Doc e ansia
Buonasera, sono una ragazza di 25 anni, e da un anno mi è scattata la fobia di poter essere lesbica, così mi sono rivolta subito ad una psicoterapeuta, solo che non riesco a guarire, e sto somatizzando molto la mia ansia, sto tanto male. Ho fatto un lavoro per capire da dove viene tutta questa paura forte, e so da dove si origina ( già solo il disturbo ossessivo compulsivo che è scattato a mia madre da quando avevo 8 mesi potrebbe essere un dato importante). A questo proposito volevo chiedere, ma devo prendere farmaci per vivere un pò più serena? o potrebbero darmi astinenza? Che tipo di analisi devo fare? Come posso se no alleviare tutta quest'ansia?Sono tanto stanca, vorrei tornare a essere serena e spensierata, lo vorrei tanto.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, innanzitutto ha la mia comprensione per le difficoltà in cui si trova. Convivere con il DOC non è un'esperienza semplice, e spesso l'ansia che si accompagna a questo genere di disturbi è davvero notevole.
Tra l'altro, uno dei problemi principali del DOC è l'idea che il DOC si risolva "pensando la cosa giusta", ovvero trovando le risposte, le cause, le motivazioni. Secondo la prospettiva cognitivo-comportamentale, invece, "arrovellarsi" la mente cercando spiegazioni, motivazioni e cause non fa altro che alimentare il circolo vizioso dell'ansia, e mantenere il problema attivo.
Vorrei chiederle che tipo di psicoterapia sta seguendo, con quali risultati, che tipo di lavoro state svolgendo e se lei ha notato miglioramenti.
Tra l'altro, uno dei problemi principali del DOC è l'idea che il DOC si risolva "pensando la cosa giusta", ovvero trovando le risposte, le cause, le motivazioni. Secondo la prospettiva cognitivo-comportamentale, invece, "arrovellarsi" la mente cercando spiegazioni, motivazioni e cause non fa altro che alimentare il circolo vizioso dell'ansia, e mantenere il problema attivo.
Vorrei chiederle che tipo di psicoterapia sta seguendo, con quali risultati, che tipo di lavoro state svolgendo e se lei ha notato miglioramenti.
[#2]
Gentile utente,
già il medico di base dovrebbe essere in grado di valutare se c'è necessità di farmaci e quindi eventualmente prescriverli o in alternativa se sia il caso di consultare uno psichiatra.
Anche la psicologa che la ha in cura dovrebbe avere un'opinione in merito.
Lei ci dice poco altro sulla sua vita:ha avuto delle relazioni sentimentali mal riuscite?
In ogni caso in genere una sintomatologia ansiosa recede o almeno diminuisce con una psicoterapia appropriata. La Psicoterapia Breve Strategica ad es. è solitamente efficace per i Disturbi d'ansia per cui le consiglio di informarsi sull' approccio usato dalla sua psicologa e, se dopo vari mesi non vede ancora risultati degni di nota, eventualmente di consultare un professionista di diverso indirizzo.
già il medico di base dovrebbe essere in grado di valutare se c'è necessità di farmaci e quindi eventualmente prescriverli o in alternativa se sia il caso di consultare uno psichiatra.
Anche la psicologa che la ha in cura dovrebbe avere un'opinione in merito.
Lei ci dice poco altro sulla sua vita:ha avuto delle relazioni sentimentali mal riuscite?
In ogni caso in genere una sintomatologia ansiosa recede o almeno diminuisce con una psicoterapia appropriata. La Psicoterapia Breve Strategica ad es. è solitamente efficace per i Disturbi d'ansia per cui le consiglio di informarsi sull' approccio usato dalla sua psicologa e, se dopo vari mesi non vede ancora risultati degni di nota, eventualmente di consultare un professionista di diverso indirizzo.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#3]
Ex utente
Credo che la mia psicoterapeuta segua un approccio junghiano, se così si dice. Ma che consiglio mi date?....purtroppo le risposte alla mia domanda non le trovo, e non riesco ad accettare questa possibilità...anche se so che non c'è nulla di male.
Per quanto riguarda il mio passato coi ragazzi...ho avuto sempre paura di non essere all'altezza...all'inizio fisicamente, poi soprattutto perchè non avrei saputo come passarci il tempo. come molte ragazze ho avuto tante delusioni.
La mia "prima volta" poi è stata in macchina, e dopo che questo ragazzo non mi ha più voluta, ho iniziato a vedermi orribile di viso, mi vedevo la mandibola troppo grande, senza zigomi, mi sono rivolta ad un chirurgo estetico per farmi mettere del grasso sulle guance...poi alla fine per paura di fare peggio non sono più andata.
Questo poi l'ho superato quando mi sono messa col mio ex...
Ci siamo amati tanto...ma poi è diventato un amore tanto razionale...
Quando ho cambiato casa (prima io e il mio ex abitavamo nello stesso palazzo,quindi praticamente convivevamo ed avevamo in comune l'amicizia della mia ex coinquilina)...tempo un mese e mi è scattata la domanda....e l'ansia.
Per quanto riguarda il mio passato coi ragazzi...ho avuto sempre paura di non essere all'altezza...all'inizio fisicamente, poi soprattutto perchè non avrei saputo come passarci il tempo. come molte ragazze ho avuto tante delusioni.
La mia "prima volta" poi è stata in macchina, e dopo che questo ragazzo non mi ha più voluta, ho iniziato a vedermi orribile di viso, mi vedevo la mandibola troppo grande, senza zigomi, mi sono rivolta ad un chirurgo estetico per farmi mettere del grasso sulle guance...poi alla fine per paura di fare peggio non sono più andata.
