Necessità di un sostegno psicologico e paura dello stesso
Buon giorno a tutti, Dottori. Ho 34 anni ed un lavoro che non mi soddisfa . Anche la vita sociale è insoddisfacente: sono single, raramente qualcuno mi contatta anche solo per un saluto, ecc. I rapporti famigliari non sono ottimi: mio madre si rattrista perché capisce il mio disagio (ma non sa cosa fare per aiutarmi), mio padre è nervoso e preoccupato perché “non ho ancora trovato la mia strada”, al contrario di mio fratello minore (provo una forte invidia nei suoi confronti). Spesso sono io a chiamare gli altri, ma è una cosa umiliante: sento voci di persone sicure, con amici, occupazioni ed interessi invidiabili. Per riassumere il tutto con tre frasi:
1. Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante… Esattamente il contrario di me
2. Sono uno stupido
3. Sono un peso per la mia famiglia
Questi sarebbero problemi che – ne sono consapevole – dovrei affrontare con uno specialista. Ho provato alcune volte ad andarci, cambiando anche terapeuta, ma dopo poche sedute interrompo gli incontri. Il motivo è sempre lo stesso : basta una domanda a cui mi imbarazza rispondere e provo una tale paura di quanto potrebbe emergere che interrompo la terapia.
Queste ed altre paure (il giudizio altrui, il fatto che i miei genitori non vogliono più saperne di contribuire economicamente ad un percorso che potrei interrompere) mi fanno desistere dal tentare nuovamente, ma so anche che non posso continuare a vivere così.
Chiedo gentilmente un consiglio su come gestire questa situazione.
Approfitto anche per farvi una domanda più “pratica”: poiché il lavoro mi impedirebbe di seguire un percorso prima di un determinato orario e non posso sostenere costi eccessivi, nelle strutture pubbliche è possibile richiedere sedute in orario extralavorativo (dopo le 18)?
Grazie in anticipo
1. Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante… Esattamente il contrario di me
2. Sono uno stupido
3. Sono un peso per la mia famiglia
Questi sarebbero problemi che – ne sono consapevole – dovrei affrontare con uno specialista. Ho provato alcune volte ad andarci, cambiando anche terapeuta, ma dopo poche sedute interrompo gli incontri. Il motivo è sempre lo stesso : basta una domanda a cui mi imbarazza rispondere e provo una tale paura di quanto potrebbe emergere che interrompo la terapia.
Queste ed altre paure (il giudizio altrui, il fatto che i miei genitori non vogliono più saperne di contribuire economicamente ad un percorso che potrei interrompere) mi fanno desistere dal tentare nuovamente, ma so anche che non posso continuare a vivere così.
Chiedo gentilmente un consiglio su come gestire questa situazione.
Approfitto anche per farvi una domanda più “pratica”: poiché il lavoro mi impedirebbe di seguire un percorso prima di un determinato orario e non posso sostenere costi eccessivi, nelle strutture pubbliche è possibile richiedere sedute in orario extralavorativo (dopo le 18)?
Grazie in anticipo
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
penso che dovrà necessariamente approfondire le cause della Sua paura o vergogna per venirne a capo, perché è quella che Le impedisce di agire liberamente, quindi prima o poi dovrà "buttarsi in acqua e imparare a nuotare".
Le strutture pubbliche hanno servizi convenzionati ma non credo che offrano la possibilità di orari flessibili, mentre qualche professionista privato potrebbe essere disponibile anche in orari insoliti.
penso che dovrà necessariamente approfondire le cause della Sua paura o vergogna per venirne a capo, perché è quella che Le impedisce di agire liberamente, quindi prima o poi dovrà "buttarsi in acqua e imparare a nuotare".
Le strutture pubbliche hanno servizi convenzionati ma non credo che offrano la possibilità di orari flessibili, mentre qualche professionista privato potrebbe essere disponibile anche in orari insoliti.
[#2]
Gentile Utente,
anche a 34 anni, si può cambiare vita, migliorarla, arricchirla, conoscere le cause di tanto malessere e disagio e lavorarci su.
I percorsi terapeuitici, orientamenti a parte, non sono imprenscindibili da chi avrà il piacere di occuparsi di lei.
Dal tatto, garbo, gentilezza, simpatia, ecc...del professionista , dal clima d empatia che si verrà a creare e da come saprà rispettare i suoi tempi interni, durante questo percorso.
faccia tesoro dei pregressi fallimenti e cerchi la persona più adatta a lei, che vada ben oltre gli orari a disposizione.
Non credo che le strutture pubbliche ricevano di pomeriggio, ma può sempre provare a chiedere a loro.
anche a 34 anni, si può cambiare vita, migliorarla, arricchirla, conoscere le cause di tanto malessere e disagio e lavorarci su.
I percorsi terapeuitici, orientamenti a parte, non sono imprenscindibili da chi avrà il piacere di occuparsi di lei.
