Risolvere problemi di ordine sessuale
Buonasera,
sono uno studente universitario e da anni ho fantasie omosessuali, ma non ho mai avuto esperienze reali e neanche mi interessa tanto. Probabilmente sono attratto fisicamente dal corpo maschile. Quello femminile non mi fa schifo ma non mi sembra di provare le stesse sensazioni che provano normalmente gli uomini o comunque non allo stesso livello.
La questione non è tanto l'accettare questo fatto in sé, che non mi creerebbe grande disagio in fondo.
Il mio problema vero è che desidero fortemente avere una moglie e dei figli. Non è per necessità di assolvere obblighi sociali o per sentirmi più integrato, semplicemente lo voglio e basta. Avere dei figli miei è uno dei più grandi obiettivi della mia vita, lo so da sempre e non mi interessa se è qualcosa che alla mia età si sente dire rarissimamente.
Ora mi si potrebbe rispondere che anche due uomini possono averne. Ma io non riesco sinceramente ad immaginare di poter vivere tutta la vita con un uomo né di averci una relazione stabile, mi sento naturalmente portato verso relazioni affettive con l'altro sesso e mi è capitato più volte di "innamorarmi" platonicamente di mie compagne di classe. L'idea di passare tutta la vita con un uomo al mio fianco mi annoia e la sentirei una pesante costrizione. Solo che, appunto, non ho mai provato grande attrazione sessuale nei confronti di queste compagne perché sessualmente credo di sentirmi più attratto dagli uomini che dalle donne.
Ovviamente le due cose sono inconciliabili e non so come fare. Una vita senza moglie e figli mi sembrerebbe vuota ed incompleta, ma al tempo stesso non potrei pensare di condannare una donna a stare con un uomo che non la desidera sessualmente. Questi pensieri mi logorano e mi sento incredibilmente triste e perso. Ogni volta che vengono a casa nostra degli ospiti con dei bambini non posso fare a meno di pensare che vorrei essere come loro e quindi passo tutto il tempo con loro e mi nascondo a piangere in camera mia non appena se ne sono andati pensando a tutto ciò che potrei avere e che non avrò mai per questa mia maledettissima preferenza puramente sessuale.
Di conseguenza credo che rimarrò solo per tutta la vita e quindi perennemente frustrato ed infelice. Ho parlato in maniera informale di questo ad una psicologa amica di famiglia ma ho l'impressione che lei creda che io sia il classico omosessuale represso che non vuole accettarsi e per questo non voglio iniziare un percorso terapeutico con lei. Ma poi questo percorso a cosa dovrebbe portare? A farmi passare la voglia di costruirmi una famiglia "tradizionale"? A far aumentare il desiderio sessuale nei confronti delle donne? La prima è impossibile, la seconda mi sembra difficile. Forse voi che siete psicologi potete provare a rispondere.
Nel frattempo io vivo in perenne infelicità e frustrazione, proprio come quando ci si rende conto di non poter realizzare i propri sogni.
Vi ringrazio in anticipo se avrete la pazienza di leggermi.
sono uno studente universitario e da anni ho fantasie omosessuali, ma non ho mai avuto esperienze reali e neanche mi interessa tanto. Probabilmente sono attratto fisicamente dal corpo maschile. Quello femminile non mi fa schifo ma non mi sembra di provare le stesse sensazioni che provano normalmente gli uomini o comunque non allo stesso livello.
La questione non è tanto l'accettare questo fatto in sé, che non mi creerebbe grande disagio in fondo.
Il mio problema vero è che desidero fortemente avere una moglie e dei figli. Non è per necessità di assolvere obblighi sociali o per sentirmi più integrato, semplicemente lo voglio e basta. Avere dei figli miei è uno dei più grandi obiettivi della mia vita, lo so da sempre e non mi interessa se è qualcosa che alla mia età si sente dire rarissimamente.
