Psicoterapia cognitivo comportamentale
Buongiorno,
soffro da molto tempo, avevo circa 21 anni, di disturbi depressivi con componente ansiosa e ossessiva.
Sono stato curato in varie occasioni con farmaci antidepressivi ed ansiolitici.
Nel 1998 ho effettuato, su suggerimento del mio psichiatra, una psicoterapia di tipo psicodinamico per una durata di due anni senza un sensibile miglioramento della patologia.
Nel 2008 altra psicoterapia di tipo psicodinamico di durata di quasi due anni abbandonata perchè anche in questa occasione non ottenevo risultati, oltre che per gli ali costi sostenuti.
Infine, nel 2009 ho iniziato una psicoterapia ad indirizzo cognitivo comportamentale ottenendo nell'immediato buoni risultati (preciso che prendevo anche il farmaco Sereupin).
Dopo la prima fase durata circa 3 mesi in cui facevo sedute con cadenza settimanale, la psicologa-psicoterapeuta ha diradato le sedute portandole a 15 giorni e infine a 30 giorni. L'ultima l'ho fatta circa un mese fa. Purtoppo anche in questo caso ho avuto pesanti ricadute e ora sono nuovamente in terapia farmacologica con Sereupin ed En prescritti dallo psichiatra del CSM.
Praticamente gli iniziali risultati ottenuti non si consolidano.
In tutti e tre i casi gli psicoterapeuti mi avevano inizialmente riferito che per i miei disturbi avrei ottenuto dei buoni risultati e che sarei guarito.
Dopo avere speso finio ad ora circa 12.000 Euro, mi chiedo se vale la pena di continuare o di lasciare perdere tutto. Devo essere seguito a livello psicoterapeutico a vita lavorando per pagare gli psicologi ?
La psicologa ad indirizzo cognitivo comportamentale ha anche ipotizzato che la non riuscita della terapia sia da attribuire ad un mio basso livello di intelligenza !!!!
Perdonatemi lo sfogo, ma non posso andare avanti così.
Cosa mi suggerite. E' possibile che la psicoterapia sia inutile nel mio caso.
Grazie e buona giornata.
soffro da molto tempo, avevo circa 21 anni, di disturbi depressivi con componente ansiosa e ossessiva.
Sono stato curato in varie occasioni con farmaci antidepressivi ed ansiolitici.
Nel 1998 ho effettuato, su suggerimento del mio psichiatra, una psicoterapia di tipo psicodinamico per una durata di due anni senza un sensibile miglioramento della patologia.
Nel 2008 altra psicoterapia di tipo psicodinamico di durata di quasi due anni abbandonata perchè anche in questa occasione non ottenevo risultati, oltre che per gli ali costi sostenuti.
Infine, nel 2009 ho iniziato una psicoterapia ad indirizzo cognitivo comportamentale ottenendo nell'immediato buoni risultati (preciso che prendevo anche il farmaco Sereupin).
Dopo la prima fase durata circa 3 mesi in cui facevo sedute con cadenza settimanale, la psicologa-psicoterapeuta ha diradato le sedute portandole a 15 giorni e infine a 30 giorni. L'ultima l'ho fatta circa un mese fa. Purtoppo anche in questo caso ho avuto pesanti ricadute e ora sono nuovamente in terapia farmacologica con Sereupin ed En prescritti dallo psichiatra del CSM.
Praticamente gli iniziali risultati ottenuti non si consolidano.
In tutti e tre i casi gli psicoterapeuti mi avevano inizialmente riferito che per i miei disturbi avrei ottenuto dei buoni risultati e che sarei guarito.
Dopo avere speso finio ad ora circa 12.000 Euro, mi chiedo se vale la pena di continuare o di lasciare perdere tutto. Devo essere seguito a livello psicoterapeutico a vita lavorando per pagare gli psicologi ?
La psicologa ad indirizzo cognitivo comportamentale ha anche ipotizzato che la non riuscita della terapia sia da attribuire ad un mio basso livello di intelligenza !!!!
Perdonatemi lo sfogo, ma non posso andare avanti così.
Cosa mi suggerite. E' possibile che la psicoterapia sia inutile nel mio caso.
Grazie e buona giornata.
[#1]
Gentile Utente,
io non posso entrare nel merito dei trattamenti di tipo psicodinamico, ma vorrei porLe qualche domanda sull'ultimo trattamento di tipo cognitivo-comportamentale.
