Ansia da prestazione sessuale

Salve,
da qualche mese ho instaurato una relazione stabile con una ragazza. I primi mesi sono stati stupendi, il sesso andava a gonfie vele, soddisfacente per entrambi, con un desiderio incontrollabile in entrambi (mi bastava sfiorarla per desiderarla), poi è subentrata l'ansia da prestazione. Mi capita di essere spaventato, concentrato solo sulla mia erezione che ovviamente (sono una persona molto cerebrale) ho difficoltà a trovare. La cosa che colpisce è che quando mi arrendo, con lei che è stupenda e molto comprensiva di fronte alla defaillance, mi bastano 10 - 20 minuti di nulla assoluto (nessun contatto, solo stare vicini) e l'erezione arriva da sola e con lei il rapporto. Nonostante i rapporti siano soddisfacenti, belli, vissuti con amore e coinvolgimento, dopo ci ripenso come se invece fossero stati un fallimento, e dunque torna l'ansia alla volta successiva. Non credo di dover virare su farmaci perché funziona tutto benissimo a parte la mia testa.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Utente,

è necessario che lei si rivolga prima di tutto al suo medico o ad un andrologo per indagare l'eventuale presenza di patologie fisiche che giustifichino il deficit erettivo, dal momento che questa possibilità non è mai da escludere.

Se non emergerà nulla potrà approfondire gli aspetti psicologici della situazione, che può dipendere ad es. da un quadro ansioso più generale, da stress o da difficoltà nel vostro rapporto.

Quanto lei ci riferisce fa presumere che si tratti di un disturbo dovuto all'ansia se, distraendosi dall'obiettivo, il problema si risolve almeno temporaneamente:

"quando mi arrendo, con lei che è stupenda e molto comprensiva di fronte alla defaillance, mi bastano 10 - 20 minuti di nulla assoluto (nessun contatto, solo stare vicini) e l'erezione arriva da sola e con lei il rapporto".


Ci sono stati dei cambiamenti o dei pensieri che le hanno creato disturbo a partire dal periodo in cui è comparso il problema?
Esclude che qualcosa non funzioni con la sua ragazza?
Ci sono ambiti nei quali non si sente all'altezza e l'insicurezza la porta a conseguire risultati negativi?
In generale la sua vita è serena o si sente ansioso o stressato?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Grazie per la celere risposta. Ne parlerò con uno specialista, anche se mi sento di escludere deficit o problemi fisici, in quanto i rapporti arrivano e sono soddisfacenti, come detto. Con lei funziona tutto, forse ho la tendenza a volerla stupire, rendere tutto favoloso. L'unico problema forse è che lavoriamo insieme, e si sta vivendo un periodo di stress, che cerco di lasciar fuori di casa tuttavia.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"ho la tendenza a volerla stupire, rendere tutto favoloso"

Questa tendenza nasce da lei o è la sua ragazza a portarla a sentire questa esigenza?
In generale si ritiene un perfezionista?

Il fatto che lavoriate assieme e che sul lavoro ci siano dei problemi non è un particolare da poco: cercate di lasciare confinati all'orario di lavoro i discorsi sul lavoro, o finite a parlarne anche nel tempo libero che trascorrete assieme?
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Utente
Utente
Mi ritengo un perfezionista si: o almeno, la logica è questa: i primi mesi sono stati fantastici, specie dal punto di vista sessuale, è mio dovere che sia sempre così o anzi, migliore. Questo è ciò che inconsciamente penso. Lei mi rende tranquillo, non credo dipenda da suoi atteggiamenti, e se così fosse non riesco a capire quali siano a intimidirmi. Capita spesso, quasi sempre, comunque, che si parli di lavoro anche a cena, o comunque dopo l'orario di lavoro. Ed è una cosa quasi totalizzante, purtroppo, visto che per il tipo di lavoro che facciamo siamo praticamente sempre a lavoro e il tempo libero è pochissimo
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Il perfezionismo può creare grosse ansie e condurre a risultati davvero lontani dalle attese, in ogni campo.
Lo tenga presente e cerchi di regolarsi di conseguenza.

Per quanto riguarda l'ambito lavorativo, si sente in qualche modo responsabile delle difficoltà che state affrontando?
Dice a sè stesso che avrebbe potuto fare di più?
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Utente
Utente
Bella domanda: a volte mi pento di aver deciso di lavorare dove lavoriamo adesso, ma se non l'avessi deciso ora non saprei nemmeno dell'esistenza della mia ragazza. Non credo in ogni caso di attribuirmi grosse responsabilità per le difficoltà che si sono create.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Per quale motivo si pente?
Si sente poco valorizzato?
Teme per il futuro dell'azienda?
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Utente
Utente
Entrambe le cose, aspettative grandi venute meno, promesse in qualche modo tradite
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Il suo malcontento ha quindi a che fare con la prestazione lavorativa, che può avere una parte molto importante nel determinare quale immagine ha di sè stesso (perdente/vincente,capace/incapace ecc.), il che è strettamente legato alla sua autostima.

Se lei si sente poco apprezzato sul lavoro, poco sostenuto, riconosciuto e valorizzato, può risentirne l'immagine che ha di sè, e può aumentare il perfezionismo inteso come desiderio di dare il meglio in altri ambiti, non consentendo che gli standard si abbassino - ma pretendendo anzi che si elevino di continuo.

Questo può essere un buon motivo per sviluppare il problema che ha descritto, anche se ovviamente da qui non posso stabilire nulla di certo.
Considerando però che ha una ragazza che la ama e che non le fa pesare nulla penso che anche lei possa iniziare a concedersi un po' più di tolleranza verso sè stesso e vedere se in questo modo le cose cambieranno.
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Utente
Utente
La ringrazio molto. Proverò a smettere la toga quando penso a me stesso :).
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Benissimo, smetta la toga e se vuole ci faccia sapere come va!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

accade molto frequentemente che una prima defaillance riesca ad instaurare un circolo di ansia che poi va ad inficiare i rapporti successivi e le aspettative che si hanno.

In questo caso, la paura che l'evento possa in qualche maniera ripresentarsi non fa altro che alimentare l'ansia che è sempre incompatibile con una sessualità appagante.

Infatti paura e ansia sono emozioni che servono per preservare la nostra vita e metterci nelle condizioni di fuggire dai pericoli imminenti. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la situazione distesa che si si crea nell'intimità. Pertanto se una persona è spaventata o teme un insuccesso, ecc... non penserà affatto a fare l'amore e il suo stesso cervello inibirà automaticamente questa funzione e quindi l'erezione.

Non ci dice una cosa importantissima: da quanto tempo sta capitando questa defaillance? Si verifica tutte le volte? O solo a volte?

Poichè in genere, quando si anstaurano certi meccanismi è difficile sconfiggerli da soli, può essere utile una consulenza da uno psicologo psicoterapeuta. Si tratta però di problemi facilmente risolvibili.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Mah, sono un ansioso di mio, quindi in genere un timore c'è sempre stato. A livello di defaillance è capitato solo negli ultimi 10 o 15 giorni. Si verifica solo a volte, e capita quando "decido" di dover fare l'amore. Se avviene, come dovrebbe, non come un dover timbrare un cartellino, ma come vortice di emozioni è tutto ok
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Bè, allora non vale la pena allarmarsi per una dfaillance che si è verificata solo nelle ultime due settimane e che è un evento sporadico, di cui Lei però ha ben individuato i meccanismi. Non crede?
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Utente
Utente
Credo :) Grazie mille per le risposte
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