Assenza di relazioni con le donne

salve sono un ragazzo di 25 anni che finora non ha mai avuto alcun rapporto con una ragazza ne' sessuale ne' sentimentale.Ho sempre avuto un po' di problemi a relazionarmi con gli altri e con l'altro sesso non ne parliamo.Poi,quando la situazione verso i diciotto anni sembrava migliorare(avevo abbastanza amici e iniziavo a uscire con le prime ragazze anche se non ci ho mai fatto sesso ne' petting) ho avuto una patologia cardiaca che poi fortunatamente si e' risolta ma che mi ha fatto chiudere notevolmente in me stesso e ho completamente perso la relazione con l'altro sesso,visto che avevo sviluppato una specie di rifiuto verso me stesso,verso la mia persona interiore ed esteriore.Da li' ho iniziato a vivere con estrema passivita' tutto quello che mi circondava,perdendo completamente l'iniziativa quasi in tutto,tranne nello studio dove al contrario ho notevolmente migliorato le mie doti di studente e sto frequentando con successo la facolta' di giurisprudenza.Circa due tre anni fa avendo un notevole desiderio sessuale ma essendo come impietrito con le ragazze,ho deciso di fare sesso con una prostituta ma dopo una ventina di volte ho smesso visto che la cosa non era per niente appagante.Mi sono recato da uno psichiatra per cercare di affrontare il problema,ma mi sono accorto che andare da lui e parlare dei miei problemi(facendo psicoterapia) non mi e' servito a niente,visto che io ho piena coscienza dei miei problemi e delle cause che mi hanno portato a cio'.Semmai avrei bisogno di qualcuno che nella pratica (cioe' nella vita di tutti i giorni)mi presentasse un po' di gente ,delle ragazze,mi desse qualche dritta su come comportarmi e sono sicuro che se vedessi che qualcosa si muove,acquisterei molta piu' sicurezza e fiducia in me stesso e nella vita in generale.so che dovrei essere io a cercare amici ,ragazze eccetera ma questa la sento come una sfida gia' persa in partenza.
Vorrei sapere da voi qualche parere e secondo voi cosa dovrei fare. grazie
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile utente,

l'aver <<sviluppato una specie di rifiuto verso me stesso>> è stata una reazione alla complicazione cardiaca che ha avuto.

Probabilmente ha perso un po' di fiducia in se stesso perché ha constatato che il Suo fisico si è dimostrato vulnerabile; in realtà questo può accadere a chiunque e in qualsiasi momento, per un verso o per l'altro.

Comunque, dato che <<io ho piena coscienza dei miei problemi>> sa sicuramente che "chi s'aiuta il ciel aiuta" e quindi deve metterci anche del Suo per risolverli.

Le consiglierei di dedicare del tempo ad attività, luoghi e persone gratificanti, e di sfruttare queste circostanze per costruire attivamente delle "semplici" amicizie, senza secondi fini.

Col tempo, il resto verrà da sé.

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Dr.ssa Ilaria Zeppi Psicoterapeuta, Psicologo 5

...avrebbe bisogno di riesporsi alla relazione con l'altro più e più volte, tollerando gli eventuali segnali di insuccesso, cercando di dare nuove definizioni a quanto accade, e sperimentando al contempo la benevolenza, l'accettazione, l'integrazione da parte degli altri. Capisco benissimo che non avendo una rete sociale di partenza, accostare anche solo una persona nella sua singolarità rappresenti un ostacolo, specie se nel corso della vita ci si è convinti delle proprie inabilità sociali...ma non esiste altra scappatoia se non quella di attivarsi in prima persona, dopo - sottolineo - aver conseguito comunque una certa autoefficacia nella presentazione del sé, nella confidenzialità espressa, nella capacità di mostrare in primo luogo interesse per l'altro. Ecco perché una psicoterapia avrebbe dovuto abituarla a prove immaginative o dal vivo che avrebbero potuto conferirle maggiore sicurezza. Mi chiedo se la facoltà di Giurisprudenza le dia l'occasione di frequentare in aula o se piuttosto lei seguiti a studiare a casa, avvalorando l'idea che sia meglio non fronteggiare il rischio del porsi sotto l'occhio altrui...

