Fobia esame
Vorrei parlare liberamente di ciò che mi affligge: ho paura di affrontare l'esame di stato da avvocato, ho paura di dirlo liberamente, dopo aver fatto tanti esami all'università. Il mio percorso universitario è stato difficile, ogni esame era un incubo, ma si trattava di una singola giornata di panico, la notte precedente l'esame non dormivo. Tra un anno ho l'esame scritto da avvocato e dura tre giorni. Ho paura di affrontarlo, di non dormire per tre notti, e soprattutto del confronto con gli altri, ho paura del risultato, di amici che lo affronteranno con me, della figura che potrei fare. Sono stato il primo della classe per anni e questo mi ha portato una serie di danni psicologici. Vorrei affrontare l'esame con discreta serenità e poi c'è un'altra cosa che mi spaventa: la paura mi provoca colite. ho paura delle attese ai bagni e di non potercela fare. non ho il sogno di fare l'avvocato, ma vista la grave situazione lavorativa in Italia mi è sembrato opportuno iniziare il praticantato, temo un po' il giudizio di mio padre che mi ha consigliato questa strada ed è un po' autoritario. ci sono sonniferi e calmanti che potrei usare in quei giorni? Consigli?
[#1]
Gentile utente, sarebbe opportuno un aiuto psicologico che l'aiutasse a sentirsi in gamba, intelligente , sicuro a prescindere dai risultai formali, certo che un padre autoritario, per un verso sarà magari anche autorevole, positivo per molti aspetti della vita, ma non migliora il suo rapporto col giudizio degli altri e della commissione. Può essere ipotizzabile una educazione esigente, ed un clima familiare severo , competitivo ?
Ma, con una pastiglia di cinismo da parte mia, forse, si potrebbe pensare ad un supporto farmacologico leggero, da cominciare però per tempo, cioè non certo nei soli giorni dell'esame, in modo da sentirsi più tranquilli comunque .. così è sicuro di rendere per quel che ha studiato.. e poi , niente rassicura più del successo..vedrà.
Tutti hanno avuto paura di certi esami , non è il solo, lo sa ?
Le faccio molti auguri.. ci faccia sapere.. !!
Ma, con una pastiglia di cinismo da parte mia, forse, si potrebbe pensare ad un supporto farmacologico leggero, da cominciare però per tempo, cioè non certo nei soli giorni dell'esame, in modo da sentirsi più tranquilli comunque .. così è sicuro di rendere per quel che ha studiato.. e poi , niente rassicura più del successo..vedrà.
Tutti hanno avuto paura di certi esami , non è il solo, lo sa ?
Le faccio molti auguri.. ci faccia sapere.. !!
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Carissimo ragazzo,
da ciò che ci scrive,l'elevata l'ansia nell'affrontare l'esame di stato, congiunta a quella esperita durante ogni singolo esame, sicuramente le sta comunicando un forte disagio relativo alla strada che ha "dovuto" intraprendere.
Per quanto razionalmente possa convincersi dell'utilità del percorso intrapreso, la parte che non accetta tale scelta tenderà ad emergere con manifestazioni d'ansia.
Sicuramente oltre a ciò, delle sue caratteristiche peculiari avranno fatto in modo che l'ansia tendesse a manifestarsi. La tendenza al "perfezionismo" nella carriera scolastica, ciò che lei stesso considera un elemento portatore di disagio, ha fatto si che lei non tollerasse eventuali momenti di defaiance, normalissimi durante la carriera universitaria.
Non di rado si possono osservare ragazzi,provenienti da carriere brillanti durante le scuole superiori,i quali,affacciandosi al mondo universitario,si trovano ad attraversare momenti di crisi e talvolta, di stasi.
Infatti,mentre a scuola l'ambiente risulta più "controllato", attraverso una scansione e organizzazione del sistema classe più prevedibile,in cui il ragazzo conosce ed è conosciuto a fondo dai suoi insegnanti, all'università lo stesso si trova ad essere considerato un numero di matricola tra i tanti, dovendo dimostrare le sue capacità in poco tempo, dinanzi a docenti che lo conoscono poco,o per niente.
Per le persone abituate ad essere gratificate dal sistema scolastico,in cui lo sforzo equivale quasi sempre al risultato, l'ingresso all'università, ambiente nuovo e soprattutto meno controllabile, può risultare uno scoglio difficile da affrontare.
