Bambino e coetanei
Buonasera, mio figlio ha 10 anni, è un bambino timido, ma che ha sempre socializzato bene con i suoi compagni, un po' meno con le maestre e gli adulti in generale. Frequenta anche altri gruppi oltre la scuola, come gli scout e il gruppo dello sport ed è sempre andato molto volentieri. Non ha mai manifestato problemi a staccarsi dalla famiglia, anche per qualche giorno. Da un po' di tempo però a scuola, un bambino prepotente, con cui mio figlio ha bisticciato proprio perchè non sopportava questo modo di "comandare" tutti, decidere i giochi, ecc, (fino ad arrivare a darsele) ha formato un gruppo, "la banda" dal quale mio figlio è stato escluso insieme ad altri 2 bambini. A me sembra che mio figlio soffra di questa esclusione, anche perchè alcuni suoi amici fanno parte di questa "banda" e anche se continuano a stare con lui, un po' lo escludono, perchè il fatto di appartenere a questo gruppo sembra voglia dire essere accettati. Io gli ho consigliato di continuare a parlare con i suoi amici ed ignorare il prepotente, però mi sembra che questa situazione gli crei disagio. E' diventato molto "mammone", cosa che prima non faceva assolutamente. Non so quali altri consigli dargli e a volte penso che anche tutti questi consigli lo rendano ancora più insicuro di se.
[#1]
Gentile signora,
è stato Suo figlio a dire chiaramente che la situazione gli crea disagio o è una Sua impressione?
Secondo Suo figlio la situazione che si è creata rappresenta una esclusione dal gruppo ?
Fin qui Lei che consigli ha dato a Suo figlio e perchè ritiene che lo rendano più insicuro?
Tenga infine presente che uno stress per Suo figlio lo spinge a ricercare protezione in Lei, mi pare sensato.
Un cordiale saluto,
è stato Suo figlio a dire chiaramente che la situazione gli crea disagio o è una Sua impressione?
Secondo Suo figlio la situazione che si è creata rappresenta una esclusione dal gruppo ?
Fin qui Lei che consigli ha dato a Suo figlio e perchè ritiene che lo rendano più insicuro?
Tenga infine presente che uno stress per Suo figlio lo spinge a ricercare protezione in Lei, mi pare sensato.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Gentile signora, cosa dice il padre?Molto importante , a questa età in particolare, è la figura paterna, "mediatore del mondo esterno" come dicono i libri , che può essere fonte di rassicurazione con la sua presenza ,con un modo di porsi meno allarmato, e col rendere presenti nella vita del figlio anche altri stimoli e interessi.
Forse si potrebbe rendere il figlio più sicuro anche dandogli altre abilità,corsi di karatè, di judo sono rassicuranti perchè fanno sentire i ragazzi più sicuri e potenzialmente più forti e rispettati.
Gli insegnanti cosa fanno?, perchè potrebbero proporre dei gruppi di interesse e ricerca che ridistribuiscano opportunamente le alleanze..
Cara signora cerchi di essere più tranquilla , sminuendo il problema, anche suo figlio ce la farà, una piccola difficoltà dopo l'altra , a superare e a credere nelle proprie forze..
molti auguri..
Forse si potrebbe rendere il figlio più sicuro anche dandogli altre abilità,corsi di karatè, di judo sono rassicuranti perchè fanno sentire i ragazzi più sicuri e potenzialmente più forti e rispettati.
Gli insegnanti cosa fanno?, perchè potrebbero proporre dei gruppi di interesse e ricerca che ridistribuiscano opportunamente le alleanze..
Cara signora cerchi di essere più tranquilla , sminuendo il problema, anche suo figlio ce la farà, una piccola difficoltà dopo l'altra , a superare e a credere nelle proprie forze..
molti auguri..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile Utente,
da quello che scrive mi sembra che la sua preoccupazione sia un po' eccessiva.
Le faccio una piccola "provocazione": Questo fa soffrire più lei o più suo figlio? Voglio dire che talvolta ci si identifica troppo nei figli e in quello che stanno provando, solo perché questi hanno il potere di far emergere il mondo emozionale del genitore.
Le sue manifestazioni di rassicurazione sono utili nella misura in cui non fanno trasparire le sue insicurezze e le sue paure, altrimenti vanno in senso opposto.
da quello che scrive mi sembra che la sua preoccupazione sia un po' eccessiva.
Le faccio una piccola "provocazione": Questo fa soffrire più lei o più suo figlio? Voglio dire che talvolta ci si identifica troppo nei figli e in quello che stanno provando, solo perché questi hanno il potere di far emergere il mondo emozionale del genitore.
