Deficit di attenzione, astenia
Buon giorno, mio figlio tredicenne è seguito a scuola da un'insegnate di sostegno a causa di deficit di attenzione.
Ultimamente dichiara di essere stanco, non ha voglia di fare nella e sta tutto il giorno sul divano a guardare la televisione, e a qualsiasi richiesta risponde che è stanco.
In questi giorni siamo alle prese con i compiti delle vacanze che, ovviamente si rifiuta di fare.
In prevision della prossima iscrizione alla scuola superiore, come posso intervenire, a chi mi devo rivolgere per aiutarlo a superare questa stanchezza, direi di testa, perché è stanco in qualsiasi ora della giornata,
ringrazio anticipatamente.
Ultimamente dichiara di essere stanco, non ha voglia di fare nella e sta tutto il giorno sul divano a guardare la televisione, e a qualsiasi richiesta risponde che è stanco.
In questi giorni siamo alle prese con i compiti delle vacanze che, ovviamente si rifiuta di fare.
In prevision della prossima iscrizione alla scuola superiore, come posso intervenire, a chi mi devo rivolgere per aiutarlo a superare questa stanchezza, direi di testa, perché è stanco in qualsiasi ora della giornata,
ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile signora,
oltre all'insegnante di sostegno, Suo figlio è seguito anche presso una UOMPIA dove è stata posta la diagnosi del deficit attentivo?
Ha pensato di domandare in prima battuta a chi lo segue e lo conosce bene?
Voi a casa che soluzioni avete tantati fin qui?
oltre all'insegnante di sostegno, Suo figlio è seguito anche presso una UOMPIA dove è stata posta la diagnosi del deficit attentivo?
Ha pensato di domandare in prima battuta a chi lo segue e lo conosce bene?
Voi a casa che soluzioni avete tantati fin qui?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Buona sera, a mio figlio è stata assegnato il sostegno tramite l'unità di neuropsichiatria infantile della nostra asl.
Gli incontri, ai quali partecipo, si tengono 2 volte all'anno a ottobre e maggio con la psicologa l'insegnate di sostegno e le professoresse. Dall'asl non abbiamo indicazioni specifiche e tutto si basa sulle capacità del corpo docente.
Semplicemente la psicologa chiede l'andamento scolastico di mio figlio, ma la psicologa non vede mai mio figlio.
A caso lo affianchiamo nel lavoro scolastico e cerchiamo di premiarlo x ogni cosa positiva, scolastica e non, che fa.
Ultimamente è nervoso irascibile e non ha mai voglia di fare nulla e dice di essere stanco.
Grazie
Gli incontri, ai quali partecipo, si tengono 2 volte all'anno a ottobre e maggio con la psicologa l'insegnate di sostegno e le professoresse. Dall'asl non abbiamo indicazioni specifiche e tutto si basa sulle capacità del corpo docente.
Semplicemente la psicologa chiede l'andamento scolastico di mio figlio, ma la psicologa non vede mai mio figlio.
A caso lo affianchiamo nel lavoro scolastico e cerchiamo di premiarlo x ogni cosa positiva, scolastica e non, che fa.
Ultimamente è nervoso irascibile e non ha mai voglia di fare nulla e dice di essere stanco.
Grazie
[#3]
Gentile Utente,
secondo Lei è accaduto qualcosa nella vita del ragazzo?
Da quanto tempo è così "stanco"?
Lei, che lo conosce bene, pensa sia qualcosa diverso dalla stanchezza vera e propria che il ragazzo potrebbe sperimentare durante le vacanze per recuperare?
Com'è l'andamento scolastico?
Che scuola vorrebbe frequentare Suo figlio alle superiori?
secondo Lei è accaduto qualcosa nella vita del ragazzo?
Da quanto tempo è così "stanco"?
Lei, che lo conosce bene, pensa sia qualcosa diverso dalla stanchezza vera e propria che il ragazzo potrebbe sperimentare durante le vacanze per recuperare?
