Ciò che penso è nettamente diverso da ciò che dico in sua presenza...

Salve esperti...Vorrei descrivervi la mia condizione attuale, spero potrete darmi una linea generale di considerazioni.
Qualche mese fa con il mio fidanzato ho notato che abbiamo moltissime cose su cui non andiamo d'accordo e ciò ci ha portati a parecchi litigi molto pesanti., poichè io lo attaccavo duramente per questa diversità e ovviamente lui rispondeva. Negli ultimi tempi comunque, ho cercato di evitare questi litigi inutili e mi sono ripromessa che non lo avrei più attaccato qualora la pensasse in un modo opposto al mio, ma avrei accettato come la pensava. Ora vi spiego il problema: negli ultimi tempi questo mio tentativo di accettare la sua diversità mi si sta rivolgendo contro, in poche parole quando si parla , INVOLONTARIAMENTE tendo a dire NON le MIE opinioni ma le SUE, come se avessi una speranza di andarci d'accordo. Quindi prima di dire come la penso, è come se riflettessi su come potrebbe pensarla lui e rispondo in quel modo. Ora, siccome il mio ragazzo mi ama nonostante la diversità, mi ha fatto notare che quelle opinioni da me dette non erano le mie, ma nemmeno le sue!
L'ultima volta parlando di matrimoni gay immediatamente ho risposto NON SONO D'ACCORDO sapendo che lui è molto rigido su argomenti così, ma lui a mia insaputa ha esclamato: COME NON SEI D'ACCORDO?? PERCHE' LI DISCRIMINI?NON LO HAI MAI FATTO! SEI DIVENTATA FORSE BIGOTTA ??
Questa sua risposta mi ha fatto male e ho ritirato subito tutto dicendo "NO, VOLEVO DIRE UN ALTRA COSA..." e ho detto come la pensavo veramente, lui allora mi ha detto "NON RITIRARE TUTTO ADESSO, LO HAI DETTO QUINDI LO PENSI!"
insomma dottori, il punto non è la diversità che abbiamo, il punto è che io mi sto come depersonalizzando per andargli incontro, e nel farlo sto quasi rinnegando me stessa al punto che non piaccio più nemmeno a lui stesso a volte ,perchè non mi riconosce! Come se avendo un operazione complessa di artimetica io cercassi una soluzione NECESSARIAMENTE uguale a quella proposta dall'eserciziario di matematica, e nel farlo storpiassi tutta l'operazione, al punto da falsificare tutto....
questo atteggiamento è involontario perchè non ci rifletto subito, ma ci rifletto dopo, e infatti dopo quel fatto ho pensato "ma perchè ho detto che non sono d'accordo? io lo sono , lo sono sempre stata!!"
Cosa devo fare per recuperare me stessa?
Perdonatemi se non sono stata chiara...
grazie!
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

non sempre è possibile essere "se stessi" e non sempre è opportuno dire tutto quello che si pensa. Bisogna vedere cosa otteniamo da ciò che esprimiamo. Alcuni dicono che questo vuol dire mentire, altri dicono che si tratta anche di sensibilità nei confronti della persona che abbiamo davanti.

Poi non è facile trovare la persona adatta, cioè le differenze individuali possono anche essere tali da inficiare la relazione tra le persone, che, esaurita la passione iniziale, iniziano a rendersi conto di avere pochi punti in comune.

Ora quanto è corretto reprimere se stessi ed adeguarsi all'altro? Fintanto che la relazione apporta qualcosa di piacevole e fintanto che il rispetto per sè stessi è mantenuto.
Un paio di scarpe lo tengo fintanto che ci sto comodo dentro.
Se le scarpe diventano scomode o si portano dal calzolaio o si cambiano.

Se l'energia della coppia è esaurita, cioè manca il collante di coppia, allora forse non è più la coppia a predominare, ma gli individui.

Che ne pensa?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
all'interno di un arapporto di coppia, non è obbligatorio omologarsi al partner, lui non la ama ( come scrive lei), nonostante le diversità, ma forse soprattutto per le sue diversità.
Si era mai posta questa domanda?
Forse il problema che la attanaglia è la paura , sentendosi differente, di essere amata di meno.
Durante la crescita psicologica di un bambino, succede una cosa molto frequente:
quando un genitore rimprovera il bambino e, magari lo fa con rabbia ed aggressività, il piccolo si identifica nello sbaglio, diventando lo sbaglio e confondendo la parte con il tutto .
Questo genera grandi fragilità psichiche.
Se lei crede che il matrimonio gay, non sia utile ed il suo fidanzato invece crede il contrario, si può tranquillamente rimanere di opinioni differenti, senza sentirsi sciacciati dalla diversità ed identificarsi nello sbaglio.
Recuperare se stessa è possibile ed indispensabile, si ricodi che una coppia funziona meglio, quando si è affini, ma non uguali, quando si è autonomi e non dipendenti, quando ci si ama, ma ci si rispetta nelle diversità, quando si fanno lavori diversi, quando si hanno hobby diversi, ecc...
La fusione\simbiosi, non porta mai buone cose