Questo poi l'ho superato quando mi sono messa col mio ex...
Ci siamo amati tanto...ma poi è diventato un amore tanto razionale...
Quando ho cambiato casa (prima io e il mio ex abitavamo nello stesso palazzo,quindi praticamente convivevamo ed avevamo in comune l'amicizia della mia ex coinquilina)...tempo un mese e mi è scattata la domanda....e l'ansia.
[#4]
Cara Utente,
da come si è rivolta a noi sembra quasi che lei non si senta davvero seguita dall'analista che si sta occupando del suo caso, dal momento che ci pone domande che dovrebbe porre prima di tutto a lui.
L'ha fatto?
Se sì, cosa le ha risposto?
Con he cadenza vi vedete?
Avete individuato solo l'identificazione con sua madre e l'apprendimento da lei di modalità di pensiero disfunzionali come cause del problema?
da come si è rivolta a noi sembra quasi che lei non si senta davvero seguita dall'analista che si sta occupando del suo caso, dal momento che ci pone domande che dovrebbe porre prima di tutto a lui.
L'ha fatto?
Se sì, cosa le ha risposto?
Con he cadenza vi vedete?
Avete individuato solo l'identificazione con sua madre e l'apprendimento da lei di modalità di pensiero disfunzionali come cause del problema?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#5]
Gentile ragazza,
per i disturbi d'ansia, come nel Suo caso, esistono approcci sicuramente più indicati in base alle evidenze scientifiche, come ad esempio quello cognitivo-comportamentale.
https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/27-ansia.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
Andare alla ricerca delle cause è un lavoro che viene fatto in seconda battuta, e comunque non è detto che ci sia sempre una causalità.
Saluti,
per i disturbi d'ansia, come nel Suo caso, esistono approcci sicuramente più indicati in base alle evidenze scientifiche, come ad esempio quello cognitivo-comportamentale.
https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/27-ansia.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
Andare alla ricerca delle cause è un lavoro che viene fatto in seconda battuta, e comunque non è detto che ci sia sempre una causalità.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#6]
Ex utente
Io vado dalla mia psicoterapeuta da più di un anno, purtroppo sono stata molti mesi a parlarle del mio ex perchè volevo assolutamente che non ci lasciassimo, alla fine l'ho lasciato io.
Poi mi si è riacutizzata la paura...solo che ho cercato di capire quale fosse il mio orientamento...ma alla fine non ho capito molto, anzi mi è salita la paura...poi ho fatto un percorso sul mio passato, non solo con mia madre ma anche rispetto al mio relazionarmi con le persone...
Ho provato ad accettare l'idea che una volta che io avrei trovato quella che è la mia vera identità avrei poi capito quale fosse il mio orientamento.....ma non ci sono riuscita...rifiuto quell'ipotesi.
Ora ho paura che le mie coinquiline possano capire che ho paura, che le mie compagne di università si possano sentire a disagio con me.
Comunque la paura è nata dal fatto che spesso mi fermavo a guardare le ragazze, le studiavo..come erano fatte...ma non sempre....quando mi sono sentita bene nel passato non l'ho fatto.
Anche da piccola lo facevo comunque...però io non ho mai sentito un'attrazione sessuale penso...
Insomma apparte il consiglio sulla terapia cognitivo comportamentale, nella pratica di tutti i giorni, come devo vivere?grazie intanto
Poi mi si è riacutizzata la paura...solo che ho cercato di capire quale fosse il mio orientamento...ma alla fine non ho capito molto, anzi mi è salita la paura...poi ho fatto un percorso sul mio passato, non solo con mia madre ma anche rispetto al mio relazionarmi con le persone...
Ho provato ad accettare l'idea che una volta che io avrei trovato quella che è la mia vera identità avrei poi capito quale fosse il mio orientamento.....ma non ci sono riuscita...rifiuto quell'ipotesi.
Ora ho paura che le mie coinquiline possano capire che ho paura, che le mie compagne di università si possano sentire a disagio con me.
Comunque la paura è nata dal fatto che spesso mi fermavo a guardare le ragazze, le studiavo..come erano fatte...ma non sempre....quando mi sono sentita bene nel passato non l'ho fatto.
Anche da piccola lo facevo comunque...però io non ho mai sentito un'attrazione sessuale penso...
Insomma apparte il consiglio sulla terapia cognitivo comportamentale, nella pratica di tutti i giorni, come devo vivere?grazie intanto
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Gentile ragazza,
come Le ha già spiegato il dr. Calì sopra, ansia e DOC non sono fenomeni da sottovalutare nè ci sono indicazioni per tenere a bada le ossessioni.
E' indispensabile inquadrare la situazione in maniera accurata.
Quindi il primo step è parlare col terapeuta e sentire che cosa dice.
Se poi non si trova bene nel senso che non vede risultati mi pare sensato cambiare.
Da qui però non possiamo dare prescrizioni di alcun tipo per questo disturbo.
Un cordiale saluto,
come Le ha già spiegato il dr. Calì sopra, ansia e DOC non sono fenomeni da sottovalutare nè ci sono indicazioni per tenere a bada le ossessioni.
E' indispensabile inquadrare la situazione in maniera accurata.
Quindi il primo step è parlare col terapeuta e sentire che cosa dice.
Se poi non si trova bene nel senso che non vede risultati mi pare sensato cambiare.
Da qui però non possiamo dare prescrizioni di alcun tipo per questo disturbo.
