Crisi coniugale

Gentile dottore,
da anni ormai sono in crisi con mio marito. Dopo vari tentativi ri recuperare il nostro matrimonio, ci siamo sottoposti a terapia di coppia presso il Consultorio di zona...ma ahimè, neanche questo perscorso, durato ben due anni, ha sortito effetti positivi. Siamo sposati da 20 anni passati a tentare di gestire e superare una profonda incompatibilità, probabilmente acuita da una grave immaturità di mio marito, ed abbiamo due figli, che oggi hanno sedici anni e mezzo e quindici rispettivamente, che hanno vissuto. Il nostro rapporto, oggi, è irrimediabilmente logorato, presenta strappi che dubito possano essere ricuciti:i sentimenti che provo per lui sono molto vicini all'indifferenza, tant'è che sono oramai mesi che non abbiamo rapporti sessuali (a coronamento di una attività sessuale assolutamente insoddisfacente). Io ho retto finora solo e unicamente per il bene dei figli....oggi vivo perennemente nel dilemma: chiudo un rapporto che non ha più ragione di esistere o continuo in questo stato per il bene dei ragazzi? Sono due adolescenti, piuttosto vivaci, che vivono tutte le turbolenze dell'età....e le fragilità, i pericoli di questa fase. Va detto, inoltre, che in casa le regole le detta la sottoscritta, e sempre io mi occupo di tutto quanto riguarda la loro gestione:scuola, amicizie, comportamenti.....mio marito è sempre stato molto superficiale, distratto, tendente a banalizzare qualsiasi problema si presenti...lui sostiene che "tanto i ragazzi sono tutti uguali...fanno tutti così. Attulamente credo che i ragazzi abbiamo colto la "freddezza", la mancanza di armonia e , a volte, la tensione, che aleggia in casa ed ho la sensazione che considerino il papà l'elemento debole della situazione, tendono a volte a sminuire certi suoi limiti.
Cosa faccio? se continuo con lui, quanto può compromettere, questo stato di cose, la serenità dei miei figli? E se decido per la separazione, quanto negativamente questa si può ripercuotere su di loro.....e c'è sempre da considerare che i ragazzi potrebbero anche decidere di vivere col padre, che è comunque più morbido e accondiscendente di me.
Attendo con ansia un suo commento/consiglio. Ringrazio e invio cordiali saluti.

P.S. Mio marito ha 60 anni ed io 53.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<ci siamo sottoposti a terapia di coppia presso il Consultorio di zona...ma ahimè, neanche questo perscorso, durato ben due anni, ha sortito effetti positivi>

Gentile Signora,
potrebbe dirci qualcosa di più sul percorso svolto?
Con quali motivazioni avete deciso per una terapia di coppia?
Quali erano le vostre aspettative in merito?
Cosa intende per "non ha sortito effetti positivi"?
Quali sono stati gli obiettivi posti e condivisi con il terapeuta?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie per aver risposto così tempestivamente,
proverò a rispondere alle sue domande, facendo alcune doverose precisazioni:
Sono stata io a proporre di rivolgerci ad uno specialista in conseguenza di una progressiva marcata incapacità di dialogare, vale a dire che non riuscivamo più a rivolgerci la parola se non urlando;

L'obiettivo era di ricevere un'aiuto per superare le nostre difficoltà a comunicare, nella speranza di "diluire" la oggettiva incompatibilità nel tentativo di continuare a perseguire "l'obiettivo famiglia", che ci eravamo prefissati;

In realtà abbiamo avuto la fortuna di conoscere una terapista molto brava, molto disponibile, che effettivamente ci ha messo in condizione di parlare (cosa per noi diventata impossibile). Nel corso della terapia sono emerse una serie di problematiche che da soli non avremmo mai potuto individuare: per es: un profondo complesso di inferiorità di mio marito, la mia scarsa propensione alla tolleranza.....
In venti anni di convivenza la nostra crescita, laddove avvenuta, ci ha portato su posizioni assolutamente divergenti....tra me e mio marito c'è un vero e proprio divario culturale.

Spero di aver risposto esaustivamente alle sue domende, qualora avesse necessità di altri dettagli non esiti a chiederli.
Un vivo ringraziamento
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Quando dico che "non ha sortito effetti positivi",mi riferisco al fatto che, nonostante l'impegno nostro e della specialista, le nostre difficoltà permangono.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
è stata molto chiara nella sua descrizione.
Quanto tempo fa è terminata la terapia?
E' mai stato toccato il tema di un'eventuale separazione?