Più che sonniferi e calmanti,in grado solo di "coprire" il problema, le consiglierei vivamente di intraprendere un percorso di psicoterapia,per iniziare a divenire consapevole delle dinamiche che lo portano a vivere questo periodo della sua vita con così tanta agitazione.
Può rimandare,ma il disagio,se non affrontato fino in fondo,tenderà a ricomparire,condizionando negativamente il suo percorso di vita.
Ci pensi.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
da ciò che ci scrive,l'elevata l'ansia nell'affrontare l'esame di stato, congiunta a quella esperita durante ogni singolo esame, sicuramente le sta comunicando un forte disagio relativo alla strada che ha "dovuto" intraprendere.
Per quanto razionalmente possa convincersi dell'utilità del percorso intrapreso, la parte che non accetta tale scelta tenderà ad emergere con manifestazioni d'ansia.
Sicuramente oltre a ciò, delle sue caratteristiche peculiari avranno fatto in modo che l'ansia tendesse a manifestarsi. La tendenza al "perfezionismo" nella carriera scolastica, ciò che lei stesso considera un elemento portatore di disagio, ha fatto si che lei non tollerasse eventuali momenti di defaiance, normalissimi durante la carriera universitaria.
Non di rado si possono osservare ragazzi,provenienti da carriere brillanti durante le scuole superiori,i quali,affacciandosi al mondo universitario,si trovano ad attraversare momenti di crisi e talvolta, di stasi.
Infatti,mentre a scuola l'ambiente risulta più "controllato", attraverso una scansione e organizzazione del sistema classe più prevedibile,in cui il ragazzo conosce ed è conosciuto a fondo dai suoi insegnanti, all'università lo stesso si trova ad essere considerato un numero di matricola tra i tanti, dovendo dimostrare le sue capacità in poco tempo, dinanzi a docenti che lo conoscono poco,o per niente.
Per le persone abituate ad essere gratificate dal sistema scolastico,in cui lo sforzo equivale quasi sempre al risultato, l'ingresso all'università, ambiente nuovo e soprattutto meno controllabile, può risultare uno scoglio difficile da affrontare.
Più che sonniferi e calmanti,in grado solo di "coprire" il problema, le consiglierei vivamente di intraprendere un percorso di psicoterapia,per iniziare a divenire consapevole delle dinamiche che lo portano a vivere questo periodo della sua vita con così tanta agitazione.
Può rimandare,ma il disagio,se non affrontato fino in fondo,tenderà a ricomparire,condizionando negativamente il suo percorso di vita.
Ci pensi.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
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Dr.ssa serena rizzo
[#3]
Ex utente
ha ragione la psicoterapia potrebbe aiutarmi, ne ho parlato con i miei ma sono un po' scettici. E' opportuno che io parli un po' di me. Quest'ansia da prestazione non è nata con l'università, ma prima dalle superiori e non è la mia famiglia che mi ha insegnato ad essere competitivo ma i professori, la scuola; a quei tempi non stavo molto bene, non ero soddisfatto della mia vita e cercavo un riscatto nel bel voto a scuola, nell'essere il "primo della classe", per non sentirmi totalmente un fallito. Mio padre non vorrebbe vedermi sui libri tutto il giorno, ma ha sempre fatto il confronto con gli altri, lo fa per invidia, e mi sta trasmettendo questa cosa....; mi opprime il fatto che ho molti conoscenti e "amici" che affrontano il mio stesso percorso. se loro risultassero in base all'esame più bravi di me ci resterei molto male, cmq l'esame da quel che dicono gli stessi avvocati non brilla per meritocrazia, andrebbe affrontato con una bella dose di cinismo e senza grandi aspettative. Ma non è lo studio che mi spaventa, ma come potrei risultare io agli occhi degli altri, sono molto sensibile. Oltre a questo mi spaventa molto il futuro, la possibilità di restare disoccupato.
[#4]
....Come potrei risultare agli occhi degli altri...
Se avverte che questa risulta essere la preoccupazione prevalente, è proprio in questo senso che potrebbe trarre grandi benefici da una psicoterapia.
Per affrontare meglio gli esami ma soprattutto per affrontare meglio la vita.
Le faccio tanti cari auguri per tutto,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
Se avverte che questa risulta essere la preoccupazione prevalente, è proprio in questo senso che potrebbe trarre grandi benefici da una psicoterapia.
Per affrontare meglio gli esami ma soprattutto per affrontare meglio la vita.
Le faccio tanti cari auguri per tutto,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
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