Un cordiale saluto,
[#8]
"la paura è nata dal fatto che spesso mi fermavo a guardare le ragazze, le studiavo..come erano fatte...ma non sempre....quando mi sono sentita bene nel passato non l'ho fatto.
Anche da piccola lo facevo comunque...però io non ho mai sentito un'attrazione sessuale penso..."
Guardare le altre non significa nulla, ciò che conta è l'assenza di attrazione sessuale e sentimentale per le altre ragazze.
Guardare le persone del proprio stesso sesso e "studiarle" non significa essere omossesuali, a volte perfino povare dell'attrazione causale per qualcuna di loro non significa esserlo: i motivi di questo comportamento possono essere l'insicurezza e il desiderio di migliorarsi, di imparare dalle altre, di possedere le loro stesse qualità e quindi alla base ci può essere l'ammirazione per persone che si vorrebbe poter eguagliare, unita alla scarsa autostima e volte autoconsapevolezza.
Non ha però risposto alle mie domande: vorrei sapere cosa pensa la sua analista di quello che ci ha chiesto, se ha rivolto anche a lei queste domande, e con che frequenza vi vedete, se vi vedete ancora.
Anche da piccola lo facevo comunque...però io non ho mai sentito un'attrazione sessuale penso..."
Guardare le altre non significa nulla, ciò che conta è l'assenza di attrazione sessuale e sentimentale per le altre ragazze.
Guardare le persone del proprio stesso sesso e "studiarle" non significa essere omossesuali, a volte perfino povare dell'attrazione causale per qualcuna di loro non significa esserlo: i motivi di questo comportamento possono essere l'insicurezza e il desiderio di migliorarsi, di imparare dalle altre, di possedere le loro stesse qualità e quindi alla base ci può essere l'ammirazione per persone che si vorrebbe poter eguagliare, unita alla scarsa autostima e volte autoconsapevolezza.
Non ha però risposto alle mie domande: vorrei sapere cosa pensa la sua analista di quello che ci ha chiesto, se ha rivolto anche a lei queste domande, e con che frequenza vi vedete, se vi vedete ancora.
[#9]
Ex utente
Io vedo la mia terapeuta una volta a settimana, quando ne ho bisogno tanto due, la seduta dura un'ora, ci vado ancora.
Io credo che abbia insistito troppo con il concetto di eros e logos...che ora ho paura del "logos" in me...anche se so che ce l'ho...e mi analizzo spesso riguardo questo ambito.
Lei poi crede che devo rafforzare la mia autostima etc e poi solo poi scoprirò cosa mi piace....e mi attrae...solo che questa frase mi terrorizza...la prossima volta gliene parlo allora, esporrò i miei dubbi.....
Credo però che l'ansia un pò sia aumentata in questo mese.
Certo però che è difficile....sia la vita...e pure capire se ti stanno aiutando bene...come faccio a capire che percorso devo fare?cosa mi dice se la terapia è giusta?
Io credo che abbia insistito troppo con il concetto di eros e logos...che ora ho paura del "logos" in me...anche se so che ce l'ho...e mi analizzo spesso riguardo questo ambito.
Lei poi crede che devo rafforzare la mia autostima etc e poi solo poi scoprirò cosa mi piace....e mi attrae...solo che questa frase mi terrorizza...la prossima volta gliene parlo allora, esporrò i miei dubbi.....
Credo però che l'ansia un pò sia aumentata in questo mese.
Certo però che è difficile....sia la vita...e pure capire se ti stanno aiutando bene...come faccio a capire che percorso devo fare?cosa mi dice se la terapia è giusta?
[#10]
"come faccio a capire che percorso devo fare?cosa mi dice se la terapia è giusta?"
Lei ha ottenuto risultati?
Quali sono gli obiettivi fissati?
Se poi non si va da nessuna parte entro certi tempi (tenga sempre presente che l'ansia si amplifica col passare del tempo e i sintomi potrebbero rafforzarsi) allora è meglio cambiare.
Però per prima cosa chieda lumi al terapeuta.
Saluti,
Lei ha ottenuto risultati?
Quali sono gli obiettivi fissati?
Se poi non si va da nessuna parte entro certi tempi (tenga sempre presente che l'ansia si amplifica col passare del tempo e i sintomi potrebbero rafforzarsi) allora è meglio cambiare.
Però per prima cosa chieda lumi al terapeuta.
Saluti,
[#11]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, la invito a rileggere i suoi interventi. A me sembra che lei ci ponga moltissime domande, a cui desidererebbe una risposta "certa". Se è solo una mia sensazione, mi corregga.
Ma se in effetti lei sta cercando le risposte alle sue domande, e se sta aspettando di capire in terapia cosa la attragga e cosa no, allora forse sta un pò sovrastimando il potere del pensiero e della mente.
Se una persona soffre di un disagio di matrice ossessiva, come ci dice che le è stato diagnosticato, allora forse un obiettivo di terapia perseguibile al posto di "cercare le risposte", potrebbe essere "tollerare le domande ed il dubbio", proprio senza cercare alcuna risposta. E magari, nel mentre, rimettere in movimento la sua vita in direzione delle cose che un tempo per lei avevano importanza, e forse ce l'hanno ancora.
Cordiali saluti
Ma se in effetti lei sta cercando le risposte alle sue domande, e se sta aspettando di capire in terapia cosa la attragga e cosa no, allora forse sta un pò sovrastimando il potere del pensiero e della mente.