Ora mi si potrebbe rispondere che anche due uomini possono averne. Ma io non riesco sinceramente ad immaginare di poter vivere tutta la vita con un uomo né di averci una relazione stabile, mi sento naturalmente portato verso relazioni affettive con l'altro sesso e mi è capitato più volte di "innamorarmi" platonicamente di mie compagne di classe. L'idea di passare tutta la vita con un uomo al mio fianco mi annoia e la sentirei una pesante costrizione. Solo che, appunto, non ho mai provato grande attrazione sessuale nei confronti di queste compagne perché sessualmente credo di sentirmi più attratto dagli uomini che dalle donne.
Ovviamente le due cose sono inconciliabili e non so come fare. Una vita senza moglie e figli mi sembrerebbe vuota ed incompleta, ma al tempo stesso non potrei pensare di condannare una donna a stare con un uomo che non la desidera sessualmente. Questi pensieri mi logorano e mi sento incredibilmente triste e perso. Ogni volta che vengono a casa nostra degli ospiti con dei bambini non posso fare a meno di pensare che vorrei essere come loro e quindi passo tutto il tempo con loro e mi nascondo a piangere in camera mia non appena se ne sono andati pensando a tutto ciò che potrei avere e che non avrò mai per questa mia maledettissima preferenza puramente sessuale.
Di conseguenza credo che rimarrò solo per tutta la vita e quindi perennemente frustrato ed infelice. Ho parlato in maniera informale di questo ad una psicologa amica di famiglia ma ho l'impressione che lei creda che io sia il classico omosessuale represso che non vuole accettarsi e per questo non voglio iniziare un percorso terapeutico con lei. Ma poi questo percorso a cosa dovrebbe portare? A farmi passare la voglia di costruirmi una famiglia "tradizionale"? A far aumentare il desiderio sessuale nei confronti delle donne? La prima è impossibile, la seconda mi sembra difficile. Forse voi che siete psicologi potete provare a rispondere.
Nel frattempo io vivo in perenne infelicità e frustrazione, proprio come quando ci si rende conto di non poter realizzare i propri sogni.
Vi ringrazio in anticipo se avrete la pazienza di leggermi.
[#1]
Caro Utente,
la psicologa amica di famiglia non è la persona giusta alla quale rivolgersi perchè nel nostro campo un professionista deve essere estraneo all'ambito di vita di chi gli si rivolge per poter condurre un intervento efficace.
Le consiglio perciò sicuramente di sentire una parere davvero terzo e incondizionato e di non fermarsi a questo unico tentativo informale di approfondire l'argomento.
Il fatto che lei si senta attratto fisicamente dagli uomini, ma emotivamente e relazionalmente dalle donne, può avere più di un significato, come ad esempio che qualcosa la spaventa nel rapporto con l'altro sesso e che per questo non riesce ad avvicinarsi fino in fondo alle ragazze.
Potrebbe anche sentirsi per qualche motivo insicuro e inadeguato, e per questo attratto da maschi che magari possiedono le caratteristiche che anche a lei piacerebbe avere.
Come può ben comprendere si tratta di un discorso molto delicato e non può trovare risposte precise e definitive mendiante un consulto a distanza.
Per questo la invito a riparlarne di persona con uno psicologo che possa aiutarla a comprendere cosa le sta succedendo.
la psicologa amica di famiglia non è la persona giusta alla quale rivolgersi perchè nel nostro campo un professionista deve essere estraneo all'ambito di vita di chi gli si rivolge per poter condurre un intervento efficace.
Le consiglio perciò sicuramente di sentire una parere davvero terzo e incondizionato e di non fermarsi a questo unico tentativo informale di approfondire l'argomento.
Il fatto che lei si senta attratto fisicamente dagli uomini, ma emotivamente e relazionalmente dalle donne, può avere più di un significato, come ad esempio che qualcosa la spaventa nel rapporto con l'altro sesso e che per questo non riesce ad avvicinarsi fino in fondo alle ragazze.
Potrebbe anche sentirsi per qualche motivo insicuro e inadeguato, e per questo attratto da maschi che magari possiedono le caratteristiche che anche a lei piacerebbe avere.
