Disagio prestazionale in incremento
Ho quasi 60 anni e tutto sommato non posso definirmi insoddisfatto dell’aspetto sessuale della mia vita. Ho una visione libera della medesima e ho avuto sempre numerose donne, tutte storie vissute con intensità, anche a volte in contemporanea, ma senza ipocrisie.
C’è però un piccolo tarlo che mi rode e che a volte mi dà disagio: ho sempre sofferto di sindrome di ansia da prestazione, che mi ha ininterrottamente perseguitato ( dal primo tentato rapporto quando avevo 16 anni , fallito, fino ad ora). Ogni approccio nella mia storia è sempre stato un terno al lotto : 50 % di probabilità di successo immediato e 50% di coronamento solo dopo ripetuti, faticosi, estenuanti e non piacevoli tentativi, carezze, palpazioni ( anche dopo 1 o 2 ore!!). Senza contare anche una ( fortunatamente esigua) percentuale di insuccesso totale, ad onta di ogni sforzo!! .Io non ho mai conosciuto la gioia del desiderio infrenabile di un amplesso con una nuova conoscenza, ma solo patemi d’animo sull’eventuale esito. E non ho mai neanche capito perché con alcune il problema si manifestava, con altre no.
Va da sé che una volta riuscito a compiere l’atto, i problemi scompaiono all’istante, con performances assai soddisfacenti e con memoria del soggetto ( nel senso che con pratners riviste dopo diversi anni, il fenomeno non si manifesta comunque più).
Devo dire che solo una forza di volontà notevole, unita ai consigli e rassicuramenti di amici sinceri e maturi, mi ha consentito nella vita di non arrendermi, non cedere alla disperazione e perseverare, riuscendo quasi a….convivere col fenomeno. Aggiungo che ( non so perché) non ho mai consultato uno specialista in merito, e forse ho sbagliato.
Il matrimonio ( sono felicemente sposato da diversi anni, con 2 figli e, guarda caso con mia moglie non ho avuto ansia !) non ha modificato lo stato di cose, anzi, con l’avanzare dell’età credo il fenomeno si sia accentuato: se guardo donne procaci in immagini ( dal vero) , non manifesto alcuna erezione ( pur desiderandole immensamente ma con la sola mente), a meno trattarsi di scene di film hard, con atti sessuali ( come mi pare sia tipico di queste forme).
Una storia extramatrimoniale con una partner iniziata quattro anni fa e durata felicemente un paio d'anni , mi richiese un’intera notte (!) prima di poter giungere all’atto sessuale.
Ora vi domando: sono una persona malata o questo è un normale aspetto del mio carattere e devo vivere sereno così ? Esiste una terapia per questo stato , e forse ci avrei dovuto pensare prima? Mi devo rassegnare ormai a non vivere più nessuna storia nuova, accontentarmi di ciò che ho e contemplare il passato , o potrebbe esserci qualche rimedio? Grazie
C’è però un piccolo tarlo che mi rode e che a volte mi dà disagio: ho sempre sofferto di sindrome di ansia da prestazione, che mi ha ininterrottamente perseguitato ( dal primo tentato rapporto quando avevo 16 anni , fallito, fino ad ora). Ogni approccio nella mia storia è sempre stato un terno al lotto : 50 % di probabilità di successo immediato e 50% di coronamento solo dopo ripetuti, faticosi, estenuanti e non piacevoli tentativi, carezze, palpazioni ( anche dopo 1 o 2 ore!!). Senza contare anche una ( fortunatamente esigua) percentuale di insuccesso totale, ad onta di ogni sforzo!! .Io non ho mai conosciuto la gioia del desiderio infrenabile di un amplesso con una nuova conoscenza, ma solo patemi d’animo sull’eventuale esito. E non ho mai neanche capito perché con alcune il problema si manifestava, con altre no.
Va da sé che una volta riuscito a compiere l’atto, i problemi scompaiono all’istante, con performances assai soddisfacenti e con memoria del soggetto ( nel senso che con pratners riviste dopo diversi anni, il fenomeno non si manifesta comunque più).
Devo dire che solo una forza di volontà notevole, unita ai consigli e rassicuramenti di amici sinceri e maturi, mi ha consentito nella vita di non arrendermi, non cedere alla disperazione e perseverare, riuscendo quasi a….convivere col fenomeno. Aggiungo che ( non so perché) non ho mai consultato uno specialista in merito, e forse ho sbagliato.
