Come fare a togliermelo dalla testa
Gentili dottori, ricorro a voi in un momento di estrema difficoltà emotiva che mi fa star male parecchio, io mi arrabbio con me stessa perchè non posso soffrire per quella che considero una sciocchezza o meglio un capriccio, eppure è così. Questa sofferenza interiore mi ha tolto il piacere di fare tutto, sono sempre annoiata, insofferente a tutto, perchè penso sempre una cosa. La "cosa" è un uomo di cui mi sono innamorata pur essendo io sposata. Ormai questa storia va avanti da più di un anno da quando l'ho conosciuto. In un altra richiesta di consulto in passato avevo raccontato come sono andati i fatti, lui è interessato a me perchè gli piaccio ma non vuole coinvolgersi perchè ha avuto un passato turbolento e ne è rimasto scottato. Siamo usciti alcune volte ma da amici, mi ha ribadito più volte che non è pronto per un'altra storia soprattutto con una donna sposata, io gli ho detto che sarei anche disposta a separarmi anche perchè il mio matrimonio è in crisi ma lui per ora non se la sente. Il problema è che io non riesco a togliermelo dalla testa, razionalmente capisco che è una storia impossibile, anche perchè lui è molto più grande di me, ha anche un carattere particolare e non so se funzionerebbe, ma non riesco a vivere più serenamente anche perchè in fondo so che gli piaccio parecchio, è il mio dirigente, ci vediamo quasi tutti i giorni e vedo come mi guarda, mi ha detto che sono una bella donna, elegante, di classe, però c'è la situazione è sempre quella. Io vorrei non pensarlo così in continuazione e stare male, perchè sto male, ora ad esempio so che la prossima settimana sarà assente e già io al pensiero di non vederlo mi sento morire. Cosa devo fare? sono disperata! Vorrei odiarlo piuttosto che esserne innamorata, ma non ce la faccio. Non faccio altro che piangere e mi arrabbio con me stessa perchè non posso permettere che un uomo possa ridurmi in questo stato. Esiste un modo che guarire dalle pene d'amore?
[#1]
Distrarsene quanto prima, direi...mi perdoni per la franchezza, ma lui non sembra dichiarare impegno né volontà sincera che lei si separi, pertanto o si accontenta di quel poco che lui sarà disposto a darle ( molto poco, probabilmente ) o cerca di distogliere il pensiero ( se non può dislocare la sua presenza altrove ) collocandolo su qualcosa che sviluppi piuttosto aree del sé inesplorate...solitamente un amore che nasce per un uomo fuori dal matrimonio può nascondere insoddisfazioni altre non riconducibili all'oggetto d'amore in sé...non crede? Lo so, capisco che il desiderio è altissimo e che la volontà è rivolta alla conquista e ad una felicità superiore, ma provi a riflettere se questa separazione da suo marito non sia da realizzare indipendentemente da quest'uomo o - altrimenti - se non ci sia qualcosa da recuperare nel suo attuale rapporto. Mi faccia sapere, se può.
Dr. Ilaria Zeppi
[#2]
Gentile Signora,
penso che dovrebbe tenere divisi i due discorsi del matrimonio che non funziona e della relazione con il suo superiore.
Se il rapporto con suo marito non funziona e siete almeno minimamente interessati a non separarvi vale la pena che chiediate una consulenza psicologica di coppia per capire cosa vi è successo e cercare di porvi rimedio.
Far dipendere la scelta di chiedere o non chiedere la separazione dalle decisioni del suo capo significa condannarsi a un presente infelice che magari rimarrà tale ancora per molto.
Per quanto riguarda invece la sua relazione che vorrebbe avere con l'altro uomo non può che ascoltare quanto lui le dice: se non si sente di iniziare una storia seria e non ha inventato delle bugie per farle intendere altro può cominciare con l'apprezzare la sua sincerità.
Se lei si separasse da suo marito e il suo capo fosse in fondo davvero interessato potreste darvi del tempo per avvicinarvi gradualmente: lui le ha detto chiaramente che "non è pronto per un'altra storia soprattutto con una donna sposata", quindi se davvero non vede la possibilità di riconciliarsi con suo marito e tiene a darsi una chance con quest'uomo separarsi è il primo passo per costruire un eventuale rapporto con lui.
penso che dovrebbe tenere divisi i due discorsi del matrimonio che non funziona e della relazione con il suo superiore.
Se il rapporto con suo marito non funziona e siete almeno minimamente interessati a non separarvi vale la pena che chiediate una consulenza psicologica di coppia per capire cosa vi è successo e cercare di porvi rimedio.
Far dipendere la scelta di chiedere o non chiedere la separazione dalle decisioni del suo capo significa condannarsi a un presente infelice che magari rimarrà tale ancora per molto.
Per quanto riguarda invece la sua relazione che vorrebbe avere con l'altro uomo non può che ascoltare quanto lui le dice: se non si sente di iniziare una storia seria e non ha inventato delle bugie per farle intendere altro può cominciare con l'apprezzare la sua sincerità.
