Due storie sbagliate in nemmeno due anni: che cos'ho che non va?
Buongiorno,
vi scrivo per raccontare la mia triste storia recente, e soprattutto perché desidero un cambiamento, desidero smettere di soffrire. Cominciamo dall'inizio...
Ho 29 anni, sono carina (dicono), simpatica (dicono), brillante (dicono), non ho mai avuto relazioni importanti, in compenso ho avuto problemi familiari che mi hanno costretta a maturare in fretta.
Nel marzo 2011 conosco X, coetaneo, non bello, simpatico, arguto, impegnato politicamente tanto quanto me, che nasconde un animo sensibile dietro la sua aria da eterno adolescente (almeno così credevo). Tra di noi nasce subito un'amicizia che diventa sempre più affettuosa. Peccato sia già fidanzato. Riesco a farmene una ragione finché in estate non mi confessa che ricambia i miei sentimenti. E' l'inizio della fine: liti a non finire, riavvicinamenti temporanei, lacrime a fiumi finché non decido di troncare, dopo mesi in cui mi è toccato sentirgli dire quanto ci tenesse a me e, contemporanemante, vederlo abbracciare e baciare la sua ragazza in mia presenza.
Ci sto malissimo ma cerco di andare avanti, mentre la mia già scarsa fiducia negli uomini e nell'amore aumenta sempre più. Decido di dedicare tutta me stessa al lavoro e alla politica, è allora che Y si fa avanti. Lo conosco da marzo del 2011, dato che è il proprietario di un locale che frequentavo. Da sempre cotto di me secondo i miei amici, si fa avanti solo lo scorso dicembre. Mi corteggia, mi invita a uscire, mi dedica canzoni, mi ricorda ogni giorno quanto sono speciale e alla fine decido di fidarmi e di iniziare a frequentarlo. Tutto bellissimo, o almeno così sembrava. Ogni uscita erano baci, coccole e paroline dolci ed, io, da brava idiota quale sono, ci casco con tutte le scarpe. Ogni giorno che passa mi affeziono sempre di più. Nel frattempo le cose al suo locale vanno male, strangolato dai conti è costretto a mandar via il suo dipendente, nonostante tenesse molto a lui. Cerco di stargli accanto ma non è facile: lui si chiude in sé stesso, lavora molte ore al giorno e non ha più tempo nemmeno per mandarmi un sms (al massimo risponde a quelli che invio io, il tono è affettuoso ma a me non bastano)
Poi ieri sera la tragedia: premetto che già sentivo che qualcosa non stava andando per il verso giusto, ma mi facevo coraggio dando la colpa alla mia insicurezza affettiva.
Un solo messaggio, via Facebook, in cui mi dice che mi vuole bene, che sono unica, che mi ringrazia per la comprensione ma non se la sente di riversarmi addosso solo problemi e che non può star vicino ad un'altra persona "in modo adeguato". Non riesce nemmeno a scrivermi "non vediamoci più", ma riesce solo a tirar fuori banalità del tipo "odiami pure se questo può servirti a farti meno male".
Io reagisco male, gli scrivo che mi ha deluso, che non lo perdonerò mai e che non deve dirmi che mi vuole bene se in verità di me non glie ne frega un [...]
Dopo aver passato tutta la notte a piangere, mi chiedo come cambiare un copione che sembra ripetersi sempre uguale.
vi scrivo per raccontare la mia triste storia recente, e soprattutto perché desidero un cambiamento, desidero smettere di soffrire. Cominciamo dall'inizio...
Ho 29 anni, sono carina (dicono), simpatica (dicono), brillante (dicono), non ho mai avuto relazioni importanti, in compenso ho avuto problemi familiari che mi hanno costretta a maturare in fretta.
Nel marzo 2011 conosco X, coetaneo, non bello, simpatico, arguto, impegnato politicamente tanto quanto me, che nasconde un animo sensibile dietro la sua aria da eterno adolescente (almeno così credevo). Tra di noi nasce subito un'amicizia che diventa sempre più affettuosa. Peccato sia già fidanzato. Riesco a farmene una ragione finché in estate non mi confessa che ricambia i miei sentimenti. E' l'inizio della fine: liti a non finire, riavvicinamenti temporanei, lacrime a fiumi finché non decido di troncare, dopo mesi in cui mi è toccato sentirgli dire quanto ci tenesse a me e, contemporanemante, vederlo abbracciare e baciare la sua ragazza in mia presenza.
