Quando la malattia è una scelta


Mi scuso in anticipo perché mi rendo conto che oggi utilizzo questo sito come sfogo. Unico spazio neutro in cui poter dire la verità. Non siete quindi obbligati a leggere.

Ultimamente non stavo un granché bene..stavo cercando di gestire la mia vita nel miglior modo possibile, ma poi ho cominciato a rimuginare su una scelta (ho scritto anche un post in proposito) e mi sono lasciata ingoiare in una voragine di pensieri negativi. Complice una brutta influenza sono stata chiusa in casa una settimana a pensare e ripensare alla mia vita e a tutti i fallimenti, anche terapeutici.
Ho sempre chiesto aiuto in giro senza mai ottenere risultati. Mi vergogno di avere un costante bisogno d'aiuto. Ho visto il mio primo psicologo a 13 anni...forse non riesco ad immaginare la mia senza di "voi".

Ho ripensato ad una psichiatra a cui mi rivolsi anni fa in un periodo di crisi altissimo dopo la morte di mia madre. Sbagliai scelta, era il classico professorone universitario fiero del suo status e che si sentiva sminuito dalla chiamata di una ragazzina che non aveva neanche una raccomandazione. Durante la pseudo-seduta emerse che studiavo lettere e quindi cominciò a citarmi una serie di frasi e di autori che io non conoscevo. Mi sentii ignorante. Poi emerse il mio disturbo bulimico ed allora mi guardò i denti, ma non erano rovinati. poi mi guardò il culo (porco) e non era poi cosi grossi. Dai...non avevo poi cosi tanti problemi, stavo solo facendo la vittima!! (anche se per tt il tempo io non ho fatto altro che colpevolizzarmi).
Poi se ne usci con questa frase "Nella vita è tutta questione di scelte: c'è chi seglie di essere un professionista affermato e rispettato dalla gente e chi sceglie di essere malato, tu hai scelto la seconda". Poi mi prescrisse un paio di gocce, mi chiese con un sorrisetto se la mia situazione economica mi permetteva di pagare il suo lauto onorario e mi liquidò.
Odio quest'uomo..eppure la sua frase ancora mi fa male e un po' ci credo. E se stessi scegliendo io tutto questo? sono uno schifo..faccio del male a tutti.
Mentre pensavo a questo ho iniziato a piangere.
Il mio compagno si è avvicinato dicendomi che è oro di crescere e quindi di smetterla, che devo semplicemente fare il mio dovere come le persone normali (spesso passo giornate a letto senza fare nulla) e che se ci tenessi mostrerei un po' di gioia invece dei miei continui lamenti.
I sensi di colpa mi hanno invaso e il disprezzo per me stessa anche. Ho pianto e urlato tutta la notte, mi mancava anche il respiro ed mi sono picchiata..da sola. Ho vari bozzi in testa e lividi sulle gambe. Lui mi ha lasciata.
perchè non riesco a vivere la vita semplicemente come tutti gli altri raggiungendo i miei obiettivi?
e se fingo in tutto questo...se fingo di non stare bene...perché i sensi di colpa e l'odio per me stessa sono cosi grandi da sfociare in un dolore piu che reale?

scusate lo sfogo, ma mi sento seriamente disperata.

[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Quel professore che lei ha odiato le ha detto la verita'. Forse l'ha fatto in un modo sbagliato e l'ha ferita, ma il concetto c'era.
Chi "sceglie" la malattia ha un "vantaggio secondario" potente nel farlo. Potrebbe essere ottenere benevolenza o addirittura pena. Attirare l'attenzione. Neutralizzare l'aggressivita' degli altri nei propri confronti. Neutralizzare la propria aggressivita'.
Le ho dato solo degli altri input per pensare!
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile ragazza,
le malattie, anche se spesso incomprensibili per noi, hanno dei "vantaggi secondari", cioè ci pongono in condizioni di non scelta, di non trnsitare alla dimensione adulta della vita, del lavoro, della coppia, ecc...

Non è una volontà, ma un'obbligatorietà alla non scelta.

Piangere, farsi del male, non aiuta a modificare questo modus operandi, ma la rabbia può essere trasformata in capacità di agire e di prendersi cura di sè stessi.

cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Quindi tutto questo bisogno d'aiuto che sento lo devo solo soffocare perché in realtà è colpa mia?
questa consapevolezza non genera rabbia e voglia di reagire, ma solo un profondo senso di colpa che non mi permette di guardarmi allo specchio.

Ho dimenticato di dire che a distanza di tempo sono andata da un altro specialista che mi ha seguito per qualche mese e che al contrario ha sempre sostenuto che ho un problema abbastanza grave..che la mia è una risposta a vecchie vicende infantile, ecc..

