primo colloquio.
In prospettiva, tuttavia suo marito andrebbe responsabilizzato e reso consapevole delle trasformazioni fisiologiche che l'arrivo di un figlio comporta nelle dinamiche di coppia.
mi sembra che lei faccia un'analisi lucida della situazione estremamente delicata e precaria, l'aspetto più preoccupante sembrerebbe la rigidità manifestata da suo marito che interferisce con la possibilità di mettersi in discussione.
A questo punto premesso che la priorità è la tutela del bambino, dovrebbe mettersi in condizione di ricevere un aiuto psicologico in prima persona.
Le consiglio di rivolgersi al Consultorio Familiare per un primo colloquio.
In prospettiva, tuttavia suo marito andrebbe responsabilizzato e reso consapevole delle trasformazioni fisiologiche che l'arrivo di un figlio comporta nelle dinamiche di coppia.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#7]
Gentile signora, anch'io le consiglio, urgentemente di cercare uno psicoterapeuta e a lì farsi aiutare e proteggere.
Intanto mi domando e le domando se possa essere ipotizzabile pensare che suo marito è combattuto tra diversi sentimenti, l'amore per il bambino, la fatica e anche la rabbia per l'attenzione che il figlio pretende soprattutto da lei , signora, il senso di colpa per questi sentimenti, un rapporto con la propria madre che bisognerebbe conoscere meglio, in questo groviglio di contraddizioni perde il controllo e si arrabbia con lei, non ammette con sè stesso i sentimenti ambivalenti, fatti.. anche di invidia verso il bambino.. ed alza le mani.
Quando ha l'appuntamento con uno psicoterapeuta.. oggi o domani..?
Auguri affettuosi
Intanto mi domando e le domando se possa essere ipotizzabile pensare che suo marito è combattuto tra diversi sentimenti, l'amore per il bambino, la fatica e anche la rabbia per l'attenzione che il figlio pretende soprattutto da lei , signora, il senso di colpa per questi sentimenti, un rapporto con la propria madre che bisognerebbe conoscere meglio, in questo groviglio di contraddizioni perde il controllo e si arrabbia con lei, non ammette con sè stesso i sentimenti ambivalenti, fatti.. anche di invidia verso il bambino.. ed alza le mani.
Quando ha l'appuntamento con uno psicoterapeuta.. oggi o domani..?
Auguri affettuosi
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#8]
Utente
Ringrazio tutti per le risposte ricevute. Ho contattato il mio Consultorio famigliare di riferimento che mi ha fissato un incontro per il prossimo 12 marzo. Temo però che comunicando quanto è accaduto possano prendere dei provvedimenti nei confronti di mio marito, il che non è assolutamente ciò che voglio perchè non intendo disfare la famiglia. La violenza c'è stata, ma solo una volta e dettata sicuramente da un momento di rabbia, stanchezza ed incomprensione.
Grazie ancora.
Grazie ancora.
[#9]
Gent.le Sig.ra,
il colloquio che farà con lo psicologo è tutelato dal segreto professionale, tuttavia qualsiasi eventuale deroga è regolata dalle seguenti norme del codice deontologico:
"Articolo 11
Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate, a meno che non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli seguenti.
Articolo 12
Lo psicologo si astiene dal rendere testimonianza su fatti di cui è venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto professionale. Lo psicologo può derogare all'obbligo di mantenere il segreto professionale, anche in caso di testimonianza, esclusivamente in presenza di valido e dimostrabile consenso del destinatario della sua prestazione. Valuta, comunque, l'opportunità di fare uso di tale consenso, considerando preminente la tutela psicologica dello stesso.
Articolo 13
Nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia, lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, ai fini della tutela psicologica del soggetto. Negli altri casi, valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza, qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi."
http://www.psy.it/codice_deontologico.html
Tuttavia, al di là del singolo episodio di violenza domestica, Lei ci descrive una situazione che si protrae da circa un anno, la genitorialità è una competenza complessa che va accompagnata con interventi adeguati se ci sono avvisaglie di un 'inadeguatezza disfunzionale alla coppia e alla famiglia.
il colloquio che farà con lo psicologo è tutelato dal segreto professionale, tuttavia qualsiasi eventuale deroga è regolata dalle seguenti norme del codice deontologico:
"Articolo 11
Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate, a meno che non ricorrano le ipotesi previste dagli articoli seguenti.
Articolo 12
Lo psicologo si astiene dal rendere testimonianza su fatti di cui è venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto professionale. Lo psicologo può derogare all'obbligo di mantenere il segreto professionale, anche in caso di testimonianza, esclusivamente in presenza di valido e dimostrabile consenso del destinatario della sua prestazione. Valuta, comunque, l'opportunità di fare uso di tale consenso, considerando preminente la tutela psicologica dello stesso.
Articolo 13
Nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia, lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, ai fini della tutela psicologica del soggetto. Negli altri casi, valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza, qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi."
http://www.psy.it/codice_deontologico.html
Tuttavia, al di là del singolo episodio di violenza domestica, Lei ci descrive una situazione che si protrae da circa un anno, la genitorialità è una competenza complessa che va accompagnata con interventi adeguati se ci sono avvisaglie di un 'inadeguatezza disfunzionale alla coppia e alla famiglia.
[#10]
<La violenza c'è stata, ma solo una volta e dettata sicuramente da un momento di rabbia, stanchezza ed incomprensione.>
Gentile Signora,
la violenza si esprime in modi diversi, non solo a livello fisico, e non lascia sempre segni visibili come le percosse, ma ferite nell'anima.
Non sembrerebbe quello di suo marito un momento di rabbia, ma qualcosa di di più profondo e consistente che si ripercuote negativamente sul suo benessere (di lei) e quello di vostro figlio che ha diritto ad un'infanzia serena.
