Chiodo fisso

Buongiorno a tutti. Vivo da mesi una situazione che mi fa stare male e mi condiziona gran parte della giornata.

In un momento particolarmente infelice della mia storia lavorativa e sentimentale ho messo gli occhi su un collega arrivato da pochi mesi.

Quando l'avevo visto la prima volta non avevo pensato niente di che, un ragazzo normale, però ricordo che i suoi occhi mi avevano bucata da parte a parte.

Tempo dopo il titolare e alcuni colleghi avevano fatto battute su di noi, dandomi ad intendere che io gli piacessi; in quel periodo, autostima a terra, mi imbarazzai e iniziai ad ignorarlo. Dopo qualche mese, non so come, iniziai a notare che mi fissava e, per sfidarlo, iniziai a fissarlo di rimando.

Visto che al lavoro le giornate erano di una pesantezza mortale, cominciai a giocare al flirt col collega; complice l'estate, iniziai a vestirmi in modo più ricercato, a pormi anche con gli altri in modo più sicuro e accattivante, esattamente come facevo prima di buttarmi giù così.

Sono sempre stata carina, ho sempre avuto successo con gli uomini, poi mi sono chiusa in una relazione poco soddisfacente, con una persona che, vuoi o non vuoi, non faceva che buttarmi giù, al lavoro venivo sempre trattata come una cretina e avevo iniziato a sentirmi invisibile.

Questo flirt mi ridiede energia, e se ne accorsero tutti, colleghi e clienti.

Ero briosa e spumeggiante e l'immagine che mi mandavo indietro mi piaceva tantissimo. Lui era timido e impacciato, ma lo incoraggiavo. Flirtavamo apertamente, ormai c'era il batticuore costante, i respiri corti e gli sguardi che significano tutto... Appunto perché non ho mai avuto problemi con gli uomini, non avevo mai provato, nemmeno a 15 anni, l'emozione di un corteggiamento "vero". Sono sempre stata molto diretta e, quando mi piaceva un uomo, tutto si concludeva nel giro di poco. Purtroppo, non avevo mai provato simili sensazioni e mi sono resa conto di quanto avessi sprecato in precedenza. Mi aveva aperto gli occhi su un mondo bellissimo, dolce e sussurrato e solo allora mi sono resa conto di quanto lo avessi desiderato e di quanto stupide ed effimere fossero state le mie precendenti "conquiste". Persi la testa per lui, completamente.

Lui sembrava preso da me, ma quando gli chiesi di prendere un aperitivo, o un caffè, giusto per parlare un po' e conoscerci, si rifiutò, dicendo che il problema non era che non gli piacessi, ma che non voleva creare problemi al lavoro. In primo luogo disse che la colpa era del titolare, che non voleva rapporti tra i dipendenti, poi ammise che era lui. Disse di aver già avuto un'esperienza simile in passato, andata male, e di non voler ripetere. A me parve una scusa.

Mi sentii presa in giro e conclusi ogni rapporto. Ad oggi sono passati sei mesi e ancora non riesco a parlargli. Sono gentile con lui quando gli devo rivolgere la parola, per il resto fatico pure a salutarlo. Sono emozionata e imbarazzata al tempo stesso.

Lui si comporta come me, ma sempre di rimando, credo. Ho notato che ha cercato un contatto fisico palese, o che mi guarda quando pensa che io non lo veda. Non so perché faccia così, vorrei solo trovare un modo per uscirne. Penso a lui continuamente e sono stanca di perdere tempo, anche perché non credo che la sua posizione sia cambiata.

Se avete qualche parola da dirmi vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 176 4
Gentile Utente,

la preoccupazione del suo collega circa il possibile ripetersi di un'esperienza relazionale fallimentare in ambiente lavorativo rappresenta una motivazione valida a sostegno del rifiuto di uscire con lei e di passare quindi dal flirt alla possibile inizio di una relazione.

Per quanto il motivo addotto possa essere reale e sincero, però, è sicuro che lei non si sarebbe mai aspettata un rifiuto da parte di chi è apparso fin dall'inizio a tutti interessato a lei e che le ha dato involontariamente la spinta a riprendere a curarsi di sè stessa.

Se le sembra che in seguito il comportamento che ha avuto non sia stato coerente con l'intenzione di non coinvolgersi con lei può parlargli per chiarire cosa prova davvero.

Prima di tutto però penso che debba chiarire a se stessa qual è il reale tipo di interesse che prova per lui: ne è attratta perchè innamorata o perchè è stata molto delusa da una reazione che non avrebbe mai immaginato potesse essere negativa?

Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359

[#2]
Utente
Utente
Io credo di esserne innamorata, per quanto ci si possa dire innamorati di una persona che non si conosce benissimo.

Lui possiede molte qualità che ammiro nelle persone e che io stessa ricerco in me: è compassionevole, attento, gentile, altruista. Gli piace rapportarsi agli altri ed essere disponibile.