Ci sto malissimo ma cerco di andare avanti, mentre la mia già scarsa fiducia negli uomini e nell'amore aumenta sempre più. Decido di dedicare tutta me stessa al lavoro e alla politica, è allora che Y si fa avanti. Lo conosco da marzo del 2011, dato che è il proprietario di un locale che frequentavo. Da sempre cotto di me secondo i miei amici, si fa avanti solo lo scorso dicembre. Mi corteggia, mi invita a uscire, mi dedica canzoni, mi ricorda ogni giorno quanto sono speciale e alla fine decido di fidarmi e di iniziare a frequentarlo. Tutto bellissimo, o almeno così sembrava. Ogni uscita erano baci, coccole e paroline dolci ed, io, da brava idiota quale sono, ci casco con tutte le scarpe. Ogni giorno che passa mi affeziono sempre di più. Nel frattempo le cose al suo locale vanno male, strangolato dai conti è costretto a mandar via il suo dipendente, nonostante tenesse molto a lui. Cerco di stargli accanto ma non è facile: lui si chiude in sé stesso, lavora molte ore al giorno e non ha più tempo nemmeno per mandarmi un sms (al massimo risponde a quelli che invio io, il tono è affettuoso ma a me non bastano)
Poi ieri sera la tragedia: premetto che già sentivo che qualcosa non stava andando per il verso giusto, ma mi facevo coraggio dando la colpa alla mia insicurezza affettiva.
Un solo messaggio, via Facebook, in cui mi dice che mi vuole bene, che sono unica, che mi ringrazia per la comprensione ma non se la sente di riversarmi addosso solo problemi e che non può star vicino ad un'altra persona "in modo adeguato". Non riesce nemmeno a scrivermi "non vediamoci più", ma riesce solo a tirar fuori banalità del tipo "odiami pure se questo può servirti a farti meno male".
Io reagisco male, gli scrivo che mi ha deluso, che non lo perdonerò mai e che non deve dirmi che mi vuole bene se in verità di me non glie ne frega un [...]
Dopo aver passato tutta la notte a piangere, mi chiedo come cambiare un copione che sembra ripetersi sempre uguale.
[#1]
Gentile Utente,
la possibilità di creare una relazione di coppia soddisfacente nel suo caso è strettamente legata alla possibilità di mutare il copione di rapportarsi con i partner affettivi.
Se lei ha la sensazione che questo "copione" si ripeta nel tempo dovrebbe necessariamente consultare un Collega che le permetta di far chiarezza su questa dinamica.
Non perda fiducia negli uomini. Lei probabilmente ne conosce solo una certa "tipologia", ossia quella che collude con il suo modo di intendere le relazioni intime.
Che tipo di problemi familiari ha avuto?
la possibilità di creare una relazione di coppia soddisfacente nel suo caso è strettamente legata alla possibilità di mutare il copione di rapportarsi con i partner affettivi.
Se lei ha la sensazione che questo "copione" si ripeta nel tempo dovrebbe necessariamente consultare un Collega che le permetta di far chiarezza su questa dinamica.
Non perda fiducia negli uomini. Lei probabilmente ne conosce solo una certa "tipologia", ossia quella che collude con il suo modo di intendere le relazioni intime.
Che tipo di problemi familiari ha avuto?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Utente
Fin dalla più tenera età ricordo liti tra i miei genitori, le lacrime di mia madre perché mio padre non c‘era mai, problemi economici e un contesto nel complesso soffocante, in cui tutto, compresi i figli, dovevano essere perfetti (il perché lo avrei capito dopo). Nel 2004 si sono separati perché mia madre ha scoperto una relazione extraconiugale e quasi contemporaneamente ci siamo trasferiti x curare mia nonna malata d‘Alzheimer, la cui responsabilità è ricaduta in gran parte su di me. Nel 2009 mio padre è tornato a vivere con noi e si è riappacificato con mia madre, ma io non riesco assolutamente a rapportarmici.
