Il 2 novembre mi sono fatta visitare dal mio medico

Gentile dottore, l10 mesi fa' (marzo 2012) ho iniziato ad avvertire un'insofferenza fisica generale con stanchezza; ero inappetente e facevo fatica a digerire qualsiasi cosa, non dormivo e l'insofferenza ha iniziato a divenire paura (non so di cosa, forse di tutto) e terrore. Anche un bisbiglio o il più piccolo rumore domestico mi agitavano e mi facevano sobbalzare. Ho passato giorni terribili. Credevo di essere vicina all'infarto e in seguito ho iniziato ad avere ogni sorta di pensiero riguardo le più svariate malattie.
Con tanta forza di volontà ho cercato di ritornare ai miei impegni, al lavoro e alla vita di tutti i giorni.
Ma in me è sempre rimasta quell'insofferenza di fondo, avevo dolori forti al petto, tachicardia, respiro difficile, insonnia e forti dolori allo stomaco, fascicolazioni sparse.
Dalle analisi complete del sangue, i valori erano nella norma (un po’ di anemia che ho sempre avuto e anche i valori della tiroide andavano bene).
Ho cercato di tamponare per svariati mesi, e nella 2 /3 settimana di vacanza mi sembrava che positivamente la situazione si stesse risolvendo.
Al rientro in ufficio a settembre tutto è tornato come prima, forse peggio.
I sintomi allo stomaco si sono enfatizzati, provocando dolori forti allo sterno e al retro-storno, qualsiasi cibo mi faceva male. Alla fine il 2 Novembre mi sono fatta visitare dal mio medico di base.
La dott.ssa ha diagnosticato una gastrite acuta, causata da uno stato di ansia improvvisa ed enfatizzata dall'assunzione di un antidolorifico (nel mese di Dicembre 2011 e Febbraio 2012 ho sofferto molto di emicrania e cervicale, che tutt'ora si ripresentano).
Mi ha prescritto 1 con. di Esomeprazolo per 1 mese e Lexil 15 mg. da utilizzare in caso di ansia acuta e crampi allo stomaco; dieta a base di cibi asciutti.
Ho seguito la cura per tutto il mese di Novembre.
A dicembre ha aggiunto Xanax in gocce (5 gocce) che ho usato solo 5/6 volte a distanza di diversi giorni perché leggendo mi sono spaventata della dipendenza che può causare); poi ho proseguito per 20 gg. senza farmaci, ho effettuato il test per il Helicobacter Pilori, che è Negativo.
I sintomi sono rimasti, meno fastidiosi ma ancora presenti. Secondo la Dr.ssa sto attraversando un periodo di forte stress (nel lavoro e nella vita privata di cose ne sono successe molte); sostiene che i sintomi vari, la gastrite e i disturbi legati ad essa scompariranno quando avrò risolto la mia ansia.
Giunta a questo punto, e mi scuso per il troppo tempo che già le ho rubato; vorrei chiedere un suo parere a riguardo.
Adesso uso Fiori di Bach che mi stanno dando un sufficiente aiuto con l’ansia e da qualche giorni sto cercando di prendere dell’Aloe pura per lo stomaco, mattino e sera, ma forse è da troppo poco tempo che ho iniziato per poterle dire se c’è qualche miglioramento.
Spero davvero di non averla annoiata, e mi scuso ancora tanto per il disturbo che le sto dando.
Grazie.
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Adesso uso Fiori di Bach che mi stanno dando un sufficiente aiuto con l’ansia e da qualche giorni sto cercando di prendere dell’Aloe pura per lo stomaco, mattino e sera, ma forse è da troppo poco tempo che ho iniziato per poterle dire se c’è qualche miglioramento.>

Gentile Signora,
i rimedi naturali non hanno riscontro di tipo scientifico in merito alla loro effettiva validità, nulla osta comunque che lei li assuma.
Sarebbe utile però, data la sintomatologia che riferisce, oltre al trattamento farmacologico vero e proprio che deve essere monitorato dal medico o dallo specialista, che lei si rivolgesse a uno psicologo/psicoterapeuta per una valutazione diretta e un eventuale trattamento terapeutico.

Provi a leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

le sento molto preoccupata di "disturbare", di rubare tempo prezioso, di chiedere attenzione quando magari le persone alle quali si rivolge hanno ben altre cose più importanti da fare: le accade anche nella vita di tutti i giorni di relazionarsi in questo modo agli altri?