Indubbiamente essere stata rifiutata da un uomo che credevo mi volesse non è stato piacevole, specie perché ho provato più volte e più volte ho ricevuto un no. Lui mi guardava con gli occhi che brillavano, mi sorrideva, mi sfiorava, mi cercava, io gli chiedevo di vederci per un caffè e lui si chiudeva a riccio. Poi ricominciava a cercarmi, io ci ricadevo e il copione si ripeteva, in tutto per tre volte. Nell'unica volta che mi ha chiesto lui di vederci e di prendere un caffè poco prima di entrare al lavoro, è stato zitto per quasi tutto il tempo.

Indubbiamente è timido, indubbiamente la sua storia non aiuta (ha avuto problemi di droga, a quel che so, se n'è dovuto andare dal suo paese e ha trovato questo lavoro per pura fortuna, capisco che non abbia NESSUNA intenzione di metterlo in forse a causa mia).

Vederlo tutti i giorni non aiuta affatto. Vorrei parlargli, lo vorrei tanto, ma ho paura. Non è l'orgoglio a bloccarmi, sono proprio spaventata.
Penso che per lui il nocciolo della questione (se davvero è come dice) non sia cambiato (continuiamo a lavorare insieme) e non sopporterei l'ennesimo rifiuto.

Un conto è sentirsi rifiutati quando lui comunque mi dava da pensare, ma... Adesso quasi non parliamo più, e da mesi. Non ho il coraggio di dirgli che provo ancora qualcosa per lui e di sentirmi rifiutata ancora: tutti i miei sforzi per apparire forte e assertiva sarebbero stati vani, senza contare che dovrei vederlo ogni giorno e l'autostima se ne andrebbe sotto le scarpe.

In qualche modo credo di esserne innamorata, ma... Con molto dolore penso che l'unica cosa che posso fare è togliermelo dalla testa, ma non so come fare fintanto che vedo questo interesse nei suoi occhi!

Continua a suonarmi in testa un pezzo di una famosissima canzone "é troppo grande la città per due che come noi non sperano però si stan cercando". Poi magari l'unica che cerca sono io e lui non mi calcola nemmeno, eh... Anche se a me non pare che sia così...

Grazie, davvero!
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 176 4
"Non ho il coraggio di dirgli che provo ancora qualcosa per lui e di sentirmi rifiutata ancora: tutti i miei sforzi per apparire forte e assertiva sarebbero stati vani"

Da come ne parla sembra che sia stata tutta una recita, ma è sicura che gli sforzi per "apparire forte e assertiva" non le hanno consentito di cambiare e di "essere" diversa oltre che di "apparire" diversa?

Il fatto che l'incontro con lui sia avvenuto "in un momento particolarmente infelice della sua storia lavorativa e sentimentale" le ha consentito di trovare una motivazione e uno stimolo molto potente per ricominciare ad occuparsi di sè, ma questo non significa che tutto si giochi sul registro dell'"apparire" e che non si sia verificato anche un reale cambiamento, che avrebbe valore di per sè e non in base al fatto che lui è o non è interessato ad iniziare una relazione con lei.
[#4]
Utente
Utente
Mi ha dato decisamente di che riflettere.
Fino ad oggi mi ero preoccupata solo di lui o di me in relazione a lui e non mi ero accorta di quanto - pur involontariamente - questa storia mi abbia modificata.
Sono riuscita a riacquistare una parte di me che credevo perduta; c'è ancora moltissima strada da fare, ma di certo sono migliorata.

Sono sempre stata molto sicura di me, ultimamente arrossivo per qualunque sciocchezza, balbettavo quando la gente mi parlava, avrei passato il tempo a nascondermi. Ora, indubbiamente, va meglio.

Quando ho scritto riguardo ai miei sforzi per "apparire" forte, mi riferivo all'immagine che lui avrebbe avuto di me. Mi sono esposta convinta di interessargli e sono stata, in un modo o nell'altro, rifiutata e più volte. Dopo i rifiuti ho dovuto continuare a vederlo ogni giorno, sentendomi in posizione di difetto. Qualsiasi siano state le sue motivazioni, io ero quella rifiutata, quella che "non era abbastanza". Così ho iniziato una recita bella e buona, tesa a tentare di non fargli capire cosa provassi in realtà.

Non volevo vederlo ogni giorno e che pensasse che mi stavo struggendo per lui: essere indifferente ma gentile era l'unico modo che avevo per riappropriarmi di un po' di dignità e adesso che credo di esserci riuscita non mi va di gettare tutto per sentirmi dire, di nuovo, che "gli piaccio ma è meglio di no" (nella migliore delle ipotesi, ovviamente, perché è passato così tanto tempo che potrebbe pure darmi della pazza!)
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 176 4
"Sono riuscita a riacquistare una parte di me che credevo perduta; c'è ancora moltissima strada da fare, ma di certo sono migliorata"

Come vede c'è anche del buono in quanto è successo, e quello che conta è che la presenza di questo nuovo collega le abbia dato la motivazione necessaria per effettuare dei cambiamenti positivi che rimarranno anche se non iniziasse mai una relazione con lui.