Quanto ai suoi timori la Collega è stata chiarissima in merito, dunque si rechi con fiducia al Consultorio per ricevere l'aiuto che ora le necessita.
Cari auguri
Gentile Signora,
la violenza si esprime in modi diversi, non solo a livello fisico, e non lascia sempre segni visibili come le percosse, ma ferite nell'anima.
Non sembrerebbe quello di suo marito un momento di rabbia, ma qualcosa di di più profondo e consistente che si ripercuote negativamente sul suo benessere (di lei) e quello di vostro figlio che ha diritto ad un'infanzia serena.
Quanto ai suoi timori la Collega è stata chiarissima in merito, dunque si rechi con fiducia al Consultorio per ricevere l'aiuto che ora le necessita.
Cari auguri
[#11]
Utente
Questa sera sono riuscita, se pur con fatica, ad avere un dialogo con mio marito per cercare di capire, per l'ennesima volta, i motivi del suo distacco nei miei confronti e della mancanza di stima che ha dimostrato di avere verso il mio ruolo di madre. Mi ha detto che si aspettava io fossi più "morbosa" e "soffocante" nei confronti di nostro figlio, mentre io sono una donna che lavora. Lui allora ha reagito alla mia mancanza di attenzioni sul bimbo concentrandosi su di lui e dandomi sempre meno amore. Se io avessi amato di più nostro figlio questo non sarebbe successo. Sono rimasta sconcertata. Non riesco a pensare che l'amore di un genitore sia direttamente proporzionale al livello di morbosità dimostrata. Oltre a questo, lavoro come tante mamme ma dedico TUTTO il mio tempo libero alla famiglia, anche la notte. Non ho trascurato mio figlio, ma nonostante questo mi sento rimproverata come se qualsiasi cosa faccia fosse sbagliata. Se faccio le pulizie è una scusa perchè non ho voglia di stare con mio figlio, se sto al telefono con un'amica è perchè levo tempo a mio figlio. Se vado in bagno (ebbene si!), avrei potuto farlo dopo, quando il bambino dormiva. A questo punto mi chiedo: come è mai possibile che mi accorga solo adesso di aver sposato un estraneo?
[#12]
"Non riesco a pensare che l'amore di un genitore sia direttamente proporzionale al livello di morbosità dimostrata. "
Gent.le Sig.ra,
spero proprio che non inizi a pensarlo mai!
Il suo sconcerto è comprensibile, tuttavia il confronto con suo marito di fatto è un salto di qualità rispetto allo scenario precedentemente descritto, quindi cerchi di alimentare le opportunità di dialogo con lui e provi a proporgli di andare insieme al Consultorio.
E' possibile che suo marito da bambino abbia sviluppato uno stile di attaccamento disfunzionale che oggi interferisce negativamente con la sua concezione della genitorialità, naturalmente questa è solo un'ipotesi tutta da verificare.
In questo momento, credo che il rischio maggiore sia quello di trasformare le occasioni di confronto in un reciproco scambio di recriminazioni che provocherebbero un'escalation nella conflittualità all'interno del rapporto di coppia.
Gent.le Sig.ra,
spero proprio che non inizi a pensarlo mai!
Il suo sconcerto è comprensibile, tuttavia il confronto con suo marito di fatto è un salto di qualità rispetto allo scenario precedentemente descritto, quindi cerchi di alimentare le opportunità di dialogo con lui e provi a proporgli di andare insieme al Consultorio.
E' possibile che suo marito da bambino abbia sviluppato uno stile di attaccamento disfunzionale che oggi interferisce negativamente con la sua concezione della genitorialità, naturalmente questa è solo un'ipotesi tutta da verificare.
In questo momento, credo che il rischio maggiore sia quello di trasformare le occasioni di confronto in un reciproco scambio di recriminazioni che provocherebbero un'escalation nella conflittualità all'interno del rapporto di coppia.
[#13]
> A questo punto mi chiedo: come è mai possibile che mi accorga solo adesso di aver sposato un estraneo?
Mi permetta di aggiustare il tiro: Lei non ha sposato un estraneo, semplicemente in questa situazione suo marito comporta così.
Delle volte capita che al cambiare determiante condizioni, ci comportiamo diversamente.
La anscita del figlio ha attivato un lato della personalità di suo marito che prima non conosceva: da marito si comportava in un certo modo. Da padre si comporta diversamente.
A seconda del ruolo espletiamo un modello di riferimento\comportamento.
Capita molto più frequentemente di quanto si possa immaginare.
Cioè, il mio equilibrio è dato da determiante condizioni. Saltate quelle condizioni o raggiunto quell'obiettivo cambio. Non è detto che la questione avvenga in modo consapevole però.
Ha presente le ragazze magre che dopo il matrimonio mettono su chili, perchè finalmente si possono lasciare andare? Qualcosa di simile.
Mi permetta di aggiustare il tiro: Lei non ha sposato un estraneo, semplicemente in questa situazione suo marito comporta così.
Delle volte capita che al cambiare determiante condizioni, ci comportiamo diversamente.
La anscita del figlio ha attivato un lato della personalità di suo marito che prima non conosceva: da marito si comportava in un certo modo. Da padre si comporta diversamente.
A seconda del ruolo espletiamo un modello di riferimento\comportamento.
Capita molto più frequentemente di quanto si possa immaginare.
Cioè, il mio equilibrio è dato da determiante condizioni. Saltate quelle condizioni o raggiunto quell'obiettivo cambio. Non è detto che la questione avvenga in modo consapevole però.
Ha presente le ragazze magre che dopo il matrimonio mettono su chili, perchè finalmente si possono lasciare andare? Qualcosa di simile.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 45.9k visite dal 25/02/2013.
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