Se una persona soffre di un disagio di matrice ossessiva, come ci dice che le è stato diagnosticato, allora forse un obiettivo di terapia perseguibile al posto di "cercare le risposte", potrebbe essere "tollerare le domande ed il dubbio", proprio senza cercare alcuna risposta. E magari, nel mentre, rimettere in movimento la sua vita in direzione delle cose che un tempo per lei avevano importanza, e forse ce l'hanno ancora.
Cordiali saluti
[#12]
Ex utente
Buongiorno, vorrei dire che la mia terapeuta non mi ha dato nessuna diagnosi, sono io che leggendo su internet mi sono ritrovata nella doc...o meglio ho molto pensieri ossessivi, credo di non avere vere o proprie compulsioni....però insomma l'unica cosa certa è che il terrore non mi permette una vita normale, ultimamente non riesco a dormire e prendo un sonnifero, mangio ormai per dovere che l'appetito lo sento una tantum.
Poi è vero, ha tantissimo bisogno di risposte ai miei dubbi....e questa cosa che mi devo ritrovare per solo poi capire qual'è il mio orientamento mi fa troppo male e mi chiude.
Ma davvero però se ne esce da tutto questo?ho 25 anni e non voglio che la vita sarà così...si guarisce da questo malessere?
Io comunque parlerò di tutto questo che ho colto dalle discussioni alla mia terapeuta,
grazie per le risposte....buona giornata
Poi è vero, ha tantissimo bisogno di risposte ai miei dubbi....e questa cosa che mi devo ritrovare per solo poi capire qual'è il mio orientamento mi fa troppo male e mi chiude.
Ma davvero però se ne esce da tutto questo?ho 25 anni e non voglio che la vita sarà così...si guarisce da questo malessere?
Io comunque parlerò di tutto questo che ho colto dalle discussioni alla mia terapeuta,
grazie per le risposte....buona giornata
[#13]
"la prossima volta gliene parlo allora, esporrò i miei dubbi..."
E' necessario che lei lo faccia perchè da qui non possiamo sapere qual è davvero la sua situazione attuale nè quella di partenza, che influenza l'andamento e la durata della terapia.
Dal momento che sta effettuando una psicoanalisi, e quindi un trattamento complesso e approfondito che non si occupa solo della risoluzione dei sintomi, la sua "paura del logos" deve essere analizzata in seduta perchè possiate comprenderne appieno il significato.
Come ha avuto modo di riscontrare in questo tipo di terapia non si ragiona per etichette e diagnosi psichiatriche da manuale, ma si lavora su quello che c'è dietro o "sotto": suppongo che per questo non abbia ricevuto una diagnosi, dal momento che gli etichettamenti non rendono affatto conto delle complesse dinamiche che portano alla parte visibile del disagio e cioè al sintomo.
L'analisi degli Archetipi comporta una lettura tecnicamente differente della situazione clinica del paziente e lei dovrebbe sapere ormai bene che la diagnosi fenomenologica (basata solo sul computo dei sintomi) non ha senso in un trattamento psicodinamico, anche perchè al medesimo quadro clinico corrispondono moltissime possibili dinamiche inconsce in atto.
Vorrei infine farle presente che questo non significa nulla:
"Credo però che l'ansia un pò sia aumentata in questo mese".
Il mese appena passato, a cavallo sia delle Feste sia del periodo più buio dell'anno, dà ogni anno problemi a molte persone e causa riacutizzazioni di sintomi sia ansiosi sia depressivi, quindi lo terrei fra parentesi e non trarrei alcuna conclusione dal temporaneo peggioramento che ha riscontrato.
E' necessario che lei lo faccia perchè da qui non possiamo sapere qual è davvero la sua situazione attuale nè quella di partenza, che influenza l'andamento e la durata della terapia.
Dal momento che sta effettuando una psicoanalisi, e quindi un trattamento complesso e approfondito che non si occupa solo della risoluzione dei sintomi, la sua "paura del logos" deve essere analizzata in seduta perchè possiate comprenderne appieno il significato.
Come ha avuto modo di riscontrare in questo tipo di terapia non si ragiona per etichette e diagnosi psichiatriche da manuale, ma si lavora su quello che c'è dietro o "sotto": suppongo che per questo non abbia ricevuto una diagnosi, dal momento che gli etichettamenti non rendono affatto conto delle complesse dinamiche che portano alla parte visibile del disagio e cioè al sintomo.
L'analisi degli Archetipi comporta una lettura tecnicamente differente della situazione clinica del paziente e lei dovrebbe sapere ormai bene che la diagnosi fenomenologica (basata solo sul computo dei sintomi) non ha senso in un trattamento psicodinamico, anche perchè al medesimo quadro clinico corrispondono moltissime possibili dinamiche inconsce in atto.
Vorrei infine farle presente che questo non significa nulla:
"Credo però che l'ansia un pò sia aumentata in questo mese".
Il mese appena passato, a cavallo sia delle Feste sia del periodo più buio dell'anno, dà ogni anno problemi a molte persone e causa riacutizzazioni di sintomi sia ansiosi sia depressivi, quindi lo terrei fra parentesi e non trarrei alcuna conclusione dal temporaneo peggioramento che ha riscontrato.
[#14]
Ex utente
"L'analisi degli Archetipi comporta una lettura tecnicamente differente della situazione clinica del paziente e lei dovrebbe sapere ormai bene che la diagnosi fenomenologica (basata solo sul computo dei sintomi) non ha senso in un trattamento psicodinamico, anche perchè al medesimo quadro clinico corrispondono moltissime possibili dinamiche insconsce in atto"
Credo di non aver capito questa frase....nel senso che il mio sintomo ce lo hanno tante persone ovviamente diverse da me...e quindi è inutile analizzare il mio passato?