Da dove comincio a cercare aiuto?
Da dove comincio a cercare aiuto?
[#3]
Gentile ragazza, innanzitutto buongiorno. Sono rimasto affascinato dalla sua storia e soprattutto dal titolo che Lei ha dato.In particolare nella frase : che cos'ho che non va.
Penso che nella sua descrizione, nell'essere carina, simpatica, brillante ci sia ricapitolato tutti i suoi pregi e tutta la sua parte positiva che dovrebbe farle forza. Essere delusi dopo essere stati lasciati, e in che modo ( facebook) è un sentimento più che normale. Dovrebbe farsi forza senza pensare che dentro di Lei ci possa essere qualcosa che non va, ha fatto bene a piangere, ha fatto bene a sfogarsi su questo sito, ma piano piano dovrebbe ritrovare la forza di andare avanti senza auto-incolparsi. Ha tutte le caratteristiche per avere una vita più serena. In bocca al lupo.
Penso che nella sua descrizione, nell'essere carina, simpatica, brillante ci sia ricapitolato tutti i suoi pregi e tutta la sua parte positiva che dovrebbe farle forza. Essere delusi dopo essere stati lasciati, e in che modo ( facebook) è un sentimento più che normale. Dovrebbe farsi forza senza pensare che dentro di Lei ci possa essere qualcosa che non va, ha fatto bene a piangere, ha fatto bene a sfogarsi su questo sito, ma piano piano dovrebbe ritrovare la forza di andare avanti senza auto-incolparsi. Ha tutte le caratteristiche per avere una vita più serena. In bocca al lupo.
Dr. Amleto Petrarca
Psicologo-Psicoterapeuta Bologna ISTDP
www.amletopetrarca.com
[#4]
Gentile Utente,
come le ho scritto sopra, se questa situazione le provoca sofferenza e si sente di non riuscire ad affrontarla da sola, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo.
La coppia genitoriale, in quanto "coppia", è sicuramente il primo modello di riferimento per i figli. Talvolta è possibile che alcuni comportamenti disfunzionali siano appresi in maniera del tutto inconsapevole e si ripresentino ogni qualvolta si è alla ricerca di un legame intimo-affettivo.
La relazione che lei non riesce a recuperare con suo padre, probabilmente ha un legame con le sue attuali storie affettive, proprio perché viene ri-attualizzata.
come le ho scritto sopra, se questa situazione le provoca sofferenza e si sente di non riuscire ad affrontarla da sola, le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo.
La coppia genitoriale, in quanto "coppia", è sicuramente il primo modello di riferimento per i figli. Talvolta è possibile che alcuni comportamenti disfunzionali siano appresi in maniera del tutto inconsapevole e si ripresentino ogni qualvolta si è alla ricerca di un legame intimo-affettivo.
La relazione che lei non riesce a recuperare con suo padre, probabilmente ha un legame con le sue attuali storie affettive, proprio perché viene ri-attualizzata.
[#5]
Utente
@Dr. Del Signore che mio padre c‘entri molto con la mia situazione lo avevo intuito, dato che mi lego sempre a partner instabili e infantili quanto lui, che da un lato mi ammirano ma dall' altro mi abbandonano quando le cose si fanno difficili o che mi mettono in secondo piano rispetto al lavoro o alla politica (ora che ci penso mio padre è stato anche segretario di partito e stava spesso fuori per le riunioni, cosa che ora rimprovera a me tra l‘altro). Come lo cerco un buono psicologo, al consultorio mi possono aiutare?
@Dr. Petrarca, grazie per le parole di conforto e di incoraggiamento. Sono rimasta molto colpita dal fatto che mi abbia detto che è rimasto “affascinato“: mi ha fatto pensare che molte persone mi esprimono ammirazione ma, al tempo stesso, al mio successo sociale non corrispondono mai relazioni affettive profonde. Chissà perché?
@Dr. Petrarca, grazie per le parole di conforto e di incoraggiamento. Sono rimasta molto colpita dal fatto che mi abbia detto che è rimasto “affascinato“: mi ha fatto pensare che molte persone mi esprimono ammirazione ma, al tempo stesso, al mio successo sociale non corrispondono mai relazioni affettive profonde. Chissà perché?