Se lei si separasse da suo marito e il suo capo fosse in fondo davvero interessato potreste darvi del tempo per avvicinarvi gradualmente: lui le ha detto chiaramente che "non è pronto per un'altra storia soprattutto con una donna sposata", quindi se davvero non vede la possibilità di riconciliarsi con suo marito e tiene a darsi una chance con quest'uomo separarsi è il primo passo per costruire un eventuale rapporto con lui.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
Grazie ad entrambe per la celerità delle risposte. Dottoressa Massaro lei ha ragione, dovrei separarmi da mio marito, è la prima cosa, il problema è che ho paura, perchè di fatto è vero che il nostro matrimonio si è ridotto ad una convivenza amichevole dove manca la passione e da parte mia anche la voglia di condividere le cose più banali, ma è anche vero che mi dà sicurezza per le minime cose, perchè mio marito è una persona affidabile, il problema è che io non lo amo più e in questo momento mi sento come un uccello in gabbia, se trovassi uno spiraglio fuggirei lontano. Ho fatto presente tutto questo all'altro uomo, lui mi invita ad essere cauta e a non ripetere i suoi stessi sbagli, lui è infatti separato e ora dopo altre storie sbagliate è solo. Non credo mi abbia raccontato bugie perchè so che si sente solo e scottato dalle storie passate anche con donne sposate, mi ha detto che sta superando l'ultiama storia e in questo momento si sente piuttosto tranquillo ma ha paura di sbagliare di nuovo e alla sua età non può permetterselo. Siamo in un impasse, so che quella più coinvolta sono io ma credo che anche lui in fondo lo sia, solo che appunto ha paura. Come dice lei dott.ssa Zeppi dovrei distrarmi e rivolgere altrove la mia mente, ma dove? Potrei inoltre chiedere trasferimento lavorativo ma lavoro nel mio stesso paese, sono ben inserita, sconvolgerei tutto, ne vale la pena e se poi scoprissi che è solo un'infatuazione passeggera (dopo un anno!)? Lo voglio veramente?
[#5]
Si dia un tempo per decidere, non sappiamo se ha figli e questo è importante saperlo, siamo sicuri che non si possa ritrovare con suo marito una intesa?
Questa sua storia molto ipotetica , non mi fa apparire un uomo molto appassionato all'orizzonte , stiamo attenti a non proiettare su di lui, pensieri, qualità, pensieri ,se già così è esitante , forse conviene aspettare un attimo prima di sfasciare tutto.
Io la penso come la dottoresssa Zeppi, ho visto troppe donne innamorate dell'amore precipitare in un baratro.
Ci pensi e decida con calma..
Questa sua storia molto ipotetica , non mi fa apparire un uomo molto appassionato all'orizzonte , stiamo attenti a non proiettare su di lui, pensieri, qualità, pensieri ,se già così è esitante , forse conviene aspettare un attimo prima di sfasciare tutto.
Io la penso come la dottoresssa Zeppi, ho visto troppe donne innamorate dell'amore precipitare in un baratro.
Ci pensi e decida con calma..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#6]
Utente
Gentile dott.ssa Massaro, mio marito sembra non accorgersi di nulla, ossia per lui è tutto normale, eppure i segnali di una mia crisi interiore ci sono, eccome se ci sono. Io sono attualmente in cura con un antidepressivo perchè ho una forma depressiva che mi ha provocato degli attacchi di panico e la situazione era precipitata dopo l'estate appunto perchè durante l'estate io mi ero logorata interiormente per il senso di insoddisfazione che vivo nel mio matrimonio e a causa di questa "passione impossibile". Però mio marito non si sforza di capire il perchè del mio malessere, tante volte ho provato a parlargli, lancio qualche battuta sulla possibilità di separarci e lui dice che penso sempre una cosa. Ma si può vivere così per tutta la vita? Io ho paura, vedo il futuro grigio e piatto. Ho un bimbo di 5 anni, non voglio più figli sia perchè non ho una spiccata predisposizione alla maternità sia perchè data la situazione interiore non voglio ulteriori complicazioni e poi non lo voglio da mio marito. Voglio essere libera, insomma.
Dott.ssa Muscarà, la stessa cosa che dice lei me l'ha detta anche l'altro uomo, mi ha detto di non affrettare niente, di vedere quello che succederà, se è destino che dovrà accadere di avere una storia, accadrà. Lui è molto prudente, insomma, sono io che sono in fibrillazione. Io vorrei affrettare i tempi ma non dipende da me. Oppure vorrei togliermelo definitivamente dalla testa, e magari ritornare nel grigiore della mia vita. Ritrovare con mio marito un'intesa non so se sia possibile perchè di fatto è da già da qualche anno che la situazione scivola via. Ammettiamo che io superi in qualche modo (quale non so) questo momento, e mi sforzi di far funzionare il mio matrimonio, sono sicura che se si presentasse un'altra occasione io ricadrei nella stessa situazione, perchè il legame con mio marito non ha solide basi, mi sono accontentata insomma. Grave, ma è così.
Dott.ssa Muscarà, la stessa cosa che dice lei me l'ha detta anche l'altro uomo, mi ha detto di non affrettare niente, di vedere quello che succederà, se è destino che dovrà accadere di avere una storia, accadrà. Lui è molto prudente, insomma, sono io che sono in fibrillazione. Io vorrei affrettare i tempi ma non dipende da me. Oppure vorrei togliermelo definitivamente dalla testa, e magari ritornare nel grigiore della mia vita. Ritrovare con mio marito un'intesa non so se sia possibile perchè di fatto è da già da qualche anno che la situazione scivola via. Ammettiamo che io superi in qualche modo (quale non so) questo momento, e mi sforzi di far funzionare il mio matrimonio, sono sicura che se si presentasse un'altra occasione io ricadrei nella stessa situazione, perchè il legame con mio marito non ha solide basi, mi sono accontentata insomma. Grave, ma è così.
