Il discorso del viaggio, mi vengono
Buonasera, vorrei sottoporre alla vs attenzione quanto mi sta succedendo: con mio marito a dicembre abbiamo deciso di fare un viaggio all'estero per un eventuale trasferimento nel prossimo futuro, premetto che ho sempre avuto il terrore di volare, stranamente sono partita per l'acquisto del volo (viaggio previsto per febbraio) , dopo una settimana ho cominciato a non dormire piu' la notte, avere attacchi di panico e d'ansia, non riesco nemmeno piu' ad affrontare il discorso del viaggio, mi vengono in mente mille cose dai figli alla casa ai miei cani, ma tutto legato alla paura di non poterli piu' vedere, tant è che rinuncerò a questo viaggio per evitare 10 ore di volo. E questo è cio' che mi sta capitando adesso, ma io sono sempre così, ho fatto anche una cura di trittico per circa 2 anni piu' o meno perchè per un fatto increscioso la mia testa era impazzita. Ma chiedo come mai ad ogni deviazione da quella che è la normalità della vita io mi spavento e ne faccio una tragedia? Ho anche perso il posto di lavoro a inizio 2012.Direi che non mi faccio mancare niente di negativo.
Resto in attesa di un Vs cortese riscontro.
Cordialità
Resto in attesa di un Vs cortese riscontro.
Cordialità
[#1]
Gentile utente, così, da lontano, lei sembra aver paura dei cambiamenti, anche se la attraggono.
Cambiare vuol dire , rinunciare alla rassicurazione derivante dalle cose, dagli ambienti, dalle persone note e rassicuranti e richiede una certa dose di sicurezza e una buona autostima.. non sappiamo niente di lei, della sua storia, forse però dovrebbe andare per gradi , subito un trasferimento all'estero, dieci ore di viaggio sono troppe , ne parli con suo mariIto
Lei è d'accordo sul fatto di trasferirsi all'estero, o ha cercato di assecondarlo, vincendosi..?
Ci faccia sapere, molti auguri.
Cambiare vuol dire , rinunciare alla rassicurazione derivante dalle cose, dagli ambienti, dalle persone note e rassicuranti e richiede una certa dose di sicurezza e una buona autostima.. non sappiamo niente di lei, della sua storia, forse però dovrebbe andare per gradi , subito un trasferimento all'estero, dieci ore di viaggio sono troppe , ne parli con suo mariIto
Lei è d'accordo sul fatto di trasferirsi all'estero, o ha cercato di assecondarlo, vincendosi..?
Ci faccia sapere, molti auguri.
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Utente
Dottoressa la ringrazio per la sollecita risposta, le spiego subito, il discorso del trasferimento all'estero nasce dal fatto di non avere piu' futuro qui in Italia visto come vanno le cose, come ho detto ho perso il lavoro, mi marito sta facendo i salti mortali per tenere aperta un'attività dove praticamente le spese sono piu' delle entrate, non riesce a percepire lo stipendio neanche tutti i mesi e prospettive non se ne vedono. Quindi lui sostiene che se andassimo (infatti adesso lui parte x vedere) in Repubblica Dominicana con cio' che abbiamo e vendendo casa potremmo vivere sicuramente meglio e senza stress, io penso che potrebbe anche avere ragione ma il pensiero di lasciare qui una delle due mie figlie (anche se ha 25 anni ed è sposata) non mi fa vivere, penso sempre che potrebbe avere bisogno di me in caso di malattia o se arrivasse un figlio. Io sono una persona senza pretese anzi mio marito dice che sono già morta proprio per il fatto che niente mi attrae, niente mi interessa, praticamente vegeto, ma cosa ci posso fare se tutto mi spaventa? Sono sempre in attesa che mi venga qualche malanno, capisco che tutto ciò è assurdo ma non riesco a comandare sulla mia testa. Ho avuto un'infanzia non facile vissuta da figlia unica in una famiglia con due genitori malati dei quali mi sono fatta carico non economicamente perchè ero piccola ma vivevo le loro malattie come se fossero state le mie, Non so avrei mille cose da dire che chiaramente non posso riassumere in poche righe.
Grazie per l'interessamento
Grazie per l'interessamento
[#3]
Gentile Signora,
mi sembra che lei sia piuttosto confusa e che non riesca a distinguere bene cosa desidera e cosa non desidera da ciò che invece legittimamente non le interessa.
Da quanto ci dice sembra che viva nella costante attesa che le accada qualcosa di brutto, e questo può generare in lei sia uno stato di continua allerta, sia il desiderio di rimanere immobile al riparo da esperienze che potenzialmente la espongono a nuovi pericoli, noti e ignoti.
L'interrogativo che si pone:
"come mai ad ogni deviazione da quella che è la normalità della vita io mi spavento e ne faccio una tragedia?"
indica tutto questo e la grande sofferenza che si sta portando dentro.
