Modo sbagliato di vedere le cose?
Buonasera,
sono una ragazza di 21 anni, frequento l'università.
Volevo sapere, come si fa ad accettare il mondo in cui si vive?in generale... Ultimamente mi rendo sempre più conto di essere diventata insofferente verso quelle che considero situazioni ingiuste o sbagliate, ma purtroppo senza poter far niente per cambiare le cose, e sentendomi ancora peggio perché impotente.
Mi sono stufata di vivere in una società dove tutto va male, dove vanno avanti solo i raccomandati e dove non vengono riconosciuti gli sforzi delle persone che davvero lavorano e tengono a quello che fanno, dove appena qualcuno ottiene un pizzico di autorità si pone al centro del mondo e cerca sempre e solo di mettere in cattiva luce gli altri.
Ma soprattutto mi sono stufata di sentirmi dire "questo è quanto, non ci si può fare niente", non è vero, si può sempre fare qualcosa, perché tutti fanno finta di accettare queste situazioni e non si ribella mai nessuno? Perché lasciamo sempre che valga la legge del più forte, dove chi è più furbo ottiene risultati e chi se lo merita no?
Io non sopporto di trovarmi in questo sistema di cose, io vorrei cambiare tutto questo ma mi trovo da sola contro un muro di ignoranza.
Non sto più bene, non mi sento motivata a studiare, a fare qualsiasi cosa, perché tanto ci sarà sempre qualcuno che si troverà meglio di me, per il semplice fatto di essere bravo a fare quelle quattro moine alle persone giuste. Inoltre, perché a queste persone piace essere adulate anche quando le si prende palesemente in giro?che razza di persone piccole e deboli possono essere? e se sono così, come hanno fatto a diventare così importanti e influenti?
Vorrei trovare il modo di imparare a convivere con tutto questo ma mi rendo conto che sarebbe andare contro tutti i valori in cui ho sempre creduto e che ritengo così importanti, come posso continuare a essere coerente con me e stessa e allo stesso tempo sentirmi meno male per tutto quello che mi succede intorno?
Non so se sono stata chiara o troppo superficiale ma dovendo descrivere davvero nei dettagli tutto quello che sento i caratteri disponibili non mi sarebbero bastati.
Ringrazio anticipatamente per qualsiasi consiglio.
sono una ragazza di 21 anni, frequento l'università.
Volevo sapere, come si fa ad accettare il mondo in cui si vive?in generale... Ultimamente mi rendo sempre più conto di essere diventata insofferente verso quelle che considero situazioni ingiuste o sbagliate, ma purtroppo senza poter far niente per cambiare le cose, e sentendomi ancora peggio perché impotente.
Mi sono stufata di vivere in una società dove tutto va male, dove vanno avanti solo i raccomandati e dove non vengono riconosciuti gli sforzi delle persone che davvero lavorano e tengono a quello che fanno, dove appena qualcuno ottiene un pizzico di autorità si pone al centro del mondo e cerca sempre e solo di mettere in cattiva luce gli altri.
Ma soprattutto mi sono stufata di sentirmi dire "questo è quanto, non ci si può fare niente", non è vero, si può sempre fare qualcosa, perché tutti fanno finta di accettare queste situazioni e non si ribella mai nessuno? Perché lasciamo sempre che valga la legge del più forte, dove chi è più furbo ottiene risultati e chi se lo merita no?
Io non sopporto di trovarmi in questo sistema di cose, io vorrei cambiare tutto questo ma mi trovo da sola contro un muro di ignoranza.
Non sto più bene, non mi sento motivata a studiare, a fare qualsiasi cosa, perché tanto ci sarà sempre qualcuno che si troverà meglio di me, per il semplice fatto di essere bravo a fare quelle quattro moine alle persone giuste. Inoltre, perché a queste persone piace essere adulate anche quando le si prende palesemente in giro?che razza di persone piccole e deboli possono essere? e se sono così, come hanno fatto a diventare così importanti e influenti?
Vorrei trovare il modo di imparare a convivere con tutto questo ma mi rendo conto che sarebbe andare contro tutti i valori in cui ho sempre creduto e che ritengo così importanti, come posso continuare a essere coerente con me e stessa e allo stesso tempo sentirmi meno male per tutto quello che mi succede intorno?
Non so se sono stata chiara o troppo superficiale ma dovendo descrivere davvero nei dettagli tutto quello che sento i caratteri disponibili non mi sarebbero bastati.
Ringrazio anticipatamente per qualsiasi consiglio.
[#1]
Gentile ragazza,
Lei ha ragione! Tutti vorrebbero un mondo migliore. E a proprio modo ciascuno e' convinto di agire in questo modo.
Ci sono dei modi di mettere in atto questo desiderio: nel volontariato, nell'associazionismo.
E' una palestra importante per entrare nei processi che determinano i cambiamenti sociali.
Non ci dice che studi fa.
Studiare e' gia' un modo per migliorare la societa'. Molti mali dervano dall'ignoranza.
E poi dare il buon esempio.
