Insicurezza
Buonasera, Sono un ragazzo di 27 anni. Sono omosessuale dichiarato e accettato in famiglia e da qualche tempo ho preso la decisione di prendere in affitto una casetta per conto mio e avvicinarmi a casa del mio fidanzato (circa 8-9 km da casa mia) che per motivi di famiglia al momento non può venire a convivere con me. Stiamo insieme da quasi 7 anni e per quanto accettato non abbiamo mai potuto vivere una storia come le altre e di questa cosa ne ho sempre sofferto, da qui la decisione di prendere casa.Il fatto che nel momento stesso in cui l'ho trovata e che quindi avrei saputo di dover lasciare i miei sono stato assalito da un'ansia esagerata, una malinconia e un'insicurezza che mi rendono immobile, raggelato, sono terrorizzato dall'idea di doverli abbandonare, mi era già capitata una cosa simile qualche anno fa quando sarei dovuto partire per 6 mesi a Londra e poi per la troppa paura ho rinunciato. Non voglio diventare un rinunciatario, una persona che ha paura della vita, so di doverlo e volerlo fare per me, per crescere, ma sono bloccato dalla paura, i miei sono delle persone magnifiche che mi hanno dato tutto e ho paura di soffrire e farli soffrire... vi chiedo gentilmente un consiglio...e scusate dello sfogo...
[#1]
Gentile Utente,
le sue insicurezze possono essere considerate più che legittime. Lei si trova a dover fare un importante passo verso l'emancipazione e la separazione dai suoi genitori.
Certo sarebbe meglio auspicabile una convivenza insieme al suo partner, così in questo modo non si troverà da solo ad affrontare questo cambiamento di vita.
Si tratta comunque di un passo che lei prima o poi dovrà fare, vivere in casa con i propri genitori è molto comodo e soprattutto rassicurante, ma purtroppo se ne perde per autonomia (l'altra faccia della medaglia).
Il mio suggerimento è di prendersi un po' di tempo per riflettere bene sulla cosa, ma successivamente recidere questo cordone ombelicale che potrebbe impedire o compromettere alcuni aspetti importanti della sua vita.
Cordiali Saluti,
www.psicologoaviterbo.it
le sue insicurezze possono essere considerate più che legittime. Lei si trova a dover fare un importante passo verso l'emancipazione e la separazione dai suoi genitori.
Certo sarebbe meglio auspicabile una convivenza insieme al suo partner, così in questo modo non si troverà da solo ad affrontare questo cambiamento di vita.
Si tratta comunque di un passo che lei prima o poi dovrà fare, vivere in casa con i propri genitori è molto comodo e soprattutto rassicurante, ma purtroppo se ne perde per autonomia (l'altra faccia della medaglia).
Il mio suggerimento è di prendersi un po' di tempo per riflettere bene sulla cosa, ma successivamente recidere questo cordone ombelicale che potrebbe impedire o compromettere alcuni aspetti importanti della sua vita.
Cordiali Saluti,
www.psicologoaviterbo.it
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#2]
Gentile Ragazzo,
la libertà e l'autonomia portano con sé emozioni ambivalenti: se da un lato l'esperienza può essere "galvanizzante", dall'altro è normale sentirsi quasi paralizzati da svariate paure: della solitudine, della mancanza di protezione, della maggiore responsabilità, di non riuscire a reggere la situazione, e via di questo passo.
Certamente è un momento di evoluzione e di crescita per Lei, che può comportare però nuove inattese fragilità.
Proprio per questo, se ritiene che da solo sia troppo difficile, non esiti a farsi "accompagnare"da uno psicologo in questo importante passaggio: potrebbero essere sufficienti poche sedute per dissipare l'attuale insicurezza.
Cordialità.
la libertà e l'autonomia portano con sé emozioni ambivalenti: se da un lato l'esperienza può essere "galvanizzante", dall'altro è normale sentirsi quasi paralizzati da svariate paure: della solitudine, della mancanza di protezione, della maggiore responsabilità, di non riuscire a reggere la situazione, e via di questo passo.