Dal tatto, garbo, gentilezza, simpatia, ecc...del professionista , dal clima d empatia che si verrà a creare e da come saprà rispettare i suoi tempi interni, durante questo percorso.
faccia tesoro dei pregressi fallimenti e cerchi la persona più adatta a lei, che vada ben oltre gli orari a disposizione.
Non credo che le strutture pubbliche ricevano di pomeriggio, ma può sempre provare a chiedere a loro.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Gentili dottori, vi ringrazio per le risposte.
Vorrei però aggiungere qualche dato.
Considerando insuccessi scolastici (una bocciatura), universitari (3 anni fuori corso), difficoltà nello svolgere i compiti assegnati, mansioni assegnatemi (non certo di responsabilità), ecc. non mi considero una persona "intelligente". L'unica cosa attesta la mia intelligenza è un test WAISS del 1999, da cui risultò un Q.I. pari a 108 .
Questi dati, sinceramente, mi confondono: la mia "storia scolastica e lavorativa", in un certo senso, contrasta con il risultato del test.
Non vorrei sembrare categorico, ma a mio parere:
1. O il risultato del test è sbagliato (per motivi a me ignoti)
2. O c'è effettivamente qualcosa a livello psicologico che mi "blocca".
Faccio la seguenti domande per escludere ogni possibile alternativa alle questioni prettamente psicologiche:
1. Quante possibilità ci sono che il risultato del test WAISS sia completamente sbagliato ed io sia "sotto la media"?
2. E' possibile che - per motivi a me ignoti - le mie capacità intellettive abbiano subito un grave decadimento nel corso del tempo?
Dal '99 ad oggi non ho avuto traumi fisici o subito interventi chirurgici "pesanti" (solo la PRK per correggere la miopia).
Grazie in anticipo
Vorrei però aggiungere qualche dato.
Considerando insuccessi scolastici (una bocciatura), universitari (3 anni fuori corso), difficoltà nello svolgere i compiti assegnati, mansioni assegnatemi (non certo di responsabilità), ecc. non mi considero una persona "intelligente". L'unica cosa attesta la mia intelligenza è un test WAISS del 1999, da cui risultò un Q.I. pari a 108 .
Questi dati, sinceramente, mi confondono: la mia "storia scolastica e lavorativa", in un certo senso, contrasta con il risultato del test.
Non vorrei sembrare categorico, ma a mio parere:
1. O il risultato del test è sbagliato (per motivi a me ignoti)
2. O c'è effettivamente qualcosa a livello psicologico che mi "blocca".
Faccio la seguenti domande per escludere ogni possibile alternativa alle questioni prettamente psicologiche:
1. Quante possibilità ci sono che il risultato del test WAISS sia completamente sbagliato ed io sia "sotto la media"?
2. E' possibile che - per motivi a me ignoti - le mie capacità intellettive abbiano subito un grave decadimento nel corso del tempo?
Dal '99 ad oggi non ho avuto traumi fisici o subito interventi chirurgici "pesanti" (solo la PRK per correggere la miopia).
Grazie in anticipo
[#4]
Gentile utente,
vorrei porgli, in primis, una riflessione: perchè è così importante il punteggio di un test ? Potrebbe avere avuto anche il massimo... ma il punto è un'altro... non si sente abbastanza adeguato sia nelle situazioni sociali che personali che lavorative.
A mio avviso, un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento particolare della sua vita e specialmente l'opinione che lei ha di se stesso( cito: Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante… 2. Sono uno stupido 3. Sono un peso per la mia famiglia)!!!
Altra riflessione: quanto sopra ho citato, dalle sue parole, corrisponde effettivamente alla realtà o piuttosto è come si sente e pensa? ossia effettivamente tutte le persone sono appagate..? Effettivamente lei è "uno stupido"???
Il nostro modo di pensare incide su come ci sentiamo e ci comportiamo..al di là poi delle situazioni.
Cordiali saluti.
vorrei porgli, in primis, una riflessione: perchè è così importante il punteggio di un test ? Potrebbe avere avuto anche il massimo... ma il punto è un'altro... non si sente abbastanza adeguato sia nelle situazioni sociali che personali che lavorative.
A mio avviso, un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento particolare della sua vita e specialmente l'opinione che lei ha di se stesso( cito: Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante… 2. Sono uno stupido 3. Sono un peso per la mia famiglia)!!!
Altra riflessione: quanto sopra ho citato, dalle sue parole, corrisponde effettivamente alla realtà o piuttosto è come si sente e pensa? ossia effettivamente tutte le persone sono appagate..? Effettivamente lei è "uno stupido"???
Il nostro modo di pensare incide su come ci sentiamo e ci comportiamo..al di là poi delle situazioni.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Roberta Fuga Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa Roma
www.psicoterapeutadiroma.it
Via San Roberto Bellarmin
[#5]
Utente
Gentile dott.ssa Fuga,
La ringrazio per la risposta.