Comunque mi può rassicurare sul fatto che si guarisce?
Grazie
Credo di non aver capito questa frase....nel senso che il mio sintomo ce lo hanno tante persone ovviamente diverse da me...e quindi è inutile analizzare il mio passato?
Comunque mi può rassicurare sul fatto che si guarisce?
Grazie
[#15]
Si tratta certamente di un tipo di disagio risolvibile, per quanto ogni caso faccia a sè, soprattutto se l'intervento avviene ad un'età giovane come la sua.
Quello che intendo dire riguardo alla questione della diagnosi è che il medesimo sintomo può avere diversissime cause inconsce e che quando si effettua una psicoanalisi l'attenzione è posta sulle dinamiche inconsce e non tanto sull'etichettamento del sintomo, che non ha senso perchè dà solo conto della forma del disagio ma non di quello che significa.
Se sta effettuando una psicoanalisi junghiana da un anno questo dovrebbe esserle ormai chiaro, ma se non lo è non posso che ribadire che è necessario un chiarimento con la sua psicologa.
Ci può dire come mai ha scelto questo tipo di psicoterapia?
Quello che intendo dire riguardo alla questione della diagnosi è che il medesimo sintomo può avere diversissime cause inconsce e che quando si effettua una psicoanalisi l'attenzione è posta sulle dinamiche inconsce e non tanto sull'etichettamento del sintomo, che non ha senso perchè dà solo conto della forma del disagio ma non di quello che significa.
Se sta effettuando una psicoanalisi junghiana da un anno questo dovrebbe esserle ormai chiaro, ma se non lo è non posso che ribadire che è necessario un chiarimento con la sua psicologa.
Ci può dire come mai ha scelto questo tipo di psicoterapia?
[#16]
Ex utente
Ho scelto questa terapia per caso, una settimana dopo che mi è scattata la paura ne ho parlato ad una mia amica, il fratello della quale è psicologo....e si sta specializzando in psicoterapia...e niente...conosceva questa psicoterapeuta nella città in cui studio...e io sono andata.
Poi non so nulla di più.....comunque cercherò di volgere l'attenzione sulle mie dinamiche inconsce....
Sta sera ho appuntamento con la terapeuta e le parlerò di tutto...
Grazie ancora
Poi non so nulla di più.....comunque cercherò di volgere l'attenzione sulle mie dinamiche inconsce....
Sta sera ho appuntamento con la terapeuta e le parlerò di tutto...
Grazie ancora
[#18]
Gentile utente,
non le è stata data una diagnosi psicopatologica che come dice la collega comunque non dice nulla delle dinamiche psicologiche sottostanti. Lei lamenta però ansia, paura, insonnia, pensieri ossessivi, disagio.
Le posso dire che le Terapie Brevi solitamente curano i Disturbi d'ansia ,non complicati da altri Disturbi, in circa 3 mesi.
Cordiali saluti
non le è stata data una diagnosi psicopatologica che come dice la collega comunque non dice nulla delle dinamiche psicologiche sottostanti. Lei lamenta però ansia, paura, insonnia, pensieri ossessivi, disagio.
Le posso dire che le Terapie Brevi solitamente curano i Disturbi d'ansia ,non complicati da altri Disturbi, in circa 3 mesi.
Cordiali saluti
[#19]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Poi non so nulla di più.....comunque cercherò di volgere l'attenzione sulle mie dinamiche inconsce....
Gentile ragazza, secondo una prospettiva cognitivo-comportamentale molti tentativi che fa di comprendere meglio, di trovare risposte, di rassicurarsi potrebbero essere già considerati delle compulsioni, di tipo particolare, ovvero mentali.
Infatti, per definizione una compulsione è un comportamento che ha un solo obiettivo, ovvero abbassare l'ansia che si produce quando vengono delle ossessioni.
Allora, a ben vedere, l'ossessione "sono omosessuale?" lei cerca di placarla "scavando nelle sue dinamiche inconsce", ovvero pensando e ripensando alla ricerca di una risposta "profonda".
Secondo la prospettiva che le presento, questi tentativi potrebbero abbassare l'ansia per un pò (ad esempio, a fine seduta lei potrebbe sentirsi meglio), ma le stesse esigenze che la tormentano (come ad esempio ottenere risposte "definitive" alle sue domande) potrebbero tornare più volte.
Coerentemente, imparare a tollerare i dubbi e le incertezze potrebbe essere un importante passaggio nella strada verso il benessere.
Cordialmente
Gentile ragazza, secondo una prospettiva cognitivo-comportamentale molti tentativi che fa di comprendere meglio, di trovare risposte, di rassicurarsi potrebbero essere già considerati delle compulsioni, di tipo particolare, ovvero mentali.
Infatti, per definizione una compulsione è un comportamento che ha un solo obiettivo, ovvero abbassare l'ansia che si produce quando vengono delle ossessioni.
Allora, a ben vedere, l'ossessione "sono omosessuale?" lei cerca di placarla "scavando nelle sue dinamiche inconsce", ovvero pensando e ripensando alla ricerca di una risposta "profonda".
Secondo la prospettiva che le presento, questi tentativi potrebbero abbassare l'ansia per un pò (ad esempio, a fine seduta lei potrebbe sentirsi meglio), ma le stesse esigenze che la tormentano (come ad esempio ottenere risposte "definitive" alle sue domande) potrebbero tornare più volte.
Coerentemente, imparare a tollerare i dubbi e le incertezze potrebbe essere un importante passaggio nella strada verso il benessere.