Certamente è un momento di evoluzione e di crescita per Lei, che può comportare però nuove inattese fragilità.
Proprio per questo, se ritiene che da solo sia troppo difficile, non esiti a farsi "accompagnare"da uno psicologo in questo importante passaggio: potrebbero essere sufficienti poche sedute per dissipare l'attuale insicurezza.
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Caro utente,
il passo che si appresta a compiere è senz'altro molto importante. Capita spesso di sentirsi soli e disarmati davanti l'ignoto, ma vedrà che saprà destreggiarsi non appena avrà fatto i conti con le nuove abitudini. Inoltre si tratta di una situazione momentanea, non è detto che resterà solo a lungo. Il suo compagno ad esempio potrebbe decidere di abitare con lei. Lo prenda dunque come un momento di transizione in cui potrà approfittare per riflettere sulle sue paure e, possibilmente, superarle proprio affrontandole.
In bocca al lupo
il passo che si appresta a compiere è senz'altro molto importante. Capita spesso di sentirsi soli e disarmati davanti l'ignoto, ma vedrà che saprà destreggiarsi non appena avrà fatto i conti con le nuove abitudini. Inoltre si tratta di una situazione momentanea, non è detto che resterà solo a lungo. Il suo compagno ad esempio potrebbe decidere di abitare con lei. Lo prenda dunque come un momento di transizione in cui potrà approfittare per riflettere sulle sue paure e, possibilmente, superarle proprio affrontandole.
In bocca al lupo
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#4]
Gentile ragazzo,
Vorrei capire con lei le rappresentazioni/paure che le sorgono pensando a questo cambiamento di abitazione.
E' del "nucleo familiare" che immagina la mancanza?
Della protezione sociale che costituisce rispetto alla sua omosessualita' "vissuta"?
Mi aiuti a capire..Se non si individua il nucleo del timore non si puo' fronteggiarlo!
I migliori saluti
Vorrei capire con lei le rappresentazioni/paure che le sorgono pensando a questo cambiamento di abitazione.
E' del "nucleo familiare" che immagina la mancanza?
Della protezione sociale che costituisce rispetto alla sua omosessualita' "vissuta"?
Mi aiuti a capire..Se non si individua il nucleo del timore non si puo' fronteggiarlo!
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#5]
Utente
Innanzitutto grazie per la velocita e gentilezza nelle risposte. Io credo che le mie paure derivino dal fatto che sono sempre stato "sentimentalmente" viziato, la mia famiglia mi è sempre stata accanto in tutto e per tutto, ho sempre avuto qualcuno a cui appoggiarmi e quando me la sono dovuto sbrigare da solo ho sempre scelto la strada più breve. Il fatto di dovermela cavare da solo mi spaventa perciò molto, ho sempre avuto paura di prendere decisioni azzardate, di sbagliare , ho sempre chiesto consiglio non rendendomi conto che il vero autore della mia vita non ero e non sono io. Sono consapevole delle mie debolezze e sono cosciente del fatto che questa esperienza non potrà che aiutarmi a sconfiggere le mie paure, vorrei soltanto trovare quel carattere e quel coraggioso nascosto dentro di me.
[#6]
Gentile Utente,
quello che lei descrive della sua famiglia è senza dubbio un punto di forza, così come il suo livello di consapevolezza.
Deve semplicemente compiere un passo alla volta, costruire la sua sicurezza e fiducia partendo dalle piccole cose.
La strada per il cambiamento dipende solo da lei e non dagli altri. Proprio perché è sempre stato lei l'autore di se stesso.
Cordiali saluti,
www.psicologoaviterbo.it
quello che lei descrive della sua famiglia è senza dubbio un punto di forza, così come il suo livello di consapevolezza.
Deve semplicemente compiere un passo alla volta, costruire la sua sicurezza e fiducia partendo dalle piccole cose.
La strada per il cambiamento dipende solo da lei e non dagli altri. Proprio perché è sempre stato lei l'autore di se stesso.
Cordiali saluti,
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Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 14/01/2013.
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