Come può ben comprendere si tratta di un discorso molto delicato e non può trovare risposte precise e definitive mendiante un consulto a distanza.
Per questo la invito a riparlarne di persona con uno psicologo che possa aiutarla a comprendere cosa le sta succedendo.
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#2]
Gentile Utente,
è indispensabile chiedere una consulenza ad uno psicologo (non alla Sua amica) e la finalità della consulenza potrebbe semplicemente essere quella di far luce sui Suoi reali desideri, scoprendo che cosa vuole davvero e togliendo tutta questa confusione che La rende anche molto preoccupato e triste.
Se davvero Lei fosse omosessuale, questo non vorrebbe certamente dire che non può provare il desiderio di avere dei figli: le due cose non sono incompatibili.
Ma potrebbe anche darsi che ci sia un problema d'ansia che non Le sta permettendo di vedere lucidamente la situazione, nè di avere relazioni intime.
Ad ogni modo ritengo sia importante capirlo e potrà farlo con uno psicologo psicoterapeuta di persona.
Un cordiale saluto,
è indispensabile chiedere una consulenza ad uno psicologo (non alla Sua amica) e la finalità della consulenza potrebbe semplicemente essere quella di far luce sui Suoi reali desideri, scoprendo che cosa vuole davvero e togliendo tutta questa confusione che La rende anche molto preoccupato e triste.
Se davvero Lei fosse omosessuale, questo non vorrebbe certamente dire che non può provare il desiderio di avere dei figli: le due cose non sono incompatibili.
Ma potrebbe anche darsi che ci sia un problema d'ansia che non Le sta permettendo di vedere lucidamente la situazione, nè di avere relazioni intime.
Ad ogni modo ritengo sia importante capirlo e potrà farlo con uno psicologo psicoterapeuta di persona.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Dott.ssa Massaro,
la ringrazio per la risposta più che tempestiva. Le sue ipotesi sono cose a cui ho già pensato molto e ad esempio posso dire di aver sempre avuto una scarsissima autostima che può aver condizionato il mio rapporto con le donne...ho sempre avuto amiche donne, alcune anche molto strette, ma mai nessuna relazione. Non ho nemmeno mai provato a propormi.
Per amica di famiglia forse mi sono espresso male, intendevo un'amica di mia madre che già mi conosce ma a livello molto generale ed è comunque praticamente un'estranea per me. Io sarei volenteroso di approfondire la questione faccia a faccia con un suo collega e lei penserà che ci sarei dovuto andare già da tanto tempo, ma finora mi sono trovato bloccato proprio perché non sapevo e non capivo a cosa avrebbe potuto portare. Quindi per me è molto confortante sapere che ci possono essere delle risposte terapeutiche per il mio caso.
la ringrazio per la risposta più che tempestiva. Le sue ipotesi sono cose a cui ho già pensato molto e ad esempio posso dire di aver sempre avuto una scarsissima autostima che può aver condizionato il mio rapporto con le donne...ho sempre avuto amiche donne, alcune anche molto strette, ma mai nessuna relazione. Non ho nemmeno mai provato a propormi.
Per amica di famiglia forse mi sono espresso male, intendevo un'amica di mia madre che già mi conosce ma a livello molto generale ed è comunque praticamente un'estranea per me. Io sarei volenteroso di approfondire la questione faccia a faccia con un suo collega e lei penserà che ci sarei dovuto andare già da tanto tempo, ma finora mi sono trovato bloccato proprio perché non sapevo e non capivo a cosa avrebbe potuto portare. Quindi per me è molto confortante sapere che ci possono essere delle risposte terapeutiche per il mio caso.
[#4]
La nostra collega può essere per lei una quasi-estranea, ma è amica di sua madre e questo non rende possibile che lei sia franco fino in fondo nel parlarle nè che la dottoressa si trovi a suo agio nell'occuparsi di lei avendo poi un rapporto di frequentazione con sua madre.
"Non ho nemmeno mai provato a propormi"
Ha desiderato di riuscire a farlo?
"Non ho nemmeno mai provato a propormi"
Ha desiderato di riuscire a farlo?