Che cosa vuol dire che aveva ottenuto buoni risultati? Quali erano questi risultati? Quali erano i vostri obiettivi terapeutici?
E da quando ha ricominciato a stare male?
Può descriverci meglio in che cosa consiste il Suo disagio?
io non posso entrare nel merito dei trattamenti di tipo psicodinamico, ma vorrei porLe qualche domanda sull'ultimo trattamento di tipo cognitivo-comportamentale.
Che cosa vuol dire che aveva ottenuto buoni risultati? Quali erano questi risultati? Quali erano i vostri obiettivi terapeutici?
E da quando ha ricominciato a stare male?
Può descriverci meglio in che cosa consiste il Suo disagio?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
gentile utente,
la soluzione dei problemi, in psicoterapie di orientamento comportamentale sono proporzionali alla messa in pratica di compiti ed esercizi prescritti dal terapeuta.
lei li esegue come da prescrizione?
per qual motivo ha ricevuto questo feedback?
(..)La psicologa ad indirizzo cognitivo comportamentale ha anche ipotizzato che la non riuscita della terapia sia da attribuire ad un mio basso livello di intelligenza !!!!(..)
cosa ha indotto alla sua terapeuta a ipotizzare questo?
la soluzione dei problemi, in psicoterapie di orientamento comportamentale sono proporzionali alla messa in pratica di compiti ed esercizi prescritti dal terapeuta.
lei li esegue come da prescrizione?
per qual motivo ha ricevuto questo feedback?
(..)La psicologa ad indirizzo cognitivo comportamentale ha anche ipotizzato che la non riuscita della terapia sia da attribuire ad un mio basso livello di intelligenza !!!!(..)
cosa ha indotto alla sua terapeuta a ipotizzare questo?
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Ex utente
Grazie per la Sua gentile risposta.
In merito ai "buoni risultati" ottenuti inizialmente dalla psicoterapia cognitivo comportamentale intendo un miglioramento dell'umore, una diminuzione dell'ansia e un modo di pensare più realistico e più ottimista.
Sostanzialmente mi sentivo più sereno.
Riguardo agli obiettivi terapeutici testualmente la dott.ssa mi ha detto all'inizio della terapia dopo che mi aveva fatto compilare il Minnesota Test e fatto tre sedute diagnostiche : questi problemi sono risolvibili con questo tipo di terapia.
Mi ha anche chiesto che cosa io intendessi per "stare bene". Ho risposto sentirmi più sereno di ora.
Ho ricominciato a stare male quando lo psichiatra mi ha diminuito il dosaggio di antidepressivo Sereupin. La psicologa riteneva addirittura che non ne avessi più bisogno e io ho risposto che per i farmaci la competenza era di un medico psichiatra e non sua. Per questa sua intromissione in un settore che non le competeva ho comunciato ad avere una certa sfiducia.
Per quanto riguarda il mio disagio provo a descriverlo:
umore depresso quasi sempre. pensieri pessimisti sul futuro, ipocondria, scarsa autostima, paura di non essere adeguato e di avere carenze intellettive (bocciato tre volte, una alle medie e due alle superiori) con conseguente abbandono scolastico.
Spero di essermi spiegato.
Attendo una Sua risposta e la saluto cordialmente.
In merito ai "buoni risultati" ottenuti inizialmente dalla psicoterapia cognitivo comportamentale intendo un miglioramento dell'umore, una diminuzione dell'ansia e un modo di pensare più realistico e più ottimista.
Sostanzialmente mi sentivo più sereno.
Riguardo agli obiettivi terapeutici testualmente la dott.ssa mi ha detto all'inizio della terapia dopo che mi aveva fatto compilare il Minnesota Test e fatto tre sedute diagnostiche : questi problemi sono risolvibili con questo tipo di terapia.
Mi ha anche chiesto che cosa io intendessi per "stare bene". Ho risposto sentirmi più sereno di ora.
Ho ricominciato a stare male quando lo psichiatra mi ha diminuito il dosaggio di antidepressivo Sereupin. La psicologa riteneva addirittura che non ne avessi più bisogno e io ho risposto che per i farmaci la competenza era di un medico psichiatra e non sua. Per questa sua intromissione in un settore che non le competeva ho comunciato ad avere una certa sfiducia.
Per quanto riguarda il mio disagio provo a descriverlo:
umore depresso quasi sempre. pensieri pessimisti sul futuro, ipocondria, scarsa autostima, paura di non essere adeguato e di avere carenze intellettive (bocciato tre volte, una alle medie e due alle superiori) con conseguente abbandono scolastico.