[#7]
Sentirla affermare che potrebbe scoprire si tratti solo di un'infatuazione passeggera mi fa ben sperare sulle sue capacità di venirne fuori tornando ad investire - come le dicevo - su di sé...rifletta su quanto afferma: Voglio essere libera...questa irritabilità, questa irrequietezza, non sono forse indice di una sua mancata completa espressione? E' difficile farlo ora, trovare spunti per la riappropriazione di sé e per la ridefinizione della sua identità in quanto donna ( e non in quanto moglie, madre e amante ) proprio ora che il suo bimbo è ancora così piccolo e dipendente da lei, e suo marito appare poco incline a comprenderla...ma provi a fare questo passo in più. Chieda aiuto per se stessa, non in relazione al suo dirigente o al suo rapporto di coppia...l'avverto molto presa in ideazioni che la distraggono dal vero problema, forse più arduo di quanto non sia dipanare o far attualizzare una storia extraconiugale neppure troppo reale...no?
[#9]
Utente
Sì, il rapporto con mio marito è cambiato proprio dopo la nascita del bambino. In qualche modo le attenzioni sono sempre rivolte al piccolo anche perchè lui le reclama in continuazione e noi ci siamo pian piano allontanati. Ciò che mi fa dire che il rapporto non ha solide basi è che io non lo vedo solido, nel senso che da parte mia c'è la predisposizione a lasciare tutto qualora incontrassi un altro uomo che mi desse tutto ciò che mi manca in questo momento e che mio marito non si sforza minimamente di darmi (passione, attenzione, tenerezza, complicità ecc.). Ripeto in questo periodo io vivo molto male perchè mi sento come una persona che trascina la propria vita senza entusiasmo, anzi con molta ansia e insoddisfazione e spera che giunga da dove non so una speranza di cambiamento. Tutto questo però mi fa sentire anche in colpa, mi fa sentire una sorta di madame Bovary e mi fa pensare che se continuo così rischio di sbagliare e di cadere nel baratro di cui parlava la dott.ssa Muscarà.
Io penso, dott.ssa Zeppi, che la mia possa essere un'infatuazione perchè è vero che mi sento attratta da quest'uomo per i suoi modi galanti, la sua gentilezza, anche fisicamente mi piace però credo che ci sia anche da considerare il fatto che lui mi ha rifiutata e credo sia stato questo che mi ha reso ancora più accanita nella "caccia". Mi fa rabbia sapere che in fondo lui è attratto da me, ma mi sfugge solo perchè ha paura. Non riesco a capire questo comportamento che esce fuori dai canoni di comportamento maschile. Ma nello stesso tempo la rabbia, come ho già detto, ce l'ho anche con me stessa perchè non accetto la sconfitta.Mi ripeto in continuazione che devo lasciar perdere, magari per qualche sono sono tranquilla, poi basta una chiacchierata con lui o solo vederlo e capire che non gli sono indifferente e tutto ricomincia. Dott.ssa Zeppi, lei mi diceva che dovrei trovare spunti per la riappropriazione di me stessa, ma dove e come trovarli?
Io penso, dott.ssa Zeppi, che la mia possa essere un'infatuazione perchè è vero che mi sento attratta da quest'uomo per i suoi modi galanti, la sua gentilezza, anche fisicamente mi piace però credo che ci sia anche da considerare il fatto che lui mi ha rifiutata e credo sia stato questo che mi ha reso ancora più accanita nella "caccia". Mi fa rabbia sapere che in fondo lui è attratto da me, ma mi sfugge solo perchè ha paura. Non riesco a capire questo comportamento che esce fuori dai canoni di comportamento maschile. Ma nello stesso tempo la rabbia, come ho già detto, ce l'ho anche con me stessa perchè non accetto la sconfitta.Mi ripeto in continuazione che devo lasciar perdere, magari per qualche sono sono tranquilla, poi basta una chiacchierata con lui o solo vederlo e capire che non gli sono indifferente e tutto ricomincia. Dott.ssa Zeppi, lei mi diceva che dovrei trovare spunti per la riappropriazione di me stessa, ma dove e come trovarli?
[#10]
Gentile Signora,
Ha risolto le sue pregersse difficoltà, per le quali ci ha scritto in passato?
Forse l' amplificazione di questo mal d' amore correla con tanto altro che risuona dentro di lei, ancora in maniera amplificata '
Ha risolto le sue pregersse difficoltà, per le quali ci ha scritto in passato?
Forse l' amplificazione di questo mal d' amore correla con tanto altro che risuona dentro di lei, ancora in maniera amplificata '
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#11]
"mio marito non si sforza di capire il perchè del mio malessere, tante volte ho provato a parlargli, lancio qualche battuta sulla possibilità di separarci e lui dice che penso sempre una cosa"
Oltre a lanciargli battute e frecciatine, ha fatto un discorso serio con suo marito?
Visto che è coinvolto anche un bambino piccolo è importante che prima di tutto tentiate di riconciliarvi e per farlo lei deve diventare più esplicita e compiuta nei discorsi che gli fa.
