Ossessione, mente e pensieri incontrollabili

Gentilissimi Dottori,
cerco di riassumere la storia che mi sta togliendo la voglia di vivere da 3 anni ormai. Premetto che ho 20 anni, studio all'università con buoni risultati, ma soffro di attacchi di panico (in questi ultimi mesi non si sono verificati) che non curo adeguatamente. Ho un carattere fortemente ansioso e tendente alla dipendenza e all'ossessione. Ho sofferto anche di insonnia nel 2011, ho assunto il sonnifero Sonirem (che purtroppo prendo ancora oggi in piccolissime dosi perché non so farne a meno). Anche dal punto di vista ormonale "non sono giusta", la mia ginecologa mi ha prescritto integratori che dovrebbero regolarizzare il ciclo. Comunque veniamo al sodo. 4 anni fa conosco un ragazzo di 9 anni più di me, fidanzato, che vive lontano da me per studio, e piano piano diventiamo amici. Sempre più amici, finché non mi dice chiaramente che gli interesso sessualmente. Rifiuto, perché non mi interessa essere oggetto di tradimento (sta con lei da 11 anni) e non voglio sesso promiscuo. Il problema è che con il tempo me ne innamoro nonostante tutto e cedo, illudendomi di "farlo solo perché mi va" e non perché dentro di me lo faccio con amore. Di nascosto dalla fidanzata sale da me, sta 3 giorni, e poi torna a casa sua. Questo è accaduto in novembre del 2012. Il nostro rapporto ha sempre vissuto alti e bassi, momenti di stretta vicinanza e poi freddezza. Ma dopo questo episodio mi è stato molto vicino per le prime settimane, iniziano progressivamente a staccarsi. Sparisce, e gli atteggiamenti fanno capire bene che per lui non sono che una conoscente. Eravamo, almeno credo, molto intimi, ci dicevamo tutto, era necessario parlarsi ormai. Poi basta.
Ho un bel lavoro in linea con i miei studi, una bella carriera universitaria, buoni progetti per il futuro. Ma mi sento persa e sono ossessionata da lui e dalla sua ragazza. Quando non prendo i sonniferi la sogno, o sogno loro che fanno l'amore. Lui mi ossessiona. So che non fa per me, che mi ha fatto molto del male, cose che per spazio non posso menzionare, so che è un disumano, ma la mia mente è satura di lui. Non riesco a pensare ad altro, in continuazione, ed è stancante. Una persona normale lascerebbe perdere, io in cuor mio so che dovrei farlo, ma la mia mente non rispetta la mia volontà, è tremendo. Ne risentono anche i miei studi. La mia giornata ruota intorno a un suo messaggino. Se viene ok, se non viene tristezza. Non riesco mai a stare da sola perché altrimenti penso a lui. Devo sempre cercare di attaccarmi agli altri per avere compagnia. Io non riesco più a vivere così. Per quanto mi sforzi lui torna alla mente. Sono davvero stanca, voglio lasciarmelo alle spalle ma dimenticarlo è impossibile. Ho bisogno di serenità e invece la mia mente si fissa e si fa del male. Sto entrando in un vortice anche con una dieta, è come se mi punissi privandomi del piacere del cibo. Zero autostima, mi sento infima. Vi sarei grata per un eventuale consiglio.
Grazie, e buon lavoro a tutti.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

questa persona sembra che abbia già scelto da tempo il suo partner, quindi mi sembra difficile e quantomeno masochistico da parte sua continuare a pensare che possa tornare oppure che la situazione si possa modificare in qualche modo.

In questi termini rischia di alimentare la sua dipendenza affettiva e pensare che quel tipo di relazione possa essere l'unica realizzabile.

Come mai dice che si è comportato in maniera disumana?

Che tipo rapporto avevate?