Il matrimonio ( sono felicemente sposato da diversi anni, con 2 figli e, guarda caso con mia moglie non ho avuto ansia !) non ha modificato lo stato di cose, anzi, con l’avanzare dell’età credo il fenomeno si sia accentuato: se guardo donne procaci in immagini ( dal vero) , non manifesto alcuna erezione ( pur desiderandole immensamente ma con la sola mente), a meno trattarsi di scene di film hard, con atti sessuali ( come mi pare sia tipico di queste forme).
Una storia extramatrimoniale con una partner iniziata quattro anni fa e durata felicemente un paio d'anni , mi richiese un’intera notte (!) prima di poter giungere all’atto sessuale.
Ora vi domando: sono una persona malata o questo è un normale aspetto del mio carattere e devo vivere sereno così ? Esiste una terapia per questo stato , e forse ci avrei dovuto pensare prima? Mi devo rassegnare ormai a non vivere più nessuna storia nuova, accontentarmi di ciò che ho e contemplare il passato , o potrebbe esserci qualche rimedio? Grazie
[#1]
gentile Signore,
la sessualità, necessita di diagnosi cliniche e di terapie mirate.
L'ansia da prestazione in sè non significa molto, ma rappresenta un sintomo visibile di un disagio di fondo, che sia psichico, misto, organico, da cattivo apprendimento sessuale, ecc..
Le allego qualche lettura, per possibili approfondimenti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
la sessualità, necessita di diagnosi cliniche e di terapie mirate.
L'ansia da prestazione in sè non significa molto, ma rappresenta un sintomo visibile di un disagio di fondo, che sia psichico, misto, organico, da cattivo apprendimento sessuale, ecc..
Le allego qualche lettura, per possibili approfondimenti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html
https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/106-dipendenza-psicologica-dalla-terapia-orale-per-il-deficit-erettivo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Gentile Utente,
Lei scrive: "Io non ho mai conosciuto la gioia del desiderio infrenabile di un amplesso con una nuova conoscenza, ma solo patemi d’animo sull’eventuale esito. E non ho mai neanche capito perché con alcune il problema si manifestava, con altre no..."
E' molto probabile che la Sua attenzione fosse più sulla prestazione, cosa possibile per alcune persone, almeno la prima volta che si trovava con una donna.
Ed è anche sensato pensare che, subito dopo un successo, non ci fosse più ragione di temere un fallimento.
Ci sono persone che utilizzano di più alcune modalità (come ad es. la competizione) anche in circostanze in cui sarebbe sensato utilizzarne altre o comunque mescolarli per poter giocare. In questo caso sarebbe più utile utilizzare la sessualità come sistema interpersonale.
D'altra parte ci sono persone che utilizzano ad esempio l'accudimento, altra modalità fallimentare, perchè spegne del tutto la sessualità.
Se le cose stanno così, cioè se Lei utilizza la competizione (che si declina con eccessiva ansia da prestazione che rovina il momento), potrebbe affrontare la questione con uno psicologo psicoterapeuta.
Questo Le capita anche in altre aree della Sua vita?
Lei scrive: "Io non ho mai conosciuto la gioia del desiderio infrenabile di un amplesso con una nuova conoscenza, ma solo patemi d’animo sull’eventuale esito. E non ho mai neanche capito perché con alcune il problema si manifestava, con altre no..."
E' molto probabile che la Sua attenzione fosse più sulla prestazione, cosa possibile per alcune persone, almeno la prima volta che si trovava con una donna.
Ed è anche sensato pensare che, subito dopo un successo, non ci fosse più ragione di temere un fallimento.
Ci sono persone che utilizzano di più alcune modalità (come ad es. la competizione) anche in circostanze in cui sarebbe sensato utilizzarne altre o comunque mescolarli per poter giocare. In questo caso sarebbe più utile utilizzare la sessualità come sistema interpersonale.
D'altra parte ci sono persone che utilizzano ad esempio l'accudimento, altra modalità fallimentare, perchè spegne del tutto la sessualità.
Se le cose stanno così, cioè se Lei utilizza la competizione (che si declina con eccessiva ansia da prestazione che rovina il momento), potrebbe affrontare la questione con uno psicologo psicoterapeuta.
Questo Le capita anche in altre aree della Sua vita?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Gentile Utente,
come mai proprio ora ha deciso di chiedere un consulto in merito a queste sue difficoltà che comunque l'hanno accompagnata (nel bene e nel male) per gran parte della sua vita?
In un certo senso lei sembra averci finora convissuto con queste insicurezze.
come mai proprio ora ha deciso di chiedere un consulto in merito a queste sue difficoltà che comunque l'hanno accompagnata (nel bene e nel male) per gran parte della sua vita?
In un certo senso lei sembra averci finora convissuto con queste insicurezze.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 18/02/2013.
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