Non posso che condividere poi l'osservazione della d.ssa Randone sul fatto che i suoi precedenti e attuali problemi sul piano psicologico influenzano sicuramente non solo la sua serenita e quella dei suoi familiari, ma anche la percezione della situazione e la ricerca di vie d'uscita più o meno produttive.
Oltre a prendere un antidepressivo, utile ma non certo risolutivo, ha pensato di fare una psicoterapia?
Oltre a lanciargli battute e frecciatine, ha fatto un discorso serio con suo marito?
Visto che è coinvolto anche un bambino piccolo è importante che prima di tutto tentiate di riconciliarvi e per farlo lei deve diventare più esplicita e compiuta nei discorsi che gli fa.
Non posso che condividere poi l'osservazione della d.ssa Randone sul fatto che i suoi precedenti e attuali problemi sul piano psicologico influenzano sicuramente non solo la sua serenita e quella dei suoi familiari, ma anche la percezione della situazione e la ricerca di vie d'uscita più o meno produttive.
Oltre a prendere un antidepressivo, utile ma non certo risolutivo, ha pensato di fare una psicoterapia?
[#12]
Utente
Le mie non sono solo battutine, ho provato a parlare seriamente del mio malessere interiore a mio marito, lui qualche volta ha detto di capire e che avrebbe provato a cambiare atteggiamento, per qualche giorno lo vedo più affettuoso ma poi torna tutto come prima. Fra l'altro quando lo vedo più "interessato" a me, mi vengono i dubbi perchè penso che sia un atteggiamento non spontaneo ma assunto solo per farmi piacere. Il problema comunque penso che sono io, nel senso che non so più cosa provo per mio marito, affetto sicuramente ma non passione e questo mi deprime molto. Anche se a volte mi fa un complimento non mi tocca minimamente, se mi dice che mi vuole bene, non provo nessuna emozione. Se il complimento me lo fa l'altro, sono al sommo della felicità.
Per quanto riguarda la psicoterapia, ho provato due volte, la prima volta in estate, ho fatto alcune sedute ma non ho trovato nessun giovamento, e la seconda volta un paio di mesi addietro. In entrambi i casi, amio avviso, si è sottovalutato il problema, mi spiego meglio con un esempio: se io ricorro al medico perchè ho un forte mal di pancia e sto molto male, io mi aspetto che il medico cerchi di farmi passare in qualche modo il dolore e poi magari si cerca la causa di questo dolore con ulteriori accertamenti ma se io devo aspettare di fare accertamenti per calmare il dolore, va a finire che rischio di morirne di dolore. Non so se l'esempio è calzante in psicoterapia, tuttavia in entrambi i casi io ho avuto l'impressione che i medici a cui mi sono rivolta hanno considerato il mio malessere attuale molto secondario, io invece momentaneamente ho bisogno di superare questa fase critica, non so come, non ne ho i mezzi, ma ne ho bisogno perchè in certi momenti mi sembra di impazzire. Oggi ho saputo che quest'uomo sarà assente per un lungo periodo, mi sento svuotata, non so come affronterò i giorni e i mesi a venire, inoltre ho paura che tutto questo stress emotivo possa causarmi anche malessere fisico, come infatti è già accaduto. Forse nessuno può aiutarmi, devo solo sperare che il tempo lenisca questa ferita. Vi ringrazio per le vostre risposte, mi avete in qualche modo aiutato.
Per quanto riguarda la psicoterapia, ho provato due volte, la prima volta in estate, ho fatto alcune sedute ma non ho trovato nessun giovamento, e la seconda volta un paio di mesi addietro. In entrambi i casi, amio avviso, si è sottovalutato il problema, mi spiego meglio con un esempio: se io ricorro al medico perchè ho un forte mal di pancia e sto molto male, io mi aspetto che il medico cerchi di farmi passare in qualche modo il dolore e poi magari si cerca la causa di questo dolore con ulteriori accertamenti ma se io devo aspettare di fare accertamenti per calmare il dolore, va a finire che rischio di morirne di dolore. Non so se l'esempio è calzante in psicoterapia, tuttavia in entrambi i casi io ho avuto l'impressione che i medici a cui mi sono rivolta hanno considerato il mio malessere attuale molto secondario, io invece momentaneamente ho bisogno di superare questa fase critica, non so come, non ne ho i mezzi, ma ne ho bisogno perchè in certi momenti mi sembra di impazzire. Oggi ho saputo che quest'uomo sarà assente per un lungo periodo, mi sento svuotata, non so come affronterò i giorni e i mesi a venire, inoltre ho paura che tutto questo stress emotivo possa causarmi anche malessere fisico, come infatti è già accaduto. Forse nessuno può aiutarmi, devo solo sperare che il tempo lenisca questa ferita. Vi ringrazio per le vostre risposte, mi avete in qualche modo aiutato.
[#13]
Cara signora,
<<<il problema è che io non lo amo più e in questo momento mi sento come un uccello in gabbia, se trovassi uno spiraglio fuggirei lontano.>>>
leggendo questa frase sembra che lei stia aspettando un pretesto per fuggire dal suo matrimonio, ma mi domando perchè senza un pretesto non riesce? Quest'uomo che le piace, ma che le ha ripetutamente detto di non volersi impegnare, vale la separazione con suo marito? I problemi evidentemente sono già presenti da tempo, ma avete mai parlato francamente e pensato ad un modo di risolverli? Le hanno già suggerito infatti una terapia di coppia. Forse essendo definitivamente libera avrebbe più lucidità nelle proprie scelte. Ma la libertà potrebbe essere anche mentale, non solo dal matrimonio, raggiungibile appunto risolvendo i problemi matrimoniali che l'affliggono.