Spero di essermi spiegato.
Attendo una Sua risposta e la saluto cordialmente.
[#4]
Gentile Utente,
se i miei calcoli non sono errati lei ha iniziato a stare male attorno al 1985 e ha intrapreso una prima psicoterapia solo 13 anni dopo.
E' così?
Purtroppo un qualunque quadro psicopatologico non affrontato per molti anni tende a peggiorare e cronicizzarsi, e di conseguenza la sua terapia non può essere realisticamente breve come lo sarebbe nel caso in cui non fosse trascorso così tanto tempo fra l'insorgenza del disturbo e il primo tentativo di curarlo adeguatamente e non solo assumendo dei farmaci (soprattutto quando i farmaci non stanno consentendo di raggiungere risultati soddisfacenti).
Questo deve essere chiaro perchè un conto è trattare con strumenti psicologici un soggetto depresso o ansioso di 21 anni e un altro trattarne uno di 34 che sta male dai 21.
Se si fosse curato prima il tempo e i soldi necessari sarebbero stati nettamente inferiori, qualunque tipo di psicoterapia lei avesse intrapreso.
Dopo il fallimento (o abbandono precoce, visto quanto le ho spiegato) della prima terapia sono inoltre trascorsi altri 8 anni prima del successivo percorso.
Alla luce di tutto ciò è realistico pensare che qualunque tipo di terapia lei intraprendesse non potrebbe darle risultati positivi e consolidati se non mediante un intervento protratto nel tempo.
Mentre assumeva il Sereupin si sentiva bene?
Che diagnosi ha ricevuto di preciso?
Si tratta di un disturbo d'ansia o di un disturbo di personalità o di altro?
se i miei calcoli non sono errati lei ha iniziato a stare male attorno al 1985 e ha intrapreso una prima psicoterapia solo 13 anni dopo.
E' così?
Purtroppo un qualunque quadro psicopatologico non affrontato per molti anni tende a peggiorare e cronicizzarsi, e di conseguenza la sua terapia non può essere realisticamente breve come lo sarebbe nel caso in cui non fosse trascorso così tanto tempo fra l'insorgenza del disturbo e il primo tentativo di curarlo adeguatamente e non solo assumendo dei farmaci (soprattutto quando i farmaci non stanno consentendo di raggiungere risultati soddisfacenti).
Questo deve essere chiaro perchè un conto è trattare con strumenti psicologici un soggetto depresso o ansioso di 21 anni e un altro trattarne uno di 34 che sta male dai 21.
Se si fosse curato prima il tempo e i soldi necessari sarebbero stati nettamente inferiori, qualunque tipo di psicoterapia lei avesse intrapreso.
Dopo il fallimento (o abbandono precoce, visto quanto le ho spiegato) della prima terapia sono inoltre trascorsi altri 8 anni prima del successivo percorso.
Alla luce di tutto ciò è realistico pensare che qualunque tipo di terapia lei intraprendesse non potrebbe darle risultati positivi e consolidati se non mediante un intervento protratto nel tempo.
Mentre assumeva il Sereupin si sentiva bene?
Che diagnosi ha ricevuto di preciso?
Si tratta di un disturbo d'ansia o di un disturbo di personalità o di altro?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#5]
Ex utente
Rispondo al gent.mo dott. De Vincentis.
Ho eseguito per vari mesi e scrupolosamente i "compiti per casa" assegnatimi dalla psicoterapeuta. (situazione - stato d'animo - pensiero automatico - pensiero alternativo - rivalutazione dello stato d'animo.
Ottenuto un risultato che onestamente devo dire lusinghiero, ha diradato le sedute e sospeso i "compiti per casa" dicendomi che le sedute successive sarebbero state di "supporto psicologico" da farsi ogni 15 o 30 giorni a tempo indefinito.
Per quanto riguarda il "basso livello intellettivo" non so da dove lo abbia dedotto. Forse dai risultati scolastici deludenti, da un linguaggio povero, da una difficoltà ad esprimere concetti astratti.... non lo so
Grazie e buon lavoro
Ho eseguito per vari mesi e scrupolosamente i "compiti per casa" assegnatimi dalla psicoterapeuta. (situazione - stato d'animo - pensiero automatico - pensiero alternativo - rivalutazione dello stato d'animo.
