Ansia e attacchi di panico
Buongiorno,
su ansia e attacchi di panico a livello teorico sto imparando moltissimo, il problema è che soffro di questi disturbi da agosto e sono in cura dalla psicoterapeuta da 4 mesi.
ho lievi miglioramenti, ma ansia e panico mi perseguitano tutte le volte che debbo uscire con amici e fidanzato, mentre per andare a lavoro ancora no....
Il mio problema stando alle sedute, è che ho seria difficoltà a vivermi le situazioni a pieno a livello emozionale e sentimentale, paura assurda di soffrire per abbandono.
Spesso però alle mie reazioni non vedo il nesso con la causa, ma credo non siano cose spiegabili facilmente.
Vorrei trovare il modo di sbloccarmi, ma ogni volta che ho un attacco mi demoralizzo, e mi rassegno a questo ma non è vita.
Ho l'amore ho il lavoro ho la famiglia ho gli amici ho tutto perchè accade ciò?
Cosa posso fare per sconfiggere tutto questo? quanto durerà?
Grazie per la vostra attenzione
Saluti
Simona
su ansia e attacchi di panico a livello teorico sto imparando moltissimo, il problema è che soffro di questi disturbi da agosto e sono in cura dalla psicoterapeuta da 4 mesi.
ho lievi miglioramenti, ma ansia e panico mi perseguitano tutte le volte che debbo uscire con amici e fidanzato, mentre per andare a lavoro ancora no....
Il mio problema stando alle sedute, è che ho seria difficoltà a vivermi le situazioni a pieno a livello emozionale e sentimentale, paura assurda di soffrire per abbandono.
Spesso però alle mie reazioni non vedo il nesso con la causa, ma credo non siano cose spiegabili facilmente.
Vorrei trovare il modo di sbloccarmi, ma ogni volta che ho un attacco mi demoralizzo, e mi rassegno a questo ma non è vita.
Ho l'amore ho il lavoro ho la famiglia ho gli amici ho tutto perchè accade ciò?
Cosa posso fare per sconfiggere tutto questo? quanto durerà?
Grazie per la vostra attenzione
Saluti
Simona
[#1]
"Spesso però alle mie reazioni non vedo il nesso con la causa, ma credo non siano cose spiegabili facilmente."
Questo perchè è probabile che non ci sia alcun nesso!
Non è questa infatti la chiave del cambiamento per poter uscire dagli attacchi di panico.
Che tipo di lavoro psicologico sta facendo? Si tratta di una psicoterapia?
Questo perchè è probabile che non ci sia alcun nesso!
Non è questa infatti la chiave del cambiamento per poter uscire dagli attacchi di panico.
Che tipo di lavoro psicologico sta facendo? Si tratta di una psicoterapia?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Si psicoterapia, inizialmente erano sedute per conoscermi, ora sono sedute incentrate sulle mie emozioni, sulle mie reazioni agli eventi della mia vita attuale.
Prendo il lexotan quando proprio non riesco a reggere il peso dell'ansia, tanto da avere trenori, tachicardia e sensazioni di svenimento.
é che a volte sbagliando penso di non farcela, penso che non guarirò mai e che forse ho una malattia fisica.
Cerco di farmi forza tutti i giorni pensando che c'è gente che sta peggio di me ma...cavoli è difficile, in più in famiglia ho una situazione un pò difficile che cerco di evitare per non aumentare il mio stato di ansia.
Non so che fare, cosa potrebbe aiutarmi a superare? sono consapevole del mio problema e dei motivi ma non so cosa posso fare.
Prendo il lexotan quando proprio non riesco a reggere il peso dell'ansia, tanto da avere trenori, tachicardia e sensazioni di svenimento.
é che a volte sbagliando penso di non farcela, penso che non guarirò mai e che forse ho una malattia fisica.
Cerco di farmi forza tutti i giorni pensando che c'è gente che sta peggio di me ma...cavoli è difficile, in più in famiglia ho una situazione un pò difficile che cerco di evitare per non aumentare il mio stato di ansia.
