Disturbo alimentare e ansia

Buonasera!
Sono una ragazza di 22 anni e non ricordo un solo periodo della mia vita in cui ho avuto un rapporto sereno con il cibo. Sono sempre stata consapevole di questo, ma ciò che mi frenava nel chiedere aiuto era il fatto che non mi riconoscevo nei due più comuni disturbi dell'alimentazione (anoressia, bulimia) e che non sapevo ( e non so tuttora) se si tratta di un disturbo vero e proprio. Così vi spiego meglio la mia esperienza.
Sono sempre stata una bambina mangiona, a cui piaceva mangiare ( e anche molto). Ero grassottella e la situazione cambiò nel periodo tra la terza media e il primo liceo. Infatti, stanca di vedermi così grassa iniziai una dieta di due settimane (la mia esigenza di vedermi magra credo non dipendeva molto da cose dette da altri, ma era solo mia: io ho iniziato la dieta perchè io non mi piacevo). Quella dieta era abbastanza drastica (0 carboidrati,sale,dolci) e dopo le due settimane persi abbastanza peso. Iniziai a piacermi di più ma fu a quel punto che iniziò il problema: come continuare a mangiare per perdere un altro pò di peso? È da circa dieci anni che mi impongo di mangiare sano, che controllo tutto ciò che mangio (valore calorico) che mi rimprovero se mangio quello che non dovrei e mi sento in colpa, che se non faccio l'attività fisica che mi sono programmata mi sento un peso enorme. Anche se c'è stato un breve periodo in cui ho perso molto peso, in generale sono sempre stata normopeso e la mia alimentazione è abbastanza sana (fatta eccezione per i periodi estivi, durante i quali vado in vacanza e li vedo come occasioni per poter mangiare il meno possibile, quindi in due settimane posso arrivare a perdere anche 3-4 chili). Ho seguito varie diete ma erano inutili perchè terminate quelle il mio problema restava il 'mangiare nervoso': sono soddisfatta i giorni in cui mangio pochissimo, ma appena esco dal mio 'programma' e mangio qualcosa di 'troppo' (capita quasi sempre con il pane mentre studio) tolgo i freni inibitori e mangio di tutto (ed è difficile fermarmi perchè quasi mai raggiungo il senso di sazietà) senza però espellere, come se per quel giorno ormai avessi fallito e quindi, fallito per fallito, preferisco fallire bene mangiando il più possibile. È come se avessi una fame atavica che mi porto dietro da anni.
Inoltre è come se provassi un senso di invidia (soprattutto nei confronti di mia madre) verso le persone che magari durante un pasto mangiano meno di me: mi sento frustrata se mangiano meno di me e quindi devo essere sempre io quella che mangia meno.
Negli ultimi due anni è insorta una sensazione di ansia asfissiante che mi prende a intervalli (può durare da un giorno a più settimane consecutive) ed è veramente ingestibile. In questi momenti mi sentirmi il polso, perchè ascolto che il battito è troppo forte, ho paura che a breve mi verrà un infarto o che capiterà qualcosa di brutto anche alle persone che amo.
Si può trattare di un disturbo alimentare? L'ansia può essere connessa a questo?
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)controllo tutto ciò che mangio (..)

gentile ragazza, in ambito alimentare, come in ogni processo umano è proprio l'eccesso di controllo che fa perdere il controllo

legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html

e dia un'occhiata a questa intervista sulla questione
http://www.youtube.com/watch?v=rJ9CEnq45BM&feature=player_embedded

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
Gentile utente,

alcune descrizioni che da del disagio che sta vivendo, si riscontrano spesso nella clinica dei DCA.
Al di là delle distinzioni, spesso solo di carattere teorico, tra anoressia, bulimia e altre definizioni del genere, il tipo di pensiero che caratterizza questi disagi si esprime spesso esattamente nel modo da lei indicato:

<<È da circa dieci anni che mi impongo di mangiare sano, che controllo tutto ciò che mangio (valore calorico) che mi rimprovero se mangio quello che non dovrei e mi sento in colpa, che se non faccio l'attività fisica che mi sono programmata mi sento un peso enorme.>>
<<Ho seguito varie diete ma erano inutili>>
<< tolgo i freni inibitori e mangio di tutto (ed è difficile fermarmi perché quasi mai raggiungo il senso di sazietà) >>
<<È come se avessi una fame atavica che mi porto dietro da anni.>>

Non esiti a chiedere l'aiuto di uno specialista.

Cordiali saluti.

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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