Problemi psicologici vari..
Buongiorno,
sono una ragazza di 22 anni e ho una serie di problemi psicologici. Vorrei un aiuto!
Mia mamma soffre di depressione e la situazione a casa con lei è invivibile. Tutto si riversa su di me, che vivo sola con lei e non ho un padre. Piango quasi ogni giorno e ho talvolta degli attacchi d'ira in cui per esempio, mi scaglio su oggetti e rischio di farmi male (sto praticando boxe per sfogarmi un po' e esco abbastanza con le mie amiche)
Spesso mi vengono dei pensieri come "ossessivi compulsivi" molto tragici( in questo periodo mi sento come costretta a immaginare per filo e per segno la reazione che avrebbe mia mamma se io morissi oppure cosa farei io se morisse il mio ragazzo e finisco quindi per piangere o agitarmi)e ripeto delle azioni molte volte (mi capita di ricontrollare spesso se ho messo la sveglia a distanza di qualche secondo, è incominciato a 11 anni con la pubertà:all'epoca tornavo indietro a ricontrollare più volte se avevo chiuso la porta di casa ).
Sono estremamente sensibile ed empatica, mi metto nei panni delle persone, sento la loro sofferenza e quindi finisco per star male anch'io e ripensare alle tragedie!
Ho paura di morire quindi di fare delle cose che metterebbero a rischio la mia vita(es. guidare), che comunque adoro (e mia mamma senza di me si ucciderebbe, quindi sento come una responsabilità verso di lei!)..ho mille interessi e passioni, sono spesso vitale, non mi lascio andare, aiuto molto gli altri, mi piace fare sempre cose nuove(se non faccio nulla purtroppo mi annoio, devo persino cambiare la disposizione degli armadi in camera mia ogni tot tempo, perchè non mi piace la monotonia e ordinare mi aiuta a riconciliarmi con me stessa e mi da un senso di sicurezza).
Caratterialmente soffro un po' di timidezza (e evito certe persone), ma cerco di fare delle cose per sconfiggerla(per esempio ho fatto da relatrice in alcuni incontri dai 17 anni in su..) e con gli anni sono molto migliorata e con le amiche spesso son l'anima della festa (se son con care amiche che conosco da anni, sennò mi isolo)
Il mio ragazzo ha 18 anni più di me, non è un ragazzo, ma un uomo quindi, e so che in parte sto con lui anche (ma non solo, assolutamente!!!) perchè mi da un senso di sicurezza e protezione che non ho avuto da mio padre, che comunque ha 20 anni più del mio compagno e mi ha abbondanato quando avevo pochi mesi. Ho sviluppato una sorta di dipendenza e pretese forti verso il mio compagno.
Sessualmente mi piace un rapporto più spinto, come dire violento (dove l'altro esercita una forza su di me) e immagino rapporti di questo tipo da quanto ho 9 anni (all'epoca naturalmente solo immaginavo, appunto). Mi sono convinta (forse sbagliando, perchè penso e mi analizzo troppo!) che ciò derivi da qualcosa che ho subito nell'infanzia (ma non ho molti indizzi o prove!però ricordo mi piacevano certe cose già a 4 anni, periodo in cui per esempio, legavo i miei orsacchiotti) o dalla mancanza di mio padre.
Grazie per l'ascolto e qualsiasi consiglio
cate
sono una ragazza di 22 anni e ho una serie di problemi psicologici. Vorrei un aiuto!
Mia mamma soffre di depressione e la situazione a casa con lei è invivibile. Tutto si riversa su di me, che vivo sola con lei e non ho un padre. Piango quasi ogni giorno e ho talvolta degli attacchi d'ira in cui per esempio, mi scaglio su oggetti e rischio di farmi male (sto praticando boxe per sfogarmi un po' e esco abbastanza con le mie amiche)
Spesso mi vengono dei pensieri come "ossessivi compulsivi" molto tragici( in questo periodo mi sento come costretta a immaginare per filo e per segno la reazione che avrebbe mia mamma se io morissi oppure cosa farei io se morisse il mio ragazzo e finisco quindi per piangere o agitarmi)e ripeto delle azioni molte volte (mi capita di ricontrollare spesso se ho messo la sveglia a distanza di qualche secondo, è incominciato a 11 anni con la pubertà:all'epoca tornavo indietro a ricontrollare più volte se avevo chiuso la porta di casa ).