[#6]
Gentile Utente,
la possibilità di costruire relazioni affettive profonde è data dall'andare oltre la "fascinazione" iniziale, quindi oltre l'apparenza o l'idea che si vuole trasmettere all'altro.
Può rivolgersi sia nel pubblico (AUSL di appartenenza), sia ad un professionista privato nella sua zona.
la possibilità di costruire relazioni affettive profonde è data dall'andare oltre la "fascinazione" iniziale, quindi oltre l'apparenza o l'idea che si vuole trasmettere all'altro.
Può rivolgersi sia nel pubblico (AUSL di appartenenza), sia ad un professionista privato nella sua zona.
[#7]
Cara Ragazza,
I copioni sentimentali, quando si ripetono senza chiederle il permesso, solitamente partono da lontano, da copioni che hanno caratterizzato l' infanzia, dai dolori subiti, interiorizzati, subiti, magari mai elaborati.
I cambiamenti avvengono, soltanto prendendo atto di quanto la fa star male e, facendo un lavoro di fondo su se stessa , per una qualita' di vita migliore
I copioni sentimentali, quando si ripetono senza chiederle il permesso, solitamente partono da lontano, da copioni che hanno caratterizzato l' infanzia, dai dolori subiti, interiorizzati, subiti, magari mai elaborati.
I cambiamenti avvengono, soltanto prendendo atto di quanto la fa star male e, facendo un lavoro di fondo su se stessa , per una qualita' di vita migliore
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#8]
Gentile utente,
le faccio notare che le due storie di cui ci ha parlato sono abbastanza diverse, anche nel modo in cui sono terminate: Nella prima è stata lei a troncare, nella seconda sembrerebbe il contrario. Il risultato tuttavia è lo stesso nella misura in cui la storia non è continuata.
E' possibile e forse probabile che ci siano in lei dei fattori personali, legati alla sua storia familiare che rendono difficile l'instaurarsi di un rapporto stabile. Per ovviare a ciò un trattamento psicoterapeutico è praticamente indispensabile e in sua assenza è quasi certo che si andrebbe incontro a ripetuti fallimenti.
Con riferimento invece alla "diversità" delle 2 storie di cui ci ha parlato e dei relativi partners, le consiglierei di non arrendersi così facilmente a un messaggio su facebook...conosce il detto: "in amore e in guerra tutto è pemesso"?
cordiali saluti
le faccio notare che le due storie di cui ci ha parlato sono abbastanza diverse, anche nel modo in cui sono terminate: Nella prima è stata lei a troncare, nella seconda sembrerebbe il contrario. Il risultato tuttavia è lo stesso nella misura in cui la storia non è continuata.
E' possibile e forse probabile che ci siano in lei dei fattori personali, legati alla sua storia familiare che rendono difficile l'instaurarsi di un rapporto stabile. Per ovviare a ciò un trattamento psicoterapeutico è praticamente indispensabile e in sua assenza è quasi certo che si andrebbe incontro a ripetuti fallimenti.
Con riferimento invece alla "diversità" delle 2 storie di cui ci ha parlato e dei relativi partners, le consiglierei di non arrendersi così facilmente a un messaggio su facebook...conosce il detto: "in amore e in guerra tutto è pemesso"?
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#9]
Utente
Ringrazio tutti voi delle gentili risposte e degli utili consigli. Che io debba lavorare su me stessa è vero, è giusto, me ne sono resa conto nel momento in cui è iniziata la mia storia con X, che è finita nel momento in cui ho realizzato che dietro quell'apparenza da ragazzo solare e determinato si nasconde un mostro narcisista e manipolatore che si sente potente nell'umiliare le donne (non parlo solo di me, la sua fidanzata è in condizioni penose, mai vista sorridere una volta, trattata come se fosse l'essere più stupido sulla faccia della terra).
Anche Y mi sembrava forte e determinato, pronto a lottare per i suoi sogni, mi diceva "io non mi arrendo mai" ed io lo ammiravo per questo, salvo poi scoprire in realtà un bambino fragile incapace persino di guardare negli occhi la ragazza che sta lasciando. Una persona così fragile da abbandonare il campo alla prima difficoltà (lo ha fatto anche con il suo dipendente, che adorava e al quale non ha neanche provato a chiedere qualche sacrificio per tentare di salvare la baracca).