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Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie per avermi risposto così velocemente!
So bene che lui ha già scelto la sua femmina, anche se per un periodo ha pensato a un futuro con me, ma non è questo il mio problema. So perfettamente che non sarò mai al suo posto, e le dirò di più: non lo vorrei nemmeno! Non amo questo uomo, ne sono solo ossessionata perché il problema è in me, non il lui. Non potrei mai amare una persona così meschina, sapendo che dice "ti amo" a lei per poi approcciarsi a me, una persona che denigra ciò che studio definendolo inutile e stupido, che non perde occasione per dimostrare la sua superiorità, il suo stare bene anche senza di me. E' disumano per questo, perché mentre gli dico che mio fratello è stato ricoverato in ospedale lui mi risponde con battute ambigue perché ha voglia di quello. E' disumano perché vuole sposare l'altra nonostante tutto, è disumano perché mi dice che per un po' di giorni sparisce (perché l'altra va a trovarlo dove studia) e quindi io devo stare alla larga, perché non prova sentimenti, non prova compassione né cerca di comprendere gli altri (nota bene, sta per diventare medico!). E' una persona viziata, annoiata e vuota.
Noi eravamo molto amici, ci raccontavamo ogni dettaglio della giornata, condividevamo tutto. Ora nel giro di poco si è raffreddato. Quello che voglio io non è una speranza di stare con lui, non voglio un uomo così. Voglio che esca dalla mia testa. Non mi capacito di come riesca a restare così attaccata ad un uomo che so razionalmente essere sbagliato. Da una parte mi manca, dall'altra mi voglio allontanare. La situazione è insostenibile e io non voglio stare più così. Sono al limite. Ora voglio che se ne vada dalla mia vita. Il problema è che non ne ho la forza, o non so per quale altro motivo non ci riesca.
Mi ripeto che devo amare me stessa, ma torno semrpe al punto di partenza! Mi dicono in molti che sono una masochista. Mi punisco sempre per tutto. Questa persona mi ha solo fatto del male perché io glielo ho lasciato fare. Non riesco più a vivere.
[#3]
Utente
Utente
Consideri che sono sempre stata una ragazza forte e grintosa. Una di quelle che tutti definivano "toste". Da quando questo essere è entrato nella mia esistenza tutto questo è finito. Ho perso la forza, la voglia di esistere, lo spirito per andare a vanti. Mi sono consumata. Mi terrorizza l'idea di stare così per tutta la vita perché ho solo 20 anni, non sopporto la prospettiva di solitudine fino alla morte.
[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara ragazza,

ci racconti di essere stata di fatto sedotta e abbandonata da un uomo più grande di te che, pur essendo già impegnato, ha profuso sforzi e impegno per riuscire a farti dire di sì e, ottenuto quel che voleva, si è dileguato.
Giustamente ci dici che ti sei illusa di voler stare con lui perchè ti andava e non perchè te ne eri innamorata, ma la realtà era evidentemente un'altra.

Di sicuro non ti aspettavi che lui ti usasse e gettasse via come ha fatto, altrimenti dubito che avresti ceduto alle sue avances, e adesso sei probabilmente molto arrabbiata con te stessa per averlo fatto e per aver subto anche tutti quegli altri comportamenti - che non specifichi meglio - da parte sua.

In questa situazione è comprensibile che tu non riesca a staccare dal pensiero di lui e di quello che è successo, e anche che tu stia agendo in reazione al rifiuto subìto con un meccanismo di identificazione con l'aggressore: stai rivolgendo contro di te la rabbia e ti stai punendo per non essere stata all'altezza di lui e quindi abbastanza bella/brava/intelligente/simpatica da non essere respinta e messa al secondo posto rispetto alla fidanzata ufficiale.
Questi sentimenti però non sono tuoi, anche se li stai facendo tuoi in maniera del tutto inconsapevole e involontaria (ti direi inconscia), ma appartengono a lui, o, meglio, fanno parte di ciò che tu gli attribuisci contestualmente alla decisione di allontanarsi da te e di svalorizzarti.

Se lui ha sortito questo effetto su di te non si può ignorare il quadro nel quale si è inserito, che ha reso possibile tutto ciò.
Sappiamo già che soffri di ansia e panico, ma ci puoi dire qual è stato il tuo rapporto con i ragazzi al di fuori dell'incontro con lui?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

mi sembra evidente la forte ambivalenza che esprime nei confronti di questa persona. Probabilmente stiamo parlando di un manipolatore con farti tratti narcisistici e completamente centrato su se stesso.

Faccia attenzione a non "sdoppiarsi", nel senso che se da un punto di vista razionale sa di dover prendere le distanze riuscendo a capire che non è la persona più adatta a lei, dal punto di vista affettivo ne è ancora attratta (invischiata).