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Utente
Utente
In risposta al dottr Bellizzi: il suo ragionamento è quello su cui spesso rifletto e mi trovo d'accordo su moltissimi punti. Su una cosa però sono incerta: non credo e non ritengo che il collante che ci tiene uniti si sia esaurito, semmai si è esaurito un dialogo privo di giudizio, che dapprima era sempre presente. Ma anche qui c'è un dubbio : fino a che punto si può parlare di giudizio? E' davvero lui che mi giudica, o sono io che ne ho paura e quindi vedo in ogni possibile conversazione una fonte di giudizio e quindi di critica? (qui mi ricollego all'esempio del bambino esposto dalla dottoressa).
E' capitato molte altre volte che lui mi abbia detto frasi come "Perchè mi hai attaccato? Non ho detto nulla..." come se non mi fossi nemmeno resa conto dell'attacco che gli ho scagliato contro, e a volte nemmeno lui se ne rende conto, quindi ci chiediamo delle scuse, stiamo insieme e tutto torna alla serenità. Le scarpe, come lei le chiama, sicuramente non sono lucide e perfette come appena acquistate, ma non siamo nelle condizioni di buttarle...di andare dal calzolaio si, ma di eliminarle no, ci stiamo ancora dentro anche se non comodissimi come i primi tempi, dove il collante era la magia e non il rispetto.
A questo proposito ringrazio la dottoressa per la sua risposta, ritengo che la diversità sia importantissima per quanto un po ' amara certe volte...ritenete che debba parlargli di questo mio comportamento e di questo mio disagio? Una volta lui mi disse "Tu sei il mio esatto opposto, è per questo che ti ho scelto!" ed anche io in fondo...
Ritenete davvero che in questa relazione stia prevalendo l'individualità piuttosto che la coppia? Io non lo vorrei mai...
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

ma se Lei è stata scelta perché è"l'esatto opposto", come fa Lei a restare in coppia se si adegua? E non potrebbe essere che qualunque cosa Lei faccia verrà per forza di cose *opposta*?
E come concilia il fatto di *essere opposta* ma non poter essere *COME NON SEI D'ACCORDO?? PERCHE' LI DISCRIMINI?NON LO HAI MAI FATTO! SEI DIVENTATA FORSE BIGOTTA ??*
E' ovvio che se lui l'ha scelta per *essere opposta* -> [...] ho notato che abbiamo moltissime cose su cui non andiamo d'accordo.
Se andaste d'accordo Lei perderebbe la sua caratteristica che l'ha fatta essere scelta tra tante...

Se da una parte Lei ricevesse messaggi contradittori dal Suo partner?
Cioè, se fosse il suo partner ad essere confuso ed a trasmetterle questo senso di confusione?

> Io non lo vorrei mai...

Qui probabilmente c'è una dicotomia tra il mondo immaginato\desiderato e come stanno le cose. Perchè non lo vorrebbe che l'individualità opposta prevalga?

Lei perchè si è fatta scegliere? O perchè ha scelto lui?

Gli opposti si attraggono fintanto che si compensano, altrimenti gli opposti si fanno la guerra...
[#5]
Utente
Utente
Dottore, non pensa che dovrei parlargliene? Onestamente è da tempo che penso che potrei non piacergli più come prima, ma ho il timore che sia solo una paura, perchè lui giorno dopo giorno mi dimostra quanto mi vuole bene e quanto è innamorato! E io lo sono anche, tantissimo, non lo lascerei mai, ma vorrei ci fosse un po piu di serenità nelle cose che non condividiamo...
Ho scelto lui /mi sono fatta scegliere dopo 8 anni che nessuno è mai riuscito a superare un blocco che avevo nei confronti degli uomini, tanti hanno provato ma io ho sempre sbarrato la strada...con lui no, con lui, non so perchè, ho aperto tutte le frontiere, mi sono abbandonata completamente. L'unica mia paura è di essermi persa, oltre che lasciata andare e liberata. Gli parlerò comunque!
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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Cara ragazza,

