Febbre e depressione
Salve.Da circa 11 mesi ho una febbre persistente, a volte poche linee (tra 37,2 e 37,5), altre volte al di sopra dei 38.Dopo iniziali analisi volte a ricercare una possibile infezione o un'infiammazione,risultate negative,la dottoressa ha deciso di farmi tenere controllata ogni giorno la febbre e sottopormi ad un controllo completo,che includeva analisi per il diabete,la tiroide,la reumatica,radiografia del torace,ecografia dell'addome e risonanza magnetica del cervello (quest'ultima perchè negli ultimi mesi soffro molto di emicrania con conseguente nausea e vomito). A parte la risonanza,che ancora devo eseguire,le altre analisi sono risultate negative.tuttavia, prima di prescriverle, la dottoressa mi ha visitato per circa 1 ora, facendomi domande di vario tipo, da quella più diretta: "Soffri di depressione?" a quelle meno specifiche riguardanti lavoro, relazioni sociali ecc. Sul momento ho risposto che non soffro di depressione e che tutto va bene, ma senza averne una piena convinzione. Uscita dallo studio medico, mi sono sorpresa a riflettere su quelle domande: la verità è che in situazioni di particolare tensione emotiva mi era già successo di avere per settimane consecutive la febbre; alle superiori ho avuto problemi di autolesionismo;per altri problemi,piuttosto seri,dietro consiglio di una professoressa avevo consultato la psicologa che operava all'interno dell'istituto scolastico,la quale,dopo un colloquio in cui io ero troppo impegnata a piangere,mi aveva consigliato di consultare una psicologa di cui lei stessa mi aveva fornito numero e indirizzo..non l'ho mai fatto.Di queste cose ultime cose non sono al corrente nè i miei genitori nè la mia dottoressa.Non sono una persona a cui piace piangersi addosso,ma sono stanca (fisicamente ed emotivamente) di dire che va tutto bene, quando non è così.Mi sveglio di notte piangendo,spesso ho episodi di ansia, con un aumento del battito cardiaco, sudore freddo e agitazione, a volte senza nessun motivo; mi irrito facilmente (cosa che non è da me), ho perso molto peso e oltre alla febbre ho sempre altri problemi a livello fisico: ho fatto 2 enteriti in 5 mesi; dolori articolari, forti mal di testa e settimana scorsa mi sono completamente bloccata: schiena, collo, spalla e braccio sinistro, senza più riuscire a muovermi. In pronto soccorso mi hanno dato delle pastiglie per sciogliere i muscoli, perchè sono troppo rigida e tesa. E questo nonostante pratichi regolarmente nuoto. Non so se tutto questo sia legato ad un aspetto emotivo/psicologico, oppure no.Tanto più sapendo che, per carattere, sono una persona che tiene tutto dentro e lascia passare; agli occhi altrui sembra che tutto mi scivoli addosso, ma non è così. In realtà dentro di me mi sento sempre in subbuglio e questo a volte mi spaventa. E non so se, ora che le analisi sono risultate negative,sia meglio tornare sui miei passi e parlare di tutto ciò con la dottoressa,o lasciar perdere.E se tutto fosse solo una fissa?Non so cosa pensare!Grazie.
[#1]
Gentile ragazza,
Esplorare le possibili espressioni psicosomatiche penso debba far parte delle indagini che lei sta facendo per venire a capo del suo malessere.
Il teneersi tutto dentro potrebbe essere un veicolo di somatizzazioni.
Si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta per una valutazione e con il suo parere potra' comprendere meglio e decidere il da farsi.
I migliori saluti
Esplorare le possibili espressioni psicosomatiche penso debba far parte delle indagini che lei sta facendo per venire a capo del suo malessere.
Il teneersi tutto dentro potrebbe essere un veicolo di somatizzazioni.
Si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta per una valutazione e con il suo parere potra' comprendere meglio e decidere il da farsi.
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
"E se tutto fosse solo una fissa?"
Gentile ragazza,
che cosa intendi dire con tale espressione?
Mi pare che tu abbia seguito un iter corretto, su suggerimento del tuo medico di base, e che siete riusciti insieme ad escludere patologie fisiche che in qualche maniera potessero giustificare tale febbre.
Però mi ha colpito molto di più il disagio che descrivi e soprattutto il fatto che tu dica che preferisci tenere tutto dentro e dare l'idea, all'esterno, che tutto stia procedendo per il verso giusto.
Probabilmente questa strategia l'hai appresa da qualche parte e ti pare la scelta migliore. Ma se tu provassi a pensare di poter condividere con qualcuno, ad esempio nella tua vita relazionale e sociale, le tue gioie ma anche le tue preoccupazioni, che cosa succederebbe?
Forse alle superiori eri troppo piccola per decidere di andare da una psicologa e non te la sei sentita di parlarne con i tuoi genitori... ma adesso che sei una giovane donna, sei ancora dello stesso parere? E come mai non hai parlato con i tuoi genitori della tua sofferenza? Con loro che tipo di rapporto hai?