@Dottoressa Sciubba, forse è vero che non dovrei rassegnarmi al fatto di essere stata lasciata su Facebook, ma una persona così è troppo instabile per me, per questo ho deciso che non lo cercherò. E' vero, in amore e in guerra tutto è lecito (che buffo, è una cosa che potrebbe dire Y, dato che è stato un militare e usava sempre metafore belliche nei suoi discorsi) ma è anche vero che certe guerre sono inutili, perché, anche se vinte, si lasciano dietro solo morti e macerie. Forse gli parlerò in futuro, quando il mio percorso di cambiamento sarà avviato, o forse no, ma di sicuro questo non è il momento.
Per concludere, è strano come io cerchi uomini forti e adulti ma poi finisca sempre con persone immature, problematiche e bisognose d'aiuto. Penso che il punto da cui devo partire sia questo, ragionando insieme a voi mi sto rendendo conto che ho sempre fatto da genitore a chiunque: a mio padre, a mia madre, a mio fratello, a mia nonna, ai miei gatti e, ovviamente, ai ragazzi della mia vita.
Non me ne pento ma mi rendo conto che la mia non è generosità, ma puro e semplice tentativo di riempire un qualche tipo di vuoto. Ho iniziato la ricerca di uno specialista che possa aiutarmi a capirne di più, a dare un nome a questo vuoto (che sento in maniera quasi fisica a volte) e a trovare un modo di riempirlo che sia alternativo all'attaccarsi in maniera totale ad un ragazzo palesemente sbagliato.
Scusate la prolissità, ma ci tenevo a condividere le riflessioni che questo post e le conseguenti risposte hanno prodotto. Vi ringrazio di vero cuore e vi saluto calorosamente.
Anche Y mi sembrava forte e determinato, pronto a lottare per i suoi sogni, mi diceva "io non mi arrendo mai" ed io lo ammiravo per questo, salvo poi scoprire in realtà un bambino fragile incapace persino di guardare negli occhi la ragazza che sta lasciando. Una persona così fragile da abbandonare il campo alla prima difficoltà (lo ha fatto anche con il suo dipendente, che adorava e al quale non ha neanche provato a chiedere qualche sacrificio per tentare di salvare la baracca).
@Dottoressa Sciubba, forse è vero che non dovrei rassegnarmi al fatto di essere stata lasciata su Facebook, ma una persona così è troppo instabile per me, per questo ho deciso che non lo cercherò. E' vero, in amore e in guerra tutto è lecito (che buffo, è una cosa che potrebbe dire Y, dato che è stato un militare e usava sempre metafore belliche nei suoi discorsi) ma è anche vero che certe guerre sono inutili, perché, anche se vinte, si lasciano dietro solo morti e macerie. Forse gli parlerò in futuro, quando il mio percorso di cambiamento sarà avviato, o forse no, ma di sicuro questo non è il momento.
Per concludere, è strano come io cerchi uomini forti e adulti ma poi finisca sempre con persone immature, problematiche e bisognose d'aiuto. Penso che il punto da cui devo partire sia questo, ragionando insieme a voi mi sto rendendo conto che ho sempre fatto da genitore a chiunque: a mio padre, a mia madre, a mio fratello, a mia nonna, ai miei gatti e, ovviamente, ai ragazzi della mia vita.
Non me ne pento ma mi rendo conto che la mia non è generosità, ma puro e semplice tentativo di riempire un qualche tipo di vuoto. Ho iniziato la ricerca di uno specialista che possa aiutarmi a capirne di più, a dare un nome a questo vuoto (che sento in maniera quasi fisica a volte) e a trovare un modo di riempirlo che sia alternativo all'attaccarsi in maniera totale ad un ragazzo palesemente sbagliato.
Scusate la prolissità, ma ci tenevo a condividere le riflessioni che questo post e le conseguenti risposte hanno prodotto. Vi ringrazio di vero cuore e vi saluto calorosamente.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 5.5k visite dal 28/01/2013.
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