Ansia e solitudine
Buon giorno,
sono una ragazza di 30 anni con precedenti episodi di attacchi di panico e desidero raccontarvi brevemente la mia storia cercando un consiglio.
Nel 2006 muore mio padre per cancro nel giro di 5 mesi, un padre che per me era sempre stato il punto di riferimento in tutto e per tutto anche se io e lui eravamo come cane e gatto(probabilmente per la troppa somiglianza di carattere). Era un padre rigido ma mi ha insegnato ad avere una retta via nella vita e mi ha insegnato i principi della vita. Avevamo molte discussioni e scontri, ma dopo queste ci cercavamo sempre! Quando si è ammalato lui e mia mamma mi hanno sempre nascosto la gravità della malattia(o forse non l'ho voluta capire) e quindi al momento del decesso mi sono trovata con una cosa che non realizzavo, non poteva essere vero, mia padre era infallibile in tutto e per tutto, non poteva avermi lasciata da sola. Nello stesso periodo mi è stata diagnosticata una malattia alle orecchie arrivata ad un livello di gravità da dovermi portare in un ospedale lontano da casa(venezia) per essere operata d'urgenza! Due interventi affrontati inconsciamente perchè non mi rendevo conto di quello che accadeva e tra un'intervento (febbraio 2006) e l'altro (agosto 2006) sono iniziati gli attacchi di panico! Il primo mi porta al pronto soccorso dove mi dicono che devo seguire psicoterapia ma al momento non ascolto perchè io NON SONO MATTA! Questa è la prima idea che mi viene in mente! Poi la situazione peggiora e decido di entrare in psicoterapia con una Dottoressa stupenda che nell'arco di un anno mi ha fatta uscire dal tunnel senza farmaci ma solo SPRONANDOMI a vivere la vita. Sto benissimo 2 anni dopo di che ricomincia un lento peggioramento finchè decido di ricontattare la psicologa. Questa volta sono più demoralizzata in quanto credevo di aver vinto per sempre la mia battaglia contro l'ansia( davo anche suggerimenti a chi aveva il mio stesso problema e dicevo che da questo si può guarire). Non vedo miglioramenti subito e quindi contatto il mio medico di base che mi prescrive antidepressivo e ansiolitico. La Psicologa mi sgrida e dice che io ce la posso benissimo fare senza l'aiuto di farmaci ma io questa volta non me la sento. Cambio quindi Psicologa e dopo un anno passato a psicoterapia non trovo ancora beneficio come la prima volta! La mia ansia si scarica tutta sullo stomaco con vomito e diarrea! Mi sento molto sola, sento come se fossi una goccia in mezzo al mare che nessuno vede e può sentire! Mi sento invisibile e non considerata! MI SENTO SOLA ANCHE SE HO MOLTE PERSONE CHE MI STANNO VICINE! Da giugno dell'anno scorso non prendo più farmaci, solo qualche xanax 0,25 al bisogno, ma io voglio liberarmene! Il punto è che ho paura di non poter più essere felice nella mia vita anche se a giorni esplodo di gioia( come sarei io per natura). Ho paura di far soffrire le persone che mi stanno accanto e continuo a soffrire.
sono una ragazza di 30 anni con precedenti episodi di attacchi di panico e desidero raccontarvi brevemente la mia storia cercando un consiglio.
Nel 2006 muore mio padre per cancro nel giro di 5 mesi, un padre che per me era sempre stato il punto di riferimento in tutto e per tutto anche se io e lui eravamo come cane e gatto(probabilmente per la troppa somiglianza di carattere). Era un padre rigido ma mi ha insegnato ad avere una retta via nella vita e mi ha insegnato i principi della vita. Avevamo molte discussioni e scontri, ma dopo queste ci cercavamo sempre! Quando si è ammalato lui e mia mamma mi hanno sempre nascosto la gravità della malattia(o forse non l'ho voluta capire) e quindi al momento del decesso mi sono trovata con una cosa che non realizzavo, non poteva essere vero, mia padre era infallibile in tutto e per tutto, non poteva avermi lasciata da sola. Nello stesso periodo mi è stata diagnosticata una malattia alle orecchie arrivata ad un livello di gravità da dovermi portare in un ospedale lontano da casa(venezia) per essere operata d'urgenza! Due interventi affrontati inconsciamente perchè non mi rendevo conto di quello che accadeva e tra un'intervento (febbraio 2006) e l'altro (agosto 2006) sono iniziati gli attacchi di panico! Il primo mi porta al pronto soccorso dove mi dicono che devo seguire psicoterapia ma al momento non ascolto perchè io NON SONO MATTA! Questa è la prima idea che mi viene in mente! Poi la situazione peggiora e decido di entrare in psicoterapia con una Dottoressa stupenda che nell'arco di un anno mi ha fatta uscire dal tunnel senza farmaci ma solo SPRONANDOMI a vivere la vita. Sto benissimo 2 anni dopo di che ricomincia un lento peggioramento finchè decido di ricontattare la psicologa. Questa volta sono più demoralizzata in quanto credevo di aver vinto per sempre la mia battaglia contro l'ansia( davo anche suggerimenti a chi aveva il mio stesso problema e dicevo che da questo si può guarire). Non vedo miglioramenti subito e quindi contatto il mio medico di base che mi prescrive antidepressivo e ansiolitico. La Psicologa mi sgrida e dice che io ce la posso benissimo fare senza l'aiuto di farmaci ma io questa volta non me la sento. Cambio quindi Psicologa e dopo un anno passato a psicoterapia non trovo ancora beneficio come la prima volta! La mia ansia si scarica tutta sullo stomaco con vomito e diarrea! Mi sento molto sola, sento come se fossi una goccia in mezzo al mare che nessuno vede e può sentire! Mi sento invisibile e non considerata! MI SENTO SOLA ANCHE SE HO MOLTE PERSONE CHE MI STANNO VICINE! Da giugno dell'anno scorso non prendo più farmaci, solo qualche xanax 0,25 al bisogno, ma io voglio liberarmene! Il punto è che ho paura di non poter più essere felice nella mia vita anche se a giorni esplodo di gioia( come sarei io per natura). Ho paura di far soffrire le persone che mi stanno accanto e continuo a soffrire.