Sono estremamente sensibile ed empatica, mi metto nei panni delle persone, sento la loro sofferenza e quindi finisco per star male anch'io e ripensare alle tragedie!
Ho paura di morire quindi di fare delle cose che metterebbero a rischio la mia vita(es. guidare), che comunque adoro (e mia mamma senza di me si ucciderebbe, quindi sento come una responsabilità verso di lei!)..ho mille interessi e passioni, sono spesso vitale, non mi lascio andare, aiuto molto gli altri, mi piace fare sempre cose nuove(se non faccio nulla purtroppo mi annoio, devo persino cambiare la disposizione degli armadi in camera mia ogni tot tempo, perchè non mi piace la monotonia e ordinare mi aiuta a riconciliarmi con me stessa e mi da un senso di sicurezza).
Caratterialmente soffro un po' di timidezza (e evito certe persone), ma cerco di fare delle cose per sconfiggerla(per esempio ho fatto da relatrice in alcuni incontri dai 17 anni in su..) e con gli anni sono molto migliorata e con le amiche spesso son l'anima della festa (se son con care amiche che conosco da anni, sennò mi isolo)
Il mio ragazzo ha 18 anni più di me, non è un ragazzo, ma un uomo quindi, e so che in parte sto con lui anche (ma non solo, assolutamente!!!) perchè mi da un senso di sicurezza e protezione che non ho avuto da mio padre, che comunque ha 20 anni più del mio compagno e mi ha abbondanato quando avevo pochi mesi. Ho sviluppato una sorta di dipendenza e pretese forti verso il mio compagno.
Sessualmente mi piace un rapporto più spinto, come dire violento (dove l'altro esercita una forza su di me) e immagino rapporti di questo tipo da quanto ho 9 anni (all'epoca naturalmente solo immaginavo, appunto). Mi sono convinta (forse sbagliando, perchè penso e mi analizzo troppo!) che ciò derivi da qualcosa che ho subito nell'infanzia (ma non ho molti indizzi o prove!però ricordo mi piacevano certe cose già a 4 anni, periodo in cui per esempio, legavo i miei orsacchiotti) o dalla mancanza di mio padre.
Grazie per l'ascolto e qualsiasi consiglio
cate
[#1]
Gentile ragazza,
io credo che sarebbe opportuno chiarire un po' meglio la tua richiesta per una semplice ragione: sebbene tu stia dicendo che ci sono una serie di problemi e questioni attorno a te, mi pare che tu ti stia districando molto bene e che sia stata in grado di affrontarli bene.
Il rischio, altrimenti, è patologizzare la situazione e viverla di conseguenza. Il modo in cui narriamo e ci raccontiamo la nostra stessa storia di vita e gli eventi che viviamo, anche quelli negativi, possono far prendere una certa piega alla percezione che abbiamo e soprattutto al modo in cui li affronteremo.
A me invece, nonostante le oggettive difficoltà, sembri una persona in gamba che sta facendo il massimo.
Di che cosa avresti bisogno esattamente?
io credo che sarebbe opportuno chiarire un po' meglio la tua richiesta per una semplice ragione: sebbene tu stia dicendo che ci sono una serie di problemi e questioni attorno a te, mi pare che tu ti stia districando molto bene e che sia stata in grado di affrontarli bene.
Il rischio, altrimenti, è patologizzare la situazione e viverla di conseguenza. Il modo in cui narriamo e ci raccontiamo la nostra stessa storia di vita e gli eventi che viviamo, anche quelli negativi, possono far prendere una certa piega alla percezione che abbiamo e soprattutto al modo in cui li affronteremo.
A me invece, nonostante le oggettive difficoltà, sembri una persona in gamba che sta facendo il massimo.