Per quanto concerne la psicoterapia, consideri che due sedute sono veramente poche anche solo per farsi un'idea. Lei ha citato un esempio medico, ma consideri che lo psicologo-psicoterapeuta non è un medico. Funziona diversamente. Non so che tipo di psicoterapeuta lei abbia scelto, ma consideri che ci sono orientamenti che partono dal presente e dai problemi attuali.
Potrebbe effettuare una nuova ricerca e intraprendere un nuovo percorso che l'aiuti a chiarire i dubbi. Chiedere il giusto supporto in un momento di confusione è la scelta migliore.
Vedrà che riuscirà a vedere tutto con più lucidità, stia serena.
Un caro abbraccio
<<<il problema è che io non lo amo più e in questo momento mi sento come un uccello in gabbia, se trovassi uno spiraglio fuggirei lontano.>>>
leggendo questa frase sembra che lei stia aspettando un pretesto per fuggire dal suo matrimonio, ma mi domando perchè senza un pretesto non riesce? Quest'uomo che le piace, ma che le ha ripetutamente detto di non volersi impegnare, vale la separazione con suo marito? I problemi evidentemente sono già presenti da tempo, ma avete mai parlato francamente e pensato ad un modo di risolverli? Le hanno già suggerito infatti una terapia di coppia. Forse essendo definitivamente libera avrebbe più lucidità nelle proprie scelte. Ma la libertà potrebbe essere anche mentale, non solo dal matrimonio, raggiungibile appunto risolvendo i problemi matrimoniali che l'affliggono.
Per quanto concerne la psicoterapia, consideri che due sedute sono veramente poche anche solo per farsi un'idea. Lei ha citato un esempio medico, ma consideri che lo psicologo-psicoterapeuta non è un medico. Funziona diversamente. Non so che tipo di psicoterapeuta lei abbia scelto, ma consideri che ci sono orientamenti che partono dal presente e dai problemi attuali.
Potrebbe effettuare una nuova ricerca e intraprendere un nuovo percorso che l'aiuti a chiarire i dubbi. Chiedere il giusto supporto in un momento di confusione è la scelta migliore.
Vedrà che riuscirà a vedere tutto con più lucidità, stia serena.
Un caro abbraccio
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#14]
Cara Signora,
la psicoterapia non funziona come il tipo di intervento medico che lei ha in mente, ma nemmeno la Medicina funziona così: quando il sintomo è solo la manifestazione esteriore del problema, ma non è *il problema*, occuparsi di sopprimerlo senza pensare a cosa lo causa sarebbe miope e anche irrealizzabile, se si vuole risolvere stabilmente il problema.
Se ci sono delle cause che provocano il sintomo com'è possibile sopprimerlo e occuparsi solo in seguito di ciò che lo provoca?
Sarebbe come pretendere di tornare a correre se la gamba rotta non si è ancora riattaccata e la muscolatura non ha ancora riacquisito il tono necessario.
E' vero che in Medicina ci sono degli interventi, ad es.farmacologici, che in un primo tempo sopprimono il sintomo, ma anche in quell'ambito non è sempre realizzabile un primo intervento di quel genere o è realizzabile parzialmente.
In ogni caso una prescrizione psicofarmacologica adeguata potrebbe consentirle di tenere a bada l'ansia mentre ci si occupa di ciò che la provoca.
Vista l'intensità del suo disagio è comprensibile che lei abbia fretta di stare bene, ma purtroppo se desidera risultati positivi e consolidati il lavoro da svolgere deve essere adeguato all'obiettivo e qualche seduta non può consentire molto.
Se il discorso è stato secondo lei troppo allargato è perchè non ha compreso o non le fa piacere che quanto ci riferisce sia presumibilmente collegato a tutti gli altri aspetti del suo malessere psicologico, che si riflette in ogni ambito della sua esistenza.
Ci vuole dire che tipo di psicoterapia ha iniziato e abbandonato e perchè ha scelto quei due percorsi?
Cosa non ha funzionato dal suo punto di vista?
la psicoterapia non funziona come il tipo di intervento medico che lei ha in mente, ma nemmeno la Medicina funziona così: quando il sintomo è solo la manifestazione esteriore del problema, ma non è *il problema*, occuparsi di sopprimerlo senza pensare a cosa lo causa sarebbe miope e anche irrealizzabile, se si vuole risolvere stabilmente il problema.
Se ci sono delle cause che provocano il sintomo com'è possibile sopprimerlo e occuparsi solo in seguito di ciò che lo provoca?
Sarebbe come pretendere di tornare a correre se la gamba rotta non si è ancora riattaccata e la muscolatura non ha ancora riacquisito il tono necessario.
E' vero che in Medicina ci sono degli interventi, ad es.farmacologici, che in un primo tempo sopprimono il sintomo, ma anche in quell'ambito non è sempre realizzabile un primo intervento di quel genere o è realizzabile parzialmente.