[#5]
Utente
Dott.ssa Pileci,
la ringrazio per la risposta. So che l'omosessualità ed il desiderio paterno non sono incompatibili. Le cose che per me sono incompatibili sono l'attrazione sessuale verso gli uomini, che non so bene se definire omosessualità (perché manca la componente affettiva), ed il desiderio di sposarmi con una donna, vivere con lei ed avere figli da lei. Credo che per gli altri sarebbe difficile capire come possa io volermi sposare con una donna se non mi sento particolarmente attratto sessualmente dalle donne, forse perché risulta impossibile separare le due sfere.
la ringrazio per la risposta. So che l'omosessualità ed il desiderio paterno non sono incompatibili. Le cose che per me sono incompatibili sono l'attrazione sessuale verso gli uomini, che non so bene se definire omosessualità (perché manca la componente affettiva), ed il desiderio di sposarmi con una donna, vivere con lei ed avere figli da lei. Credo che per gli altri sarebbe difficile capire come possa io volermi sposare con una donna se non mi sento particolarmente attratto sessualmente dalle donne, forse perché risulta impossibile separare le due sfere.
[#6]
Utente
Per la dott.ssa Massaro:
certamente ho desiderato di riuscire a farlo ma più ancora ho desiderato di poter essere io stesso oggetto di desiderio. Mi perdoni la ripetizione.
Ormai però non lo desidero più, mi sembra un obiettivo talmente distante che non mi pongo neanche più il problema di come raggiungerlo e questo certamente nel mio caso non aiuta perché diminuisce le probabilità di trovare una compagna nella vita.
certamente ho desiderato di riuscire a farlo ma più ancora ho desiderato di poter essere io stesso oggetto di desiderio. Mi perdoni la ripetizione.
Ormai però non lo desidero più, mi sembra un obiettivo talmente distante che non mi pongo neanche più il problema di come raggiungerlo e questo certamente nel mio caso non aiuta perché diminuisce le probabilità di trovare una compagna nella vita.
[#7]
"mi sembra un obiettivo talmente distante che non mi pongo neanche più il problema di come raggiungerlo"
Questo dipende molto probabilmente dalla "scarsissima autostima" che lei riconosce di avere: un obiettivo che sembra irraggiungibile viene gradualmente abbandonato perchè continuare a preseguirlo diventa nel tempo troppo frustrante, se non c'è modo di cambiare i presupposti in maniera tale da rendere possibile un risultato positivo.
In questo senso e con questo obiettivo penso che parlarne di persona con un nostro collega le sarà estramamente utile.
Questo dipende molto probabilmente dalla "scarsissima autostima" che lei riconosce di avere: un obiettivo che sembra irraggiungibile viene gradualmente abbandonato perchè continuare a preseguirlo diventa nel tempo troppo frustrante, se non c'è modo di cambiare i presupposti in maniera tale da rendere possibile un risultato positivo.
In questo senso e con questo obiettivo penso che parlarne di persona con un nostro collega le sarà estramamente utile.
[#8]
Utente
Dott.ssa Massaro,
credo che lei abbia ragione e cercherò di operare in tal senso al più presto. Però mi chiedo se lei ritenga che risolvere questo problema o comunque smuovere la situazione possa anche cambiare quella a cui mi riferivo in apertura di topic, e se sì in che modo.
La ringrazio ancora.
credo che lei abbia ragione e cercherò di operare in tal senso al più presto. Però mi chiedo se lei ritenga che risolvere questo problema o comunque smuovere la situazione possa anche cambiare quella a cui mi riferivo in apertura di topic, e se sì in che modo.
La ringrazio ancora.
[#9]
Si riferisce all'interrogativo circa l'attrazione per il corpo maschile?
Se tale attrazione è motivata dalla carenza di autostima molto probabilmente scomparirà quando si sentirà più sicuro di sè e quindi meno bisognoso di concentrarsi su modelli maschili che adesso magari le sembrano irraggiungibili.
