Consapevolezza, paura e mancanza

Salve. Sono un ragazzo la cui vita, da circa 4 anni, si è fermata: durante la mia vita scolastica sono sempre stato molto timido e chiuso, fino a quando sono finalmente riuscito a prendere la mia vita in mano e ad aprirmi al mondo. Infatti gli ultimi anni delle superiori sono stati degli anni fantastici. Tuttavia, finito quel periodo, non dico che sono regredito a quello stato "buio" in cui mi trovavo, ma guardando in faccia alla realtà, mi rendo conto di essere fermo. Se mi chiedeste di descrivere la mia situazione con un esempio, io vi direi che vedo me stesso come fermo a un incrocio, con tante strade che mi circondano e con me stesso incapace di intraprenderne una. Ho tentato di studiare, ma niente. La verità è che mi rendo conto di essere diventato il tipo di ragazzo, rinchiuso nella propria camera, in attesa che avvenga qualcosa che mi cambi la vita, quando invece sono pienamente consapevole che se non prendo in mano la situazione, se non impugno la mia vita, rischio di ritrovarmi ancora in questa stanza fra 10 anni in attesa. Il fatto è che so che devo imboccare una determinata tipologia di via (lo studio), ma non so quale tipo! E' come se non sapessi cosa io voglia davvero fare nella mia vita...e questa è una delle cose che mi ossessiona! Sono il freno di me stesso e non capisco il perché. Ho sempre il "groppo" allo stomaco, sin dalla mattina, perché vengo letteralmente ossessionato da me stesso, dalla mia coscienza che mi dice di darmi una mossa e che trova il principale ostacolo in me stesso! Nel mio dannato immobilismo! Sono ancora giovane, posso recuperare il tempo perduto, eppure mi sento vecchio! Ultimamente, annesso a ciò, ho anche un'altra paura: quella di perdere quelle (poche) amicizie che ho. E' tutta gente che io sostengo e che mi sostiene, alcuni sin dai tempi delle superiori, gente con cui sono sicuro di poter abbattere quelle barriere che mi sono costruito in questi anni per non soffrire (o meglio, per non apparire sofferente) per poter loro mostrare i miei dubbi, le mie debolezze e i miei timori, gente mia amica. Penso sia normale per una persona aver paura di perdere le persone care, ma ultimamente a me prende un tipo diverso di paura al riguardo: e cioè quella che, una volta (spero) riuscito a imboccare una strada, sia io stesso ad abbandonarli! Continuo a ripetere a me stesso che se voglio e se lo vorrò, potrò sempre tenermeli vicino,anche dopo aver conosciuto nuova gente e fatto nuove amicizie,ma niente,non riesco a darmi pace.Sono consapevole di avere bassa autostima di me stesso,soprattutto in questi anni,ma possibile che io non riesca a darmi pace?In generale mi avviene in tutti i campi della vita e del pensiero,ma queste cose da me descritto premono di più.Chiedo scusa se il mio pensiero è esposto abbastanza alla rinfusa,ma davvero non riesco a chiudere tutto in 3mila caratteri,chiedo venia.Cosa posso fare per mettere ordine nella mia vita?Cosa posso fare per "sconfiggere me stesso" e "sprigionarmi"come in passato?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Ragazzo,

qualche anno fa sei cambiato e uscendo dal tuo guscio hai incontrato delle persone che ti sostengono e ti consentono di essere te stesso e di non fingere che tutto vada bene.

Queste stesse persone però sono presenze legate ad un'immagine di te che vuoi combattere e sconfiggere per compiere un ulteriore cambiamento: purtroppo ti ricordano come non vuoi più essere e, anche cambiando, è possibile che tu riscontri da parte loro il medesimo atteggiamento di prima perchè potrai vedere riflessa nei loro occhi quella vecchia immagine di te che ora vuoi superare.

E' questo il motivo per il quale temi di essere tu a lasciare loro: probabilmente vorresti dare un taglio netto al passato e, per farlo, ti sarebbe utile "liberarti" da quelle presenze che te lo ricordano, loro malgrado.
Si può però trattare solo di un'impressione, e non è detto che gli attuali amici resterebbero legati alla tua vecchia immagine, una volta che sarai cambiato, piuttosto che apprezzare il tuo cambiamento.

Per descrivere la tua situazione hai utilizzato questa immagine:

"vedo me stesso come fermo a un incrocio, con tante strade che mi circondano e con me stesso incapace di intraprenderne una"

e questo significa che senti di avere più possibilità, ed è sicuramente positivo.
Non è però positivo che tu riconosca che lo studio non fa per te, ma ti senta poi obbligato a studiare:

"Ho tentato di studiare, ma niente."

"Il fatto è che so che devo imboccare una determinata tipologia di via (lo studio), ma non so quale tipo! "

Per quale motivo "dovresti" studiare?
Se non hai chiaro cosa vorresti fare nel tuo futuro non sai nemmeno quale sarà la strada da intraprendere per raggiungere l'obiettivo, e questa strada potrebbe non essere lo studio.

Hai provato a immaginare te stesso fra 10 anni? Dove ti vedresti?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119

Gentile Ragazzo,
dopo le superiori dice di aver provato a studiare ma di aver poi rinunciato:cosa è accaduto di preciso?

Era sua intenzione continuare a studiare oppure rispondeva ad aspettative dei suoi genitori?
Cosa le dicono ora? Come vanno le cose in famiglia?

Ha provato a pensare ad alternative diverse dallo studio?

<quando invece sono pienamente consapevole che se non prendo in mano la situazione, se non impugno la mia vita, rischio di ritrovarmi ancora in questa stanza fra 10 anni in attesa>
E' proprio su questa consapevolezza che dovrebbe fare perno per sbloccare la sua vita, oltre a scrivere qui ha mai pensato di consultare direttamente un nostro collega?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Devo essere sincero,i miei genitori non mi fanno mai mancare niente e non mi negano nessuna possibilità,ecco perché ritengo di avere molte strade possibili davanti me.Ci ho pensato a consultare uno psicologo,ma non voglio spendere ulteriore tempo nell'immobilità.I miei genitori vorrebbero che facessi qualcosa,e non fare niente li delude ma delude me in primis in quanto consapevole.Se non mi sbrigo ho paura di essere ancora qui fra 10 anni.Mi servirebbe almeno 1 input su cui far perno e liberarmi per poter "risbocciare".
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Consultare un nostro collega ti servirebbe proprio a non far passare altro tempo nell'immobilità: per iniziare a fare dei passi è necessario iniziare a lavorare sul problema, e per farlo è necessario l'affiancamento di un esperto.
Il fatto che tu sia riuscito a uscire dal guscio alle superiori, infatti, ha prodotto risultati positivi, ma essere riuscito una volta a sbloccarti non significa aver risolto definitivamente il problema.
Ci hai detto infatti questo.

"finito quel periodo, non dico che sono regredito a quello stato "buio" in cui mi trovavo, ma guardando in faccia alla realtà, mi rendo conto di essere fermo".

Essendo passati già anni da quando ti sei reso conto che il corso di laurea al quale sei iscritto non fa per te sono sicura che hai già tentato di reagire con le tue forze, ma non sempre è possibile fare da soli.

Per questo motivo prima prenderai contatto con un nostro collega e prima le cose cambieranno: non possiamo darti alcun "input" senza conoscerti nè poterti parlare, ma lo potrà fare sicuramente lo psicologo al quale ti affiderai.