Vorrei infatti farle presente che, più che da una generica ansia, la sua gastrite può dipendere dall'eccessivo "mandar giù" emozioni negative (rabbia, delusioni, insoddisfazione) accompagnato dal sentimento di non aver diritto a farsi sentire e rispettare e quindi ad esprimersi.
Più lei le trattiene, più queste emozioni le fanno male.

Anche il dolore al collo (immagino di natura muscolare) segnala che la sua testa è piena di pensieri "pesanti" dei quali sarebbe meglio che si liberasse esprimendosi e prendendosi il diritto di non essere più così passiva.

Soffre anche di altri sintomi fisici?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentilissime Dott.se ringrazio entrambe per l'attenzione e le parole che mi avete rivolto, cercherò di seguire i vostri suggerimenti per porre rimedio a questa spiacevole situazione.
Da 2/3 settimane non assumo alcun tipo di farmaco tradizionale, voglio farcela senza l'ausilio di sostanze pesanti che mi sembra tamponino solo leggermente. Credo infatti di aver intuito che il malessere non è fine a se stesso, ma causato da uno stato emotivo che non so spiegare.
I sintomi sono diversi e faccio davvero fatica ad esprimerli con lucidità; mi sembra che questa situazione sia come una matriosca, ogni volta che credo di aver individuato qualcosa e averne preso coscienza scopro che all'interno c'è ancora dell'altro. A marzo i sintomi erano legati alla debolezza fisica e mancanza di appetito, pressione bassa e infatti sono rimasta a casa dal lavoro 1 settimana.
Al rientro in ufficio sono insorti dolori forti al petto, difficoltà a respirare, al braccio sx, alla gamba sx, allo sterno e retro-sterno, confesso che attendevo da un momento all'altro un'infarto.
Poi si sono aggiunte fascicolazioni nel corpo e se appoggiavo la mano nella stessa zona potevo sentire i nervi muoversi; le gambe mi cedevano ma quando ero super-ansiosa avevano delle scariche di tremore visibile e ovviamente ero in preda a una forte tachicardia. Attendevo da un momento all'altro di morire, lo so' sembra il discorso di una pazza …
Poi c'è stato un breve intervallo di quasi-benessere verso la 2/3 settimana di vacanza, sentivo di non essere tornata me stessa, ma la situazione sembrava abbastanza tollerabile. Al rientro in ufficio tutto si è trasformato in peggio. Premetto solo una cosa, io non vado mai dai medici e non mi faccio mai controlli, ho la fobia anche solo a vedere l'insegna della farmacia, non sono mai stata ipocondriaca, per qualsiasi malessere quotidiano mi sono sempre arrangiata da sola, fortunatamente imparando a conviverci. Solo che adesso mi sembra di essere entrata in un vortice senza uscita; attendo con speranza che ogni giorni ci siano dei miglioramenti ma così non è; l'unica cosa positiva che posso indicare è che ho in parte risolto l'insonnia che ho dalla nascita, qualche volta adesso riesco a dormire con una profondità che non ho mai assaporato.
Vorrei almeno risolvere il problema con la gastrite e il dolore che ho al retro-sterno e schiena, effettivamente ora come ora questi sintomi limitano la mia vita e la mia efficenza; ho troppe cose importanti da seguire, la mia famiglia ha bisogno di me e io davvero non ho il tempo materiale di stare male ancora, devo tornare rapidamente in forma per seguire tutti gli impegni quotidiani di sempre.
Sto comunque cercando di informami per un trattamento-terapeutico ma non è facile, la vita oggi costa davvero molto e con tutte le spese che ci sono mi sembra quasi di buttare via i soldi per qualcosa che forse è solo dentro la mia testa e che vorrei se ne andasse così come mi è caduta addosso.
Gentile Dr.ssa Massaro non so' se sia ansia generica o altro, sicuramente ho collezionato quasi solo situazioni negative, ma non ho mai pensato alla terapia per questo, so che fa' parte della vita di tutte le persone comuni, la vita non è un gioco e non è facile per noi ma è questa, e ho sempre retto ogni colpo andando comunque avanti senza farmi illusioni. Ora nei miei pensieri c'è solo questo fastidio, voglio ritornare ad avere la forza che avevo prima di fare quello che devo fare, senza avere un'ulteriore impedimento fisico.
Grazie ancora davvero tanto per tutto.
[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"ho troppe cose importanti da seguire, la mia famiglia ha bisogno di me e io davvero non ho il tempo materiale di stare male ancora"

"ho sempre retto ogni colpo andando comunque avanti senza farmi illusioni"

Carissima,

non sappiamo nulla della sua situazione personale e familiare, ma ho la netta sensazione che lei abbia abusato di sè stessa e delle sue forze per troppo tempo.