E' indubbio che la sofferenza della quale è stata spettatrice (e direi anche vittima) da piccola per lungo tempo non ha sicuramente agevolato in lei la costruzione di una visione del mondo non dico ottimistica, ma almeno equilibrata, perchè dentro di sè probabilmente sente che quanto è accaduto ai suoi genitori potrà accadere anche a lei, che è loro figlia.
Aggiungerei però anche che vendere tutto e trasferirsi a 10 ore di volo non è proprio un comune life event, ma una scelta che pochi fanno e che implica lo stravolgimento della propria esistenza.
Anche se lei non avesse alcun problema avrebbe tutto il diritto di non desiderare e di non sentirsi disposta ad accettare un tale cambiamento.
Ci può dire qualcosa di più del forte malessere che ha reso necessario per lei assumere un antidepressivo?
Vorrei sapere chi gliel'ha prescritto e se ha ricevuto una diagnosi precisa.
mi sembra che lei sia piuttosto confusa e che non riesca a distinguere bene cosa desidera e cosa non desidera da ciò che invece legittimamente non le interessa.
Da quanto ci dice sembra che viva nella costante attesa che le accada qualcosa di brutto, e questo può generare in lei sia uno stato di continua allerta, sia il desiderio di rimanere immobile al riparo da esperienze che potenzialmente la espongono a nuovi pericoli, noti e ignoti.
L'interrogativo che si pone:
"come mai ad ogni deviazione da quella che è la normalità della vita io mi spavento e ne faccio una tragedia?"
indica tutto questo e la grande sofferenza che si sta portando dentro.
E' indubbio che la sofferenza della quale è stata spettatrice (e direi anche vittima) da piccola per lungo tempo non ha sicuramente agevolato in lei la costruzione di una visione del mondo non dico ottimistica, ma almeno equilibrata, perchè dentro di sè probabilmente sente che quanto è accaduto ai suoi genitori potrà accadere anche a lei, che è loro figlia.
Aggiungerei però anche che vendere tutto e trasferirsi a 10 ore di volo non è proprio un comune life event, ma una scelta che pochi fanno e che implica lo stravolgimento della propria esistenza.
Anche se lei non avesse alcun problema avrebbe tutto il diritto di non desiderare e di non sentirsi disposta ad accettare un tale cambiamento.
Ci può dire qualcosa di più del forte malessere che ha reso necessario per lei assumere un antidepressivo?
Vorrei sapere chi gliel'ha prescritto e se ha ricevuto una diagnosi precisa.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#6]
Utente
Al termine del trittico dismesso da circa un paio di mesi sono stata discretamente bene, anche se vivevo e vivo nell'ansia che si ripresenti "il fatto increscioso"(che ripeto non posso spiegare qui nello specifico di cosa si è trattato).
Sono sempre stata una persona piuttosto paurosa ma forse questo era dovuto al fatto delle sofferenze dei miei genitori, infatti dopo la loro morte devo dire (anche se brutto) mi sono sentita liberata dal loro pensiero continuo, anche perchè avendo due figlie e un marito dovevo per forza riprendermi.
Poi ho perso il lavoro, anche il lavoro di mio marito non va, adesso l'intenzione di cambiare vita completamente andando all'estero, ma sono bloccata perchè non riesco nemmeno a prendere un aereo, ma che cavolo frulla nel mio cervello??
Sono sempre stata una persona piuttosto paurosa ma forse questo era dovuto al fatto delle sofferenze dei miei genitori, infatti dopo la loro morte devo dire (anche se brutto) mi sono sentita liberata dal loro pensiero continuo, anche perchè avendo due figlie e un marito dovevo per forza riprendermi.
Poi ho perso il lavoro, anche il lavoro di mio marito non va, adesso l'intenzione di cambiare vita completamente andando all'estero, ma sono bloccata perchè non riesco nemmeno a prendere un aereo, ma che cavolo frulla nel mio cervello??
[#7]
L'"intenzione" non sembra essere sua, ma di suo marito, e nasce dalla necessità di trovare un'alternativa più che dal desiderio di cercare una svolta - anche se da come ce ne parla sembra che a suo marito non dispiaccia affatto l'idea di ricominciare una vita nella Rep. Dominicana.
Forse per lei questo è l'ennesimo momento in cui si presenta un dovere impellente al quale deve piegarsi: ha dovuto occuparsi dei genitori, ha dovuto tenere duro per crescere due figlie e ora "deve" mollare tutto per cercare una migliore situazione economica.
In tutto ciò non c'è spazio per i suoi desideri e nemmeno per la possibilità che lei possa esprimere la sua opinione, neanche adesso che, tutto sommato, forse andare a vivere a Santo Domingo non è l'unica soluzione praticabile (altrimenti ci sarebbero migrazioni di massa, non crede?).