Da quanto ha riferito le vostre difficoltà di coppia hanno radici antiche e non possiamo dirle noi che decisione prendere.
Quali sono le idee di suo marito in merito al vostro matrimonio?
Anche lui pensa alla separazione?
Ne parlate? Se si in che termini?

Per quanto riguarda i figli, vivere in un clima familiare teso e conflittuale con dinamiche disfunzionali che si trascinano da tempo, di certo non favorisce il loro benessere. Sarebbe opportuno almeno tenerli al riparo dalle discussioni ed evitare di coinvolgerli, magari involontariamente, nei conflitti coniugali.

Anche la soluzione della separazione non è indolore per i figli, ma se ben condotta, con buoni accordi tra i coniugi anche per quanto li riguarda e spogliata dai suoi significati drammatici, può essere meglio da loro elaborata.

L'adolescenza è comunque un periodo complesso e delicato, tanto per i ragazzi, quanto per la famiglia, nel quale l'apporto educativo e affettivo dei genitori, separati o meno, è davvero ancora molto importante e fa la differenza.

Tutto questo, in linea davvero molto generale.

Credo che innanzitutto il problema dovrebbe essere affrontato in modo costruttivo tra lei e suo marito, non solo in merito alla prosecuzione o meno del vostro matrimonio, ma anche per tutelare nel modo migliore i vostri figli, qualsiasi decisione possiate prendere.

Non sarebbe da escludere, dal mio punto di vista, un nuovo consulto specialistico, nel caso vi fosse difficile far fronte in modo proprio alle difficoltà esposte.

Cari auguri
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottoressa,
la terapia di coppia è stata interrotta nove mesi fa, quando sembrava avessimo trovato dei punti di incontro sufficienti a proseguire il nostro "progetto famiglia" che, a giudizio della terapista, sarebbe un valido motivo per rimanere insieme, ovviamente, a condizione che l'atmosfera in casa sia "respirabile".
Va detto, comunque, che siamo da tempo consapevoli che l'unica cosa in comune che abbiamo sono i figli e che altrimenti non avremmo ragioni per rimanere insieme...così come, è doveroso precisare che, benchè i nostri figli abbiano assistito a discussioni anche piuttosto accese, ho cercato di evitargliene la maggior parte, faccio il più delle volte in modo di discutere con il loro padre in loro assenza.....attenzione che lui non ha: tende a coinvolgerli, addirittura ha accusato il più grande di essere la causa dei nostri litigi!
Uno dei motivi, tra i vari già esposti, è che io lo reputo incapace di gestire una separazione, ho paura che danneggi i ragazzi oltre a quanto una separazione faccia già di suo.
Mio marito è, fondamentalmente, una brava persona, non è un violento ma è molto infantile, inadeguato al ruolo di marito e padre...le responsabilità che la crescita dei figli comporta non è stata per lui stimolo per crescere anzi a volte ho la sensazione che abbia regredito.
Ultimamente credo che, pur consapevole dello stato in cui siamo, sia preoccupato/spaventato all'idea di una separazione...gli ho persino proposto di trasferirsi in un'altra città in modo da tornare solo il fine settimana, in occasione della soppressione della sede dell'ufficio in cui lavoro attualmente....eviteremmo così ai ragazzi il trauma della separazione....la proposta non è stata accolta, non credo sia in grado di reinventarsi una nuova vita!

Ho scritto di getto...spero di averle dato ulteriori elementi del problema.
La rigrazio anticipatamente di un auspicato commento.


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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
Personalmente non credo che rinunciare alla sua vita emotiva per il bene supremo dei figli, sia una buona strategia di sopravvivenza, ne' per la sua coppia, ne' per la sua salute psichica.
A volte, anche se paradossale, un successo della terapia di coppia, e' proprio la separazione della coppia, quello che noi chiamiamo " divorzio psichico" .
Se la vita emozionale e sessuale si e' ' estinta, sembra che la linfa vitale di una relazione sia compromessa.
Anche se a 53 anni, credo si possa amare ancora...
Le allego qualche lettura

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2496-l-amore-si-disinteressa-dell-anagrafe-ma-amore-ed-anagrafe-vanno-d-accordo.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2287-insieme-per-i-figli-alibi-o-realta.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<... tende a coinvolgerli, addirittura ha accusato il più grande di essere la causa dei nostri litigi!.. io lo reputo incapace di gestire una separazione, ho paura che danneggi i ragazzi oltre a quanto una separazione faccia già di suo.>

Gentile Signora,
è appunto quello che intendevo nella replica #4, questo tipo di coinvolgimento dei figli, le dinamiche disfunzionali che cita, non sono certo portatrici di benessere non solo per loro, ma per tutti voi, vi trattengono nella sofferenza e in una situazione di impasse che va cambiata.