In questi casi arriva sempre, prima o poi, il momento in cui non si riesce più a reggere tutto e ci si deve fermare, ed è possibile che questo sia proprio ciò che le sta succedendo.
La sua mente le chiede di fermarsi e lo fa con l'unico segnale che lei è disposta ad ascoltare, ovvero attraverso il malessere fisico.

La gastrite e il probabile cardiospasmo (che dà dolore retrosternale e dorsale) di cui soffre le segnalano che non è disposta a "mandar giù" più nulla.
Urge una seria revisione dell'impostazione che ha dato alla sua vita, l'eliminazione dei carichi inutili e l'individuazione di una strada che le permetta di giungere a vivere in un altro modo.
[#5]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dr.ssa Massaro la ringrazio davvero tanto perché anche non conoscendomi ha esattamente ripetuto alla lettera le stesse parole che anche il mio medico di base e le poche persone che davvero mi conoscono mi ripetono da diversi mesi. E' una realtà difficile da accettare per me; che la mente sia così potente da poter davvero provocare tutto questo al mio fisico; ma è giunta l'ora probabilmente di mettere da parte i timori e affrontare la situazione per quello che è … e finalmente iniziare una terapia con lo stesso impegno con cui ho seguito le prescrizioni mediche che fino ad ora non hanno portato ad una risoluzione del problema.
Ciò che mi hanno ripetuto fino allo sfinimento è che sono troppo sensibile, che dovrei "fregarmene" e lasciare perdere su tante cose - dovrei far finta di non vedere, non sentire … non è facile, come si fa' a cambiare il carattere, la personalità?
Prendo qualsiasi cosa in modo personale, non riesco a non entrare in empatia con tutto ciò che mi circonda. Non vivo soltanto nella mia pelle ma anche in quella di chi mi circonda e può essere una bellissima sensazione a volte, la felicità degli altri attraversa anche la mia anima ed è sicuramente stupendo. Purtroppo vale anche per le cose negative e dolorose; penso che dovrò imparare a gestire questo lato della mia personalità. Spero soltanto di riuscire a trovare il coraggio e la serenità per dire a voce quello che con più facilità sono riuscita ad ammettere per iscritto e nell'anonimato.
Sono pratica e piuttosto chiusa di carattere, non parlo di me, mi imbarazza, ma dovrò sicuramente sforzarmi per uscire da tutto questo.

Vorrei solo rubarle un altro po' di tempo per chiarire un dubbio che mi assilla da molto; le problematiche fisiche che finora mi hanno afflitto possono in qualche modo aver compromesso organi importanti come il cuore, il fegato, l'intestino, i nervi? Una volta iniziata la terapia, posso davvero abbandonarmi all'idea di poter prima o poi tornare "quella di prima"?
Grazie ancora di cuore, mi sta aiutando a fare chiarezza.
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Più che di empatia parlerei di identificazione, che rappresenta l'incapacità di cogliere il confine fra ciò che è proprio e ciò che è altrui (mi riferisco a emozioni, esperienze ed esigenze).
Chi vive identificandosi eccessivamente con gli altri rischia di perdere il senso della propria identità e di non riuscire a rapportarsi adeguatamente alle altre persone come soggetti separati da sè.
Questo suo problema potrebbe nascere dalla mancata separazione psicologica da sua madre (o da un'altra figura molto importante della sua infanzia) e dalla conseguente incapacità a percepirsi come individuo che, pur distinto dagli altri, può essere in grado di avvicinarsi a loro senza fondersi con loro.

Anche questo discorso:

"Ciò che mi hanno ripetuto fino allo sfinimento è che sono troppo sensibile, che dovrei "fregarmene" e lasciare perdere su tante cose - dovrei far finta di non vedere, non sentire … non è facile, come si fa' a cambiare il carattere, la personalità?"

può avere più di un significato.
Ad esempio: cosa non può far finta di non vedere nè sentire? Se si tratta della sofferenza degli altri è possibile che in lei vi sia un senso di onnipotenza (o un forte senso di colpa) che la spinge a sentirsi chiamata in prima persona a rispondere delle sofferenze altrui e del loro alleviamento.
Come tutti, però, lei può essere d'aiuto solo fino a un certo punto e non farsi carico di tutto e di tutti, se non al prezzo dell'autodistruzione.
Questa consapevolezza ridimensionerebbe di molto la sua sensazione di poter fare l'impossibile, il che avrebbe dei risvolti sul piano narcisistico nel senso di un ridimensionamento dell'onnipotenza e quindi dell'immagine di sè come persona che può appunto fare l'impossibile.

