Gelosia in psicologia

Buongiorno, mi accorgo di avere un atteggiamento possessivo e geloso nei confronti del mio partner. Nonostante egli tenti sempre di rassicurarmi e di farmi capire che di lui posso fidarmi io sto sempre male ogni qualvolta che esce per conto suo con gli amici, anche se questo succede poco. Tendo a controllare ogni sua mossa, soprattutto azioni al telefonino e al computer. Una cara amica mi dice che sbaglio, che così è peggio perchè lo indurrei solo a tradire, che dovrei fare come lei che lascia che il suo compagno stia ore ed ore al computer. Il Suo compagno qualche giorno fa mi ha chiesto di tradurle un messaggio in lingua inglese scritto da una figura femminile con cui gioca online. Questo episodio ha confuso la mia mente ulteriormente, perchè colpevolizzandomi per non essere meno soffocante come la mia amica, mi ero convinta che il mio atteggiamento fosse sbagliato, e che forse avrei dovuto adottare la sua modalità,ma vedere che comunque il suo atteggiamento democratico ha prodotto ugualmente da parte del compagno una modalità che rasenta il tradimento virtuale, mi fa pensare che non è così vero che alla base della gelosia c'è un problema psicologico personale... qualsiasi cosa uno faccia potrebbe essere tradito ugualmente, questo mi fa stare peggio e a volte mi vien voglia di rinunciare al mio rapporto, perchè sono troppo gelosa ed il dubbio mi fa vivere male.
Spero di ricevere un vostro consiglio, prima che la mia relazione si areni definitivamente.
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> questo mi fa stare peggio e a volte mi vien voglia di rinunciare al mio rapporto, perchè sono troppo gelosa ed il dubbio mi fa vivere male
>>>

Qualcuno in effetti ha detto: se non sei forte abbastanza, lascia stare l'amore.

>>> vedere che comunque il suo atteggiamento democratico ha prodotto ugualmente da parte del compagno una modalità che rasenta il tradimento virtuale, mi fa pensare che non è così vero che alla base della gelosia c'è un problema psicologico personale... qualsiasi cosa uno faccia potrebbe essere tradito ugualmente
>>>

La produzione del tradimento virtuale sta innanzitutto nella misura in cui *lei* lo percepisce come tale. Alla base della gelosia patologica c'è sempre un problema personale, almeno finché non ci sono prove concrete del tradimento.

>>> qualsiasi cosa uno faccia potrebbe essere tradito ugualmente
>>>

Esatto, è proprio così. Vale per tutti, mica solo per lei.

Questo sposta la questione sul piano della fiducia e della capacità di concederla agli altri (e prima ancora a se stessi).

Ma l'amara ironia è proprio, come le ha detto la sua amica, che più uno è geloso, più rischia di diventare asfissiante e quindi di spingere l'altro fra le braccia di un'altra persona.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Grazie, mi sono piaciute le sue risposte "sintetiche". Grazie davvero...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Alle indicazioni del Collega , le allego un articolo sull' argomento


https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1894-gelosia-sana-o-patologica.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
La ringrazio per il suo articolo.
Questa frase che leggo:

Il sentimento, che sta alla base della gelosia è sicuramente un bisogno di esclusività ed unicità, un bisogno imperante di essere il fulcro della vita del partner.

potrebbe trovare riscontro nell'atteggiamento di una bambina che a 2 anni e mezzo, ha avuto una sorellina e vive un sentimento complicato nei confronti della sua mamma?

GRazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Signora,

ogni storia ha caratteristiche diverse dalle altre e noi non sappiamo quale sia la sua esperienza di vita, ma tenga presente che la gelosia/possessività può avere diverse cause: può nascere dall'insicurezza, dal senso di inferiorità che si vive rispetto agli altri individui del proprio sesso, dalla necessità ossessiva di controllare tutto e tutti, ma anche da vicende personali irrisolte nonostante l'età e la distanza temporale dal momento del loro avvenimento.

L'esempio che lei ci sottopone fa parte di queste possibili vicende: sentirsi messi da parte a causa della nascita di un fratellino può rappresentare una fonte di futura infelicità e di incapacità di vivere le relazioni significative senza il timore di perdere il partner come si ha "perso" la mamma molti anni prima, a causa cioè dell'arrivo di una terza persona che ne monopolizzi le attenzioni.

E' quello che è successo a lei?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Sicuramente all'età di 2anni e mezzo quando è nata mia sorella, qualcosa si è sconvolto nel mio essere, poichè alla sua nascita ho manifestato a volte disinteresse totale, a volte forte insofferenza quando appena nata piangeva, e forti febbri quando era il momento per me di andare alla scuola materna (luogo che ho frequentato 2 volte in croce)
Nel tempo ho sempre trovato che mia madre non facesse differenze tra noi, invece a me sarebbe piaciuto avere il ruolo di "sorella maggiore", tant'è che con il passare degli anni i ruoli si sono invertiti ed ho sempre "usato" mia sorella, che involontariamente ha accettato l'investimento, come sorella maggiore, della serie: "mando avanti lei...".

A livello delle relazioni con l'altro sesso, sono stata gelosa solo dei ragazzi con la quale c'era una forte attrazione sessuale.
Le relazioni in cui questa componente era inesistente, c'era un "collante" di affetto e condivisione d'interessi e la gelosia era completamente assente.