Ad ogni modo una valutazione con uno psicologo psicoterapeuta potrebbe decisamente esserti utile: magari si tratta semplicemente di imparare ad affrontare lo stress, o forse si tratta di qualche problematica più radicata.
Che cosa ne pensi?
Gentile ragazza,
che cosa intendi dire con tale espressione?
Mi pare che tu abbia seguito un iter corretto, su suggerimento del tuo medico di base, e che siete riusciti insieme ad escludere patologie fisiche che in qualche maniera potessero giustificare tale febbre.
Però mi ha colpito molto di più il disagio che descrivi e soprattutto il fatto che tu dica che preferisci tenere tutto dentro e dare l'idea, all'esterno, che tutto stia procedendo per il verso giusto.
Probabilmente questa strategia l'hai appresa da qualche parte e ti pare la scelta migliore. Ma se tu provassi a pensare di poter condividere con qualcuno, ad esempio nella tua vita relazionale e sociale, le tue gioie ma anche le tue preoccupazioni, che cosa succederebbe?
Forse alle superiori eri troppo piccola per decidere di andare da una psicologa e non te la sei sentita di parlarne con i tuoi genitori... ma adesso che sei una giovane donna, sei ancora dello stesso parere? E come mai non hai parlato con i tuoi genitori della tua sofferenza? Con loro che tipo di rapporto hai?
Ad ogni modo una valutazione con uno psicologo psicoterapeuta potrebbe decisamente esserti utile: magari si tratta semplicemente di imparare ad affrontare lo stress, o forse si tratta di qualche problematica più radicata.
Che cosa ne pensi?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Ex utente
Gentile dottoressa Esposito,
La ringrazio per il consulto. Credo anche io, nella mia ignoranza, che un'indagine in tal senso sia necessaria.
Grazie ancora.
Le auguro una buona giornata.
Gentile dottoressa Pileci,
ringrazio anche lei per il consulto e desidero rispondere alle sue domande.
Con l'espressione usata intendevo dire che, essendo molti mesi ormai che la situazione si trascina e sentendomi effettivamente male senza in realtà sapere il perchè, non vorrei arrivare al punto di autoconvincermi che la causa sia da ricercare nella depressione, solo perchè l'argomento è stato posto in discussione dalla mia dottoressa o perchè voglio a tutti i costi trovare la causa prima del malessere (desiderio che credo, dopotutto sia anche legittimo).
Per quanto il riguarda il parlare con qualcuno ci ho provato, qualche tempo fa; con delle amiche, ad esempio. E nonostante il profondo rapporto d'amicizia ci sono cose che non riesco a dire, sentimenti che non riesco a esprimere. E lo stesso è successo quando ho provato a confidarmi con una persona che per me era ben più importante di un amico, avendo però il risultato opposto a quello sperato. Inoltre devo anche ammettere che di carattere sono una persona timida e introversa, ragione per la quale mi è difficile instaurare nuove amicizie o relazionarmi con gli altri.
Ora è vero, sono più grande e anche più matura. E per quanto riguarda l'andare da una psicologa..non è tanto questo ciò che mi spaventa. Quello che più mi fa paura è doverne poi parlare con i miei. Credo che, come qualunque genitori, vorrebbero sapere le ragioni per cui comincerei ad andare da una psicologa. Non ho un rapporto conflittuale con i miei genitori, per nulla. Ma ci sono cose che, così come non riesco a raccontarle alle amiche, non riesco a parlarne nemmeno ai miei genitori. Fino a qualche tempo fa trovavo utile scrivere: scrivevo molto , diari, racconti. Era la mia valvola di sfogo. Ora nemmeno quello. Ci sono volte in cui ci provo, ma non ci riesco, e anche se ci riesco sento che non è abbastanza.
Soprattutto mi preoccupa il fatto che la mia famiglia è preoccupata per me...ha visto un notevole cambiamento nel mio modo di fare, persino nel carattere. E forse ho paura che parlare loro delle cose che mi tormentano non faccia altro che aumentare la loro preoccupazione.
Forse ho solo bisogno di scrollarmi di dosso le ansie, le preoccupazioni...e soprattutto le cose passate, che tanto non posso cambiare.
La ringrazio nuovamente.
Le auguro una buona giornata.
La ringrazio per il consulto. Credo anche io, nella mia ignoranza, che un'indagine in tal senso sia necessaria.
Grazie ancora.
Le auguro una buona giornata.
Gentile dottoressa Pileci,
ringrazio anche lei per il consulto e desidero rispondere alle sue domande.
Con l'espressione usata intendevo dire che, essendo molti mesi ormai che la situazione si trascina e sentendomi effettivamente male senza in realtà sapere il perchè, non vorrei arrivare al punto di autoconvincermi che la causa sia da ricercare nella depressione, solo perchè l'argomento è stato posto in discussione dalla mia dottoressa o perchè voglio a tutti i costi trovare la causa prima del malessere (desiderio che credo, dopotutto sia anche legittimo).
