Ansia per l'assunzione di farmaci
Gent.mo dottore, mi rivolgo a lei sottoponendole le ragioni della mia ansia.
Sono un soggetto allergico, circa 30 anni fa, dopo regolare assunzione, è emersa all'improvviso allergia all'acido acetilsalicilico, che mi ha causato gonfiore in tutto il viso e ai polsi. Per anni ho ovviato al problema assumendo paracetamolo, poi qualche anno fa, sono emersi sintomi meno gravi ma simili per cui mi hanno detto di non utilizzarlo. Due anni fa episodio analogo assumendo l'AUGMENTIN. Da allora, piano piano, la mia paura è iniziata a crescere e ho dei grossi problemi ogni volta che devo assumere un qualsiasi farmaco (lo stesso gesto di ingoiare una pillola mi causa problemi, ma sinora sono sempre riuscita a superarlo).
Attualmente sono in terapia endovenosa per un ascesso tonsilleo con Levoxacin e Aulin, e nonostante abbia già iniziato la cura da qualche giorno senza problemi, sono totalmente sopraffatta dall'ansia ogni qualvolta devo ingerire un farmaco.
Va oltretutto detto che a causa di questo brutto ascesso mi avevano prescritto il Bentelan ma dopo l'assunzione della prima compressa da 1 mg ho iniziato a non stare bene (spasmi muscolari alle gambe e confusione mentale) per cui mi hanno detto che sono intollerante anche al cortisone.
Ho 42 anni, non voglio diventare vittima di queste paure ma non so come fare.... mi sento spaventata e indifesa (condizione causata anche da un periodo di 7 mesi in cui non ho avuto un momento di pace a causa di continui problemi fisici).
Le scrivo per avere un suo consulto e per chiederle se, in qualche modo, posso sconfiggere queste paure e ritrovare un po' di fiducia.
Grazie in anticipo.
Sono un soggetto allergico, circa 30 anni fa, dopo regolare assunzione, è emersa all'improvviso allergia all'acido acetilsalicilico, che mi ha causato gonfiore in tutto il viso e ai polsi. Per anni ho ovviato al problema assumendo paracetamolo, poi qualche anno fa, sono emersi sintomi meno gravi ma simili per cui mi hanno detto di non utilizzarlo. Due anni fa episodio analogo assumendo l'AUGMENTIN. Da allora, piano piano, la mia paura è iniziata a crescere e ho dei grossi problemi ogni volta che devo assumere un qualsiasi farmaco (lo stesso gesto di ingoiare una pillola mi causa problemi, ma sinora sono sempre riuscita a superarlo).
Attualmente sono in terapia endovenosa per un ascesso tonsilleo con Levoxacin e Aulin, e nonostante abbia già iniziato la cura da qualche giorno senza problemi, sono totalmente sopraffatta dall'ansia ogni qualvolta devo ingerire un farmaco.
Va oltretutto detto che a causa di questo brutto ascesso mi avevano prescritto il Bentelan ma dopo l'assunzione della prima compressa da 1 mg ho iniziato a non stare bene (spasmi muscolari alle gambe e confusione mentale) per cui mi hanno detto che sono intollerante anche al cortisone.
Ho 42 anni, non voglio diventare vittima di queste paure ma non so come fare.... mi sento spaventata e indifesa (condizione causata anche da un periodo di 7 mesi in cui non ho avuto un momento di pace a causa di continui problemi fisici).
Le scrivo per avere un suo consulto e per chiederle se, in qualche modo, posso sconfiggere queste paure e ritrovare un po' di fiducia.
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile Utente,
lei può far presente al suo medico questo timore, raccontando i passati episodi spiacevoli che le sono capitati assumendo determinati farmaci. Sarà poi il medico a decidere di conseguenza informandola sugli effetti dei farmaci.
Potrebbe gentilmente spiegare meglio di cosa ha timore e cosa la mette in ansia?
lei può far presente al suo medico questo timore, raccontando i passati episodi spiacevoli che le sono capitati assumendo determinati farmaci. Sarà poi il medico a decidere di conseguenza informandola sugli effetti dei farmaci.
Potrebbe gentilmente spiegare meglio di cosa ha timore e cosa la mette in ansia?
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Utente
Le spiego subito: la paura è che mi ricapiti come in passato, ovvero di assumere il farmaco e poi di avere reazione allergica. Quando mi è successo da ragazzina ho affrontato l'episodio con molta più leggerezza, poi da grande invece mi sono spaventata molto di più, specialmente qualche anno fa in occasione dell'intolleranza all'augmentin. Mi sono sentita mancare, facevo fatica a respirare, mi hanno portato via con l'ambulanza e sono rimasta scioccata.