Com'è l'andamento scolastico?
Che scuola vorrebbe frequentare Suo figlio alle superiori?
[#4]
Gentile Signora,
è stato diagnosticato un disturbo attentivo o anche un DSA? La stanchezza di suo figlio potrebbe essere dovuta ad una difficoltà di concentrazione. Consideri che un'ora di studio è percepita come amplificata in chi ha un tale disturbo. L'unica cosa che posso dirle è di aiutare il ragazzo con un insegnante anche nel pomeriggio e di parlare con gli insegnanti affinchè riducano il carico di studio pomeridiano del ragazzo. O hanno già ridotto i compiti?
è stato diagnosticato un disturbo attentivo o anche un DSA? La stanchezza di suo figlio potrebbe essere dovuta ad una difficoltà di concentrazione. Consideri che un'ora di studio è percepita come amplificata in chi ha un tale disturbo. L'unica cosa che posso dirle è di aiutare il ragazzo con un insegnante anche nel pomeriggio e di parlare con gli insegnanti affinchè riducano il carico di studio pomeridiano del ragazzo. O hanno già ridotto i compiti?
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#7]
Ex utente
Non ha grossi problemi scolastici, è sempre stanco non ha voglia di fare nulla e non riesco a dargli una "scossa". si ferma davanti a ogni piccola fatica fisica......
Mi aiuti a spronarlo, sono sicura che acquisterebbe sicurezza in se stesso e di conseguenza sarebbe invogliato a fare sempre di più. A volte è triste direi quasi "depresso"
Avrei bisogno che qualcuno lo seguisse per scaricare la rabbia e acquistare sicurezza in se stesso.
Ancora grazie
Mi aiuti a spronarlo, sono sicura che acquisterebbe sicurezza in se stesso e di conseguenza sarebbe invogliato a fare sempre di più. A volte è triste direi quasi "depresso"
Avrei bisogno che qualcuno lo seguisse per scaricare la rabbia e acquistare sicurezza in se stesso.
Ancora grazie
[#8]
"A volte è triste direi quasi "depresso"
Gentile signora, questa ipotesi non è del tutto da scartare, perchè la tristezza si manifesta chiaramente sul corpo con la stanchezza, la spossatezza.
Nei casi molto seri il depresso non si alza neppure dal letto e non riesce a muoversi.
Ora, poichè Suo figlio è solo un ragazzo, secondo me vale la pena affidarsi a un professionista serio per inquadrare molto accuratamente la situazione, tenedo presente tutti gli aspetti che lo riguardano.
Non sappiamo nulla di lui e potrebbero esserci delle questioni che riguardano l'età e che forse sono fonte di disagio per lui (es gruppo di pari, se incontra difficoltà nelle relazioni con gli altri, se teme di deludere le vostre aspettative di genitori, come si percepisce avendo il sostegno a scuola, ecc...).
Il rischio è dare per scontato che tutto debba riguardare la precedente diagnosi.
Non è sempre così. Suo figlio non è una diagnosi, ma un ragazzo che sta crescendo e che è sottoposto a vari stress, come tutti i ragazzi.
Inoltre non è facile nè divertente a quell'età essere insicuri e arrabbiati ("Avrei bisogno che qualcuno lo seguisse per scaricare la rabbia e acquistare sicurezza in se stesso."): una reazione depressiva -magari più tipica dell'adolescenza- potrebbe starci. Secondo Lei il ragazzo è arrabbiato con chi? e per quali ragioni?
Molto dipende dal modo in cui viene considerato e trattato dagli altri.
Purtroppo avere il sostegno a scuola in alcuni casi fa in modo che il ragazzo venga automaticamente etichettato in modo sbagliato e trattato di conseguenza. E questo non va bene perchè può incidere sulla sicurezza e sull'autostima del ragazzo.
Non ultima una considerazione molto importante che a volte i genitori faticano a riconoscere nei propri figli: la scoperta della sessualità da parte di un ragazzo di 13 anni.