Di che cosa avresti bisogno esattamente?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
grazie della risposta,
sì, ha ragione..io sono molto consapevole dei miei problemi e cerco di combatterli, ma non riesco ad affrontarli tutti!sapere di averli non mi aiuta a sconfiggerli. Vorrei non piangere ogni giorno, non fare più i pensieri tragici che faccio (quando inizio non riesco a controllarli, sento la mente che mi possiede ed è più forte di me!), non avere paura di andare in motorino e di morire!vorrei essere sostanzialmente più serena, senza tutti questi timori inutili che alla lunga sono davvero distruttivi per me.
sì, ha ragione..io sono molto consapevole dei miei problemi e cerco di combatterli, ma non riesco ad affrontarli tutti!sapere di averli non mi aiuta a sconfiggerli. Vorrei non piangere ogni giorno, non fare più i pensieri tragici che faccio (quando inizio non riesco a controllarli, sento la mente che mi possiede ed è più forte di me!), non avere paura di andare in motorino e di morire!vorrei essere sostanzialmente più serena, senza tutti questi timori inutili che alla lunga sono davvero distruttivi per me.
[#4]
"...Vorrei non piangere ogni giorno, non fare più i pensieri tragici che faccio ..."
Gentile ragazza,
i pensieri che facciamo su noi stessi, sulla nostra padronanza degli eventi, su eventuali tragedie che potrebbero accaderci, possono appunto condizionare sia la lettura che facciamo degli eventi, sia le scelte che faremo.
Mi pare anche ovvio che tu non riesca poi a controllare tali pensieri, probabilmente ci sei talmente dentro e ci sei talmente abituata, che forse questo sta connotando negativamente la tua visione delle cose...
Nella tua prima richiesta elenchi una serie di eventi e di modi di percepire la realtà che a mio avviso non sono patologici, sebbene ci sia il limite della distanza.
Ad esempio avere un fidanzato più grande e che dà sicurezza può essere funzionale, ma non è mica detto che sia legato all'assenza di tuo papà. In fondo nessuno di noi può innamorarsi a comando. Ci sono molte donne che sono legate a uomini più grandi, pur avendo il papà.
Inoltre sarebbe importante non attribuire alla mancanza del papà eventi che probabilmente sono sganciati da questo. Andare alla costante ricerca di cause non solo potrebbe non portare da nessuna parte e non trovare le risposte, ma credo sia anche un modo -da parte tua- per cercare di giustificare dei tuoi modi di essere, alleggerendoti da responsabilità. Oppure una tendenza ansiosa.
Posso chiederti come mai tuo papà non è presente? da quanto tempo?
Gentile ragazza,
i pensieri che facciamo su noi stessi, sulla nostra padronanza degli eventi, su eventuali tragedie che potrebbero accaderci, possono appunto condizionare sia la lettura che facciamo degli eventi, sia le scelte che faremo.
Mi pare anche ovvio che tu non riesca poi a controllare tali pensieri, probabilmente ci sei talmente dentro e ci sei talmente abituata, che forse questo sta connotando negativamente la tua visione delle cose...
Nella tua prima richiesta elenchi una serie di eventi e di modi di percepire la realtà che a mio avviso non sono patologici, sebbene ci sia il limite della distanza.
Ad esempio avere un fidanzato più grande e che dà sicurezza può essere funzionale, ma non è mica detto che sia legato all'assenza di tuo papà. In fondo nessuno di noi può innamorarsi a comando. Ci sono molte donne che sono legate a uomini più grandi, pur avendo il papà.
Inoltre sarebbe importante non attribuire alla mancanza del papà eventi che probabilmente sono sganciati da questo. Andare alla costante ricerca di cause non solo potrebbe non portare da nessuna parte e non trovare le risposte, ma credo sia anche un modo -da parte tua- per cercare di giustificare dei tuoi modi di essere, alleggerendoti da responsabilità. Oppure una tendenza ansiosa.
Posso chiederti come mai tuo papà non è presente? da quanto tempo?
[#5]
"Vorrei sapere da Lei se ci sono dei rimedi come Integratori (magnesio etc) o erbe che potrebbero essere utili nel mio caso per riequilibrarmi e essere più serena "
Stavo scrivendo nello stesso momento in cui scrivevi anche tu e non avevo visto questo post. Gli integratori male non fanno in genere, ma per il tipo di serenità che tu vorresti mi sembrano davvero inutili.
