Rimuginio
Buongiorno a tutti.
Mi rivolgo a questo servizio perchè sto cercando di capire cosa mi succede.
Oltre ad un generale stato di malessere mi preoccupa il mio modo di pensare che io definisco "rimuginatorio".
In genere mi accade quando deve fare delle scelte, grandi o piccole che siano.
Inizio a pensare ai pro e i contro della situazioni, ad immaginare tutte le eventuali sensazioni che potrei provare in un caso o nell'altro, cerco di prevedere il futuro, cosa potrebbe accadere e come potrei sentirmi io in quel contesto.
Fino a qui..nulla di strano credo.
Per chi è razionale è normale prendere una decisione in questo modo.
Il problema nasce dal fatto che anche quando non vorrei pensare al "dilemma da risolvere" non posso fare a meno di pensarci, costantemente, giorno e notte, fino a che non trovo una soluzione che per esperienza ormai so che non arriverà mai.
m'impongo di non pensarci perchè ho bisogno di concentrarmi su altre cose, ma mi è impossibile..e penso e penso...e cresce il nervosismo, cresce l'ansia che a volte attenuo con l'alcool..ed appaio sempre triste e musona.
Tutto ciò non mi accadeva da qualche tempo. da una settimana circa mi si è presentata una scelta da fare (piccola, non una scelta vitale) ed è ripreso il meccanismo.
Non mi preoccuperei troppo se questo stesso modo di fare non avesse bloccato la mia vita per quasi due anni.
In passato infatti, dopo la laurea e in una situazione familiare difficile, sono restata ferma a "torturarmi" il cervello valutando ogni possibile sbocco della mia vita. Ho perso anni...non giorni.
So bene che non scegliere equivale comunque scegliere, che ogni scelta comporta un rischio, che scegliere è sinonimo di maturità....e bla bla bla...
Ma io non riesco a fermare i pensieri.
Vorrei risolvere questa cosa perché oltre a percepire il tempo che inesorabilmente scorre mentre io resto immobile, mi sento seriamente distrutta ed esaurita.
secondo voi ho bisogno di aiuto?
Mi rivolgo a questo servizio perchè sto cercando di capire cosa mi succede.
Oltre ad un generale stato di malessere mi preoccupa il mio modo di pensare che io definisco "rimuginatorio".
In genere mi accade quando deve fare delle scelte, grandi o piccole che siano.
Inizio a pensare ai pro e i contro della situazioni, ad immaginare tutte le eventuali sensazioni che potrei provare in un caso o nell'altro, cerco di prevedere il futuro, cosa potrebbe accadere e come potrei sentirmi io in quel contesto.
Fino a qui..nulla di strano credo.
Per chi è razionale è normale prendere una decisione in questo modo.
Il problema nasce dal fatto che anche quando non vorrei pensare al "dilemma da risolvere" non posso fare a meno di pensarci, costantemente, giorno e notte, fino a che non trovo una soluzione che per esperienza ormai so che non arriverà mai.
m'impongo di non pensarci perchè ho bisogno di concentrarmi su altre cose, ma mi è impossibile..e penso e penso...e cresce il nervosismo, cresce l'ansia che a volte attenuo con l'alcool..ed appaio sempre triste e musona.
Tutto ciò non mi accadeva da qualche tempo. da una settimana circa mi si è presentata una scelta da fare (piccola, non una scelta vitale) ed è ripreso il meccanismo.
Non mi preoccuperei troppo se questo stesso modo di fare non avesse bloccato la mia vita per quasi due anni.
In passato infatti, dopo la laurea e in una situazione familiare difficile, sono restata ferma a "torturarmi" il cervello valutando ogni possibile sbocco della mia vita. Ho perso anni...non giorni.
So bene che non scegliere equivale comunque scegliere, che ogni scelta comporta un rischio, che scegliere è sinonimo di maturità....e bla bla bla...
Ma io non riesco a fermare i pensieri.
Vorrei risolvere questa cosa perché oltre a percepire il tempo che inesorabilmente scorre mentre io resto immobile, mi sento seriamente distrutta ed esaurita.
secondo voi ho bisogno di aiuto?
[#1]
>>> Per chi è razionale è normale prendere una decisione in questo modo.
>>>
Sì, il problema nasce quando la "normalità" diventa sofferenza. Perciò, per rispondere alla sua domanda finale, che è tipica di quella forma d'ansia denominata ossessività (rimuginio continuo e dubbio) è lei che sulla base di quanto sta soffrendo, deve decidere se farsi vedere o no. Nel caso le suggerisco uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia, ad esempio a indirizzo strategico breve o comportamentale.