Mi fa venire in mente un detto: se ognuno si proponesse di migliorare se stesso il mondo migliorerebbe!
I migliori salut
Lei ha ragione! Tutti vorrebbero un mondo migliore. E a proprio modo ciascuno e' convinto di agire in questo modo.
Ci sono dei modi di mettere in atto questo desiderio: nel volontariato, nell'associazionismo.
E' una palestra importante per entrare nei processi che determinano i cambiamenti sociali.
Non ci dice che studi fa.
Studiare e' gia' un modo per migliorare la societa'. Molti mali dervano dall'ignoranza.
E poi dare il buon esempio.
Mi fa venire in mente un detto: se ognuno si proponesse di migliorare se stesso il mondo migliorerebbe!
I migliori salut
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Cara ragazza,
non lasciare che questa visione pessimistica del mondo condizioni il tuo modo di vedere le cose per quello che sono realmente. La vita non è assolutamente così stereotipata come la descrivi.
E' come se tu dicessi: "E' colpa della crisi". Un ottimo modo per giustificare il senso di insoddisfazione e lasciare le cose come sono, senza provare a cambiarle.
Attualmente stai attraversando un periodo particolarmente difficile?
non lasciare che questa visione pessimistica del mondo condizioni il tuo modo di vedere le cose per quello che sono realmente. La vita non è assolutamente così stereotipata come la descrivi.
E' come se tu dicessi: "E' colpa della crisi". Un ottimo modo per giustificare il senso di insoddisfazione e lasciare le cose come sono, senza provare a cambiarle.
Attualmente stai attraversando un periodo particolarmente difficile?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#3]
Utente
Grazie per le vostre opinioni e consigli,
per rispondere alla dottoressa, studio scienze infermieristiche, quindi nel mio piccolo cerco anche di migliorare quello che mi sta intorno, e può immaginare la mia delusione nello scoprire che la meritocrazia non esiste nemmeno in ambito sanitario, dove le conoscenze e le competenze sono così importanti.
Per il dottore: non volevo generalizzare, so bene che il mondo non è tutto così, il fatto è che vorrei qualche prova che esistono ambienti lavorativi sani, dove si può realmente dimostrare quanto si vale. Posso dire di stare attraversando un periodo difficile ma quando questo dura da più di due anni si può ancora definire periodo?ormai sta diventando la mia realtà quotidiana, e vorrei davvero trovare il modo di uscirne, di migliorarmi, ma sembra un circolo vizioso in cui più cerco di distaccarmi più sono trascinata all'interno.
per rispondere alla dottoressa, studio scienze infermieristiche, quindi nel mio piccolo cerco anche di migliorare quello che mi sta intorno, e può immaginare la mia delusione nello scoprire che la meritocrazia non esiste nemmeno in ambito sanitario, dove le conoscenze e le competenze sono così importanti.
Per il dottore: non volevo generalizzare, so bene che il mondo non è tutto così, il fatto è che vorrei qualche prova che esistono ambienti lavorativi sani, dove si può realmente dimostrare quanto si vale. Posso dire di stare attraversando un periodo difficile ma quando questo dura da più di due anni si può ancora definire periodo?ormai sta diventando la mia realtà quotidiana, e vorrei davvero trovare il modo di uscirne, di migliorarmi, ma sembra un circolo vizioso in cui più cerco di distaccarmi più sono trascinata all'interno.
[#5]
Utente
Gentile dottore,
non sono sicura nemmeno io riguardo a quello che è successo, non c'è stato un momento preciso in cui sono cambiate le cose, so solo che molto gradualmente ho cominciato ad avere una visione sempre peggiore del mondo che mi circonda, alimentata dal fatto che ho conosciuto davvero poche persone vere, e tutte quelle che si dichiaravano amici poi sono spariti quando non potevano trarre più vantaggi dal rapporto.
Adesso all'università ho trovato persone "migliori", con cui condivido valori e interessi, e dal punto di vista delle amicizie sono contenta, anche se tornata a casa non riesco mai a scacciare completamente quella sensazione di essere sola.
Per quanto riguarda gli aspetti della mia vita che vorrei migliorare, sento spesso di volere un cambiamento radicale, altre volte vorrei solo riuscire ad adattarmi meglio al mondo in cui vivo, vorrei avvicinarmi di più all'ideale che ho di come dovrei essere, ma ogni volta che faccio qualche progresso sento sempre che tanto è inutile perché la mia vita non cambierà mai.
Non mi sento depressa, semplicemente stanca di essere così e di non riuscire mai a farmi comprendere dagli altri.
Mi piacerebbe a volte trovare qualcuno che mi dica esattamente cosa fare per sentirmi meglio, come d'altronde penso capiti a tutti, molto probabilmente la mia è solo la ricerca di un'idea di felicità che nemmeno io so descrivere bene, ma la cosa mi fa stare male e non so come posso cambiare questo mio modo di essere.