Stavo scrivendo nello stesso momento in cui scrivevi anche tu e non avevo visto questo post. Gli integratori male non fanno in genere, ma per il tipo di serenità che tu vorresti mi sembrano davvero inutili.
[#6]
Utente
sì, un errore che faccio ogni giorno e di cui mi sono resa conto da qualche mese, quello di analizzarmi troppo e fare false attribuzioni.
Mi tranquillizza molto leggere ciò che ha scritto, ossia che certi comportamenti e scelte possono non derivare dalla mancanza di mio padre!
mio padre non è presente da quando avevo un anno d'età circa, non ricordo nulla di lui. Un giorno lo vidi a carnevale, avevo nove anni e fischiettando arrivò da me e mi disse semplicemente "io sono tuo papà". Per me non fu un bell'impatto. Poi parlando con mia sorella nell'adolescenza, ho scoperto che aveva fatto molto soffrire mia mamma e lei(che all'epoca era ragazzina), era aggressivo, con svariati problemi, aveva atteggiamenti molto crudeli e se ne andò di casa di sua spontanea volontà.
Poi a 18 anni mi ha scritto una lettera e io l'ho chiamato dicendogli di non infastidirmi. Gli ho detto che non provavo rancore verso di lui ma che non poteva pretendere di riagganciare dei rapporti con me, a me non sarebbe servito. Lui, o meglio, la sua figura, sarebbe per me stata utile solo in passato e ormai era troppo tardi. Pochi mesi fa mi ha trovato su facebook e ricontattato fingendosi un altra persona (ha utilizzato l'account di alcuni suoi amici,prima un ragazzino di 17 anni, poi un adulto e poi una ragazza con problemi psicologici per convincermi a incontrarmi a casa sua col "tranello" e "rivederlo"). Io gli ho ribadito che non voglio averci a che fare
Mi tranquillizza molto leggere ciò che ha scritto, ossia che certi comportamenti e scelte possono non derivare dalla mancanza di mio padre!
mio padre non è presente da quando avevo un anno d'età circa, non ricordo nulla di lui. Un giorno lo vidi a carnevale, avevo nove anni e fischiettando arrivò da me e mi disse semplicemente "io sono tuo papà". Per me non fu un bell'impatto. Poi parlando con mia sorella nell'adolescenza, ho scoperto che aveva fatto molto soffrire mia mamma e lei(che all'epoca era ragazzina), era aggressivo, con svariati problemi, aveva atteggiamenti molto crudeli e se ne andò di casa di sua spontanea volontà.
Poi a 18 anni mi ha scritto una lettera e io l'ho chiamato dicendogli di non infastidirmi. Gli ho detto che non provavo rancore verso di lui ma che non poteva pretendere di riagganciare dei rapporti con me, a me non sarebbe servito. Lui, o meglio, la sua figura, sarebbe per me stata utile solo in passato e ormai era troppo tardi. Pochi mesi fa mi ha trovato su facebook e ricontattato fingendosi un altra persona (ha utilizzato l'account di alcuni suoi amici,prima un ragazzino di 17 anni, poi un adulto e poi una ragazza con problemi psicologici per convincermi a incontrarmi a casa sua col "tranello" e "rivederlo"). Io gli ho ribadito che non voglio averci a che fare
[#7]
Gentile ragazza,
se il papà è stato in passato una persona aggressiva e con problemi, oggi potresti rileggere la storia in altri termini.
Forse la sua assenza, anche se dolorosa, è stata una cosa positiva, proteggendoti dalla aggressività, crudeltà e dai suoi problemi. Forse alcune domande ti sono girate in testa per anni, prima di diventare una persona adulta e forse ti sei pure sentita in colpa per la sua assenza, cosa che capita spessissimo ai bambini che non riescono a prendere le giuste distanze da eventi del genere.
Per i bimbi, infatti, l'assenza di un genitore è sempre riconducibile ad una loro colpa (si dicono "Sono stata monella e per punizione il papà è andato via").
Ma adesso tu sai che le cose non stanno così.