Rivolgersi nuovamente ad un terapeuta di coppia sembra più che opportuno per cambiare queste dinamiche, chiarire cosa fare del vostro matrimonio e gestire al meglio un'eventuale separazione, continuare in questo modo fa male a tutti.

Cordialmente
[#8]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottoresse,
dai consulti di entrambe emerge chiaramente che quella della separazione risulta la soluzione più ragionevole ed auspicabile.

Pur convenendo con tale soluzione mi risulta tanto difficile trovare il modo migliore per condurre la cosa:la notizia dovrebbe arrivare ai nostri figli come una soluzione condivisa serenamente tra noi due.....ma so già che non sarebbe così, putroppo....mi addosserebbe tutte le responsabilità, recitando la parte della vittima, con precedibili conseguenze disastrose !
Paradossalmente, pur consapevole dello stato di cose, lui non ha nessuna intenzione di andare via.

Ad ogni modo vi ringrazio infinitamente per la tempestività e la disponibilità con le quli avete trattato il mio problema, nella speranza di riuscire trovare quanto prima una via d'uscita a questa situazione.

Buon lavoro



[#9]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<dai consulti di entrambe emerge chiaramente che quella della separazione risulta la soluzione più ragionevole ed auspicabile.>

Gentile Signora,
da qui possiamo solo ragionare in termini di ipotesi, non ci può essere per la stessa natura del consulto on line niente di certo.

Solo attraverso un intervento diretto è possibile venire a capo della vostra difficile situazione.

<ma so già che non sarebbe così, putroppo....mi addosserebbe tutte le responsabilità, recitando la parte della vittima, con precedibili conseguenze disastrose ! >

E allora se pensa questo non crede sarebbe opportuno ritornare a rivolgersi direttamente a un esperto?

Le faccio i miei migliori auguri affinché possiate trovare la strada che vi aiuti a trovare una possibile efficace soluzione alle vostre difficoltà.

Se crede ci può aggiornare.

[#10]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottori,
a tre mesi dal precedente consulto la mia situazione all'epoca descritta è moltopeggiorata:oltre a perseverare nell'intento di mettermi i figli contro, ho il fondato sospetto che mio marito mi abbia anche tradito.
Da tempo aveva la necessità di assumere farmaci per aiutare l'erezione (VIAGRA-CIALIS-LEVITRA) e, nonostante non abbiamo più rapporti da almeno dieci mesi,per mia scelta, e da almeno sei mesi non c'è stato da parte sua alcun tentativo a riguardo, ho scoperto che c'è stato comunque uso di tali farmaci.
Alla mia richiesta di chiarimenti, mio marito ha snocciolato una seria di ridicole giustificazioni...sono sicura che non ha una relazione con altra donna così come ho forti sospetti che si sia rivolto a "professioniste" del mestiere.
Lascio immaginare la mia profonda delusione che affonda inesorabilmente un rapporto, già di suo, fortemente compromesso.
La separazione a questo punto è l'unica soluzione praticabile ma, purtroppo, lui ha chiaramente espresso la volontà di non lasciare il"nucleo" familiare, dicendomi:"..e secondo te, io a sessantanni dove vado?"...Ha declinato il mio invito a rivolgerci alla psicologa affichè possa aiutarci ad affrontare il difficile percorso verso la separazione.
I nostri figli hanno sicuramente intuito che la fase è alquanto critica, ma sto cercado di rimandare un doveroso chiarimento con loro alla chiusura delle scuole, per evitare di compromettere l'esito finale.
Cosa faccio?
[#11]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598

E' difficile che un consulto on line giunga dove una terapia diretta ha sortito esiti diversi (#5). Ricontattare la Vostra terapeuta del consultorio? Lei ne ha stima, la terapeuta conosce ambedue...

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#12]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile dott.ssa,
la ringrazio per aver risposto.
Ho proposto a mio marito di rivolgerci alla nostra psicologa ma non ne vuole sapere. Secondo me per due motivi: uno è che è consapevole che tirerei in ballo la questione del tradimento ed è altrettanto consapevole che potrebbe non essere in grado di "gestire" la cosa in maniera convincente rispetto alla dottoressa (come peraltro molto poco convincente è stato con me)...ma soprattutto credo che lui teme di dover affrontare in maniera chiara ed inequivocabile l'argomento "SEPARAZIONE", cosa che fin'ora cerca comunque di glissare.
L'alternativa sarebbe di metterlo davanti al fatto compiuto, ovvero:andare dall'avvocato e fargli notificare la richiesta di separazione.......ma già immagino la sua reazione:si comporterebbe come una scheggia impazzita, fregandosene di chi potrebbe colpire e dei danni che potrebbe fare.....in altre parole, mi metterebbe i figli contro.
E' una situazione molto difficile!
[#13]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
comprendo la difficoltà di trovare una soluzione e una via d'iscita accettabile e conveniente per tutti.
Se suo marito non è dell'avvioso di rivolgersi a un terapeuta di coppia, potrebbe farlo lei in prima persona, anche per avere indicazioni per un eventuale coinvolgimento di suo marito in un consulto.