Se tale attrazione è motivata dalla carenza di autostima molto probabilmente scomparirà quando si sentirà più sicuro di sè e quindi meno bisognoso di concentrarsi su modelli maschili che adesso magari le sembrano irraggiungibili.
[#13]
Utente
Perdonatemi se "riesumo" questo consulto dopo oltre 2 mesi.
Io ho riflettuto molto in questo periodo e non sono ancora del tutto sicuro di ciò che sono, ma probabilmente posso definirmi omosessuale. Ne ho già parlato con la mia famiglia e con amicizie di vario genere e praticamente tutti hanno detto che per loro non c'è problema. Siamo giunti però al paradosso che siano loro a cercare di consolare me e farmi capire che non c'è niente di male, e non il contrario come di solito succede.
Infatti io non ho nessuna intenzione di accettarmi, per diversi motivi che riguardano tanti aspetti della mia vita e che forse è meglio non stare qui a discutere. La mia paura più grande, oggi, non è che qualcuno di indesiderato scopra questo fatto e possa trattarmi male, è che io un giorno possa cambiare idea e decidere di accettare di essere gay e di vivere pienamente la mia sessualità, magari dopo un incontro casuale con un altro omosessuale. Mi fanno tanta paura le storie di persone omosessuali che avevano iniziato pensandola come me ed oggi si sono accettati. Forse è strano da capire, ma per me è così.
Fosse per me mi sarei rivolto ad un vostro collega subito dopo le feste; il problema però è che, a quanto ho capito, tutti gli psicologi utilizzano delle terapie orientate a far accettare al paziente la propria condizione ed a fargli capire che non c'è nulla di male. Io so che non c'è niente di male ad essere gay, ma semplicemente non voglio vivere quella vita; così come so che non c'è niente di male, per esempio, a studiare Ingegneria ma io non la vorrei studiare (esempio un po' stupido, ma è solo per far capire). Quindi mi rivolgo soprattutto alla d.ssa Massaro, ma anche agli altri: lei ritiene veramente che la situazione possa cambiare, o mi citava quell'orientamento terapeutico solo per rassicurarmi? Quante probabilità crede che ci possano essere, realisticamente? La prego, risponda sinceramente. Nel caso in cui la mia unica scelta fosse quella di accettarmi, so già che rinuncerei del tutto ad andare da uno psicologo, e come ho già detto a mia madre preferirei rinunciare ad avere relazioni amorose. Sarei più felice così. In caso contrario mi rivolgerò quanto prima ad un terapeuta.
Post scriptum: all'inizio del consulto scrivevo che il problema non sarebbe accettare la mia omosessualità. Mi spiego meglio: intendevo dire non ho problemi ad ammettere a me stesso ed agli altri che sono gay (infatti l'ho detto subito a diverse persone). Quello che, invece, non posso accettare è di non poter fare nulla per cambiare le cose e di essere "costretto" a vivere così, quando le mie aspirazioni sono altre.
Vi ringrazio per il tempo che mi dedicate.
Io ho riflettuto molto in questo periodo e non sono ancora del tutto sicuro di ciò che sono, ma probabilmente posso definirmi omosessuale. Ne ho già parlato con la mia famiglia e con amicizie di vario genere e praticamente tutti hanno detto che per loro non c'è problema. Siamo giunti però al paradosso che siano loro a cercare di consolare me e farmi capire che non c'è niente di male, e non il contrario come di solito succede.
Infatti io non ho nessuna intenzione di accettarmi, per diversi motivi che riguardano tanti aspetti della mia vita e che forse è meglio non stare qui a discutere. La mia paura più grande, oggi, non è che qualcuno di indesiderato scopra questo fatto e possa trattarmi male, è che io un giorno possa cambiare idea e decidere di accettare di essere gay e di vivere pienamente la mia sessualità, magari dopo un incontro casuale con un altro omosessuale. Mi fanno tanta paura le storie di persone omosessuali che avevano iniziato pensandola come me ed oggi si sono accettati. Forse è strano da capire, ma per me è così.