Ottenuto un risultato che onestamente devo dire lusinghiero, ha diradato le sedute e sospeso i "compiti per casa" dicendomi che le sedute successive sarebbero state di "supporto psicologico" da farsi ogni 15 o 30 giorni a tempo indefinito.
Per quanto riguarda il "basso livello intellettivo" non so da dove lo abbia dedotto. Forse dai risultati scolastici deludenti, da un linguaggio povero, da una difficoltà ad esprimere concetti astratti.... non lo so
Grazie e buon lavoro
[#6]
(..)La psicologa riteneva addirittura che non ne avessi più bisogno e io ho risposto che per i farmaci la competenza era di un medico psichiatra e non sua. Per questa sua intromissione in un settore che non le competeva ho comunciato ad avere una certa sfiducia.(..)
gentile utente non c'è alcun motivo di perdere fiducia nella terapeuta solo perchè è entrata nel merito della prescrizione farmacologica.
in qualità di esperta del comportamento ha certo facoltà di comprendere che certi risultati potrebbero essere l'espressione di un migloramento in grado di sostenere una riduzione farmacologica. La psicoterpaeuta non può prescrivere nè togliere farmaci ma può dire la sua su un comportamento verso il quale i farmaci possono essere necessari oppure no
legga questo sulla questione
https://www.medicitalia.it/blog/psicoterapia/160-lo-psicologo-puo-esprimere-la-sua-opinione-sui-farmaci.html
gentile utente non c'è alcun motivo di perdere fiducia nella terapeuta solo perchè è entrata nel merito della prescrizione farmacologica.
in qualità di esperta del comportamento ha certo facoltà di comprendere che certi risultati potrebbero essere l'espressione di un migloramento in grado di sostenere una riduzione farmacologica. La psicoterpaeuta non può prescrivere nè togliere farmaci ma può dire la sua su un comportamento verso il quale i farmaci possono essere necessari oppure no
legga questo sulla questione
https://www.medicitalia.it/blog/psicoterapia/160-lo-psicologo-puo-esprimere-la-sua-opinione-sui-farmaci.html
[#7]
Ex utente
Rispondo alla gent.ma dott.ssa Angela Pileci.
Innanzitutto grazie per la risposta.
Nei primi due interventi psicoterapeutici-psicodinamici (fatti con psichiatri-specializzati in psicoterapia) non mi sono state comunicate le diagnosi in quanto a loro dire "non aveva importanza questo aspetto ai fini terapeutici". Da quanto mi dicevano ho intuito che volessero comunicarmi che il mio fosse un "disagio esistenziale e non una vera e propria patologia".
Gli psicoterapeuti ad indirizzo psicodinamico tendono ad essere elusivi e spesso si mettono a "filosofeggiare" tirando in ballo, oltre a Freud & C., pure l'esistenzialismo .......
Alla fine non capivo più niente, semprechè capissero loro di cosa stessero parlando.
Nettamente diverso è stato l'approccio cognitivo-comportamentale: la dott.ssa dopo il test e le prime sedute mi ha riferito che soffrivo di un disturbo ossessivo. Mi ha spiegato il funzionamento della terapia.
Nel frattempo lo psichiatra che mi seguiva per i farmaci aveva diagnosticato una depressione. Un altro psichiatra del CSM aveva diagnisticato che non avevo alcun disturbo dell'asse II del DSM bensì un problema caratteriale.
Risultato: confusione totale
La cosa comun que che mi dispiace è che se la dott.ssa dell'ultima terapia fosse stata chiara quanto Lei avrei avuto degli obiettivi più realistici e compatibile con la cronicizzazione del disturbo e la presa d'atto di venire costantemente seguito.
Purtoppo invece mi aveva detto che il disagio era risolvibile e che sarei stato meglio.
Innanzitutto grazie per la risposta.
Nei primi due interventi psicoterapeutici-psicodinamici (fatti con psichiatri-specializzati in psicoterapia) non mi sono state comunicate le diagnosi in quanto a loro dire "non aveva importanza questo aspetto ai fini terapeutici". Da quanto mi dicevano ho intuito che volessero comunicarmi che il mio fosse un "disagio esistenziale e non una vera e propria patologia".
Gli psicoterapeuti ad indirizzo psicodinamico tendono ad essere elusivi e spesso si mettono a "filosofeggiare" tirando in ballo, oltre a Freud & C., pure l'esistenzialismo .......
Alla fine non capivo più niente, semprechè capissero loro di cosa stessero parlando.
