Ansia persistente e attacchi di panico

Da quando sono piccola soffro di ansia. Mi ricordo le notti insonni passate con accanto mia madre che cercava di tranquillizzarmi. Mi ricordo i pensieri che avevo prima di addormentarmi; avevo paura di me stessa, avevo paura che da un momento all'altro sarei potuta impazzire e sarei stata capace di fare qualcosa di orrendo come andare in cucina, prendere un coltello e fare del male a uno dei miei cari. Oppure avevo paura di potermi svegliare e di uscire di casa (soffrivo di sonnambulismo) senza che nessuno se ne accorgesse. Da piccola (5 anni) ero arrivata alla conclusione che hanno un cassonetto della spazzatura mi avrebbe potuto fare del male, chissà magari si sarebbepotuto animare da un momento all'altro e mangiarmi) Mi ricordo che prima degli spettacoli di fine anno all'asilo la pancia per il nervosismo mi faceva talmente male da farmi svenire. Gli anni alle medie sono stati orrendi per me, i maschi spesso e volentieri mi offendevano per il mio aspetto fisico e le femmine per come mi vestivo. Adesso sono ritenuta da tutti una bellissima ragazza,intelligente, etc ma nonostante questo continuo ad avere gli stessi problemi. Ho paura di me stessa, ho paura di diventare qualcuno che non voglio diventare, ma soprattutto ho paura di essere diversa dagli altri, da quelle persone che stimo e a cui vorrei somigliare. Tutto quello che faccio mi sembra uno sbaglio e ho bisogno in continuazione di essere approvata. Ma come farò quando dovrò cavarmela da sola? Quando mi ritroverò sola solo con me stessa? I miei mi hanno sempre abituata a pensare con la mia testa da piccola, a costo di andare contro tutto il gruppo. Ma penso che questo mi abbia reso solo più insicura ed ora mi sento disorientata e ho il terrore di essere troppo diversa dagli altri. Ad esempio tutti i miei amici hanno scelto di fare giurisprudenza, mentre io faccio lingue. Come al solito la pecora nera. Mi sono fatta influenzare dai miei che dicevano che giurisprudenza nn faceva per me e che la facevano in troppi. Adesso mi sento fragilissima e soprattutto sola. Mi sento sbagliata e ho paura di non essere accettata dalle persone a cui tengo e con cui vorrei stare. E il fatto che prenderò un tipo di strada completamente diversa dalla loro mi crea ancora più ansia perché le esperienze cambiano le persone e io ho paura di cambiare. Scusate lo sfogo, ma sono veramente al limite e non so più come fare....ho attacchi di panico, nervosismo, e soffro di depressione. Mi trovo bene solo con un certo tipo di persone che hanno un certo carattere e che si comportano in un certo modo. Come faccio ad affrontare uno studio come quello delle lingue se sono così??? Inoltre sono una persona estremamente abitudinaria e il "diverso" (anche la visione di una persona vestita in maniera strana)mi comporta quasi degli shock
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se ti porti dietro fin da piccola quest'ansia così limitante, sarebbe ormai il momento di pensare a farsi dare un parere specialistico ed eventualmente curarla. Ne hai mai parlato con i tuoi? Sei stata mai visitata o hai fatto colloqui psicologici?

Intanto puoi sentire alla tua facoltà se c'è uno sportello di ascolto psicologico per studenti, è molto probabile di sì. Questo potrebbe essere un primo passo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dott. Santonocito intanto grazie per la risposta.
Sono stata in cura presso una psicologa e una psichiatra (lavorano con gli stessi pazienti) per 5 anni, da prima dell'estate ho smesso di andarci perché avevo iniziato a stare meglio. Forse ho smesso di andarci anche perché non era convinta della mia scelta universitaria (infatti era più propensa per giurisprudenza) e questo mi ha provocato molta ansia...comunque in 5 anni di terapia le cose non sono cambiate moltissimo. Non so più cosa fare! E neanche i miei genitori!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
A quali tipo di terapie sei stata sottoposta? In particolare quella psicologica: approccio, frequenza, eventuali compiti ricevuti.

Inoltre non mi è chiaro:

>>> Forse ho smesso di andarci anche perché non era convinta della mia scelta universitaria
>>>

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Nei periodi più brutti sono andata due volte a settimana. In altri periodi una volta a settimana.
Non mi dava dei compiti precisi più che altro dei consigli. Mi diceva che dovevo stare meno da sola e stare più tempo possibile fuori casa, perché tendo a isolarmi. Inoltre, avendo conosciuto i miei genitori, li aveva classificati come due soggetti ansiosi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Ok, allora è probabile che ti serva una forma di terapia specifica per l'ansia. Leggui questi articoli per informarti:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Dall'ansia si può uscire anche in breve tempo, ma il solo parlarne, in terapia, spesso non è sufficiente. Occorre cambiare attivamente i comportamenti che si mettono in atto di fronte alle situazioni o ai pensieri ansiogeni, e per far questo il terapeuta assegna compiti specifici. Approcci come il cognitivo comportamentale o il breve strategico potrebbero fare al caso tuo.

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