Accettare i propri limiti...
Cari psicologi/e, sono una studentessa di psicologia Clinica alla Magistrale. Nel 2009/2010 ho sofferto di attacchi di panico e ossessioni ipocondriache (che scatenavano gli AP sufddetti) e mi sono curata inizialmente con uno SSRI e poi l'anno successivo ho intrapreso una psicoterapia che sto continuando tutt'ora. La psicoterapia è di tipo psicodinamico e con la mia terapeuta ho instaurato una buona alleanza terapeutica e mi ha aiutato davvero tanto. CI sono stati momenti in cui avrei preferito, forse, un approccio più "strategico" (nei periodi ad esempio in cui i sintomi erano + forti), ma col tempo devo dire che credo di avere fatto la scelta giusta.
Adesso vengo al motivo del mio consulto: ora io sto "bene", lo metto tra virgolette xchè non sono totalmente asintomatica (il farmaco è stato tolto dopo 2 anni di trattamento dietro decisione dello psichiatra che mi seguiva x lo SSRI); non ho mai + avuto attacchi di panico, non ho + nemmeno ossessioni di tipo ipocondriaco. Però i pensieri ossessivi sono cambiati: di tanto in tanto, quando sono molto sotto stress (molto spesso visto che studio e lavoro e in famiglia ci sono tensioni dovuti alla malattia di mio nonno), mi tornano altri tipi di domande ossessive...del tipo: è possibile diventare lesbica da un momento all'altro? E se non amassi + il mio ragazzo? E se fossi ancora innamorata del mio ex? So che tutte queste domande sono solo stupide ossessioni e, in particolare, quella del "diventare lesbica da un momento all'altro" mi ricorda molto una modalità ipocondriaca, come se fosse un "sintomo" che dovesse venirmi da un momento all'altro (premetto che non ho assolutamente nulla contro l'omosessualità, solo che io non mi sento lesbica e voglio un uomo al mio fianco nella mia vita).
Insomma, so che ogni domanda che pongo attorno a questo tema (diventare lesbica) è una piccola compulsione e una richiesta di rassicurazione ma mi spaventa... mi spaventa anche se studio queste cose, le conosco e riconosco che sono infondate.
Ho paura che nascondano un disagio piu' grande: ossia l'avere paura di crescere (vivo ancora con i miei, xchè ho fatto due università e lavoro solo part-time), la paura che il mio ragazzo -che ha 3 anni meno di me- per certi aspetti non sia "adulto" come penso...eccetera..
La mia psicologa dice che io sto bene e che questi piccoli pensieri ossessivi fanno parte di me e che li so gestire.
Ora io chiedo a VOI: cosa ne pensate? Devo "accontentarmi" di saperli gestire o un approccio di tipo -ad esempio- Cogn. comportamentale potrebbe eradicarli completamente?
P.s. perchè nonostante io conosca i meccanismi ossessivi e sappia che non sono lesbica non ne sono convinta al 100%?
Grazie
Adesso vengo al motivo del mio consulto: ora io sto "bene", lo metto tra virgolette xchè non sono totalmente asintomatica (il farmaco è stato tolto dopo 2 anni di trattamento dietro decisione dello psichiatra che mi seguiva x lo SSRI); non ho mai + avuto attacchi di panico, non ho + nemmeno ossessioni di tipo ipocondriaco. Però i pensieri ossessivi sono cambiati: di tanto in tanto, quando sono molto sotto stress (molto spesso visto che studio e lavoro e in famiglia ci sono tensioni dovuti alla malattia di mio nonno), mi tornano altri tipi di domande ossessive...del tipo: è possibile diventare lesbica da un momento all'altro? E se non amassi + il mio ragazzo? E se fossi ancora innamorata del mio ex? So che tutte queste domande sono solo stupide ossessioni e, in particolare, quella del "diventare lesbica da un momento all'altro" mi ricorda molto una modalità ipocondriaca, come se fosse un "sintomo" che dovesse venirmi da un momento all'altro (premetto che non ho assolutamente nulla contro l'omosessualità, solo che io non mi sento lesbica e voglio un uomo al mio fianco nella mia vita).
Insomma, so che ogni domanda che pongo attorno a questo tema (diventare lesbica) è una piccola compulsione e una richiesta di rassicurazione ma mi spaventa... mi spaventa anche se studio queste cose, le conosco e riconosco che sono infondate.
Ho paura che nascondano un disagio piu' grande: ossia l'avere paura di crescere (vivo ancora con i miei, xchè ho fatto due università e lavoro solo part-time), la paura che il mio ragazzo -che ha 3 anni meno di me- per certi aspetti non sia "adulto" come penso...eccetera..
La mia psicologa dice che io sto bene e che questi piccoli pensieri ossessivi fanno parte di me e che li so gestire.
Ora io chiedo a VOI: cosa ne pensate? Devo "accontentarmi" di saperli gestire o un approccio di tipo -ad esempio- Cogn. comportamentale potrebbe eradicarli completamente?
P.s. perchè nonostante io conosca i meccanismi ossessivi e sappia che non sono lesbica non ne sono convinta al 100%?