Fosse per me mi sarei rivolto ad un vostro collega subito dopo le feste; il problema però è che, a quanto ho capito, tutti gli psicologi utilizzano delle terapie orientate a far accettare al paziente la propria condizione ed a fargli capire che non c'è nulla di male. Io so che non c'è niente di male ad essere gay, ma semplicemente non voglio vivere quella vita; così come so che non c'è niente di male, per esempio, a studiare Ingegneria ma io non la vorrei studiare (esempio un po' stupido, ma è solo per far capire). Quindi mi rivolgo soprattutto alla d.ssa Massaro, ma anche agli altri: lei ritiene veramente che la situazione possa cambiare, o mi citava quell'orientamento terapeutico solo per rassicurarmi? Quante probabilità crede che ci possano essere, realisticamente? La prego, risponda sinceramente. Nel caso in cui la mia unica scelta fosse quella di accettarmi, so già che rinuncerei del tutto ad andare da uno psicologo, e come ho già detto a mia madre preferirei rinunciare ad avere relazioni amorose. Sarei più felice così. In caso contrario mi rivolgerò quanto prima ad un terapeuta.
Post scriptum: all'inizio del consulto scrivevo che il problema non sarebbe accettare la mia omosessualità. Mi spiego meglio: intendevo dire non ho problemi ad ammettere a me stesso ed agli altri che sono gay (infatti l'ho detto subito a diverse persone). Quello che, invece, non posso accettare è di non poter fare nulla per cambiare le cose e di essere "costretto" a vivere così, quando le mie aspirazioni sono altre.
Vi ringrazio per il tempo che mi dedicate.
[#14]
Gentile Utente,
a distanza nessuno può dirLe nulla. Ma neppure i Suoi amici possono aiutarLa a capire se si tratta di omosessualità e difficoltà ad accettare la situazione o se di un problema d'altro tipo.
E poi adesso la priorità è capire che succedere e mettere a fuoco il problema (se c'è un problema) o ridefinire insieme a un collega di persona la Sua percezione. Da qui come potremmo aiutarLa?
"il problema però è che, a quanto ho capito, tutti gli psicologi utilizzano delle terapie orientate a far accettare al paziente la propria condizione ed a fargli capire che non c'è nulla di male."
A parte che mi pare di aver capito che il problema non sia questo, ma ad ogni modo posso chiedere che cosa si aspetta da uno psicologo?
a distanza nessuno può dirLe nulla. Ma neppure i Suoi amici possono aiutarLa a capire se si tratta di omosessualità e difficoltà ad accettare la situazione o se di un problema d'altro tipo.
E poi adesso la priorità è capire che succedere e mettere a fuoco il problema (se c'è un problema) o ridefinire insieme a un collega di persona la Sua percezione. Da qui come potremmo aiutarLa?
"il problema però è che, a quanto ho capito, tutti gli psicologi utilizzano delle terapie orientate a far accettare al paziente la propria condizione ed a fargli capire che non c'è nulla di male."
A parte che mi pare di aver capito che il problema non sia questo, ma ad ogni modo posso chiedere che cosa si aspetta da uno psicologo?
[#15]
Utente
Dott.ssa Pileci, innanzitutto la ringrazio per la tempestiva risposta. Io credo che lo psicologo dovrebbe in generale fornirmi degli strumenti per aiutarmi a raggiungere degli obiettivi; di solito l'obiettivo che gli omosessuali si pongono, credo, è quello di vivere serenamente la propria sessualità senza farsi influenzare dal giudizio degli altri o magari di farla accettare anche a loro e quindi uno psicologo agisce in tal senso. Ma se in questo senso non c'è una volontà anche dalla parte del paziente (come nel mio caso) come può funzionare la terapia? Io ho necessità di parlare con qualcuno, ma ho paura di sentirmi dire che devo cercare di andare in una direzione diversa e per me sarebbe frustrante.
[#16]
Nessuno psicologo può dirti di andare in una direzione diversa da quella che senti tua e desideri.
Ma il problema qui non mi pare l'omosessualità, quanto il timore di essere omosessuale.