Per rispondere alla Sua domanda sul test direi che il risultato mi confonde: se da un lato “la teoria” (il test) sostiene la mia intelligenza, dall’altro “la pratica” (gli scarsi risultati lavorativi e sociali raggiunti) sostengono l’opposto.
Per quanto riguarda la seconda domanda (“Quanto citato corrisponde alla realtà od è ciò che pensa?”) direi che ogni punto – pur essendo collegato agli altri – necessita di una risposta diversa:
1.Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante: mi devo basare su quanto mi riferiscono loro e – a proposito dell’intelligenza – io li considero tali. Non nego che abbiano incontrato delle difficoltà ma, a differenza mia, le mie conoscenze sono riusciti a conseguire degli obiettivi.
2.Sono uno stupido: nonostante l’impegno che mi è sempre stato riconosciuto, i risultati sono sempre stati inferiori alle attese (dei professori, dei responsabili, ecc.). Sono stato bocciato una volta alle superiori ed ho affrontato 3 anni di Fuori corso Universitario, con un voto di laurea basso.
3.Sono un peso per la mia famiglia: cito testualmente quanto scritto ponendo la domanda iniziale: mio madre si rattrista perché capisce il mio disagio (ma non sa cosa fare per aiutarmi), mio padre è nervoso e preoccupato perché “non ho ancora trovato la mia strada”. Data la situazione, non saprei definirmi in altro modo.
Nonostante i termini abbastanza secchi, spero comprenda che non voglio assolutamente criticarla.
La ringrazio per la risposta.
Per rispondere alla Sua domanda sul test direi che il risultato mi confonde: se da un lato “la teoria” (il test) sostiene la mia intelligenza, dall’altro “la pratica” (gli scarsi risultati lavorativi e sociali raggiunti) sostengono l’opposto.
Per quanto riguarda la seconda domanda (“Quanto citato corrisponde alla realtà od è ciò che pensa?”) direi che ogni punto – pur essendo collegato agli altri – necessita di una risposta diversa:
1.Conosco solo gente intelligente che ha una vita appagante: mi devo basare su quanto mi riferiscono loro e – a proposito dell’intelligenza – io li considero tali. Non nego che abbiano incontrato delle difficoltà ma, a differenza mia, le mie conoscenze sono riusciti a conseguire degli obiettivi.
2.Sono uno stupido: nonostante l’impegno che mi è sempre stato riconosciuto, i risultati sono sempre stati inferiori alle attese (dei professori, dei responsabili, ecc.). Sono stato bocciato una volta alle superiori ed ho affrontato 3 anni di Fuori corso Universitario, con un voto di laurea basso.
3.Sono un peso per la mia famiglia: cito testualmente quanto scritto ponendo la domanda iniziale: mio madre si rattrista perché capisce il mio disagio (ma non sa cosa fare per aiutarmi), mio padre è nervoso e preoccupato perché “non ho ancora trovato la mia strada”. Data la situazione, non saprei definirmi in altro modo.
Nonostante i termini abbastanza secchi, spero comprenda che non voglio assolutamente criticarla.
[#6]
Gentile utente,
la ringrazio per la sua risposta. Le mie domande ed affermazioni erano provocatorie.
Non sempre comprendiamo che strada vorremmo percorrere e chi vorremmo essere...talvolta un percorso psicologico potrebbe aiutarci a risolvere e chiarire tale momento.
La sua precedente risposta, ed anche il modo non mi fa sinceramente pensare ad una persona "stupida"... spesso confondiamo quello che facciamo ( il saper fare) con quello che siamo ( essere).
Se ad esempio prendiamo ad un esame 20 possiamo confondere una prestazione non eccellente ( che da un lato può essere un feedback per le volte successive ove si comprende dove si è sbagliato: metodo di studio, studiare di più, un profgessore più severo ecc... ) ad una nostra caratteristica personale ( io sono uno stupido) .
Non vorrei dilungarmi oltre per non farle troppe confusione.
Le rinnovo un grosso in bocca al lupo... .
la ringrazio per la sua risposta. Le mie domande ed affermazioni erano provocatorie.
Non sempre comprendiamo che strada vorremmo percorrere e chi vorremmo essere...talvolta un percorso psicologico potrebbe aiutarci a risolvere e chiarire tale momento.
La sua precedente risposta, ed anche il modo non mi fa sinceramente pensare ad una persona "stupida"... spesso confondiamo quello che facciamo ( il saper fare) con quello che siamo ( essere).
Se ad esempio prendiamo ad un esame 20 possiamo confondere una prestazione non eccellente ( che da un lato può essere un feedback per le volte successive ove si comprende dove si è sbagliato: metodo di studio, studiare di più, un profgessore più severo ecc... ) ad una nostra caratteristica personale ( io sono uno stupido) .
Non vorrei dilungarmi oltre per non farle troppe confusione.
Le rinnovo un grosso in bocca al lupo... .
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.8k visite dal 31/01/2013.
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