Grazie
[#1]
...mi tornano altri tipi di domande ossessive..
gentile ragazza è probabile che ci sia la necessità di modificare anocra l'elaborazione cognitiva di certi pensieri, ma questo può farlo con orientamenti alternativi a quelli che sta utilizzando
se prova disagio è certo che non deve accontentarsi
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2831-i-segreti-della-mente-non-ansiosa.html
saluti
gentile ragazza è probabile che ci sia la necessità di modificare anocra l'elaborazione cognitiva di certi pensieri, ma questo può farlo con orientamenti alternativi a quelli che sta utilizzando
se prova disagio è certo che non deve accontentarsi
le consiglio questa lettura
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2831-i-segreti-della-mente-non-ansiosa.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Dal suo link: "se facessi del male a qualcuno? Se tradissi… Se cambiassi orientamento sessuale… Se abbandonassi la mia famiglia… ecc. compare nella mente di chiunque, ma c’è chi si lascia travolgere dall’idea che questi pensieri non debbano esserci, nella convinzione che ne sia unico portatore e c’è chi, semplicemente, mette in atto delle semplicissime strategie in grado di lasciarli passare davanti agli occhi come un treno in corsa che fa la sua comparsa molto raramente, facendo si che la loro carica emotiva negativa si disperda e passi velocemente" ---> mi rendo conto che è il mio "giudizio" su quei pensieri che li fa permanere, che è la mia paura che li fa tornare.
Credo che 4 anni di psicoterapia mi siano stati di grandissimo aiuto per tante cose, sono cresciuta e maturata ma so che ho ancora dei limiti (da qui il titolo del consulto) nell'accettare determinate cose di me/della mia famiglia/del mio ragazzo/ecc... e che questa mia voglia di perfezione è patogena :)
Nonostante io comprenda e abbia analizzato e sviscerato in terapia, davvero, in lungo e in largo tutto questo, pensavo sarebbe bastato a farmi passare ogni tipo di pensiero ossessivo. La maggior parte dei giorni sto bene e non li ho (e anche quando li avevo, ho sempre fatto la mia vita normalmente e non mi hanno mai impedito di fare le mie cose)... ma quando tornano "rompono" le scatole, non solo x i contenuti, ma x il fatto che mi fanno sentire "irrisolta"....
Lei mi suggerisce una psicoterapia di orientamento strategico?
Grazie
Credo che 4 anni di psicoterapia mi siano stati di grandissimo aiuto per tante cose, sono cresciuta e maturata ma so che ho ancora dei limiti (da qui il titolo del consulto) nell'accettare determinate cose di me/della mia famiglia/del mio ragazzo/ecc... e che questa mia voglia di perfezione è patogena :)
Nonostante io comprenda e abbia analizzato e sviscerato in terapia, davvero, in lungo e in largo tutto questo, pensavo sarebbe bastato a farmi passare ogni tipo di pensiero ossessivo. La maggior parte dei giorni sto bene e non li ho (e anche quando li avevo, ho sempre fatto la mia vita normalmente e non mi hanno mai impedito di fare le mie cose)... ma quando tornano "rompono" le scatole, non solo x i contenuti, ma x il fatto che mi fanno sentire "irrisolta"....
Lei mi suggerisce una psicoterapia di orientamento strategico?
Grazie
[#3]
il lavoro di ricerca sul significato profondo dei distrubi ossessivi può determinare un incremento degli stessi nel momento in cui le stesse interpretazioni possono diventare parte integrante delle rimuginazioni.
Startegica, comportamentale, cognitiva, costruttivista ( tutte quelle che rimodellano l'elaborazione cognitiva del problema) sono indicate, ma non quelle che ne cercano i presupposti inconsci e passati.
saluti
Startegica, comportamentale, cognitiva, costruttivista ( tutte quelle che rimodellano l'elaborazione cognitiva del problema) sono indicate, ma non quelle che ne cercano i presupposti inconsci e passati.
saluti
[#5]
Gentile Utente,
la sua perplessità di seguire o meno un'altro approccio mette in evidenza in lei una necessità di avere delle indicazioni più specifiche o un percorso più direttivo rispetto al modo con il quale gestire i suoi pensieri. Questa potrebbe essere considerata una resistenza rispetto a quello che sta succedendo in terapia.
Se lei non si sente soddisfatta dovrebbe rivolgere questi dubbi al suo psicoterapeuta, in modo tale da poter cambiare o modificare gli obiettivi della psicoterapia stessa.
la sua perplessità di seguire o meno un'altro approccio mette in evidenza in lei una necessità di avere delle indicazioni più specifiche o un percorso più direttivo rispetto al modo con il quale gestire i suoi pensieri. Questa potrebbe essere considerata una resistenza rispetto a quello che sta succedendo in terapia.
Se lei non si sente soddisfatta dovrebbe rivolgere questi dubbi al suo psicoterapeuta, in modo tale da poter cambiare o modificare gli obiettivi della psicoterapia stessa.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.2k visite dal 11/02/2013.
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