Nettamente diverso è stato l'approccio cognitivo-comportamentale: la dott.ssa dopo il test e le prime sedute mi ha riferito che soffrivo di un disturbo ossessivo. Mi ha spiegato il funzionamento della terapia.
Nel frattempo lo psichiatra che mi seguiva per i farmaci aveva diagnosticato una depressione. Un altro psichiatra del CSM aveva diagnisticato che non avevo alcun disturbo dell'asse II del DSM bensì un problema caratteriale.
Risultato: confusione totale
La cosa comun que che mi dispiace è che se la dott.ssa dell'ultima terapia fosse stata chiara quanto Lei avrei avuto degli obiettivi più realistici e compatibile con la cronicizzazione del disturbo e la presa d'atto di venire costantemente seguito.
Purtoppo invece mi aveva detto che il disagio era risolvibile e che sarei stato meglio.
[#8]
Gentile Utente,
il risultato che può raggiungere con lo schema descritto è di intercettare facilmente lo schema disfunzionale che ha generato e mantenuto il Suo problema e, di conseguenza, cambiare ed eliminare ciò che fino ad ora non Le ha permesso di vivere serenamente.
Tuttavia questo è un lavoro che deve continuare a fare, anche se la terapeuta La vedrà una volta al mese. Cioè deve essere chiaro a Lei come funziona e quali schemi automatici si attivano in situazioni per Lei critiche.
Poi solleva anche altre questioni che sembrano collegate, per esempio una bassa autostima (forse ipotesi più sensata per i risultati scolastici che non un basso quoziente intellettivo...).
Questo è un tema critico per le persone depresse, ma deve essere affrontato in terapia.
Un cordiale saluto,
il risultato che può raggiungere con lo schema descritto è di intercettare facilmente lo schema disfunzionale che ha generato e mantenuto il Suo problema e, di conseguenza, cambiare ed eliminare ciò che fino ad ora non Le ha permesso di vivere serenamente.
Tuttavia questo è un lavoro che deve continuare a fare, anche se la terapeuta La vedrà una volta al mese. Cioè deve essere chiaro a Lei come funziona e quali schemi automatici si attivano in situazioni per Lei critiche.
Poi solleva anche altre questioni che sembrano collegate, per esempio una bassa autostima (forse ipotesi più sensata per i risultati scolastici che non un basso quoziente intellettivo...).
Questo è un tema critico per le persone depresse, ma deve essere affrontato in terapia.
Un cordiale saluto,
[#10]
Deve sapere che gli psichiatri ottengono il titolo di psicoterapeuta anche senza aver frequentato una Scuola di Psicoterapia, ma la sola speclializzazione in Psichiatria dà diritto ad entrambi i titoli (di psichiatra e, appunto, psicoterapeuta).
Di conseguenza solo una minima parte di psichiatri frequenta anche una Scuola di Psicoterapia, a volte solo per una parte dei 4 anni di studio richiesti invece agli psicologi per specializzarsi in psicoterapia.
Per trarre delle conclusioni sui percorsi che lei ha effettuato bisognerebbe quindi sapere su quali basi formative si sono fondate le due "psicoterapie ad indirizzo psicodinamico" delle quali ci ha parlato.
Mi spiace davvero per come sono andate le cose, visto che se fosse stato curato adeguatamente avrebbe avuto maggiori probabilità di risolvere i suoi problemi senza esserne condizionato a vita.
In ogni caso questo non significa che non possa riuscirci adesso.
Di conseguenza solo una minima parte di psichiatri frequenta anche una Scuola di Psicoterapia, a volte solo per una parte dei 4 anni di studio richiesti invece agli psicologi per specializzarsi in psicoterapia.
Per trarre delle conclusioni sui percorsi che lei ha effettuato bisognerebbe quindi sapere su quali basi formative si sono fondate le due "psicoterapie ad indirizzo psicodinamico" delle quali ci ha parlato.
Mi spiace davvero per come sono andate le cose, visto che se fosse stato curato adeguatamente avrebbe avuto maggiori probabilità di risolvere i suoi problemi senza esserne condizionato a vita.
In ogni caso questo non significa che non possa riuscirci adesso.
[#11]
Caro utente,
mi dispiace per come si sia evoluta la sua storia clinica. Purtroppo quando si intraprende un percorso psicoterapeutico ci vuole anche fortuna. Inoltre sembra che ultimamente abbia anche sviluppato quelle che vengono chiamate "resistenze al trattamento", probabilmente ciò dovuto anche ad alcune sue errate convinzioni (lo psicologo e i farmaci) che il mio collega ha già provveduto a spiegarle.