Cordialmente
[#20]
Ex utente
Gentile Dr Calì, credo di aver ben compreso le sue parole, sento anche io che questa strada purtroppo non è produttiva, oggi farò presente il problema alla mia psicoterapeuta. In caso saprebbe consigliarmi al momento opportuno un altro/ a psicoterapeuta nella mia città? poi magari me lo dirà in via più privata.
Comunque ora sono arrivata ad un punto in cui ho anche il timore di pensare, mi sento terrorizzata e bloccata in ogni pensiero.
Qualcosa deve cambiare.
Spero nonostante l'incertezza, che la mia terapeuta mi sappia aiutare, comunque credo che lei abbia ben capito i miei meccanismi...mi ci ritrovo.
Grazie mille.
Comunque ora sono arrivata ad un punto in cui ho anche il timore di pensare, mi sento terrorizzata e bloccata in ogni pensiero.
Qualcosa deve cambiare.
Spero nonostante l'incertezza, che la mia terapeuta mi sappia aiutare, comunque credo che lei abbia ben capito i miei meccanismi...mi ci ritrovo.
Grazie mille.
[#21]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>sento anche io che questa strada purtroppo non è produttiva, oggi farò presente il problema alla mia psicoterapeuta
Mi sembra un passo molto importante. Prima decidere se cambiare o meno terapeuta, valuti bene se magari può recuperare il lavoro fatto insieme, chiedendo il suo aiuto, e magari chiarendo bene gli obiettivi della terapia, come suggeritole dalla dott.ssa Pileci e dalla dott.ssa Massaro.
In merito al suggerirle un terapeuta, mi spiace non poter soddisfare questa sua richiesta, ma esula dagli obiettivi di MedicItalia. Potrà sempre consultare l'elenco degli psicologi della sua regione cercando a partire dal sito dell'Ordine Nazionale:
http://www.psy.it/
Le suggerisco però, sia che scelga di continuare il suo percorso, sia che scelga di cambiare terapeuta, di informarsi bene anche sul tipo di terapia: ce ne sono tanti, e non sono tutti uguali. Per avere un'idea, le allego qualche link ad articoli MinForma che possono esserle utili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/832-sconfiggere-ansia-e-depressione-non-e-una-questione-di-buona-volonta.html
Se le va, ci faccia sapere come evolve la situazione.
Cordiali saluti
Mi sembra un passo molto importante. Prima decidere se cambiare o meno terapeuta, valuti bene se magari può recuperare il lavoro fatto insieme, chiedendo il suo aiuto, e magari chiarendo bene gli obiettivi della terapia, come suggeritole dalla dott.ssa Pileci e dalla dott.ssa Massaro.
In merito al suggerirle un terapeuta, mi spiace non poter soddisfare questa sua richiesta, ma esula dagli obiettivi di MedicItalia. Potrà sempre consultare l'elenco degli psicologi della sua regione cercando a partire dal sito dell'Ordine Nazionale:
http://www.psy.it/
Le suggerisco però, sia che scelga di continuare il suo percorso, sia che scelga di cambiare terapeuta, di informarsi bene anche sul tipo di terapia: ce ne sono tanti, e non sono tutti uguali. Per avere un'idea, le allego qualche link ad articoli MinForma che possono esserle utili:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/832-sconfiggere-ansia-e-depressione-non-e-una-questione-di-buona-volonta.html
Se le va, ci faccia sapere come evolve la situazione.
Cordiali saluti
[#22]
Ex utente
Buonasera, volevo comunicarvi che ho letto qualche articolo, e che ho iniziato ad accennare il problema alla mia psicoterapeuta, credo che mi abbia compreso anche se non sono stata chiarissima.
Mi ha fatto capire che la la terapia cognitivo comportamentale non risolve il problema alla radice, e su questo posso essere d'accordo...infatti l'analisi junghiana ti insegna molto sulla vita senza dubbio.
A prescindere da tutto comunque io vorrei continuare con l amia terapeuta perchè la stimo molto e coglie bene i miei problemi...solo che sento forte che in questo momento deve cambiare approccio per un periodo per far calare le mie ossessioni che mi impediscono di vivere.
A tal proposito vi chiedo :"trovate giusto che io le chieda di cambiare temporaneamente approccio?"
Aggiungo che quando ci torno formulerò la domanda direttamente a lei!
Mi ha fatto capire che la la terapia cognitivo comportamentale non risolve il problema alla radice, e su questo posso essere d'accordo...infatti l'analisi junghiana ti insegna molto sulla vita senza dubbio.
A prescindere da tutto comunque io vorrei continuare con l amia terapeuta perchè la stimo molto e coglie bene i miei problemi...solo che sento forte che in questo momento deve cambiare approccio per un periodo per far calare le mie ossessioni che mi impediscono di vivere.
A tal proposito vi chiedo :"trovate giusto che io le chieda di cambiare temporaneamente approccio?"
Aggiungo che quando ci torno formulerò la domanda direttamente a lei!
[#23]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Buonasera, volevo comunicarvi che ho letto qualche articolo, e che ho iniziato ad accennare il problema alla mia psicoterapeuta, credo che mi abbia compreso anche se non sono stata chiarissima.
Molto bene, è importante che lei riferisca alla sua terapeuta le difficoltà che incontra.
>>Mi ha fatto capire che la la terapia cognitivo comportamentale non risolve il problema alla radice, e su questo posso essere d'accordo...infatti l'analisi junghiana ti insegna molto sulla vita senza dubbio.