A chi credere?
io so solo che sto male.
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signora,
Certamente a produrre questo suo bisogno di aiuto sara' stata qualche profonda carenza infantile. Ed e' forse questo il filone che deve esplorare.
Il bambino e' dipendente dai genitori ed il suo bisogno di loro e' dovuto all'impossibilita' di attivarsi per la sua sopravvivenza.
Comunica questo bisogno attraverso il pianto .
Tutto questo pero' cessa con il raggiungimento dell'autonomia.
Se invece con il raggiugimento dell'autonomia si tende a ricreare le condizioni infantili cio' indica un blocco su cui bisogna lavorare con molta determinazione e pazienza.
Si metta ain contatto con uno psicoterapeutaper ua valutazione della sua situazione e pou valutera' che percorso intraprendere.
I migliori auguri e saluti
[#5]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Quindi è come se la "malattia", lo star male, più che essere controproducente rappresentasse un vantaggio.
In questo modo evito altri problemi o comunque evito di risolverli sino infondo.

questo mi è chiaro. è anche la funzione che l'anoressia ha avuto all'inizio. deviare lo sguardo mio e della mia famiglia sulla mia problematica.
Non capisco perché, sebbene non allo stesso modo, la situazione perduri.

Non mi era chiaro che il mio atteggiamento fosse infantile, ed ancora una volta essere definita cosi mi fa male.
In realtà ho fatto tante scelte difficili ed adulte, in diversi contesti ed anche tanto presto. Poi, mi perdo nelle piccolezze.
il pianto di stanotte era davvero quello di un brambino in attesa di coccole e rassicurazione. coccole che ora, non possono arrivare...il tempo è passato.

Vi ringrazio per gli input che mi avete dato.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Non è che il sintomo "rappresenti" un vantaggio. È che a volte il sintomo, pur procurando sofferenza, permette di ottenere qualcosa d'importante che senza sintomo non si saprebbe come ottenere. Ad esempio attenzione, e con essa l'illusione di valere qualcosa.

Cambiare (guarire) significa allora imparare a ottenere ciò di cui si ha bisogno, ma senza il sintomo, cioè in modo sano.

>>> il pianto di stanotte era davvero quello di un brambino in attesa di coccole e rassicurazione. coccole che ora, non possono arrivare...il tempo è passato
>>>

Le coccole si possono sempre avere, anche da grandi, purché si riesca a riconoscerle. Evidentemente, o sente di non starne ricevendo abbastanza dal suo compagno, oppure le riceve ma non le percepisce come tali.

Qual è la diagnosi più recente che le è stata fatta, se ne è stata fatta una?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Oltre a quella di bulimia, l'ultimo medico-psichiatra a cui mi sono rivolta mi aveva diagnostica una forma lieve di disturbo bipolare. anche se io, i momenti down (depressivi) li vedo bene, mentre di mania non vedo neanche l'ombra.

ho lasciato i farmaci da qualche mese poichè stavo peggio.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
I disturbi dell'alimentazione e l'autolesionismo possono essere associati al disturbo bipolare, che a sua volta presenta tratti in comune con un'altra diagnosi, quella di disturbo borderline di personalità. Alcuni clinici sono più propensi a diagnosticare il primo, altri il secondo. La bipolarità comunque non si riferisce solo a depressione-mania, perché la mania non deve essere per forza presente.

Il sintomo principale del disturbo borderline è la mancata o difficile regolazione delle emozioni. La persona si trova a sperimentare stati emotivi distanti fra loro, con alternanze che possono essere anche molto rapide.

Potrebbe essere necessaria una rivalutazione accurata del suo quadro, per indirizzarla eventualmente verso uno psicoterapeuta esperto di questo tipo di disturbi, del quale non tutti i clinici si occupano.

[#9]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Capisco cosa dice, la ringrazio.
al momento non ho davvero un soldo... ma niente di niente perché non lavoro.
Ho deciso di rivolgermi al servizio sanitario nazionale per adesso, poi si vedrà..
dopo la nottata di stanotte mi sono data da fare..
ho già preso appuntamento in un centro per disturbi alimentari della mia zona che si occupa essenzialmente di riabilitazione nutrizionale.
Ma sento che il cibo è solo una parte del problema (forse mi sbaglio), per cui ho preso anche un appuntamento per una visita psicologica.

Non so a questo punto se sarebbe stato meglio uno psichiatra..! bho!

intanto mi sento già un po' meno male perché sto muovendo qualcosa.

Speriamo bene!