Scuola a 5 anni e mezzo

Dalle risposte ricevute in merito alla scelta se fare iniziare o meno la prima elementare a un bambino di 5 anni e mezzo, non ho capito se l'età anagrafica sia la sola variante a determinare lo sviluppo emotivo del bambino. Grazie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signora,
l'età anagrafica conta davvero poco nel decidere se un bambino è pronto ad iniziare il percorso scolastico.
Da noi c'è l'obbligo a 6 anni, ma in altri Paesi è posticipato.
Quando ci sono problemi, ad esempio, in accordo con la famiglia e gli operatori sanitari, la scuola decide di rinviare di un anno il passaggio dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria, proprio per dare più tempo ai bambini di "maturare" certe loro caratteristiche ed essere più "attrezzati" per affrontare la scuola.
Quello che chiede è spiegato nell'articolo (scritto nel 2011, ma del tutto valido attualmente) che le avevo allegato:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1783-a-scuola-a-cinque-anni-meglio-di-no.html

Che cosa in particolare non le pare chiaro?
Come già detto, se le insegnanti hanno consigliato di attendere, credo sarebbe meglio ascoltarle poiché nessuno meglio di loro ha ben chiara la situazione e conosce potenzialità e fragilita del bambino.
Per quale motivo vorreste mandare in anticipo il piccolo a scuola?


Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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Utente
Utente
L'unico motivo è che è un bambino molto socievole, vive in un ambiente pieno di stimoli, soprattutto culturali ovviamente rapportati alla sua età e vediamo che nella scuola materna è un pò più maturo dei suoi compagnetti ciò dovuto anche al fatto che sono di qualche mese più piccoli di lui, che è nato a febbraio. Inoltre abbiamo paura che se inizia la prima elementare a 6 anni e mezzo possa annoiarsi. Comunque ora stiamo valutando di lasciarlo all'asilo un altro anno. La fretta è solo nostra. Il bambino deve ancora compiere 5 anni. Forse ci vorrebbero regole più rigide, come prima, per sottrarre i bambini alle "grinfie dei genitori". Il suo consiglio è stato molto utile per farci riflettere. Grazie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signora,
quello che ha scritto è molto importante: suo nipote ora vive l'esperienza di quello più maturo, magari il più bravo, della sua sezione. Tutto ciò con positivi risvolti per la sua autostima, poca fatica e nessun giudizio scritto sulle proprie "prestazioni".
Inserito in un gruppo di bambini più grandi, che avranno avuto più tempo per acquisire e consolidare quelli che vengono chiamati pre-requisiti di base, si potrebbe trovare invece a dover vivere quotidianamente l'esperienza di quello che è tra i più lenti, tra quelli che fanno più fatica a star seduti per ore di seguito a lavorare (le attività della materna e della scuola sono notevolmente diverse e richiedono abilità differenti), a riuscire a scrivere dritto nei quadretti e nelle righe.... Una rincorsa continua e numerose occasioni di frustrazione.
Oltretutto, con i continui tagli all'istruzione, non sono più previste ore di compresenza tra le insegnanti e quindi è venuta meno una risorsa importante che un tempo poteva "soccorrere" i bambini che ne avevano necessità.
Essere pronti per la scuola non vuol solo dire saper magari già leggere, scrivere e far di conto, ma saper gestire il proprio materiale scolastico, saper superare l'egocentrismo tipico della prima infanzia, saper tollerare la frustrazione di un risultato diverso da quello atteso o del confronto con i compagni, saper sopportare la pressione della richiesta da parte degli adulti di una certa performance.....

In generale, l'ha capito, io non sono a favore degli anticipi, anche perché le statistiche dicono che capita spesso che nel corso della loro carriera scolastica questi bambini finiscono col perdere quest'anno di vantaggio (che vantaggio? su chi o per cosa?), magari alle superiori o all'università.
Però ogni caso va valutato singolarmente e generalizzare qui serve a poco: solo voi e le insegnanti della scuola dell'infanzia potete fare un bilancio dei pro e dei contro per trarre poi la decisione che ritenete migliore per il bambino. Tenete presente infatti che la scelta deve essere fatta solo ed esclusivamente nel suo interesse.
Eventualmente, se proprio il prossimo anno di questi tempi vi rendeste conto di aver fatto male a non farlo anticipare, potrete sempre ricorrere a quella che comunemente si chiama la "primina", ossia prepararlo privatamente nell'estate e fargli fare a settembre un esamino di ammissione direttamente alla seconda.

Nella speranza di aver chiarito meglio le mie motivazioni, mando a Lei e al suo caro nipotino cordiali saluti.