Le sue manifestazioni di rassicurazione sono utili nella misura in cui non fanno trasparire le sue insicurezze e le sue paure, altrimenti vanno in senso opposto.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Gentile Signora,
ogni bambino\a, attraversa fasi di autonomia e di regressione, caratterizzate da timidezza,senso di esclusione, incertezze e confronto con il gruppo di pari.
Non credo che noi genitori, dovremmo intervenire; diventa indispensabile esserci, stare lì ad osservare, ma sicuramente non offrire loro strategie ed istruzioni per l'uso, impareranno da soli, anche attraverso la sofferenza.
In accordo con quanto detto dalla Collega dott.Muscarà, le allego qualche lettura, sull'importanza della figura paterna , quindi il genitore omologo, per la crescita psichica del bambino e sula difficoltà nell'essere mamme
http://www.valeriarandone.it/home/articoli/206-le-modifiche-dellidentita-paternadal-padre-autoritario-al-padre-assente-al-padre-presente
http://www.valeriarandone.it/home/articoli/156-il-mito-della-maternita-essere-madri-oggi
ogni bambino\a, attraversa fasi di autonomia e di regressione, caratterizzate da timidezza,senso di esclusione, incertezze e confronto con il gruppo di pari.
Non credo che noi genitori, dovremmo intervenire; diventa indispensabile esserci, stare lì ad osservare, ma sicuramente non offrire loro strategie ed istruzioni per l'uso, impareranno da soli, anche attraverso la sofferenza.
In accordo con quanto detto dalla Collega dott.Muscarà, le allego qualche lettura, sull'importanza della figura paterna , quindi il genitore omologo, per la crescita psichica del bambino e sula difficoltà nell'essere mamme
http://www.valeriarandone.it/home/articoli/206-le-modifiche-dellidentita-paternadal-padre-autoritario-al-padre-assente-al-padre-presente
http://www.valeriarandone.it/home/articoli/156-il-mito-della-maternita-essere-madri-oggi
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Cara signora,
se il bambino non manifesta disagio ma solo un pò di delusione è più che normale. Lei ha il compito di rassicurarlo, dirgli qualche parola dolce, ma non di sostituirsi alle sue amicizie o di consolarlo. La consolazione lo mortificherebbe. Queste piccole esperienze serviranno a fortificarlo e forgiare il suo carattere che è in pieno divenire. Mi sembra che suo figlio sappia già il fatto suo, stia serena, troverà il modo di affrontarlo da solo e per lui questo sarà fonte di soddisfazione.
se il bambino non manifesta disagio ma solo un pò di delusione è più che normale. Lei ha il compito di rassicurarlo, dirgli qualche parola dolce, ma non di sostituirsi alle sue amicizie o di consolarlo. La consolazione lo mortificherebbe. Queste piccole esperienze serviranno a fortificarlo e forgiare il suo carattere che è in pieno divenire. Mi sembra che suo figlio sappia già il fatto suo, stia serena, troverà il modo di affrontarlo da solo e per lui questo sarà fonte di soddisfazione.
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#6]
Ex utente
Intanto volevo ringraziare tutti per le risposte, poi per rispondere alla dott.ssa Pileci, ho visto che mio figlio era un po' giù e ho iniziato a fare qualche domanda e lui mi ha risposto che non ha molti amici in questo periodo. Mi è sembrata una risposta strana, e alla fine mi ha raccontato questo fatto. Mi ha un po' insospettita anche questo continuo accocolarsi a me. Lui dice che io esagero sempre e un po' ha ragione e infatti quando dico che forse troppi consigli lo confondono e lo rendono insicuro intendo dire che spesso gli dico di farsi rispettare e di dire "questo", o rispondere "in questo modo", in determinate situazioni e questo potrebbe fargli credere che lui non sappia farsi rispettare.
Mio marito la pensa sostanzialmente come la dott.ssa Randone, noi genitori ci intromettiamo troppo nelle cose che accadono tra ragazzini, ma se io forse sono "un po' troppo attenta", secondo me lui lascia un po' troppo correre. Giocano molto insieme, a pallone, a lotta, ma nelle cose di scuola e nei rapporti con gli amici mio marito non interviene mai. Comunque vi ringrazio tutti, e rifletterò su quello che mi avete scritto.
Mio marito la pensa sostanzialmente come la dott.ssa Randone, noi genitori ci intromettiamo troppo nelle cose che accadono tra ragazzini, ma se io forse sono "un po' troppo attenta", secondo me lui lascia un po' troppo correre. Giocano molto insieme, a pallone, a lotta, ma nelle cose di scuola e nei rapporti con gli amici mio marito non interviene mai. Comunque vi ringrazio tutti, e rifletterò su quello che mi avete scritto.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.9k visite dal 25/01/2013.
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