Questa affermazione è infondata. finora, la terapia cognitivo-comportamentale è una delle poche che abbia dato prove di reale efficacia nella risoluzione delle problematiche ossessive, in modo serio e duraturo (e quindi alla radice!). E' possibile che vi siate capite male con la sua analista, perchè al giorno d'oggi esistono fior di studi internazionali che dimostrano esattamente il contrario.
Uno dei motivi per cui la terapia cognitivo-comportamentale è così efficace nel trattamento del DOC è proprio che non cerca di insegnare nulla sulla vita.
>>A prescindere da tutto comunque io vorrei continuare con l amia terapeuta perchè la stimo molto e coglie bene i miei problemi
La sua scelta è condivisibile. Se la sua analista coglie bene i suoi problemi, e sopratutto la aiuta a risolverli, perchè cambiare?
>>solo che sento forte che in questo momento deve cambiare approccio per un periodo per far calare le mie ossessioni che mi impediscono di vivere.
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, ogni tentativo che farà di "far calare le ossessioni" non farà altro che farle aumentare. Infatti, in terapia cognitivo-comportamentale il bersaglio principale del trattamento non sono tanto le ossessioni in sè, quanto le compulsioni, le rimuginazioni, le domande, i tentativi di dare una risposta ai suoi dubbi. Mentre lei è impegnata a far calare le ossessioni, la sua vita va avanti, e lei rimane indietro.
Per questo motivo, se lei sceglie di rimanere in analisi, si affidi alla sua analista. Se vorrà cambiare approccio, lo faccia soltanto se, dopo un ragionevole lasso di tempo, non riesce a risolvere i problemi che l'hanno portata in terapia.
Una precisazione: il fatto che la terapia cognitivo-comportamentale curi in modo "superficiale" e che i problemi tornino a presentarsi dopo tempo, in altra veste, è una bufala, e chi lo sostenga o ignora l'attualità della ricerca o è in malafede.
Cordialmente
Molto bene, è importante che lei riferisca alla sua terapeuta le difficoltà che incontra.
>>Mi ha fatto capire che la la terapia cognitivo comportamentale non risolve il problema alla radice, e su questo posso essere d'accordo...infatti l'analisi junghiana ti insegna molto sulla vita senza dubbio.
Questa affermazione è infondata. finora, la terapia cognitivo-comportamentale è una delle poche che abbia dato prove di reale efficacia nella risoluzione delle problematiche ossessive, in modo serio e duraturo (e quindi alla radice!). E' possibile che vi siate capite male con la sua analista, perchè al giorno d'oggi esistono fior di studi internazionali che dimostrano esattamente il contrario.
Uno dei motivi per cui la terapia cognitivo-comportamentale è così efficace nel trattamento del DOC è proprio che non cerca di insegnare nulla sulla vita.
>>A prescindere da tutto comunque io vorrei continuare con l amia terapeuta perchè la stimo molto e coglie bene i miei problemi
La sua scelta è condivisibile. Se la sua analista coglie bene i suoi problemi, e sopratutto la aiuta a risolverli, perchè cambiare?
>>solo che sento forte che in questo momento deve cambiare approccio per un periodo per far calare le mie ossessioni che mi impediscono di vivere.
Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, ogni tentativo che farà di "far calare le ossessioni" non farà altro che farle aumentare. Infatti, in terapia cognitivo-comportamentale il bersaglio principale del trattamento non sono tanto le ossessioni in sè, quanto le compulsioni, le rimuginazioni, le domande, i tentativi di dare una risposta ai suoi dubbi. Mentre lei è impegnata a far calare le ossessioni, la sua vita va avanti, e lei rimane indietro.
Per questo motivo, se lei sceglie di rimanere in analisi, si affidi alla sua analista. Se vorrà cambiare approccio, lo faccia soltanto se, dopo un ragionevole lasso di tempo, non riesce a risolvere i problemi che l'hanno portata in terapia.
Una precisazione: il fatto che la terapia cognitivo-comportamentale curi in modo "superficiale" e che i problemi tornino a presentarsi dopo tempo, in altra veste, è una bufala, e chi lo sostenga o ignora l'attualità della ricerca o è in malafede.
Cordialmente
[#24]
Ex utente
Grazie Dr Calì delle sue delucidazioni, le terrò con me.
Io intanto comunque parlerò con la mia terapeuta per avere maggiori chiarimenti, e per chiederle di occuparsi prima del mio disturbo che del resto della mia persona, insomma così per lavorare sul problema attuale.
Spero tanto che tutto ciò porterà a miglioramenti, me lo auguro tanto.
In caso contrario, mi rivolgerò di nuovo a voi.
Grazie mille, cordiali saluti
Io intanto comunque parlerò con la mia terapeuta per avere maggiori chiarimenti, e per chiederle di occuparsi prima del mio disturbo che del resto della mia persona, insomma così per lavorare sul problema attuale.
Spero tanto che tutto ciò porterà a miglioramenti, me lo auguro tanto.
In caso contrario, mi rivolgerò di nuovo a voi.
Grazie mille, cordiali saluti
[#25]
gentile ragazza questo articolo integra le indicazioni del collega che mia ha preceduto
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html
saluti
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#26]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Io intanto comunque parlerò con la mia terapeuta per avere maggiori chiarimenti, e per chiederle di occuparsi prima del mio disturbo che del resto della mia persona, insomma così per lavorare sul problema attuale
E' una scelta che è davvero importante che concordiate con chiarezza: altrimenti rischiate di tirare in due direzioni diverse, e stare ferme!
