Ansia e dipendenza

Salve, vi scrivo perchè mi rendo conto che sto di nuovo toccando il fondo. Ho una nuova relazione da pochi mesi, dopo la rottura (estremamente brusca) di una precedente relazione durata due anni. Dopo un periodo iniziale di euforia e felicità mi rendo conto di stare ricascando nelle stesse dinamiche "Dipendenti". Cado in uno stato di ansia quasi incontrollabile se non si fa sentire per ore e non so dov'è, cosa sta facendo. Noto ogni minimo segnale di cambiamento e lo interpreto in modo negativo. Cerco di controllarmi, mi dico che è tutto nella mia testa e dipende solo da me se sto così, ma non basta.
Mi rendo conto, forse a causa della turbolenta relazione precedente, che ho PAURA. Non riesco ad arrabbiarmi neppure quando dovrei, perchè temo le conseguenze che potrebbe avere (la persona con cui stavo prima era estremamente aggressiva e controllante). Così "ingoio" tutta la rabbia, si trasforma inevitabilmente in un'ansia che non so gestire.
Il resto della mia vita non va neppure tanto meglio..sto quasi per finire il mio iter di studi ma non ho alcuna motivazione a proseguire, e studiare sta diventando insostenibile. Sono apatica per la maggior parte dei giorni, mi sento stanca, triste e demotivata.
Il mio errore è poi concentrare tutte le mie energie positive nelle relazioni che vivo, e questo inevitabilmente mi lascia delusa quando, dopo aver dato il 110%, non ricevo lo stesso in cambio.
So di estremizzare molto a volte, ed è anche questo che mi spaventa. A volte ho la sensazione di non sapere più cos'è vero nella realtà e cosa lo è solo nella mia testa..generandomi un'immensa confusione mentale da cui non riesco ad uscire. Cominciano quindi i pianti, la disperazione, e l'ansia che mi divora.
Vorrei cercare aiuto ma nella mia zona non c'è molto, non saprei a chi rivolgermi!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Il mio errore è poi concentrare tutte le mie energie positive nelle relazioni che vivo, e questo inevitabilmente mi lascia delusa quando, dopo aver dato il 110%, non ricevo lo stesso in cambio. "

Gentile utente,

Lei è molto abile a vedere che cosa Le sta succedendo.
E questo è già un passo molto importante.
Ma è fondamentale a questo punto generare un cambiamento nel Suo modo di guardare il mondo, se stessa e le relazioni e soprattutto ad essere meno "dipendente". Cioè ad essere se stessa senza il timore di deludere o di essere abbandonata se esprime le Sue emozioni con garbo e sincerità.

Inoltre, prima di buttarsi a capofitto e dare il 100% in una relazione che inevitabilmente La svuoterà o La farà sentire così, è importante imparare a capire a chi dare e quanto.

Tutto ciò, però, è un lavoro da psicoterapia.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile utente,
da un'occhiata alla sua precedente richiesta di consulto mi pare di capire che ci siano diversi aspetti, nell'ambito delle relazioni con l'altro, che meriterebbero un approfondimento, che per forza di cose non può essere espletato in questa sede. Da ciò che scrive noto uno sbilanciamento nelle relazioni, dove, su un piatto c'è il 110% che lei da, sia in termini di affetto sia in termini di attenzioni pressanti, sull'altro c'è un ritorno non altrettanto forte, e non c'è neanche un'aspettativa di essere contraccambiata. Quando ci si sente poco meritevoli di affetto, spesso si cerca di essere esattamente come l'altro vorrebbe (non mi arrabbio etc) ma in questo modo si finisce con l'essere poco autentici, così anche l'amore che ci ritorna non ci soddisfa, perchè quell'amore è diretto all'immagine che di noi stessi abbiamo dato, ma che non è quella vera e autentica.

Cerchi un professionista a cui rivolgersi, sono certa che in città ci sono molti validi colleghi. Saluti

Dr.ssa Valentina Bovio - Psicologa Psicoterapeuta

[#3]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Cara ragazza,

le paure e i timori in una relazione sono all'ordine del giorno. Nessuno può dirci cosa accadrà domani e come comportarci, ma sta a noi cercare di vivere al meglio i rapporti con gli altri. Se ciò non accade è probabile che ci sia qualche fattore nella sua vita che momentaneamente sta contrastando con il suo quotidiano.
Lei racconta molti eventi a contenuto stressante, anche dallo scorso consulto, ma sarebbe utile analizzarli tutti e collegarli a pensieri ed emozioni che ne fuoriescono.

Quando i pensieri sono troppo "affollati", un modo di reagire è la rabbia appunto. Non si riesce a contrastare i pensieri negativi, il fattore stress è a livelli alti, non si sa come reagire e dunque compare la rabbia. Ma che farne di questa rabbia?
Lei ha trovato un modo per gestirla, ovvero introiettarla sotto forma di ansia, ma esistono molti altri metodi più costruttivi.

Il mio consiglio è di farsi guidare da uno psicologo della sua città, il quale saprà guidarla in questo cammino.

Un caro abbraccio

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#4]
Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
"Così "ingoio" tutta la rabbia, si trasforma
inevitabilmente in un'ansia che non so gestire."

Carissima,
come lei ha ben sperimentato, l'ansia in realtà tende a presentarsi per comunicarci un vissuto di rabbia inespressa, e talvolta, non riconosciuta. Ciò genera nella persona un'intensa sensazione di impotenza,trovandosi a vivere come divisa in due.
Infatti da un lato è presente un forte desiderio di reagire alle situazioni, di ribellarsi alle stesse e dall'altro una forte paura,una sensazione di inadeguatezza ed incapacità rispetto alle stesse.
Per affrontare fino in fondo tale dinamica, scaturente probabilmente dalla sua modalità di entrare in relazione con l'altro, dovrebbe intraprendere un percorso di psicoterapia,l'unico in grado di affrontare fino in fondo queste tematiche.
Salutandola caramente,le faccio tanti sinceri auguri,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it

Dr.ssa serena rizzo

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