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Gent.ma Utente,
a quanto pare nella sua vita sono successe tante cose tutte nello stesso periodo e la reazione emotiva che ne è conseguita è stata marcata e persistente.
E' possibile che la prima psicoterapia effettuata l'abbia aiutata a superare la crisi del momento, ma che non abbia individuato e risolto le cause alla base dei suoi sintomi.
Può dirci qualcosa di più di quel percorso?
Vorrei anche sottolineare la "coincidenza" fra lo sviluppo di una patologia all'orecchio e quanto le è accaduto: nel suo racconto sono presenti rimandi ai concetti di "sentirci" (= capire, rendersi conto, dare retta) ed è possibile che tale patologia abbia avuto (anche o solo) una motivazione di tipo simbolico/psicosomatico, se tutto è nato nel momento in cui è mancato suo papà e lei è rimasta sconvolta dal fatto di non aver voluto rendersi conto di quello che gli stava accadendo perchè, letteralmente, non ci sentiva da quell'orecchio.
In ogni caso il suo disturbo può essere curato e risolto del tutto, se deciderà di riprendere una psicoterapia potrà riuscirci.
a quanto pare nella sua vita sono successe tante cose tutte nello stesso periodo e la reazione emotiva che ne è conseguita è stata marcata e persistente.
E' possibile che la prima psicoterapia effettuata l'abbia aiutata a superare la crisi del momento, ma che non abbia individuato e risolto le cause alla base dei suoi sintomi.
Può dirci qualcosa di più di quel percorso?
Vorrei anche sottolineare la "coincidenza" fra lo sviluppo di una patologia all'orecchio e quanto le è accaduto: nel suo racconto sono presenti rimandi ai concetti di "sentirci" (= capire, rendersi conto, dare retta) ed è possibile che tale patologia abbia avuto (anche o solo) una motivazione di tipo simbolico/psicosomatico, se tutto è nato nel momento in cui è mancato suo papà e lei è rimasta sconvolta dal fatto di non aver voluto rendersi conto di quello che gli stava accadendo perchè, letteralmente, non ci sentiva da quell'orecchio.
In ogni caso il suo disturbo può essere curato e risolto del tutto, se deciderà di riprendere una psicoterapia potrà riuscirci.
Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore,
La ringrazio della sua attenzione.
Il primo percorso di psicoterapia era cognitivo-comportamentale, la Dottoressa mi faceva scrivere storie inventate che poi analizzate risultavano la mia, mi diceva di scrivere cosa sognavo e poi lo interpretavamo assieme, mi dava molte indicazioni su come comportarmi in caso di pensieri assillanti e mi spronava a non fare la vittima come una bambina ma a reagire!
Purtroppo questo dopo 2 anni sembra che io non riesca piú a metterlo in pratica e questo mi sconforta tantissimo!
Buona giornata
La ringrazio della sua attenzione.
Il primo percorso di psicoterapia era cognitivo-comportamentale, la Dottoressa mi faceva scrivere storie inventate che poi analizzate risultavano la mia, mi diceva di scrivere cosa sognavo e poi lo interpretavamo assieme, mi dava molte indicazioni su come comportarmi in caso di pensieri assillanti e mi spronava a non fare la vittima come una bambina ma a reagire!
Purtroppo questo dopo 2 anni sembra che io non riesca piú a metterlo in pratica e questo mi sconforta tantissimo!
Buona giornata
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Le suggerisco di riprendere a curarsi, ma cambiando tipo di psicoterapia e scegliendone una che indaghi le cause del suo malessere perchè penso proprio valga la pena di approfondire i temi legati al suo rapporto con il papà e alla sua incapacità di accettarne la malattia e la morte.
Per quanto riguarda i farmaci, se intende integrare psicoterapia e farmacoterapia è necessario che si rivolga ad uno psichiatra che le prescriva una terapia adeguata, e non il semplice utilizzo di un ansiolitico al bisogno.
Abbia fiducia nella possibilità di fare altri passi avanti, se si impegnerà potrà riuscirci!
Per quanto riguarda i farmaci, se intende integrare psicoterapia e farmacoterapia è necessario che si rivolga ad uno psichiatra che le prescriva una terapia adeguata, e non il semplice utilizzo di un ansiolitico al bisogno.
Abbia fiducia nella possibilità di fare altri passi avanti, se si impegnerà potrà riuscirci!
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.5k visite dal 23/01/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.