>>>
Sì, il problema nasce quando la "normalità" diventa sofferenza. Perciò, per rispondere alla sua domanda finale, che è tipica di quella forma d'ansia denominata ossessività (rimuginio continuo e dubbio) è lei che sulla base di quanto sta soffrendo, deve decidere se farsi vedere o no. Nel caso le suggerisco uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia, ad esempio a indirizzo strategico breve o comportamentale.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
gentile ragazza oltre a quanto detto dal collega le consiglio di vedere questo piccolo video.
evidenzia esattamente quanto lei dice:
http://www.youtube.com/watch?v=Ui3yNBrLgs0&feature=player_embedded
(.)problema nasce dal fatto che anche quando non vorrei pensare al "dilemma da risolvere" non posso fare a meno di pensarci, costantemente, giorno e notte, fino a che non trovo una soluzione che per esperienza ormai so che non arriverà mai(..).
il problema non è nel contenuto dei suoi pensieri ma nella forma che utilizza peri gestirli.Modificando la forma può controllarne i contenuti evitando di rimuginarci sopra.
saluti
evidenzia esattamente quanto lei dice:
http://www.youtube.com/watch?v=Ui3yNBrLgs0&feature=player_embedded
(.)problema nasce dal fatto che anche quando non vorrei pensare al "dilemma da risolvere" non posso fare a meno di pensarci, costantemente, giorno e notte, fino a che non trovo una soluzione che per esperienza ormai so che non arriverà mai(..).
il problema non è nel contenuto dei suoi pensieri ma nella forma che utilizza peri gestirli.Modificando la forma può controllarne i contenuti evitando di rimuginarci sopra.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Ex utente
Innanzitutto grazie a entrambi per le risposte.
Dr. Santonocito, il livello di sofferenza è alto, o almeno lo percepisco come tale. e se potessi parlerei di questo con qualcuno tutti i giorni.
Probabilmente mi sento in colpa a spendere dei soldi perché non sono in grado di affrontare la vita come tutto il resto del mondo.
Dr. de Vincentis, il video che mi ha linkato oltre ad essere molto simpatico è estremamente esaustivo. Mostra in maniera chiara il mio modo di pensare, ma c'è una differenza.
Il matematico scopre che l'espressione a cui lavorava non ha soluzione. Invece la mia scelta deve essere fatta ed io non posso semplicemente far finta che non abbia soluzione.
Dr. Santonocito, il livello di sofferenza è alto, o almeno lo percepisco come tale. e se potessi parlerei di questo con qualcuno tutti i giorni.
Probabilmente mi sento in colpa a spendere dei soldi perché non sono in grado di affrontare la vita come tutto il resto del mondo.
Dr. de Vincentis, il video che mi ha linkato oltre ad essere molto simpatico è estremamente esaustivo. Mostra in maniera chiara il mio modo di pensare, ma c'è una differenza.
Il matematico scopre che l'espressione a cui lavorava non ha soluzione. Invece la mia scelta deve essere fatta ed io non posso semplicemente far finta che non abbia soluzione.
[#4]
>>> se potessi parlerei di questo con qualcuno tutti i giorni
>>>
Eh, ma se lo facesse probabilmente non risolverebbe il problema, lo aggraverebbe ancora di più.
Anche se può sembrare difficile da capire a prima vista, uscire dall'ansia non significa sfogarsi molto o ricevere molte rassicurazioni, ma invece smettere di aver bisogno di queste cose. Perciò una terapia per l'ansia ben riuscita deve senz'altro accogliere la sua spiegazione del problema all'inizio, ma poi fornirle gli strumenti per avviarlo a soluzione.
>>> Probabilmente mi sento in colpa a spendere dei soldi perché non sono in grado di affrontare la vita come tutto il resto del mondo
>>>
Dal punto di vista breve strategico, anche questo è un ragionamento tipico dell'ansioso-ossessivo: ce la devo fare da solo. Di nuovo, è un'espressione del problema che però si traveste da soluzione, che però non funziona. In altre parole è una tentata soluzione che, quando non funziona, alimenta il problema.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
>>>
Eh, ma se lo facesse probabilmente non risolverebbe il problema, lo aggraverebbe ancora di più.
Anche se può sembrare difficile da capire a prima vista, uscire dall'ansia non significa sfogarsi molto o ricevere molte rassicurazioni, ma invece smettere di aver bisogno di queste cose. Perciò una terapia per l'ansia ben riuscita deve senz'altro accogliere la sua spiegazione del problema all'inizio, ma poi fornirle gli strumenti per avviarlo a soluzione.
>>> Probabilmente mi sento in colpa a spendere dei soldi perché non sono in grado di affrontare la vita come tutto il resto del mondo
>>>
Dal punto di vista breve strategico, anche questo è un ragionamento tipico dell'ansioso-ossessivo: ce la devo fare da solo. Di nuovo, è un'espressione del problema che però si traveste da soluzione, che però non funziona. In altre parole è una tentata soluzione che, quando non funziona, alimenta il problema.
Legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.1k visite dal 17/01/2013.
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Approfondimento su Ansia
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