Tutto questo non dipende dal carattere, ma dalla sua esperienza passata e da come l'ha percepita e interiorizzata in base al suo mondo interno.

Questo malessere, che il suo inconscio ha convogliato e concretizzato sul piano fisico perchè lei fosse obbligata a fermarsi e a ripensare a molte cose, è contenibile e poi risolvibile mediante la psicoterapia.
Chiaramente il suo obiettivo non deve essere quello di tornare "quella di prima", perchè quella che era "prima" è la madre di quella che lei è adesso.
L'obiettivo dovrà essere quella di diventare un'altra rispetto a prima, cioè una persona priva di quei conflitti che l'hanno portata allo sviluppo di modalità disfunzionali di relazione e ai conseguenti sintomi fisici che oggi la colpiscono.

I danni fisici di sintomi psicogeni non sono frequenti, a meno che non si parli di sintomi molto importanti e protratti nel tempo, e gli accertamenti medici le possono consentire di rilevarli.
Per quanto riguarda il tipo di sintomatologia che lei riferisce non penso ci siano i presupposti per pensare a danni seri, ma per averne la certezza deve parlarne con il suo medico.

[#7]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dr.ssa sto facendo tesoro di tutte le parole e i pensieri che ha espresso, e sicuramente mi affiderò al più presto ad un terapeuta che possa indicarmi i passi da seguire e lo stile di vita adatto a risolvere la situazione attuale, che già lei ha improntato più che bene.
Per quel poco di me che posso aver capito, tenendo conto di chi credo di essere oggi e di quello che è stato il percorso che ho effettuato finora, penso non sia compatibile nel mio caso la parola "onnipotenza"; mi sento lontana anni luce da questa condizione, dovrei essere una persona risolta, sicura di me, con una discreta autostima e tante altre componenti che non mi appartengono, per fortuna o purtroppo.
Inoltre ho una madre in gamba, presente e su cui si può sempre contare; la mia famiglia d'origine è davvero meravigliosa e sono stata fin troppo fortunata in questo.
L'empatia di cui le parlavo si riferiva al contatto che si può stabile con il prossimo. La sofferenza degli altri, se l'hai provata sulla tua pelle cosa che credo che tutti più o meno conoscano, non mi lascia indifferente. Quando si dice che nasciamo tutti soli, pur avendo una famiglia, amici e persone che ci vogliono bene e che ci sono accanto. Ognuno però deve vivere la vita da singolo e nessuno può alleviare le prove che la vita e il futuro ci pone davanti. Vorrei cercare nel mio quotidiano di rendermi un pochino utile, sono tante le cose che vedo che sono ingiuste, tante persone e esseri umani sono soli, abbandonati, dimenticati. Ognuno di loro penso che siamo noi, se quello che accade a loro capitasse a noi e nessuno facesse niente?
Forse il mio problema è che non resisto al pensiero di sapere che un qualcosa non va bene e non fare niente di quello che è nelle mie possibilità per migliorarla.
Sono davvero piccole cose, non ho fatto gesti importanti, eclatanti o di chissà quale spessore, non sono un'eroe e le assicuro che le mie possibilità sono davvero limitate rispetto a quelle che servirebbero davvero.
Probabilmente nell'ultimo periodo ho esagerato un po', sono successe molte cose, sicuramente anche nel lavoro ho subito una forte pressione psicologica e ho accumulato dello stress che non sono stata capace di gestire. Già da qualche settimana sto cercando di allentare la mia attenzione su alcune cose che mi facevano arrabbiare, con la consapevolezza che in alcuni posti di lavoro esistono persone senza scrupoli che trattano senza rispetto i propri dipendenti, esercitando anche ricatti morali. Si, forse questo insieme di elementi ha scaricato le mie energie e il mio fisico.
Comunque le mie sono supposizioni, mi rimetterò al giudizio e alla professionalità dello psicoterapeuta che sicuramente saprà indicarmi cosa fare.
Grazie ancora infinitamente.

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