I medici in merito dicono poco o niente, le parole più tranquillizzanti che mi sono sentita dire dal mio medico curante sono state "non si può sapere se si è allergici a qualche farmaco fintanto che non lo si è assunto".
Un paio di anni fa mi sono sottoposta ai test allergologici, dai quali non è emerso un esito definitivo. Mi hanno detto "dovrebbe venire in ospedale a fare la somministrazione sotto osservazione". E io ho lasciato perdere. So che devo cercare un medico allergologo competente.
Nel frattempo vivo queste situazioni con un disagio fortissimo.
Non per ultima la reazione di qualche giorno fa al cortisone mi ha nuovamente sconfortata.
I medici in merito dicono poco o niente, le parole più tranquillizzanti che mi sono sentita dire dal mio medico curante sono state "non si può sapere se si è allergici a qualche farmaco fintanto che non lo si è assunto".
Un paio di anni fa mi sono sottoposta ai test allergologici, dai quali non è emerso un esito definitivo. Mi hanno detto "dovrebbe venire in ospedale a fare la somministrazione sotto osservazione". E io ho lasciato perdere. So che devo cercare un medico allergologo competente.
Nel frattempo vivo queste situazioni con un disagio fortissimo.
Non per ultima la reazione di qualche giorno fa al cortisone mi ha nuovamente sconfortata.
[#5]
Gentile Signora,
per ovviare a possibili inconvenienti e prevenire gravi reazioni avverse le persone con il suo problema sono solitamente esposte in ambiente ospedaliero all'assunzione graduale dei farmaci dei quali si sa che avranno bisogno o dei quali potrebbero aver bisogno.
Questo avviene in vista di terapie farmacologiche ma anche in via preventiva, ad es. per individuare un antidolorifico che il soggetto allergico all'acido acetilsalicilico o ai FANS tollera senza sviluppare reazioni avverse.
Anche se la somministrazione di dosi crescenti di ogni farmaco richiederà la sua presenza in ospedale per una serie di day hospital è necessario che superi la poca voglia di sottoporsi a queste prove, perchè individuare farmaci per lei sicuri le consentirà di tranquillizzarsi e di non rimanere con il costante dubbio che quanto sta assumendo possa portarla a reazioni anafilattoidi o a crisi anafilattica.
Tutto ciò è necessario perchè la sua attenzione sia distolta dal pensiero di possibili reazioni avverse, dal momento che il suo forte timore (più che comprensibile da parte di chi a già vissuto un episodio del genere) può portarla ad essere eccessivamente concentrata sulle reazioni del suo corpo e a provocare sintomi di malessere per autosuggestione esattamente come avviene nei soggetti ansiosi e/o ipocondriaci.
Per quanto riguarda l'eventuale necessità di assumere farmaci che non tollera le segnalo infine che almeno in parte è possibile un intervento alternativo al farmaco mediante l'ipnosi, per esempio nel trattamento del dolore.
per ovviare a possibili inconvenienti e prevenire gravi reazioni avverse le persone con il suo problema sono solitamente esposte in ambiente ospedaliero all'assunzione graduale dei farmaci dei quali si sa che avranno bisogno o dei quali potrebbero aver bisogno.
Questo avviene in vista di terapie farmacologiche ma anche in via preventiva, ad es. per individuare un antidolorifico che il soggetto allergico all'acido acetilsalicilico o ai FANS tollera senza sviluppare reazioni avverse.
Anche se la somministrazione di dosi crescenti di ogni farmaco richiederà la sua presenza in ospedale per una serie di day hospital è necessario che superi la poca voglia di sottoporsi a queste prove, perchè individuare farmaci per lei sicuri le consentirà di tranquillizzarsi e di non rimanere con il costante dubbio che quanto sta assumendo possa portarla a reazioni anafilattoidi o a crisi anafilattica.
Tutto ciò è necessario perchè la sua attenzione sia distolta dal pensiero di possibili reazioni avverse, dal momento che il suo forte timore (più che comprensibile da parte di chi a già vissuto un episodio del genere) può portarla ad essere eccessivamente concentrata sulle reazioni del suo corpo e a provocare sintomi di malessere per autosuggestione esattamente come avviene nei soggetti ansiosi e/o ipocondriaci.
Per quanto riguarda l'eventuale necessità di assumere farmaci che non tollera le segnalo infine che almeno in parte è possibile un intervento alternativo al farmaco mediante l'ipnosi, per esempio nel trattamento del dolore.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 17/01/2013.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.