Pertanto non portarti dietro questo fardello e cerca di vivere con pienezza la tua vita, riconoscendo che sei stata davvero brava.
A me sembra che ci sia quest'ombra nel timore degli abbandoni (del tuo fidanzato, della mamma, ecc...) ma anche che ci sia la tendenza a fare determinate cose per alleviare l'ansia. Forse vale la pena cercare di capire e sconfiggere la tendenza a controllare tutto. Moltissime cose della vita sfuggono in realtà al nostro controllo.
La mamma è depressa per i problemi che ci sono stati in passato col papà?
se il papà è stato in passato una persona aggressiva e con problemi, oggi potresti rileggere la storia in altri termini.
Forse la sua assenza, anche se dolorosa, è stata una cosa positiva, proteggendoti dalla aggressività, crudeltà e dai suoi problemi. Forse alcune domande ti sono girate in testa per anni, prima di diventare una persona adulta e forse ti sei pure sentita in colpa per la sua assenza, cosa che capita spessissimo ai bambini che non riescono a prendere le giuste distanze da eventi del genere.
Per i bimbi, infatti, l'assenza di un genitore è sempre riconducibile ad una loro colpa (si dicono "Sono stata monella e per punizione il papà è andato via").
Ma adesso tu sai che le cose non stanno così.
Pertanto non portarti dietro questo fardello e cerca di vivere con pienezza la tua vita, riconoscendo che sei stata davvero brava.
A me sembra che ci sia quest'ombra nel timore degli abbandoni (del tuo fidanzato, della mamma, ecc...) ma anche che ci sia la tendenza a fare determinate cose per alleviare l'ansia. Forse vale la pena cercare di capire e sconfiggere la tendenza a controllare tutto. Moltissime cose della vita sfuggono in realtà al nostro controllo.
La mamma è depressa per i problemi che ci sono stati in passato col papà?
[#8]
Utente
consciamente non mi son mai sentita in colpa, ma forse è proprio per il senso di colpa di cui parla che facevo del male agli orsacchiotti (magari riproducevo il comportamento di mio padre e proiettavo me stessa sugli orsacchiotti) e mi immaginavo (e immagino) fossero fatte delle cose su di me (anche se provavo/provo piacere)!
mia mamma è depressa perchè ha vari problemi fisici che le impediscono di avere una vita indipendente (quindi soprattutto una vita all'infuori dei doveri), odia dove abitiamo, odia il suo lavoro (anche se ha un posto statale da decenni), vive di rimpianti ed è comunque una donna sola (dopo mio padre ha avuto solo un uomo, nel lontano 1993...e da quella volta di uomini non ne vuole più sentir parlare).
Io cerco di aiutarla, le do molti consigli e contatti di terapeuti etc, spesso nei momenti in cui mi arrabbio le dico quanto sto male e mi fa star male, ma lei non sente davvero, l'unica risposta che sa darmi è (urlando e dimostrandosi scocciata e risentita) "allora me ne andrò via di casa così sarai felice". Ma io le ripeto che non voglio che se ne vada, voglio che sia vitale, felice e che non scarichi tutti i problemi su di me, ma lei non sente e ripete le stesse cose come un disco rotto ponendosi al centro di tutto. Ripete "tu non mi capisci, è facile per te parlare così" mentre io la capisco eccome, ed anzi cerco di aiutarla, ma sto anch'io malissimo sia per l'atmosfera che lei crea a casa e le parole che mi dice, sia per tutti gli altri problemi che ho!
mia mamma è depressa perchè ha vari problemi fisici che le impediscono di avere una vita indipendente (quindi soprattutto una vita all'infuori dei doveri), odia dove abitiamo, odia il suo lavoro (anche se ha un posto statale da decenni), vive di rimpianti ed è comunque una donna sola (dopo mio padre ha avuto solo un uomo, nel lontano 1993...e da quella volta di uomini non ne vuole più sentir parlare).