Non so che fare, cosa potrebbe aiutarmi a superare? sono consapevole del mio problema e dei motivi ma non so cosa posso fare.
[#8]
Ex utente
Sta cercando di farmi capire che non debbo ricondurre tutto alla mia ansia...mi spiego meglio.
Se mi viene caldo lo associo all'ansia, se ho la nausea lo associo all'ansia, spesso accade che sono io a farmela venire.
Sta cercando di capire e di farmi capire cosa tengo per me, cosa nascondo, diciamo che insiste sulle mie emozioni mi chiede sempre cosa provo o cosa ho provato o come avrei realmente reagito, dice che dovrei seguire ciò che mi dice il cuore senza dover sempre ragionare su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato, che dovrei dare poca importanza al giudizio altrui
Se mi viene caldo lo associo all'ansia, se ho la nausea lo associo all'ansia, spesso accade che sono io a farmela venire.
Sta cercando di capire e di farmi capire cosa tengo per me, cosa nascondo, diciamo che insiste sulle mie emozioni mi chiede sempre cosa provo o cosa ho provato o come avrei realmente reagito, dice che dovrei seguire ciò che mi dice il cuore senza dover sempre ragionare su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato, che dovrei dare poca importanza al giudizio altrui
[#9]
La parte psicoeducativa è importante nella TCC e prevede la spiegazione del funzionamento dell'ansia.
Ma il Suo problema, se ho capito bene, è proprio una difficoltà a riconoscere e a modulare le emozioni, carenza frequentissima nelle persone che soffrono d'ansia.
Mi spiego meglio. Mediamente le persone non si accorgono di tutti i "rumori" del proprio corpo, ma la persona ansiosa sta in attento ascolto di ogni minimo cambiamento. Così facendo, dando attenzione, lo amplifica e attribuisce un determinato significato che può creare e alimentare il problema (ad es. avrò un tumore?).
Soprattutto il caldo, la tachicardia, la nausea sono tutti eventi che possono anche non avere nulla a che vedere con lo stato ansioso.
La TCC addestra il pz a distinguere bene tra sintomatologia ansiosa e altro.
Lo step successivo è il lavoro sulle credenze disfunzionali che mantengono il problema. Ad esempio, Lei scrive: "...dovrei dare poca importanza al giudizio altrui"
Il timore del giudizio altrui è un tema critico che va affrontato in terapia.
Che cosa accade se gli altri la giudicano?
Che cosa significa per Lei?
Ma il Suo problema, se ho capito bene, è proprio una difficoltà a riconoscere e a modulare le emozioni, carenza frequentissima nelle persone che soffrono d'ansia.
Mi spiego meglio. Mediamente le persone non si accorgono di tutti i "rumori" del proprio corpo, ma la persona ansiosa sta in attento ascolto di ogni minimo cambiamento. Così facendo, dando attenzione, lo amplifica e attribuisce un determinato significato che può creare e alimentare il problema (ad es. avrò un tumore?).
Soprattutto il caldo, la tachicardia, la nausea sono tutti eventi che possono anche non avere nulla a che vedere con lo stato ansioso.
La TCC addestra il pz a distinguere bene tra sintomatologia ansiosa e altro.
Lo step successivo è il lavoro sulle credenze disfunzionali che mantengono il problema. Ad esempio, Lei scrive: "...dovrei dare poca importanza al giudizio altrui"
Il timore del giudizio altrui è un tema critico che va affrontato in terapia.
Che cosa accade se gli altri la giudicano?
Che cosa significa per Lei?
[#11]
Bene, questa convinzione deve essere rivista in terapia, sia con una ristrutturazione cognitiva, sia con l'esposizione e con esperienze correttive: anche quando siamo giudicati, non esiste una causalità lineare con quanto Lei teme.
Un cordiale saluto,
Un cordiale saluto,
[#14]
Ex utente
Buongiorno Dr.ssa,
eccomi di nuovo qua.
ieri nella mia seduta settimanale ho chiesto che orientamento fosse la psicoterapia e non è cognitiva-comportamentale come le avevo detto, mi scusi per l'errore, è psicoterapia analitica.
