Malessere generale, ansia

Buonasera,

scrivo dato che da ormai un anno accuso sintomi che non so se attribuire all'ansia.
I sintomi fisici continuano a cambiare nel tempo: ho iniziato con rigidità del collo e mal di testa, mal di schiena, vertigini, per passare a forti dolore al petto (mi svegliavo la notte), nausee e fiato corto.
Naturalmente ho effettuato i controlli medici per escludere causee organiche (tutti con esito negativo): elettrocardiogrammi, ecocolordoppler, gastroscopia, raggi tratto cervicale, solo per citarne alcuni, fino a che il medico mi ha chiesto "come va con l'ansia?".
La mia domanda è questa: secondo voi vista l'eterogeneità dei sintomi, può questo malessere generale essere condotto a un problema ansioso?

Grazie a chi vorrà rispondermi
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

se ha effettuato tutti i controlli medici del caso è molto probabile che il suo sia un quadro ansioso.
L'ansia infatti può esprimersi attraverso il corpo e provocare sintomi fisici molto numerosi e differenti fra loro:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Questi sintomi si presentano tipicamente in alternanza fra loro nel tempo e scompaiono o diminuiscono d'intensità quando la persona riesce a distrarsi.

Quando ha iniziato a sentire questo malessere è avvenuto qualche cambiamento nella sua vita o è accaduto qualche fatto particolare?
Ci sono precedenti in famiglia?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Utente
Utente
Si, in famiglia ci sono precedenti, mio padre alla mia stessa età diceva di accusare i miei stessi sintomi (l'ansia può essere ereditaria?).

Diciamo che questi sintomi sono iniziati dal momento in cui ho finito l'università e ho iniziato a lavorare, potrebbe essere una causa di questo malessere.

Cosa mi consiglia di fare?

La ringrazio per la velocissima risposta

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

sarebbe opportuna una valutazione presso uno psicologo psicoterapeuta per una diagnosi accurata.
Se avesse la conferma che il problema è legato all'ansia, un trattamento molto efficace per la cura è la terapia di tipo cognitivo-comportamentale.

E' possibile che il passaggio dalla condizione di studente a quella di lavoratore, con responsabilità diverse e comunque l'entrata nel mondo degli adulti abbia accentuato o scompensato un equilibrio che adesso non regge più.

Però tenga presente che i disturbi d'ansia, se si tratta di questo, si curano in tempi stretti e bene con i trattamenti adeguati.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Il passaggio dall'università al mondo del lavoro rappresenta un momento che genera comunemente ansia e tensione, che alcuni riversano sul corpo e altri no, perchè si passa da un contesto sicuro e protetto al mondo del lavoro, carico di responsabilità e di sfide.

Se suo padre ha avuto gli stessi sintomi alla sua stessa età significa che avete lo stesso modo di affrontare i momenti di passaggio (o comunque ciò che vi accomuna in questo frangente), non che c'è un'ereditarietà in senso biologico.
L'apprendimento in famiglia di modalità disfunzionali nell'approccio alle difficoltà della vita può rappresentare un meccanismo molto potente, ma per definizione non immutabile nè nella forma nè nelle conseguenze.

Si può trattare di un malessere temporaneo o di un vero e proprio disturbo, ma da qui non è possibile stabilirlo: le suggerisco sicuramente di chiedere un consulto psicologico per inquadrare quello che le sta accadendo e valutare quali sono le possibili soluzioni.
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
l'avere escluso cause organiche del suo malessere non esclude automaticamente cause psichiche, che vanno accuratamente ricercate e conosciute mediante una diagnosi clinica.

Quando il corpo si esprime mediante un corteo sintomatologico, questo andrebbe ascoltato, decodificato, interpretato e solo dopo tacitato

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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