Io cerco di aiutarla, le do molti consigli e contatti di terapeuti etc, spesso nei momenti in cui mi arrabbio le dico quanto sto male e mi fa star male, ma lei non sente davvero, l'unica risposta che sa darmi è (urlando e dimostrandosi scocciata e risentita) "allora me ne andrò via di casa così sarai felice". Ma io le ripeto che non voglio che se ne vada, voglio che sia vitale, felice e che non scarichi tutti i problemi su di me, ma lei non sente e ripete le stesse cose come un disco rotto ponendosi al centro di tutto. Ripete "tu non mi capisci, è facile per te parlare così" mentre io la capisco eccome, ed anzi cerco di aiutarla, ma sto anch'io malissimo sia per l'atmosfera che lei crea a casa e le parole che mi dice, sia per tutti gli altri problemi che ho!
[#9]
Gentile ragazza,
secondo me potresti mettere bene a fuoco i problemi che riscontri (es di relazione? di gestione della rabbia? ecc...) con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona.
Però dovresti fare attenzione a non creare problemi laddove non ci sono (es lettura distorta dell'assenza del papà).
Credo anche che ci sia più bisogno di un momento per mettere in ordine i fatti e attribuire loro un significato nuovo e funzionale.
Questo potrebbe renderti più libera dalle tue preoccupazioni. Però è anche vero che attualmente, per via della relazione con la mamma, tu vivi in un ambiente che è fonte di stress. In tali circostanze è indispensabile anche una rete sociale di sostegno, ma che sia funzionale e in cui tu possa sentirti libera di essere te stessa.
Saluti,
secondo me potresti mettere bene a fuoco i problemi che riscontri (es di relazione? di gestione della rabbia? ecc...) con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona.
Però dovresti fare attenzione a non creare problemi laddove non ci sono (es lettura distorta dell'assenza del papà).
Credo anche che ci sia più bisogno di un momento per mettere in ordine i fatti e attribuire loro un significato nuovo e funzionale.
Questo potrebbe renderti più libera dalle tue preoccupazioni. Però è anche vero che attualmente, per via della relazione con la mamma, tu vivi in un ambiente che è fonte di stress. In tali circostanze è indispensabile anche una rete sociale di sostegno, ma che sia funzionale e in cui tu possa sentirti libera di essere te stessa.
Saluti,
[#10]
Utente
Grazie mille, mi è stata molto utile.
Ho valutato più volte di andare da uno psicologo, ne avevo contattati alcuni della mia città, Trieste, ma il problema è più che altro economico. Lei ne ha qualcuno da consigliarmi che esercita nella mia città? So che ci sono quelli del consultorio che costano poco nulla ma avrei preferito uno privato... forse però è più che altro per pregiudizio e dovrei provare in consultorio, giusto?
Ho valutato più volte di andare da uno psicologo, ne avevo contattati alcuni della mia città, Trieste, ma il problema è più che altro economico. Lei ne ha qualcuno da consigliarmi che esercita nella mia città? So che ci sono quelli del consultorio che costano poco nulla ma avrei preferito uno privato... forse però è più che altro per pregiudizio e dovrei provare in consultorio, giusto?
[#11]
Gentile ragazza,
oltre al consultorio, ci sono gli psicologi negli ospedali, ad esempio presso i servizi di psicologia clinica, oppure presso lo spazio giovani.
Magari è davvero un pregiudizio, ma non conoscendoti non potrei dirlo.
Tieni presente che non è mica detto che tu abbia bisogno di una psicoterapia, ma per una prima valutazione va bene anche il consultorio.
A Trieste non conosco psicologi da suggerirti.
Ad ogni modo, in caso di perplessità, siamo qui :)
Aggiornaci, se credi.
In bocca al lupo!
oltre al consultorio, ci sono gli psicologi negli ospedali, ad esempio presso i servizi di psicologia clinica, oppure presso lo spazio giovani.
Magari è davvero un pregiudizio, ma non conoscendoti non potrei dirlo.
Tieni presente che non è mica detto che tu abbia bisogno di una psicoterapia, ma per una prima valutazione va bene anche il consultorio.
A Trieste non conosco psicologi da suggerirti.
Ad ogni modo, in caso di perplessità, siamo qui :)
Aggiornaci, se credi.
In bocca al lupo!
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 2.5k visite dal 05/01/2013.
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