Purtroppo la mia piscoterapeuta non mi dice cosa devo o cosa non devo fare quando sto male, anzi spesso mi dice che i miei sintomi fanno da muro al mio rapporto con lei...
a volte vorrei vedere un miglioramento per farmi forza, ma ciò non accade.
Stiamo andando in profonidità e devo dire che comincio a conoscermi, comincio a capire chi sono davvero, anche se sembra una frase fatta, è la realtà.
spero che questa conoscenza del mio Io mi aiuti anche a superare quei sintomi che ormai fanno parte di me.
So che ogni caso è a sè, ma non esistono tempistiche di guarigione? o tecniche alleviare i sintomi?
Grazie
Saluti
eccomi di nuovo qua.
ieri nella mia seduta settimanale ho chiesto che orientamento fosse la psicoterapia e non è cognitiva-comportamentale come le avevo detto, mi scusi per l'errore, è psicoterapia analitica.
Purtroppo la mia piscoterapeuta non mi dice cosa devo o cosa non devo fare quando sto male, anzi spesso mi dice che i miei sintomi fanno da muro al mio rapporto con lei...
a volte vorrei vedere un miglioramento per farmi forza, ma ciò non accade.
Stiamo andando in profonidità e devo dire che comincio a conoscermi, comincio a capire chi sono davvero, anche se sembra una frase fatta, è la realtà.
spero che questa conoscenza del mio Io mi aiuti anche a superare quei sintomi che ormai fanno parte di me.
So che ogni caso è a sè, ma non esistono tempistiche di guarigione? o tecniche alleviare i sintomi?
Grazie
Saluti
[#15]
La terapia analitica è completamente diversa dalla terapia cognitivo-comportamentale.
"Purtroppo la mia piscoterapeuta non mi dice cosa devo o cosa non devo fare quando sto male, anzi spesso mi dice che i miei sintomi fanno da muro al mio rapporto con lei..."
Il problema è che il lavoro sul sintomo, nei disturbi d'ansia, non serve perchè lo accentua. Bisogna lavorare su altro, occupandoci delle idee disfunzionali che stanno alla base del problema.
In genere, in una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, si dice esattamente al pz che cosa deve fare, sia prescrivendo dei compiti da eseguire tra una seduta e l'altra, sia prendendo nota e monitorando i cambiamenti.
La chiave del cambiamento in questo tipo di disturbi è la COMPRENSIONE + l'ESPOSIZIONE secondo la TCC.
Ci sono tempi di risoluzione del problema anche molto stretti con la TCC e ci sono tecniche per alleviare i sintomi che servono alla gestione e modulazione del sintomo.
Però di tutto ciò deve parlarne con la terapeuta.
E' anche vero che il modo di lavorare sullo stesso problema nele varie terapie è diverso e che ci sono approcci più indicati di altri.
Un cordiale saluto,
"Purtroppo la mia piscoterapeuta non mi dice cosa devo o cosa non devo fare quando sto male, anzi spesso mi dice che i miei sintomi fanno da muro al mio rapporto con lei..."
Il problema è che il lavoro sul sintomo, nei disturbi d'ansia, non serve perchè lo accentua. Bisogna lavorare su altro, occupandoci delle idee disfunzionali che stanno alla base del problema.
In genere, in una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, si dice esattamente al pz che cosa deve fare, sia prescrivendo dei compiti da eseguire tra una seduta e l'altra, sia prendendo nota e monitorando i cambiamenti.
La chiave del cambiamento in questo tipo di disturbi è la COMPRENSIONE + l'ESPOSIZIONE secondo la TCC.
Ci sono tempi di risoluzione del problema anche molto stretti con la TCC e ci sono tecniche per alleviare i sintomi che servono alla gestione e modulazione del sintomo.
Però di tutto ciò deve parlarne con la terapeuta.
E' anche vero che il modo di lavorare sullo stesso problema nele varie terapie è diverso e che ci sono approcci più indicati di altri.
Un cordiale saluto,
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 1.9k visite dal 12/02/2013.
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Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?