Per quanto il riguarda il parlare con qualcuno ci ho provato, qualche tempo fa; con delle amiche, ad esempio. E nonostante il profondo rapporto d'amicizia ci sono cose che non riesco a dire, sentimenti che non riesco a esprimere. E lo stesso è successo quando ho provato a confidarmi con una persona che per me era ben più importante di un amico, avendo però il risultato opposto a quello sperato. Inoltre devo anche ammettere che di carattere sono una persona timida e introversa, ragione per la quale mi è difficile instaurare nuove amicizie o relazionarmi con gli altri.
Ora è vero, sono più grande e anche più matura. E per quanto riguarda l'andare da una psicologa..non è tanto questo ciò che mi spaventa. Quello che più mi fa paura è doverne poi parlare con i miei. Credo che, come qualunque genitori, vorrebbero sapere le ragioni per cui comincerei ad andare da una psicologa. Non ho un rapporto conflittuale con i miei genitori, per nulla. Ma ci sono cose che, così come non riesco a raccontarle alle amiche, non riesco a parlarne nemmeno ai miei genitori. Fino a qualche tempo fa trovavo utile scrivere: scrivevo molto , diari, racconti. Era la mia valvola di sfogo. Ora nemmeno quello. Ci sono volte in cui ci provo, ma non ci riesco, e anche se ci riesco sento che non è abbastanza.
Soprattutto mi preoccupa il fatto che la mia famiglia è preoccupata per me...ha visto un notevole cambiamento nel mio modo di fare, persino nel carattere. E forse ho paura che parlare loro delle cose che mi tormentano non faccia altro che aumentare la loro preoccupazione.
Forse ho solo bisogno di scrollarmi di dosso le ansie, le preoccupazioni...e soprattutto le cose passate, che tanto non posso cambiare.
La ringrazio nuovamente.
Le auguro una buona giornata.
[#4]
"sentendomi effettivamente male senza in realtà sapere il perchè, non vorrei arrivare al punto di autoconvincermi che la causa sia da ricercare nella depressione, solo perchè l'argomento è stato posto in discussione dalla mia dottoressa o perchè voglio a tutti i costi trovare la causa prima del malessere "
Su questo concordo pienamente. Ma non è necessario sempre andare alla ricerca dei perchè. Magari si sta male e, come nel suo caso, non si riesce a comprenderne le ragioni. E se una ragione non ci fosse?
Oppure, se fosse sufficiente "sistemare" solo alcune questioni che ti appesantiscono? In fondo il lavoro dello psicologo psicoterapeuta è anche questo: aiutare a mettere ordine dove c'è confusione.
Anche gli amici spesso ci dicono cose molto interessanti e ci confortano. Il professionista però ha gli strumenti per poter gestire il disordine e, nel caso, anche la psicopatologia (sia chiaro che da qui non possiamo fare alcuna diagnosi!).
"Quello che più mi fa paura è doverne poi parlare con i miei. Credo che, come qualunque genitori, vorrebbero sapere le ragioni per cui comincerei ad andare da una psicologa..."
Non è detto che tu debba dirlo, se non te la senti; sei una persona adulta e comunque riguarda solo te e la tua vita. Poi, certamente, i genitori potrebbero essere preoccupati, ma credo che ognuno debba imparare a gestire le proprie ansie.
Ad ogni modo potresti fare, anche con l'aiuto di uno psicologo, una semplice valutazione della situazione.
Buona giornata anche a te.
Su questo concordo pienamente. Ma non è necessario sempre andare alla ricerca dei perchè. Magari si sta male e, come nel suo caso, non si riesce a comprenderne le ragioni. E se una ragione non ci fosse?
Oppure, se fosse sufficiente "sistemare" solo alcune questioni che ti appesantiscono? In fondo il lavoro dello psicologo psicoterapeuta è anche questo: aiutare a mettere ordine dove c'è confusione.
Anche gli amici spesso ci dicono cose molto interessanti e ci confortano. Il professionista però ha gli strumenti per poter gestire il disordine e, nel caso, anche la psicopatologia (sia chiaro che da qui non possiamo fare alcuna diagnosi!).
"Quello che più mi fa paura è doverne poi parlare con i miei. Credo che, come qualunque genitori, vorrebbero sapere le ragioni per cui comincerei ad andare da una psicologa..."
Non è detto che tu debba dirlo, se non te la senti; sei una persona adulta e comunque riguarda solo te e la tua vita. Poi, certamente, i genitori potrebbero essere preoccupati, ma credo che ognuno debba imparare a gestire le proprie ansie.
Ad ogni modo potresti fare, anche con l'aiuto di uno psicologo, una semplice valutazione della situazione.
Buona giornata anche a te.
[#5]
Ex utente
Sono pienamente consapevole del fatto che non è possibile avere una diagnosi tramite un consulto on-line. E assolutamente non la pretendo. La mia richiesta era semplicemente volta a sapere, tramite l'aiuto di una persona esperta, dato che io non lo sono, se sarebbe ragionevole o meno richiedere la consulenza di un medico competente e specializzato. E in questo lei mi è stata di grande aiuto. Desidero ringraziarla sinceramente per la sua gentilezza e disponibilità.
Distinti Saluti.
Distinti Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 21.4k visite dal 29/12/2012.
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