In ogni caso una prescrizione psicofarmacologica adeguata potrebbe consentirle di tenere a bada l'ansia mentre ci si occupa di ciò che la provoca.
Vista l'intensità del suo disagio è comprensibile che lei abbia fretta di stare bene, ma purtroppo se desidera risultati positivi e consolidati il lavoro da svolgere deve essere adeguato all'obiettivo e qualche seduta non può consentire molto.
Se il discorso è stato secondo lei troppo allargato è perchè non ha compreso o non le fa piacere che quanto ci riferisce sia presumibilmente collegato a tutti gli altri aspetti del suo malessere psicologico, che si riflette in ogni ambito della sua esistenza.
Ci vuole dire che tipo di psicoterapia ha iniziato e abbandonato e perchè ha scelto quei due percorsi?
Cosa non ha funzionato dal suo punto di vista?
[#15]
Utente
Io non lo so che tipo di psicoterapia ho iniziato, non mi è stato esplicitato da nessuno dei due medici. La prima volta il medico era lo stesso psichiatra che mi ha in cura specializzato in psicoterapia, ho fatto 4 sedute, lavoravamo sui sogni, ho lasciato perchè quando uscivo da lì io non sentivo nessun sollievo, nessun risultato, il costo era abbastanza elevato e mi sono scoraggiata. Nel secondo caso a dire il vero, non ho abbandonato del tutto, ho iniziato un paio di mesi addietro ho fatto 3 sedute, eravamo ancora a livello di conoscenza, poi ci sono state le vacanze natalizie e poi il medico è stato assente per problemi suoi, avrei l'appuntamento nei primi giorni di febbraio, ma anche in questo caso non sodi che tipo di psicoterapia si tratti e poi anche in questo caso il problema attuale non è trattato per quanto io abbia insistito.
Rispondo alla dott.ssa Mirona: perchè non lascio mio marito se riconosco che non sono felice con lui? L'ho già accennato, ho paura di restare sola, di non avere un appoggio, di sbagliare. Sono scoraggiata, il fatto è questo, mi sento coinvolta in un circolo vizioso: insoddisfazione, voglia di evadere, paura di restare sola.
Rispondo alla dott.ssa Mirona: perchè non lascio mio marito se riconosco che non sono felice con lui? L'ho già accennato, ho paura di restare sola, di non avere un appoggio, di sbagliare. Sono scoraggiata, il fatto è questo, mi sento coinvolta in un circolo vizioso: insoddisfazione, voglia di evadere, paura di restare sola.
[#16]
Si capisco, ma la sua consapevolezza l'aiuterà ad affrontare il disagio.
Sulla psicoterapia dovrebbe fare un pò di chiarezza. Lei dice che è andata da medici. Lo psicologo non è medico. Forse il suo è un medico psichiatra-psicoterapeuta. Dovrebbe accertarsi sul tipo di orientamento che segue e sugli studi che ha fatto. Se invece si è trovata bene forse è il caso di andare al prossimo incontro di febbraio. Un chiarimento è sempre utile.
Sulla psicoterapia dovrebbe fare un pò di chiarezza. Lei dice che è andata da medici. Lo psicologo non è medico. Forse il suo è un medico psichiatra-psicoterapeuta. Dovrebbe accertarsi sul tipo di orientamento che segue e sugli studi che ha fatto. Se invece si è trovata bene forse è il caso di andare al prossimo incontro di febbraio. Un chiarimento è sempre utile.
[#17]
Gentile Signora,
orientamento a parte, sempre riconosciuto dalla legge, credo che gli ambiti su cui fermarsi a riflettere siano altri.
1-Cosa si aspetta da questo percorso
2-Cosa intende per sentirsi più sollevata, la psicoterapia non da sensazioni di sollievo immediato
3-Si trova bene con i clinici che ha incontrato-
4- si è sentita capita, non giudicata, ecc..
Online non si può approfondire ulteriormente, ma credoc he rispondendo a queste domande, potrà comprendere il da farsi.
cari auguri .
orientamento a parte, sempre riconosciuto dalla legge, credo che gli ambiti su cui fermarsi a riflettere siano altri.
1-Cosa si aspetta da questo percorso
2-Cosa intende per sentirsi più sollevata, la psicoterapia non da sensazioni di sollievo immediato
3-Si trova bene con i clinici che ha incontrato-
4- si è sentita capita, non giudicata, ecc..
Online non si può approfondire ulteriormente, ma credoc he rispondendo a queste domande, potrà comprendere il da farsi.
cari auguri .