Dr. Ilaria Zeppi

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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Caro ragazzo,

con il suo psichiatra non avete affrontato il tema dell'insicurezza? Cosa le era stato detto durante la fase diagnostica?

Quali sono i pensieri che la bloccano in particolare nel cercare nuove amicizie?

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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Utente
Utente
ringrazio tutti gli specialisti per le risposte.nello specifico vorrei precisare che all'universita' frequento in aula ma con gli altri ho pochissimi contatti,e' come se sapessi gia' in partenza di non essere accettato(o di non avere alcuna chance se parliamo di rapporti con ragazze) e di conseguenza rifiuto in partenza qualsiasi approccio.
per quanto riguarda la fase diagnostica mi e' stato detto che il mio sviluppo interiore si e' arrestato alla comparsa del problema cardiaco e che quindi devo sostanzialmente recuperare questi sei anni.il tema dell'insicurezza e' stato affrontato,ma ripeto in maniera del tutto passiva,nel senso che io parlavo e lui al massimo mi diceva di non pensare troppo alla mia situazione per non soffrire, e convincermi che per avere quello che hanno gli altri e che io desidero(amici e una relazione sentimentale) si sarebbe dovuto fare un percorso molto lungo e avere pazienza.ma io questo percorso non l'ho mai visto,ne' mi e' mai stato mostrato.sono rimasto al punto di prima
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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Mi sembra che questo medico non le sia stato di grande aiuto.
Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta che, avendo una formazione diversa, invece ritiene fondamentale affrontare la sua situazioni, le sue emozioni correlate e tutto il resto.
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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Mirona,
quindi Lei ritiene che mi debba rivolgere ad uno psicologo-psicoterapeuta non ad uno psichiatra.ma nello specifico poi che cosa dovrei fare una volta che ci vado?in cosa consiste la terapia,sempre in un dialogo e in una sua possibile interpretazione, o in qualcosa d'altro che attivamente possa risolvere i miei problemi?
e secondo Lei ,avendo esposto tutto il mio quadro ed i miei problemi, ritiene che sia indispensabile rivolgermi ad uno specialista visto che da solo non riesco a superarli o dovrei fare forza su me stesso?e se mi rivolgo ad uno specialista posso sperare di poter cambiare la mia vita ed avere una vita di relazione e sentimentale,visto che ormai vivo nella rassegnazione che tutto questo per me non arrivera' mai e vedo gli altri che hanno amici e fidanzate come se vivessero su un altro pianeta?
scusi per essermi dilungato ma vorrei davvero cambiare la mia vita e abbandonare questa passivita' che mi accompagna ormai da troppi anni. grazie
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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Caro ragazzo,

intanto è giusto dirle che nessuno specialista può cambiare la sua vita, ma dovreste modificare alcune caratteristiche insieme. Non è lui da solo che fa il lavoro, ma le indica tante possibile alternative di strade da percorrere, e sarà lei come paziente a intraprendere quella per lei più congeniale.
Le interpretazioni non danno di per sè dei cambiamenti, ma il dialogo, l'alleanza terapeutica e tutto ciò che si viene a creare in terapia si.
In base al suo disagio insieme allo psicologo porrete gli obiettivi a cui arrivare insieme e deciderete come arrivare.
Importanti sono anche gli esercizi che le verranno assegnati a casa, gli esercizi da fare insieme in terapia. In base al tipo di psicoterapeuta che sceglierà le esercitazioni saranno differenti, ma comunque efficaci.
In sostanza io non posso dirle da qui cosa farete, ma posso consigliarle vivamente un percorso di questo tipo e di farsi guidare dallo psicologo/psicoterapeuta con estrema tranquillità