>>Spero tanto che tutto ciò porterà a miglioramenti, me lo auguro tanto.
Lo auguro tanto a lei, alla sua età ha tutto il diritto (e la possibilità) di costruire una vita degna di essere vissuta. E purtroppo i sintomi ossessivi sono come le erbacce: se trascurati, possono rovinare anche il giardino più bello.
Mille auguri e complimenti per la scelta di confrontarsi così apertamente con la sua terapeuta, è un modo molto costruttivo e maturo di affrontare un percorso significativo come una terapia.
Cordialmente
E' una scelta che è davvero importante che concordiate con chiarezza: altrimenti rischiate di tirare in due direzioni diverse, e stare ferme!
>>Spero tanto che tutto ciò porterà a miglioramenti, me lo auguro tanto.
Lo auguro tanto a lei, alla sua età ha tutto il diritto (e la possibilità) di costruire una vita degna di essere vissuta. E purtroppo i sintomi ossessivi sono come le erbacce: se trascurati, possono rovinare anche il giardino più bello.
Mille auguri e complimenti per la scelta di confrontarsi così apertamente con la sua terapeuta, è un modo molto costruttivo e maturo di affrontare un percorso significativo come una terapia.
Cordialmente
[#27]
Ex utente
Gentili dottori buonasera, allora ho parlato con la mia analista per spiegarle i miei dubbi....però a questo punto sono molto confusa....allora da quello che mi ha spiegato l'approccio cognitivo comportamentale fa trasformare i pensieri negativi in positivi....e quindi in che modo funziona? fatemi un esempio...nel senso se io vedo una ragazza che è bella ed ho paura di averlo pensato....come mi aiutereste voi?
La terapia junghiana propone di capire prima cosa cerchi in quell'altra persona e di cercare di trovare la mancanza in te....per poi affievolire la paura.
Il problema è che la mi a paura è ormai incondizionata veramente e legata molto al mio dolore fisico....
cosa devo fare?mi sento molto confusa....
E poi lo stress purtroppo mi sta portando tante problemi anche fisici...pressione alta, cistite....insonnia, mal di testa....oltre a tutti i sintomi dell'ansia...che sono distruttivi.
Poi sarà la confusione...ma penso sempre più di non farcela a vivere così...
Scusate le lamentele...
Grazie
La terapia junghiana propone di capire prima cosa cerchi in quell'altra persona e di cercare di trovare la mancanza in te....per poi affievolire la paura.
Il problema è che la mi a paura è ormai incondizionata veramente e legata molto al mio dolore fisico....
cosa devo fare?mi sento molto confusa....
E poi lo stress purtroppo mi sta portando tante problemi anche fisici...pressione alta, cistite....insonnia, mal di testa....oltre a tutti i sintomi dell'ansia...che sono distruttivi.
Poi sarà la confusione...ma penso sempre più di non farcela a vivere così...
Scusate le lamentele...
Grazie
[#30]
Psicologo, Psicoterapeuta
>>allora da quello che mi ha spiegato l'approccio cognitivo comportamentale fa trasformare i pensieri negativi in positivi....e quindi in che modo funziona? fatemi un esempio...nel senso se io vedo una ragazza che è bella ed ho paura di averlo pensato....come mi aiutereste voi?
No, nessun approccio ha la "bacchetta magica" e propone il "pensiero positivo" come rimedio ai problemi.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta le persone ad assumere una posizione critica nei confronti dei propri pensieri, imparando a non credere che tutto quello che ci passa per la testa merita la stessa attenzione. Cerca di insegnare alle persone a modificare i propri comportamenti disfunzionali (ad esempio, "mettersi alla prova" cercando di guardare o non guardare le ragazze è un comportamento disfunzionale, perchè mantiene il problema attivo).
Inoltre, sostiene che dietro ai propri pensieri spesso ci sia... la nuca!, e che non vale la pena trascorrere il poco tempo che abbiamo su questo pianeta a cercare certezze, ma che forse impegnarsi per vivere al meglio la propria vita, in accordo con i propri valori, è un compito molto più "alto".
Infine, cerca di accompagnare nel difficile compito di accogliere le proprie emozioni, senza cercare di scacciarle, e magari riuscire ad essere più consapevoli delle proprie esperienze, meno giudicanti, più aperti e disponibili a vivere quello che la vita ci propone, anche quando non ci piace.
Le sembra "pensare positivo"?
No, nessun approccio ha la "bacchetta magica" e propone il "pensiero positivo" come rimedio ai problemi.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta le persone ad assumere una posizione critica nei confronti dei propri pensieri, imparando a non credere che tutto quello che ci passa per la testa merita la stessa attenzione. Cerca di insegnare alle persone a modificare i propri comportamenti disfunzionali (ad esempio, "mettersi alla prova" cercando di guardare o non guardare le ragazze è un comportamento disfunzionale, perchè mantiene il problema attivo).
Inoltre, sostiene che dietro ai propri pensieri spesso ci sia... la nuca!, e che non vale la pena trascorrere il poco tempo che abbiamo su questo pianeta a cercare certezze, ma che forse impegnarsi per vivere al meglio la propria vita, in accordo con i propri valori, è un compito molto più "alto".
Infine, cerca di accompagnare nel difficile compito di accogliere le proprie emozioni, senza cercare di scacciarle, e magari riuscire ad essere più consapevoli delle proprie esperienze, meno giudicanti, più aperti e disponibili a vivere quello che la vita ci propone, anche quando non ci piace.
Le sembra "pensare positivo"?
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Approfondimento su Ansia
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