Penso che si stia trascinando dietro troppe questioni irrisolte che costituiscono una pesante zavorra e non le consentono non dico di essere felice, ma nemmeno serena nè sufficientemente tranquilla da affrontare certi discorsi e certe decisioni con calma.
Tutto questo non è ovviamente risolvibile assumendo un farmaco, quindi indipendentemente dagli effetti dell'antidepressivo è meglio che lei inizia a parlare di persona di questi problemi con uno psicologo.
Vista la situazione e la sofferenza che prova le suggerisco di farlo quanto prima.
Forse per lei questo è l'ennesimo momento in cui si presenta un dovere impellente al quale deve piegarsi: ha dovuto occuparsi dei genitori, ha dovuto tenere duro per crescere due figlie e ora "deve" mollare tutto per cercare una migliore situazione economica.
In tutto ciò non c'è spazio per i suoi desideri e nemmeno per la possibilità che lei possa esprimere la sua opinione, neanche adesso che, tutto sommato, forse andare a vivere a Santo Domingo non è l'unica soluzione praticabile (altrimenti ci sarebbero migrazioni di massa, non crede?).
Penso che si stia trascinando dietro troppe questioni irrisolte che costituiscono una pesante zavorra e non le consentono non dico di essere felice, ma nemmeno serena nè sufficientemente tranquilla da affrontare certi discorsi e certe decisioni con calma.
Tutto questo non è ovviamente risolvibile assumendo un farmaco, quindi indipendentemente dagli effetti dell'antidepressivo è meglio che lei inizia a parlare di persona di questi problemi con uno psicologo.
Vista la situazione e la sofferenza che prova le suggerisco di farlo quanto prima.
[#10]
Cara signora,
ritengo anche io che oltre al farmaco lei potrebbe fare una psicoterapia. Il suo corpo evidentemente le sta dando dei segnali che le dicono di chiedere aiuto. Ascolti se stessa. Dato che il farmaco non lo assume più può rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta.
In bocca al lupo
ritengo anche io che oltre al farmaco lei potrebbe fare una psicoterapia. Il suo corpo evidentemente le sta dando dei segnali che le dicono di chiedere aiuto. Ascolti se stessa. Dato che il farmaco non lo assume più può rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta.
In bocca al lupo
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#11]
Cara Utente,
così come le hanno consigliato le colleghe,sarebbe di enorme importanza per lei iniziare un percorso di psicoterapia.
Da quando era bambina si è trovata a vivere delle situazioni in qualche modo "subìte", più che scelte, facendo si che in lei si generasse un intenso senso di impotenza, campanello di allarme per problemi di natura ansiosa.
Non conosco il suo percorso di vita, presumibilmente però è probabile che lei abbia avuto poche occasioni di scelta,arrivando oggi a non comprendere cosa vuole davvero,non riuscendo a capire se l'intenzione di partire appartiene anche a lei,o è prevalentemente di suo marito.
Provi a prendersi un pò di tempo prima di affrontare scelte così importanti: un tempo tutto suo,magari attraverso una psicoterapia,in cui poter finalmente comprendere da dove parte questo malessere, dando anche la possibilità alla bambina che è in lei,che forse ancora non ha superato del tutto quella situazione, di essere ascoltata, di rialzarsi ed esprimere tutte quelle emozioni tenute dentro per troppo tempo.
Sperando di poterle essere stata utile,
le faccio un enorme in bocca al lupo e la saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
così come le hanno consigliato le colleghe,sarebbe di enorme importanza per lei iniziare un percorso di psicoterapia.
Da quando era bambina si è trovata a vivere delle situazioni in qualche modo "subìte", più che scelte, facendo si che in lei si generasse un intenso senso di impotenza, campanello di allarme per problemi di natura ansiosa.
Non conosco il suo percorso di vita, presumibilmente però è probabile che lei abbia avuto poche occasioni di scelta,arrivando oggi a non comprendere cosa vuole davvero,non riuscendo a capire se l'intenzione di partire appartiene anche a lei,o è prevalentemente di suo marito.
Provi a prendersi un pò di tempo prima di affrontare scelte così importanti: un tempo tutto suo,magari attraverso una psicoterapia,in cui poter finalmente comprendere da dove parte questo malessere, dando anche la possibilità alla bambina che è in lei,che forse ancora non ha superato del tutto quella situazione, di essere ascoltata, di rialzarsi ed esprimere tutte quelle emozioni tenute dentro per troppo tempo.
Sperando di poterle essere stata utile,
le faccio un enorme in bocca al lupo e la saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo psicologo/psicoterapeuta Benevento
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
Dr.ssa serena rizzo
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 1.7k visite dal 16/01/2013.
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