Suo figlio ha amici? Come si trova con loro?
Ha degli hobbies? Fa sport?
Gentile signora, questa ipotesi non è del tutto da scartare, perchè la tristezza si manifesta chiaramente sul corpo con la stanchezza, la spossatezza.
Nei casi molto seri il depresso non si alza neppure dal letto e non riesce a muoversi.
Ora, poichè Suo figlio è solo un ragazzo, secondo me vale la pena affidarsi a un professionista serio per inquadrare molto accuratamente la situazione, tenedo presente tutti gli aspetti che lo riguardano.
Non sappiamo nulla di lui e potrebbero esserci delle questioni che riguardano l'età e che forse sono fonte di disagio per lui (es gruppo di pari, se incontra difficoltà nelle relazioni con gli altri, se teme di deludere le vostre aspettative di genitori, come si percepisce avendo il sostegno a scuola, ecc...).
Il rischio è dare per scontato che tutto debba riguardare la precedente diagnosi.
Non è sempre così. Suo figlio non è una diagnosi, ma un ragazzo che sta crescendo e che è sottoposto a vari stress, come tutti i ragazzi.
Inoltre non è facile nè divertente a quell'età essere insicuri e arrabbiati ("Avrei bisogno che qualcuno lo seguisse per scaricare la rabbia e acquistare sicurezza in se stesso."): una reazione depressiva -magari più tipica dell'adolescenza- potrebbe starci. Secondo Lei il ragazzo è arrabbiato con chi? e per quali ragioni?
Molto dipende dal modo in cui viene considerato e trattato dagli altri.
Purtroppo avere il sostegno a scuola in alcuni casi fa in modo che il ragazzo venga automaticamente etichettato in modo sbagliato e trattato di conseguenza. E questo non va bene perchè può incidere sulla sicurezza e sull'autostima del ragazzo.
Non ultima una considerazione molto importante che a volte i genitori faticano a riconoscere nei propri figli: la scoperta della sessualità da parte di un ragazzo di 13 anni.
Suo figlio ha amici? Come si trova con loro?
Ha degli hobbies? Fa sport?
[#9]
<<<Mi aiuti a spronarlo, sono sicura che acquisterebbe sicurezza in se stesso e di conseguenza sarebbe invogliato a fare sempre di più. A volte è triste direi quasi "depresso">>>
Cara signora,
purtroppo a distanza non è facile aiutarla. Il ragazzo è probabile che stia vivendo una forte emotività. Vuoi dovuta al suo deficit, vuoi al passaggio infanzia/adolescenza, vuoi per il continuo confronto con i compagni, ecc. Il lavoro che si fa in genere è quello di affiancarlo ad una psicologa/o, specializzato in disturbi dell'infanzia e adolescenza, almeno una o due volte a settimana (da valutare insieme), durante i compiti pomeridiani ad esempio. In questo modo l'ìntervento non è vissuto come invasivo. Questo ha lo scopo di aiutare il ragazzo e spronarlo nelle attività. Sarà poi lo stesso psicologo a consigliare a voi genitori alcune strategie da adottare in casa con il ragazzo.
Cara signora,
purtroppo a distanza non è facile aiutarla. Il ragazzo è probabile che stia vivendo una forte emotività. Vuoi dovuta al suo deficit, vuoi al passaggio infanzia/adolescenza, vuoi per il continuo confronto con i compagni, ecc. Il lavoro che si fa in genere è quello di affiancarlo ad una psicologa/o, specializzato in disturbi dell'infanzia e adolescenza, almeno una o due volte a settimana (da valutare insieme), durante i compiti pomeridiani ad esempio. In questo modo l'ìntervento non è vissuto come invasivo. Questo ha lo scopo di aiutare il ragazzo e spronarlo nelle attività. Sarà poi lo stesso psicologo a consigliare a voi genitori alcune strategie da adottare in casa con il ragazzo.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.2k visite dal 01/01/2013.
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