[#18]
Utente
Se posso permettermi, senza rischiare di offendere nessuno o di urtare la suscettibilità di alcuno, voglio ringraziare in modo particolare la dott.ssa Mirona per il suo modo "dolce" e pacato di rispondere, non so perchè ma la sento molto vicina al mio problema. E a lei dott.ssa rispondo e la mia risposta vale anche per riflettere sulle sollecitazioni della dott.ssa Randone perchè vorrei chiarire meglio in quanto mi sono resa conto di non essermi spiegata bene: il primo medico a cui mi sono rivolta era uno psichiatra-psicoterapeuta, che come ho detto mi segue e mi ha prescritto l'antidepressivo e inizialmente l'ansiolitico che ora non prendo più perchè ha deciso di sospenderlo. Con lui non mi sono trovata bene, non so perchè ma non mi sentivo capita, era troppo frettoloso nei giudizi che esprimeva.Con il secondo è andata un pò meglio, è uno psicologo e mi è sembrato più attento a cercare di capire da dove nasce il mio malessere, ho però fatto tre sedute, come ho già spiegato per motivi contingenti, la prossima seduta è fissata nei primi giorni di febbraio. Cosa mi aspetto dalla psicoterapia? Che mi aiuti a cambiare il mio modo di pensare tutto in negativo, che mi aiuti a maturare un atteggiamento propositivo nei confronti dei problemi che sorgono ogni giorno, che mi liberi da questa perenne insoddisfazione, da questo vuoto interiore che non mi fa gioire per niente e apprezzare niente e soprattutto mi fornisca le chiavi per reggermie camminare sui miei piedi, senza dipendere emotivamente dagli altri. Perchè dovrei avere, ad esempio, paura di restare sola se lasciassi mio marito?Quanta gente vive sola e sta bene con se stessa. Perchè la mia autostima è così bassa che basta un rifiuto da parte di un uomo per mettere in crisi la mia esistenza? Forse pretendo troppo da questo percorso? O potrei trovare un aiuto valido?
[#19]
Lieta di esserle utile.
<<<Perchè dovrei avere paura di restare sola se lasciassi mio marito?>>>
Capita spesso sia nei matrimoni che nelle convivenze. Vivere insieme, condividere la quotidianità, i figli, la casa, e tutto il resto fanno si che i rapporti uomo-donna diventino strettamente collegati e inscindibili. Spesso si ha la sensazione di non poter fare nulla senza il proprio partner proprio perchè non si è più consapevoli di poter vivere anche indipendentemente da egli.
E' più che normale, per tutto ci vuole tempo. Tempo per riscoprire se stessi e la quotidianità senza un'altra persona; per abituarsi nuovamente alle piccole vittorie dipendenti solo dalle proprie forze.
Non è un percorso semplice, ci vuole tempo.
<<<Quanta gente vive sola e sta bene con se stessa.>>>
E' probabile che il loro percorso sia stato segnato da dubbi, incertezze, paure e che abbia richiesto tempo.
<<<Perchè la mia autostima è così bassa che basta un rifiuto da parte di un uomo per mettere in crisi la mia esistenza?>>>
Probabilmente proprio perchè sta vivendo un periodo di confusione. Magari non è proprio il suo collega che le ha innescato la crisi, ma è probabile che lei avesse già una crisi interiore e che il rifiuto di quest'uomo le abbia fatto innescare ancora più confusione. Adesso forse sta dovendo fare i conti con sentimenti che fin'ora aveva celato.
Il consiglio è sempre di chiarirsi con se stessa, su ciò che vuole e cosa no; sul suo matrimonio; su cosa vuole dal suo futuro.
<<<Forse pretendo troppo da questo percorso?>>>
Le aspettative di un percorso sono molto importanti. Ma capita di pensare che lo psicologo possa decidere per il paziente. Non è così. Il percorso va fatto insieme, lungo o corto, ma poi è il paziente che sarà l'artefice delle sue decisioni.
Potrebbe darsi che lei abbia pensato di risolvere i suoi problemi in poche sedute?
<<O potrei trovare un aiuto valido? >>>
L'aiuto valido lo troverà solo nel momento in cui rivaluterà la sua credenza sulla psicoterapia. Come le ho scritto su il percorso è fatto di tappe ed obiettivi, ma il paziente deve diventarne parte, senza credere che sarà il terapeuta a scegliere per lui.
Una volta fatto ciò vedrà che entrerà in sintonia con qualunque psicologo poichè avrà modificato le proprie aspettative e saprà già perchè una determinata reazione sta accadendo o meno.
Spero di averle in parte chiarito qualche dubbio.
Stia serena, una volta entrata nell'ottica giusta la risoluzione dei problemi diventa automaticamente più visibile.
Un caro abbraccio
<<<Perchè dovrei avere paura di restare sola se lasciassi mio marito?>>>
Capita spesso sia nei matrimoni che nelle convivenze. Vivere insieme, condividere la quotidianità, i figli, la casa, e tutto il resto fanno si che i rapporti uomo-donna diventino strettamente collegati e inscindibili. Spesso si ha la sensazione di non poter fare nulla senza il proprio partner proprio perchè non si è più consapevoli di poter vivere anche indipendentemente da egli.
E' più che normale, per tutto ci vuole tempo. Tempo per riscoprire se stessi e la quotidianità senza un'altra persona; per abituarsi nuovamente alle piccole vittorie dipendenti solo dalle proprie forze.
Non è un percorso semplice, ci vuole tempo.
<<<Quanta gente vive sola e sta bene con se stessa.>>>
E' probabile che il loro percorso sia stato segnato da dubbi, incertezze, paure e che abbia richiesto tempo.
<<<Perchè la mia autostima è così bassa che basta un rifiuto da parte di un uomo per mettere in crisi la mia esistenza?>>>
Probabilmente proprio perchè sta vivendo un periodo di confusione. Magari non è proprio il suo collega che le ha innescato la crisi, ma è probabile che lei avesse già una crisi interiore e che il rifiuto di quest'uomo le abbia fatto innescare ancora più confusione. Adesso forse sta dovendo fare i conti con sentimenti che fin'ora aveva celato.