Alla luce di questi chiarimenti pensa di poter riprendere la terapia più serenamente?
mi dispiace per come si sia evoluta la sua storia clinica. Purtroppo quando si intraprende un percorso psicoterapeutico ci vuole anche fortuna. Inoltre sembra che ultimamente abbia anche sviluppato quelle che vengono chiamate "resistenze al trattamento", probabilmente ciò dovuto anche ad alcune sue errate convinzioni (lo psicologo e i farmaci) che il mio collega ha già provveduto a spiegarle.
Alla luce di questi chiarimenti pensa di poter riprendere la terapia più serenamente?
[#12]
Ex utente
Gent.ma dott.ssa Mirona,
io riprenderei la psicoterapia cognitivo-comportamentale, magari con altro professionista ma non ho la disponibilità economica per farlo quindi, a malincuore devo accontentarmi dei farmaci prescritti dallo psichiatra del CSM.
Rispondendo invece alla gentile dott.ssa Massaro riguardo al fatto che all'età di 21 anni il mio disturbo non sia stato adeguatamente trattato (solo farmacologicamente) tengo a precisare che io avevo l'intenzione di farlo ma la mia famiglia molto religiosa e bigotta era contraria a qualsiasi trattamento per la cura di problematiche psicologiche e mi controllava in tal senso e mi sono trovato ad andare di nascosto alle visite di controllo al CSM.
Mia madre era stata cosigliata dal parroco che "i trattamenti psichiatrici potevano essere estremamente dannosi e potevano portare anche al ricovero in manicomio". PAZZESCO !!!!!
Controllava inoltre i libri che leggevo e la musica che ascoltavo e sosteneva che avrei potuto trovare sollievo nella confessione che riteneva lo strumento d'elezione per la cura dei disagi mentali.
Io mi sono trovato a combattere contro questa situazione e anche la psicoterapia del 1998 - 2000 l'ho dovuta fare di nascosto. Poi nel 2001 mi sono sposatoe non ci sono più stati problemi del genere.
io riprenderei la psicoterapia cognitivo-comportamentale, magari con altro professionista ma non ho la disponibilità economica per farlo quindi, a malincuore devo accontentarmi dei farmaci prescritti dallo psichiatra del CSM.
Rispondendo invece alla gentile dott.ssa Massaro riguardo al fatto che all'età di 21 anni il mio disturbo non sia stato adeguatamente trattato (solo farmacologicamente) tengo a precisare che io avevo l'intenzione di farlo ma la mia famiglia molto religiosa e bigotta era contraria a qualsiasi trattamento per la cura di problematiche psicologiche e mi controllava in tal senso e mi sono trovato ad andare di nascosto alle visite di controllo al CSM.
Mia madre era stata cosigliata dal parroco che "i trattamenti psichiatrici potevano essere estremamente dannosi e potevano portare anche al ricovero in manicomio". PAZZESCO !!!!!
Controllava inoltre i libri che leggevo e la musica che ascoltavo e sosteneva che avrei potuto trovare sollievo nella confessione che riteneva lo strumento d'elezione per la cura dei disagi mentali.
Io mi sono trovato a combattere contro questa situazione e anche la psicoterapia del 1998 - 2000 l'ho dovuta fare di nascosto. Poi nel 2001 mi sono sposatoe non ci sono più stati problemi del genere.
[#13]
Non conosco la situazione nella sua zona, ma di solito le strutture pubbliche erogano almeno un ciclo di colloqui psicologici: non le è stata fatta presente questa possibilità al CSM?
Non sono presenti altre strutture pubbliche dalle sue parti alle quali rivolgersi?
In ogni caso fossi in lei mi informerei anche sui costi dei trattamenti effettuabili privatamente perchè non tutti i colleghi hanno le stesse tariffe e se lei è in oggettive difficoltà economiche penso che possa trovare un accordo con uno psicologo che le venga incontro.
Non sono presenti altre strutture pubbliche dalle sue parti alle quali rivolgersi?
In ogni caso fossi in lei mi informerei anche sui costi dei trattamenti effettuabili privatamente perchè non tutti i colleghi hanno le stesse tariffe e se lei è in oggettive difficoltà economiche penso che possa trovare un accordo con uno psicologo che le venga incontro.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 7.7k visite dal 25/01/2013.
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