In generale, "l'altra" chiunque essa sia, amica, sconosciuta, per la strada, nel tal locale e in ogni dove, incarna la mia paura che questa possa piacere dippiù di quanto non piaccia io al mio ragazzo, e paradossalmente anzichè vedere queste donne come delle "nemiche" o "concorrenti" finisco per trovarle interessanti e piacevoli, laddove magari il mio fidanzato non le guarderebbe nemmeno perchè non rappresentano il suo tipo....

un caso da manuale!!!



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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
L'attrazione sessuale è la motivazione per "marcare il territorio", un pò come fanno gli animali con il loro ambiente ed i loro simili.

Da quì, cara Signora, è impossibile comprendere le cause, solo uno psicologo di persona potrebbe aiutarla a conoscersi meglio ed amodulare questa gelosia \possessività.

A piccole dosi e quando non compromette i legami, è un valore aggiunto all'amore
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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
La sua defiizione "marcare il torritorio" mi apre la mente....
Lo so che l'ideale sarebbe un lavoro con uno psicologo, spero di avere le possibilità economiche al più presto.
grazie
[#9]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Sono contenta che la mia frase, le abbia aperto la mente....

se desidera, gli psicologi, può trovarli anche in convenzione.

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> un caso da manuale!!!
>>>

Gelosia significa spesso egocentrismo, quindi se vuole smettere di essere gelosa, dovrebbe iniziare con lo smettere di sentirsi troppo "speciale". So che sentirselo dire la farà arrabbiare, e in tal caso vorrebbe dire che forse è proprio così.

Indipendentemente dalle "cause" che possono aver provocato la gelosia, se ne può uscire concentrandosi unicamente sul funzionamento del problema al momento presente. Approcci psicoterapeutici diversi hanno ovviamente opinioni diverse. Da un punto di vista breve strategico, ad esempio, non serve a niente capire "perché" si è in un certo modo, mentre ha molto senso lavorare per spostarsi da dove si è a dove si vorrebbe essere.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Forse è rimasta segnata per tutto questo tempo da quelle prime esperienze, forse - dal punto di vista psicoanalitico - c'entra anche il suo complesso edipico, visto che la gelosia si attiva solo quando un partner è per lei attraente dal punto di vista sessuale e lì compare l'Altra, ricca di qualità che anche a lei piacerebbe avere tanto da esserne affascinata.
[#12]
Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
E' vero ciò che dice il dott.Santonocito. Per tutta una vita ho cercato di capire "l'origine"di queste problematiche, dicendo a me stessa che solo dopo aver capito il perchè di certi miei comportamenti, sarei riuscita a risolverli. Oggi mi rendo conto che sprecare energie nel cercare di capire il perchè non serve, comunque non potrei tornare indietro nel tempo e "aggiustare" ciò che si è rotto o è andato storto, meglio concentrarsi su quello che posso fare oggi.

E' anche vero che per tutta una vita ho sempre cercato di voler essere "speciale", come? cercando di fare cose per essere completamente diversa da chiunque. Ho intrapreso esperienze che mi distinguessero dalla maggior parte delle donne comuni (cantando in una band di musica rock, facendo sport da combattimento etc...) e mi dava fastidio quando mia sorella imitava il mio essere, quindi la torturavo con il discorso di cercare di non copiare me, ma di essere se stessa e trovare una sua via (durante l'adolescenza).
Fino ai due anni e mezzo di vita non v'è dubbio che sia stata al centro dell'attenzione dei miei genitori (prima figlia, nata con 2,3 kg di peso, con problematiche di alimentazione neonatale, in un momento di forte povertà e sacrificio della mia famiglia, con forti afflizioni da parte di mia madre per tutte queste problematiche, due anni e mezzo dopo nasce appunto mia sorella,è chiaro che io finisco di essere al centro dell'attenzione di genitori, parenti ed amici che fino a quel momento mi avevano davvero coperto di attenzioni persino i vicini di casa. (in un vecchio stabile abitato da persone anziane, nel 1968 fui una delle prime bambine a nascere...).

Per quanto dice la dottoressa Massaro sul discorso del potenziale problema edipico...non saprei... certo è da appena nata ero molto legata a mio padre ed una delle prime parole pronunciate è stata una versione diminutiva del nome di mio padre, non la parola "Papà" (fatalmente mia madre mi ha dato il nome del papà ed ha poi unito anche il suo, quindi mi chiamo come loro due).
In ogni caso la mamma, che è morta 6 anni fa all'improvviso a 67 anni, è sempre stata un donna forte, intelligente e volonterosa di migliorare la sua condizione di povera emigrata al nord, ed oggi che non c'è più è rimpianta persino dalla gente che la conosceva di vista nella via dove aveva il suo negozio.... quindi forse un personaggio "difficile" da imitare, una concorrente impossibile da raggiungere... no?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Capire la causa di quello che si vive e che si sente è importante - anche se non per tutte le scuole di pensiero - ma non è sufficiente a consentire un cambiamento.

Anche se lei avesse chiaro di aver sempre sofferto per una certa competizione sia con sua madre, donna inarrivabile, sia con sua sorella, che le ha "scippato" le attenzioni degli adulti e che nel volerla imitare rischiava di superarla e le impediva di sentirsi speciale, il suo problema attuale non si risolverebbe solo per questo.