Se le cose stanno così come ipotizzo poichè non ti consoco e non posso fare diagnosi attraverso una mail, allora si tratterebbe di un problema d'ansia.
Detto ciò, non preoccuparti anche di come funziona la terapia nel senso che- scelto un terapeuta esperto- non dovrai fare altro che affidarti alle cure e lavorare accanto al terapeuta per risolvere il problema.
Quindi prima fai la valutazione, puoi rivolgerti all'ASL o al consultorio, e poi aggiornami.
Saluti,
Ma il problema qui non mi pare l'omosessualità, quanto il timore di essere omosessuale.
Se le cose stanno così come ipotizzo poichè non ti consoco e non posso fare diagnosi attraverso una mail, allora si tratterebbe di un problema d'ansia.
Detto ciò, non preoccuparti anche di come funziona la terapia nel senso che- scelto un terapeuta esperto- non dovrai fare altro che affidarti alle cure e lavorare accanto al terapeuta per risolvere il problema.
Quindi prima fai la valutazione, puoi rivolgerti all'ASL o al consultorio, e poi aggiornami.
Saluti,
[#17]
"non ho problemi ad ammettere a me stesso ed agli altri che sono gay.
Quello che, invece, non posso accettare è di non poter fare nulla per cambiare le cose e di essere "costretto" a vivere così"
Come minimo ci sarebbe quindi un problema di accettazione, se lei fosse davvero omosessuale, anche se non ha avuto difficoltà a dichiararsi gay e ha avuto un riscontro molto positivo e per nulla svalutante o discriminatorio da parte di chi la circonda.
Ritornerei però al discorso che abbiamo fatto in precedenza per invitarla a riflettere sul fatto che non è così sicuro che lei sia gay, visto che non le interessa nè ha mai avuto esperienze in tal senso.
Se mai il problema è che in fondo non si sente nè gay nè etero (non lo ha infatti escluso, ma si è solo confrontato idealmente con le sensazioni che pensa gli altri uomini provino) e finchè si terrà lontano da ragazzi e ragazze tutto rimarrà solo nella sua testa.
Visto così potrebbe essere un problema diverso e cioè di sviluppo "bloccato" e di immaturità.
Il consiglio di sentire uno psicologo di persona nasce dalla necessità di fare chiarezza sulla situazione, prima ancora di preoccuparsi di quali obiettivi porsi.
Quello che, invece, non posso accettare è di non poter fare nulla per cambiare le cose e di essere "costretto" a vivere così"
Come minimo ci sarebbe quindi un problema di accettazione, se lei fosse davvero omosessuale, anche se non ha avuto difficoltà a dichiararsi gay e ha avuto un riscontro molto positivo e per nulla svalutante o discriminatorio da parte di chi la circonda.
Ritornerei però al discorso che abbiamo fatto in precedenza per invitarla a riflettere sul fatto che non è così sicuro che lei sia gay, visto che non le interessa nè ha mai avuto esperienze in tal senso.
Se mai il problema è che in fondo non si sente nè gay nè etero (non lo ha infatti escluso, ma si è solo confrontato idealmente con le sensazioni che pensa gli altri uomini provino) e finchè si terrà lontano da ragazzi e ragazze tutto rimarrà solo nella sua testa.
Visto così potrebbe essere un problema diverso e cioè di sviluppo "bloccato" e di immaturità.
Il consiglio di sentire uno psicologo di persona nasce dalla necessità di fare chiarezza sulla situazione, prima ancora di preoccuparsi di quali obiettivi porsi.
[#18]
Utente
I vostri spunti per me sono davvero interessanti, in un certo senso anche rassicuranti. Personalmente non credo che sia un problema d'ansia perché mi sembra troppo diverso dai comuni doc omosex; in ogni caso cercherò di parlarne con un vostro collega, cosa che appunto avrei già fatto se non fosse per i motivi esposti. Dato che non potete ricevere messaggi privati spero non ci siano problemi se utilizzo questo spazio per eventuali aggiornamenti futuri. Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 19 risposte e 3.9k visite dal 26/12/2012.
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