Per questo motivo che sopra ho parlato di dipendenza affettiva. Deve cercare di comprendere per quale motivo e quali sono gli aspetti di questa persona che più la coinvolgono, affascinano e "intrigano".

[#6]
Utente
Utente
Prima di lui non ho avuto grandi esperienze sentimentali.
A 16 anni ho avuto un fidanzatino, una storia durata due anni alla quale io tenevo tantissimo, ma che è finita perché lui si è semplicemente stancato. E l'ho capito, succede, non tutto è per sempre. Ci sono stata male un po', ma ne sono uscita con tanta tenacia. Ho sempre avuto grandi difficoltà con i ragazzi, in senso sentimentale. Ho molti amici maschi, ma per loro posso essere solo una grande amica, quella della quale fidarsi, quella adorabile ma non bella, quella simpatica e comprensiva alla quale raccontare i propri problemi. Oltre a questo, niente. Lui è stato il primo a farmi sentire veramente "Donna" anche se poi questo mi ha lasciato un profondo senso di schifo per me stessa per aver fatto l'amante. Ho sempre cercato amore nella mia vita, il più delle volte sbagliando target.

Perdonatemi se non colgo con precisione le vostre parole: cosa vuol dire che mi identifico con lui? Assumo gli atteggiamenti che gli attribuisco? E perché succede?
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Utente
Utente
Senza dubbio si tratta di dipendenza affettiva, ma come se ne esce?
Credo che sia stato il suo vedermi come donna ad attrarmi, più che la sua persona. Il corteggiamento, il suo cercarmi, il suo aprirsi a me. La sua ironia. Allora mi rendo conto che se non colmo certi vuoti, non risolverò mai il mio problema, ma ci sarà sempre un aguzzino di turno, l'ossessione del momento. Come faccio però intanto a tirarmi fuori da qui? Mi sento nelle sabbie mobili. Eppure io sono sempre stata amata in famiglia, ho due fratelli molto più grandi e sono sempre stata coccolata come la piccola di casa, anche se il rapporto con mia madre è sempre stato difficile.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Intendo proprio questo: stai rivolgendo contro di te la rabbia perchè ti identifichi (inconsciamente) con lui e cioè con la parte forte e vincente di questa storia.
Si tratta di una dinamica che avviene a livello inconscio, studiata dalla psicoanalisi, che - in breve - ti porta a prendertela con te stessa invece che con lui.

Penso che essere caduta nella trappola tesa da un individuo simile rappresenti semplicemente una conseguenza delle difficoltà che riferisci di avere con i ragazzi, che meriterebbero un approfondimento al pari del disturbo d'ansia del quale soffri.
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Utente
Utente
Dr.ssa Massaro, mi piacerebbe leggere qualcosa in più su questo argomento, lei mi può consigliare qualche lettura o qualche sito per documentarmi?

Davvero la soluzione è così semplice? Ma allora perché non mi stacco da lui? Cosa tiene viva questa ambivalenza fra ricerca e odio? Il fatto stesso che mi identifico con lui? E perché mi identifico con lui, perché ne sento il bisogno inconsapevole?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
In che senso "la soluzione è semplice"?
La soluzione risiede in un processo e non in una sola risposta, nel lavorare sul problema con l'assistenza di uno psicologo e non in una sola mossa da compiere (dimenticarti di lui) quando non sei in grado di compierla per una serie di motivi legati presumibilmente alla tua storia personale.
Se riuscissi a metteci una pietra sopra il problema non esisterebbe nemmeno, non credi?

Per quanto riguarda la tua domanda su eventuali indicazioni bibliografiche documentarti non sarebbe sufficiente a risolvere il problema, perchè questo non dipende da una mancanza di informazioni, ma da una serie di elementi soprattutto emotivi che investono aspetti come l'immagine che hai di te e le modalità di relazione che hai instaurato nel tempo con gli altri.

Capisco che vorresti risolvere tutto da sola, e il fatto che non ti sei ancora attivata per curare l'ansia di cui soffri lo testimonia, ma leggere Freud per riuscire a sciogliere il legame con lui e il forte disagio che ti provoca sarebbe come dire che i tumori si curano leggendo testi di oncologia.
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