può capitare nelle relazioni di cambiare spesso rotta e modalità di comunicazione. Se all'inizio essere se stessa le veniva più semplice è probabile che adesso le è più difficile a causa di qualcosa che è cambiato in lei. Innanzitutto da quanto state insieme? Che pensieri le vengono in mente quando affrontate una discussione in cui lei deve esprimere un'opinione? Le interessa il giudizio altrui?
E' per caso capitato che le sue idee sono state messe in discussione o criticate in passato, e per questo motivo adesso ha più timore di esprimerle?
E' importante capire se questo suo disagio nell'esprimere i suoi pensieri sia esclusivamente ristretto alla coppia o è presente anche al di fuori, con altre persone.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#7]
Utente
Utente
Dottoressa, finalmente qualcuno che mi chiede ulteriori chiarimenti senza assalirmi! LE devo dire la verità, io da piccola ho sofferto parecchio della paura del giudizio altrui, al punto che balbettavo e ho dovuto rivolgermi a un logopedista che mi ha detto esattamente che la causa consisteva in questa paura. Tuttavia, dall'età di 13 anni in su questa paura è scomparsa in modo improvviso, ho cominciato a vivere le cose in modo LIBERO e leggero, senza nessuna paura e difatti la mia balbuzia si è calmata.
Da 5 mesi a questa parte ( sto con lui da un anno) è tornato tutto come prima, sono nuovamente impaurita dal giudizio di TUTTI, ma soprattutto dal suo, che lui esprime spesso con fermezza e questo a volte mi spaventa. Io gli ho detto ciò e lui poveretto non ha compreso, cioè anche i primi 5 mesi faceva così, mentre ora mi fa paura qualsiasi cosa lui possa dire contro di me o qualsiasi pensiero possa fare. Ma come ripeto da circa 2 post sovrascritti, io sono innamorata di lui e non voglio perderlo, ma voglio recuperare quella sicurezza che avevo acquistato e che adesso ho perduto di nuovo. Questa paura, ci tengo a precisare, ovviamente la provo con tutti, con la mia famiglia e soprattutto con la mia migliore amica, tant'è che non mi va più di confidargli le cose...
capisce perchè penso di essere IO il problema ? Non credo che ci siano problemi nella relazione con lui ma in quella con me stessa. In tutto abbiamo litigato SERIAMENTE solo due volte in un anno, litigi brutti che mi hanno fatto stare male e che sono nati perchè io ho detto qualcosa per esprimere come stavo e lui l'ha sentito come un attacco profondo, si è sentito ferito nel cuore e ci sono stata un po per rimettere in sesto le cose.....da quel momento in poi ho paura a dire quello che penso alla gente, perchè so che potrei non accorgermi di come dico le cose e perdere la fiducia delle persone che più amo.
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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
E' chiaro dunque che il suo è un disagio che va avanti da un pò di tempo. Stia serena innanzitutto, si può correggere. Io mi concentrerei dunque più sulle sue modalità relazionali in generale che strettamente su quelle di coppia. L'una non prescinde l'altra comunque.
Evidentemente le difese e gli equilibri che lei stessa aveva costruito in passato adesso sono nuovamente franati. Forse è il caso di chiedere un aiuto ad uno psicologo di presenza, con il quale potrà fare un percorso di accettazione del giudizio altrui e costruire insieme le modalità di condivisione dei pensieri.
Che ne pensa?
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Utente
Utente
E' da tempo che ci penso...il punto è uno: non volendomi aprire alla mia famiglia, visto che per loro lo psicologo non ha la qualifica che invece io gli attribuisco, non avendo indipendenza economica nè un mezzo di trasporto, si rende conto che ho parecchi freni? Gia l'idea di aprirmi in modo diretto mi spaventa (anche qui c'è la paura del giudizio), ma soprattutto non saprei a chi rivolgermi, I consultori della mia città ci sono ma hanno tempi di attesa immensi...Può tranquillizzarmi per favore? Magari trovo la spinta a muovermi...sono tanto spaventata da quello che mi succede, anche in questo momento! So benissimo che dovrei, ma ho paura...
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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Io posso stare qui a tranquillizzarla in molti modi, ma penso che sarebbe più fruttuoso un lavoro duale con un mio collega di presenza. Come lei sa questo sito è letto da chiunque, motivo per cui non è possibile fare un percorso in totale privacy.
Il suo è probabilmente un disagio che si risolverà con un percorso anche non troppo lungo. Presso le usl può intanto prenotare (basta l'impegnativa dal suo medico) e vedere che disponibilità c'è. Per il mezzo potrebbe prenderne uno pubblico. Intanto chiami, in seguito valuterà le alternative.
Per quanto riguarda la sua famiglia, ritengo che non tutto vada condiviso. Se lei in questo momento non si sente di coinvolgerli non è necessario farlo. Se poi in seguito lo vorrà fare, o anche sotto suggerimento del suo terapeuta, sarà sempre in tempo.
In questa fase deve essere un pò "egoista", cioè pensare al suo benessere, dal quale dipendono poi tutte le relazioni circostanti.

Non tema, ce la farà, gestire le relazioni non è facile per nessuno.

Un caro abbraccio