Il consiglio è sempre di chiarirsi con se stessa, su ciò che vuole e cosa no; sul suo matrimonio; su cosa vuole dal suo futuro.
<<<Forse pretendo troppo da questo percorso?>>>
Le aspettative di un percorso sono molto importanti. Ma capita di pensare che lo psicologo possa decidere per il paziente. Non è così. Il percorso va fatto insieme, lungo o corto, ma poi è il paziente che sarà l'artefice delle sue decisioni.
Potrebbe darsi che lei abbia pensato di risolvere i suoi problemi in poche sedute?
<<O potrei trovare un aiuto valido? >>>
L'aiuto valido lo troverà solo nel momento in cui rivaluterà la sua credenza sulla psicoterapia. Come le ho scritto su il percorso è fatto di tappe ed obiettivi, ma il paziente deve diventarne parte, senza credere che sarà il terapeuta a scegliere per lui.
Una volta fatto ciò vedrà che entrerà in sintonia con qualunque psicologo poichè avrà modificato le proprie aspettative e saprà già perchè una determinata reazione sta accadendo o meno.
Spero di averle in parte chiarito qualche dubbio.
Stia serena, una volta entrata nell'ottica giusta la risoluzione dei problemi diventa automaticamente più visibile.
Un caro abbraccio
[#20]
Utente
Sono consapevole che debba essere io a fare le scelte e nessuno può sostituirmi in questo compito, meno che mai lo psicologo, però mi aspetto di essere guidata nella strada giusta che magari io non riesco a vedere perchè appunto troppo confusa. Sicuramente è come dice lei dottoressa, è chiaro che se rispondo ad una delusione in modo così abnorme questo succede perchè emotivamente io sono in crisi e la vicenda con quest'uomo ha solo portato a galla in modo più evidente il mio malessere interiore.Vorrei diventare più forte, ecco cosa vorrei e soprattutto vorrei fare chiarezza con me stessa, capire perchè mi sono "accanita" nel volere quest'uomo sebbene lui mi abbia detto che non è ancora pronto. Il mio orgoglio ferito? Devo riconoscere che anche lui ci mette del suo, nel senso che a parole dice così però attizza il fuoco perchè io lo vedo molto interessato a me, come mi guarda, come mi parla, da questo capisco che gli interesso e la sua è solo paura. Motivo per cui io non so arrendermi e vivo nella precarietà emotiva più totale.
Continuerò questa psicoterapia iniziata, vedremo che frutti porterà, è l'unica soluzione, speriamo mi aiuti.
Le rinnovo la mia stima e la saluto cordialmente.
Continuerò questa psicoterapia iniziata, vedremo che frutti porterà, è l'unica soluzione, speriamo mi aiuti.
Le rinnovo la mia stima e la saluto cordialmente.
[#21]
Si, una buona psicoterapia le fa vedere tante opzioni che potrebbe intraprendere. Lo scopo è proprio quello. Le fa vedere alternative di pensiero.
Continui così, probabilmente in sole 3 sedute non c'è stato ancora modo di definire nulla.
Lieta di esserle stata di aiuto
Ci aggiorni se lo ritiene.
Un caro abbraccio
Continui così, probabilmente in sole 3 sedute non c'è stato ancora modo di definire nulla.
Lieta di esserle stata di aiuto
Ci aggiorni se lo ritiene.
Un caro abbraccio
[#22]
Sono sicura che il lavoro che ha appena iniziato con lo psicologo, che ha già avuto modo di apprezzare, la aiuterà a raggiungere gli obiettivi che ha elencato e che mi appaiono molto sensati (e non in linea con l'idea precedentemente espressa che ci si debba occupare prima di tutto del malessere contingente, come se si trattasse appunto di isolarlo dal resto e di trattarlo ricorrendo a qualche manovra "anestetica").
Sarebbe poi importante che se decidesse di assumere ancora ansiolitici o antidepressivi fosse seguita da due professionisti differenti, lo psichiatra per i farmaci e lo psicologo psicoterapeuta per la psicoterapia.
E' sconsigliabile e non avviene nemmeno in molte strutture pubbliche che lo stesso medico psichiatra che gestisce i farmaci effettui anche la psicoterapia - per non dire del fatto che la sola specializzazione in psichiatria dà il diritto al conseguimento dei titoli di psichiatra e psicoterapeuta senza che il medico abbia frequentato una scuola di psicoterapia, come richiesto invece agli psicologi: da qui derivano le differenze che ha riscontrato fra i due professionisti.
Tanti cari auguri,
Sarebbe poi importante che se decidesse di assumere ancora ansiolitici o antidepressivi fosse seguita da due professionisti differenti, lo psichiatra per i farmaci e lo psicologo psicoterapeuta per la psicoterapia.
E' sconsigliabile e non avviene nemmeno in molte strutture pubbliche che lo stesso medico psichiatra che gestisce i farmaci effettui anche la psicoterapia - per non dire del fatto che la sola specializzazione in psichiatria dà il diritto al conseguimento dei titoli di psichiatra e psicoterapeuta senza che il medico abbia frequentato una scuola di psicoterapia, come richiesto invece agli psicologi: da qui derivano le differenze che ha riscontrato fra i due professionisti.
Tanti cari auguri,
Questo consulto ha ricevuto 22 risposte e 33.8k visite dal 24/01/2013.
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