<L'alternativa sarebbe di metterlo davanti al fatto compiuto, ovvero:andare dall'avvocato e fargli notificare la richiesta di separazione>

Questa è una possibile alternativa, ma credo che in questo modo la situazione possa inasprirsi ulteriormente, anziché riuscire a trovare pur nella difficoltà della situazione, un accordo e una via percorribile per porre fine a questa dolorosa condizione di impasse che non fa bene a nessuno.
Compresi, e direi in primo luogo, i vostri figli che stanno attraversando un periodo di per sé delicato e di grandi cambiamenti come l'adolescenza e che hanno tutto il diritto di veder tutelato il proprio benessere, non di essere coinvolti e triangolati nei vostri conflitti, condizione di rischio.

Provi a rivolgersi lei direttamente alla psicologa che vi ha già seguito per sentire un parere diretto.

Se lo ritiene utile ci faccia sapere.

Cari saluti
[#14]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile dott.ssa,
io mi sono già rivolta all psicologa, la quale mi sembra alquanto preoccupata per le conseguenze che una separazione possa scatenare in mio marito, teme una profonda depressione. A tal proposito va detto che mio marito ha manifestato la volontà di rimanere in casa,( magarii cercando un modo per ricavare una soluzione abitativa per lui...francamente questa è una prospettiva che non mi convince affatto) Sembrerebbe non voler lasciare il nucleo familiare, pur consapevole che il nostro rapporto è finito!

Forse potrei andar via io,ma non riesco nemmeno a pensare di non vivere più la quotidianità con i miei figli!
[#15]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Sig.ra,
credo che suo marito vada responsabilizzato rispetto alla situazione che si è creata magari attraverso un intervento di mediazione familiare per evitare il rischio che i figli vengano strumentalizzati da uno dei due partner, a tal proposito dato la psicologa alla quale si è già rivolta può fornirle ulteriori indicazioni sperando che possa offrirle la possibilità di proseguire il percorso psicologico individuale, considerando la delicatezza della situazione.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#16]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile dott.ssa,
sono pienamente daccordo con lei sulla necessità di responsabilizzare mio marito, in quanto lui non accetta l'idea di andare via, sostiene infatti che voglia "cacciarlo via come una scarpa vecchia"...il fatto è che non riesco a convincerlo a ricominciare un percorso terapeutico.
E' una situazione molto difficile dalla quale non so proprio come potrei uscirne senza fare troppi danni!
Grazie davvero
[#17]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Sig.ra,
io mi riferivo alla possibilità di negoziare insieme un compromesso piuttosto che imporre a suo marito due alternative decise da Lei a priori, perché questo significherebbe solo subire la volontà dell'altro dal suo punto di vista, la frase che lei cita utilizza una metafora piuttosto suggestiva a riguardo.
Io credo che non si possa iniziare dalla fine, ovvero dalla decisione che dovrebbe essere la conclusione e non l'avvio di un processo di confronto e reciproca assunzione di responsabilità.
E' possibile che suo marito sentendo che il vostro rapporto è definitivamente compromesso faccia fatica a trovare la motivazione per partecipare ad una psicoterapia di coppia, tuttavia si tratta di un percorso che si rende necessario anche se riguarda una coppia che sta affrontando la separazione e le numerose implicazioni che ne derivano, prima fra tutte le decisioni riguardanti i figli.
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Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottoresse,
rispetto al messaggio della dott.ssa Camplone ci tengo a precisare che io non intendo imporre mie decisioni, vista la difficile situazione, che peraltro si trascina da troppo tempo, mi sembra che la separazione sia la soluzione più opportuna. Il fatto è che lui si oppone a qualsiasi tipo di confronto, riusciamo al massimo a scambiarci qualche sms, sempre su mia iniziativa ovviamente.... l'altro giorno sono faticosamente riuscita a convincerlo per un incontro con la psicologa, ma dieci minuti fa mi ha comunicato che non verrà all'appuntamento...rimane, ahimè, solo di chiamare in causa gli avvocati...mi spiace tanto per i miei figli, ma non so proprio come fare.