Cordiali saluti
non sono sicura nemmeno io riguardo a quello che è successo, non c'è stato un momento preciso in cui sono cambiate le cose, so solo che molto gradualmente ho cominciato ad avere una visione sempre peggiore del mondo che mi circonda, alimentata dal fatto che ho conosciuto davvero poche persone vere, e tutte quelle che si dichiaravano amici poi sono spariti quando non potevano trarre più vantaggi dal rapporto.
Adesso all'università ho trovato persone "migliori", con cui condivido valori e interessi, e dal punto di vista delle amicizie sono contenta, anche se tornata a casa non riesco mai a scacciare completamente quella sensazione di essere sola.
Per quanto riguarda gli aspetti della mia vita che vorrei migliorare, sento spesso di volere un cambiamento radicale, altre volte vorrei solo riuscire ad adattarmi meglio al mondo in cui vivo, vorrei avvicinarmi di più all'ideale che ho di come dovrei essere, ma ogni volta che faccio qualche progresso sento sempre che tanto è inutile perché la mia vita non cambierà mai.
Non mi sento depressa, semplicemente stanca di essere così e di non riuscire mai a farmi comprendere dagli altri.
Mi piacerebbe a volte trovare qualcuno che mi dica esattamente cosa fare per sentirmi meglio, come d'altronde penso capiti a tutti, molto probabilmente la mia è solo la ricerca di un'idea di felicità che nemmeno io so descrivere bene, ma la cosa mi fa stare male e non so come posso cambiare questo mio modo di essere.
Cordiali saluti
[#6]
Cara ragazza,
seguire l'ideale di come "dovrebbe (o vorrebbe) essere" è un'arma a doppio taglio, soprattutto se difficilmente raggiungibile oppure se assomiglia all'ideale di qualcun'altro. Si sa che l'ideale è un "tendere verso" e la delusione potrebbe arrivare proprio nel momento in cui ci si discosta dal raggiungerlo.
Questo suo malessere potrebbe essere legato ad una bassa stima di se che viene incentivata dalla sua incapacità nel raggiungere un qualcosa che non riesce ancora a definire bene.
La fantasia di trovare qualcuno che le dica esattamente cosa fare per stare meglio, non è altro che un modo per incentivare la sua posizione passiva rispetto al mondo.
seguire l'ideale di come "dovrebbe (o vorrebbe) essere" è un'arma a doppio taglio, soprattutto se difficilmente raggiungibile oppure se assomiglia all'ideale di qualcun'altro. Si sa che l'ideale è un "tendere verso" e la delusione potrebbe arrivare proprio nel momento in cui ci si discosta dal raggiungerlo.
Questo suo malessere potrebbe essere legato ad una bassa stima di se che viene incentivata dalla sua incapacità nel raggiungere un qualcosa che non riesce ancora a definire bene.
La fantasia di trovare qualcuno che le dica esattamente cosa fare per stare meglio, non è altro che un modo per incentivare la sua posizione passiva rispetto al mondo.
[#7]
Gentile ragazza,
Concordo con quanto suggeritole dal collega riguardo la sua opinione di "trovare qualcuno che le dica cosa fare per sentirsi meglio". E vorrei aggiungere qualche parola.
Forse ci da' una chiave di lettura per comprendere le sue delusioni:
1. La convinzione che esista qualcuno che "sappia" cosa possa farla sentire meglio
2. La convinzione che esista un "bene" o un "meglio" uguale per tutti.
farebbero presupporre una idealizzazione degli altri, ma anche una sottovalutazione della sua individualita'.
Il concetto di individualita' e' centrale nella "ricerca della felicita". Implica il diritto dell'individuo di contrapporsi al "collettivo" per l'espressione di se' stesso. Indica anche la conoscenza di se stesso.
Il concetto di indivdualita' implica pero' un altro concetto che andrebbe accettato emozionalmente prima che socialmente: la solitudine esistenziale.
Che puo' essere rappresentata come una risorsa o una condanna.
Sono argomenti un po' pesanti per un consulto on line me ne rendo conto ma spero possano essere spunto per una riflessione.
I migliori saluti
Concordo con quanto suggeritole dal collega riguardo la sua opinione di "trovare qualcuno che le dica cosa fare per sentirsi meglio". E vorrei aggiungere qualche parola.
Forse ci da' una chiave di lettura per comprendere le sue delusioni:
1. La convinzione che esista qualcuno che "sappia" cosa possa farla sentire meglio
2. La convinzione che esista un "bene" o un "meglio" uguale per tutti.
farebbero presupporre una idealizzazione degli altri, ma anche una sottovalutazione della sua individualita'.
Il concetto di individualita' e' centrale nella "ricerca della felicita". Implica il diritto dell'individuo di contrapporsi al "collettivo" per l'espressione di se' stesso. Indica anche la conoscenza di se stesso.
Il concetto di indivdualita' implica pero' un altro concetto che andrebbe accettato emozionalmente prima che socialmente: la solitudine esistenziale.
Che puo' essere rappresentata come una risorsa o una condanna.
Sono argomenti un po' pesanti per un consulto on line me ne rendo conto ma spero possano essere spunto per una riflessione.
I migliori saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.6k visite dal 31/01/2013.
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